Codice Penale art. 633 bis - Invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l'incolumità pubblica 1Invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l'incolumità pubblica1 [I]. Chiunque organizza o promuove l'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento, è punito con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000, quando dall'invasione deriva un concreto pericolo per la salute pubblica o per l'incolumità pubblica a causa dell'inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello stato dei luoghi. [II]. È sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma, nonché di quelle utilizzate per realizzare le finalità dell'occupazione o di quelle che ne sono il prodotto o il profitto.
[1] Articolo inserito dall'art. 5, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. competenza: Trib. monocratico arresto: facoltativo fermo: non consentito custodia cautelare in carcere: consentita altre misure cautelari personali: consentite procedibilità: d’ufficio InquadramentoIl nuovo art. 633-bis è stato inserito nel Titolo XIII, Capo I del Libro II del codice penale dalla l. 30 dicembre 2022, n. 199, recante: «Conversione in legge, con modificazioni del decreto-legge 31 ottobre 2022, n. 162, recante misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, nonché in materia di entrata in vigore del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, di obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e di prevenzione e contrasto dei raduni illegali», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 304 del 30 dicembre 2022. L'art. 633-bis ha sostituito, in sede di conversione, la precedente fattispecie di invasione che il d.l. 31 ottobre 2022, n. 162 aveva collocato all'art. 434-bis, cercando di porre rimedio ad alcune criticità che, fin da subito, avevano caratterizzato il testo dell'originaria disposizione. Si riporta, per comodità di consultazione, il testo dell'art. 434-bis: Art. 434-bis (Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica). [I] L'invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica consiste nell'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica. [II] Chiunque organizza o promuove l'invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000. [III] Per il solo fatto di partecipare all'invasione la pena è diminuita. [IV] È sempre ordinata la confisca ai sensi dell'articolo 240, secondo comma, del codice penale, delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma nonché di quelle utilizzate nei medesimi casi per realizzare le finalità dell'occupazione. L'intenzione del legislatore – tanto in sede di decretazione d'urgenza, quanto in sede di conversione – è sempre stata quella di prevedere una specifica fattispecie volta ad arginare il fenomeno dei c.d. rave party, ossia festeggiamenti spesso caratterizzati da abuso di sostanze stupefacenti e organizzati sovente in terreni o edifici in stato di abbandono e pericolanti, destinati a durare a volte anche per più giorni di seguito. Il bene giuridico tutelato, attraverso il nuovo reato, indiscutibilmente di pericolo, è non solo il patrimonio (nel cui Titolo la fattispecie è stata collocata) ma anche la salute pubblica e l'incolumità pubblica. Sotto questo aspetto, giova segnalare che la tutela apprestata al patrimonio dall'art. 633-bis rappresenta una novità rispetto alla fattispecie precedente, che infatti era stata collocata nel Titolo dei delitti contro l'incolumità pubblica. Altra novità sotto il profilo dell'offensività è data dal fatto che, diversamente da prima, la nuova fattispecie non reprime la messa in pericolo anche dell'ordine pubblico, ma solamente della salute e dell'incolumità pubblica. CondottaLa condotta può essere realizzata da chiunque e la punibilità, a differenza di quanto previsto dall'art. 434-bis, non è più limitata solamente al caso in cui la stessa venga commessa da un numero di persone superiore a cinquanta. La condotta consiste nell'organizzare o nel promuovere l'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento, quando dall'invasione deriva un concreto pericolo per la salute pubblica o per l'incolumità pubblica a causa dell'inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello stato dei luoghi. Ne consegue che la punibilità è limitata ai soli soggetti organizzatori o promotori, non invece ai meri partecipanti al raduno, in ciò consistendo un'ulteriore differenza rispetto al previgente art. 434-bis. Sempre che – è bene sottolinearlo – l'invasione avvenga effettivamente, perché solo da quel momento potrà sorgere il concreto pericolo per i beni tutelati. Non rileverà, dunque, la mera organizzazione o promozione poi non seguita dall'invasione. La descrizione legislativa riproduce quella del reato di invasione di terreni o edifici, di cui all'art. 633 c.p., dalla quale si differenzia per la limitazione