Codice di Procedura Penale art. 335 bis - Limiti all'efficacia dell'iscrizione ai fini civili e amministrativi1.Limiti all'efficacia dell'iscrizione ai fini civili e amministrativi1. 1. La mera iscrizione nel registro di cui all'articolo 335 non può, da sola, determinare effetti pregiudizievoli di natura civile o amministrativa per la persona alla quale il reato è attribuito. [1] Articolo inserito dall'art. 15, comma 1, lett. b), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. InquadramentoL’iscrizione della persona nel registro di cui all’art. 335 apre un’ipotesi di lavoro, un progetto investigativo; non produce ulteriori effetti Le ragioni della previsioneLa presunzione di innocenza regge alla pronunzia di una sentenza di condanna, persino se confermata in appello. Sotto questo profilo, l'iscrizione di una persona nel registro delle notizie di reato (che dovrebbe comunque rimanere segreta, ma la cui notizia può comunque circolare in determinati casi previsti dalla legge; si veda il commento dell'art. 329) segna solo l'avvio di un'attività conoscitiva che può condurre ad esiti sconosciuti. La norma va letta tenuto conto anche di quanto afferma il nuovo art. 110-quater, disp. att. a mente del quale «[f]ermo quanto previsto dall'articolo 335-bis del codice, le disposizioni da cui derivano effetti pregiudizievoli in sede civile o amministrativa per la persona sottoposta a indagini devono intendersi nel senso che esse si applicano comunque alla persona nei cui confronti è stata emessa una misura cautelare personale o è stata esercitata l'azione penale». La Relazione allo schema di decreto legislativo delegato spiega che «ad essere precluso, deve essere l'utilizzo, in via esclusiva, del solo dato relativo all'iscrizione, che, da solo, non può essere posto a fondamento della motivazione di provvedimenti o, in ogni caso, di determinazioni pregiudizievoli per il cittadino». Vanno escluse dall'ambito applicativo della norma le conseguenze pregiudizievoli derivanti per legge alla persona sottoposta a indagini per il sol fatto di esserlo (la Relazione cita, al riguardo, l'art. 463-bis c.c., che sospende dalla successione la persona indagata per l'omicidio volontario o tentato nei confronti dell'altro coniuge o dell'altra parte dell'unione civile, e l'art. 12, l. n. 122/2016 che preclude l'indennizzo in favore della vittima di reati intenzionali violenti per il sol fatto che sia sottoposta a procedimento penale per uno dei reati di cui all'art. 407, comma 2, lettera a), c.p.p. e per reati commessi in violazione delle norme per la repressione dell'evasione in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto). È indenne da modifiche l'art. 129 disp. att. che impone al pubblico ministero di informare le autorità ivi indicate in caso di arresto, fermo o applicazione di custodia cautelare nei confronti di un impiegato dello Stato o di altro ente pubblico. Se si tratta di un ecclesiastico o di un religioso del culto cattolico la notizia può riguardare anche la sola pendenza del procedimento penale se la pendenza stessa è già stata comunicata all'ecclesiastico, al religioso o al loro difensore. Val la pena di ricordare che il pubblico dipendente non può essere destituito di diritto a seguito di condanna penale e che la destituzione può sempre essere inflitta solo all'esito del procedimento disciplinare che deve essere proseguito o promosso entro centottanta giorni dalla data in cui l'amministrazione ha avuto notizia della sentenza irrevocabile di condanna e concluso nei successivi novanta giorni. Quando vi sia stata sospensione cautelare dal servizio a causa del procedimento penale, la stessa conserva efficacia, se non revocata, per un periodo di tempo comunque non superiore ad anni cinque. Decorso tale termine la sospensione cautelare è revocata di diritto (art. 9, legge n. 19 del 1990). Profili di diritto intertemporaleL'art. 335-bis è stato aggiunto dall'art. 15, comma 1, lett. b), d.lgs. n. 150/2022, entrato in vigore il 30/12/2022 (art. 99-bis, d.lgs. n. 150/2022, aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. n. 162/2022, conv. con modif., dalla legge n. 199/2022). Trattandosi di norma che ha anche effetti sostanziali, non solo processuali, se ne deve ritenere l'applicabilità alle notizie di reato già iscritte alla data di entrata in vigore della riforma. BibliografiaSilvestri, Sub art. 335, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, V, Milano, 2017. |