di responsabilità ai soli organizzatori o promotori, nonché per il diverso oggetto del dolo specifico. La giurisprudenza, interpretando la nozione di invasione arbitraria di terreni o edifici altrui in relazione all'art. 633, ha affermato che la nozione di “invasione” non si riferisce all'aspetto violento della condotta, che può anche mancare, ma al comportamento di colui che si introduce nel luogo arbitrariamente, ossia contra ius in quanto privo del diritto d'accesso (v. da ultimo Cass., II, n. 29657/2019). Struttura: reato di pericoloLa fattispecie è descritta come fattispecie di pericolo concreto, in quanto oggetto del dolo specifico è l'organizzazione di un raduno musicale o di intrattenimento quando dallo stesso deriva un concreto pericolo per la salute pubblica o per l'incolumità pubblica. Deve ritenersi che il legislatore, utilizzando l'espressione “raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento”, abbia voluto descrivere proprio il fenomeno dei c.d. rave party, ossia raduni caratterizzati dalla diffusione di musica o, comunque, aventi scopo ricreativo, ossia raduni di per se stessi non penalmente rilevanti e la cui illiceità, infatti, viene dal legislatore ancorata all'arbitrarietà dell'invasione dei luoghi ove gli stessi si svolgono nonché alla messa in pericolo di beni collettivi che potrebbe finire per porre a repentaglio la sicurezza degli stessi partecipanti al rave. Da segnalare è lo sforzo del legislatore di limitare i raduni potenzialmente suscettibili di integrare la fattispecie solamente a quelli caratterizzati dalla diffusione di musica o dallo scopo di intrattenimento, sebbene, a ben guardare, il novero appaia comunque molto ampio, anche se inferiore rispetto a quello che si rinveniva nell'art. 434-bis, il quale si accontentava infatti della realizzazione di un “raduno” generico e dai confini pericolosamente ampi. Non è infatti molto chiaro il significato penalistico del sostantivo “raduno”, che sembra afferire più al diritto di polizia. Nel codice penale, in effetti, l'unico ausilio interpretativo può venire dall'art. 655, contravvenzione di polizia che punisce la radunata sediziosa. A tal proposito, la Corte costituzionale (sent. n. 15/1973) ha avuto modo di chiarire che per “atteggiamento sedizioso”, penalmente rilevante ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 655, deve intendersi quello che implica ribellione, ostilità, eccitazione al sovvertimento delle pubbliche istituzioni e che risulti in concreto idoneo a produrre un evento pericoloso per l'ordine pubblico, con la conseguenza – ribadita dalla scarsa giurisprudenza successiva – che integra il reato di radunata sediziosa la condotta di chi prenda parte ad una riunione o ad un assembramento con uno scopo prestabilito e manifesti comportamenti di ribellione e di ostilità nei confronti di chi rappresenta l'autorità e la forza della legge, con conseguente pericolo di creazione o di protrazione di uno stato di turbamento per l'ordine pubblico (v. da ultimo Cass., VI, n. 6347/2012). Sembra che il riferimento a tale giurisprudenza, nella vigenza dell'art. 633-bis, non sia più necessario, essendosi chiarite le caratteristiche essenziali del raduno punibile. A differenza che nell'art. 434-bis, il legislatore si è preoccupato non solamente di definire espressamente il pericolo come concreto, ma anche di indicare le cause da cui tale pericolo deve sorgere, vale a dire l'inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello stato dei luoghi. L'inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti deve ritenersi riferita a tutte le norme contenute nel d.P.R. n. 309/1990 e dunque non solamente a quelle di carattere penale, con la conseguenza che anche un raduno musicale caratterizzato dal mero consumo personale di sostanze stupefacenti ad opera dei partecipanti (integrando lo stesso un illecito amministrativo) potrà bastare ad integrare la fattispecie, se dallo stesso è derivato il pericolo concreto. L'inosservanza delle norme in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, sebbene debba essere oggetto di accertamento specifico, può dirsi sostanzialmente in re ipsa, in quanto difficilmente raduni organizzati per il tramite di invasioni arbitrarie di terreni o edifici altrui potranno dirsi conformi alle disposizioni sulla sicurezza e sull'igiene degli spettacoli. Si è in presenza certamente di una anticipazione della soglia della tutela penale, dal momento che l'integrazione del reato richiede la sola organizzazione o promozione dell'invasione arbitraria, seguita dalla stessa invasione con lo scopo di realizzare un raduno musicale o di intrattenimento pericoloso per i beni tutelati; cionondimeno, la concretezza del pericolo, l'indicazione tassativa delle cause da cui lo stesso può discendere e l'espunzione, dal novero dei beni giuridici tutelati, dell'ordine pubblico (i cui confini risultano sempre di difficile tracciamento), conducono a ritenere la fattispecie, almeno a prima lettura, coerente – o, quanto meno, più coerente dell'art. 434-bis – con i principi di determinatezza e di offensività. Elemento soggettivoIl reato è a dolo specifico, avendo come scopo la realizzazione di un raduno, musicale o avente altro scopo di intrattenimento, quando dall'invasione deriva un concreto pericolo, nei termini già descritti, per la salute pubblica o per l'incolumità pubblica. L'utilizzo della congiunzione “quando” – che già si rinveniva nel testo dell'art. 434-bis – sembrerebbe porre il pericolo oggettivamente in capo ai soggetti agenti. In aderenza al principio di colpevolezza, tuttavia, è necessario ritenere che il pericolo debba essere oggetto della consapevolezza dolosa degli agenti. Ad ogni modo, per bilanciare l'anticipazione della tutela rappresentata dal dolo specifico di pericolo, occorre ritenere che la finalità dei soggetti agenti emerga già da elementi oggettivi della condotta, che la rendano idonea alla realizzazione di un raduno pericoloso. Consumazione e tentativoLa fattispecie, ad una prima lettura, sembra avere natura di reato di pericolo eventualmente permanente. Per la consumazione, infatti, è sufficiente l'avvenuta invasione arbitraria (sorretta dal dolo specifico) ma, ove il raduno si realizzi e si protragga nel tempo, la consumazione si protrarrà fino all'allontanamento degli invasori. Tale interpretazione sembra suggerita dall'assenza di riferimenti ad una eventuale “occupazione” dei luoghi, che deporrebbe con maggiore chiarezza per la natura necessariamente permanente del reato (v. la giurisprudenza maggioritaria sul delitto di cui all'art. 633, ritenuto appunto permanente dato il protrarsi nel tempo dell'occupazione del fondo: v. da ultimo Cass., II, n. 40771/2018, ma, contra, v. Cass., II, n. 4393/2018). Da questo punto di vista, problemi pone la menzione del termine “occupazione” che si rinviene nel comma 2 dell'articolo in discorso in tema di confisca obbligatoria. Deve ritenersi un'imprecisione terminologica del legislatore, che utilizza tale sostantivo come sinonimo di “invasione”, atteso che nella descrizione del fatto tipico non vi è alcun riferimento all'occupazione. Si segnala come il legislatore, in sede di conversione, non abbia inteso correggere tale imprecisione, che infatti si riscontrava già nel testo dell'art. 434-bis. Il tentativo è certamente configurabile, sebbene rappresenti una ulteriore anticipazione della soglia di rilevanza penale, innestandosi su un delitto a dolo specifico di pericolo. Trattamento sanzionatorioA differenza dell'art. 434-bis, che puniva, con due titoli autonomi di reato, sia gli organizzatori o promotori, sia i partecipi, come già detto, l'art. 633-bis punisce esclusivamente chiunque organizza o promuove l'invasione, con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000. Come è stato notato nei primissimi commenti già all'art. 434-bis (RUGA RIVA, in Sistema penale, 3 novembre 2022), organizzatore sarà chi programma la logistica dell'evento, o individua il luogo del raduno, o chi contatta persone e/o predispone mezzi per l'invasione arbitraria o per la futura fruizione dei luoghi occupati; la condotta di promozione, nell'era dei social e delle chat, rischia di essere notevolmente ampia: si pensi a chi condivida un post su Facebook o su Instagram dando notizia del raduno a tutti i suoi contatti, o che inoltri la medesima notizia in una chat di Whatsapp. Ai sensi del comma 2, è sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma, nonché di quelle utilizzate per realizzare le finalità dell'occupazione o di quelle che ne sono il prodotto o il profitto. La formulazione di tale co. 2 ricalca in maniera pressoché invariata quella dell'art. 434-bis, c. 4, riproponendo le medesime criticità. In particolare, l'espressione “cose che servirono o furono destinate a commettere il reato” è ampia e generica, potendo ricomprendere nel caso di specie dispositivi elettronici utilizzati per organizzare/aderire al raduno, automezzi per trasportare materiale o per raggiungere i luoghi/edifici. Come già accennato, poi, non è chiaro cosa si intenda con l'autonomo riferimento alle “finalità dell'occupazione” che, stando alla lettera della legge, rilevano nel senso del dolo specifico di raduno potenzialmente pericoloso, e come tali sembrano già rientrare nelle cose che “servirono o furono destinate a commettere il reato” (v. sempre RUGA RIVA, in Sistema penale, 3 novembre 2022). Il trattamento sanzionatorio risulta nel complesso particolarmente severo, anche in confronto ad altre fattispecie caratterizzate da elevatissimo disvalore, quale, fra le tante, l'associazione per delinquere (punita con pena da tre a sette anni di reclusione). Il trattamento sanzionatorio è rimasto invariato, per gli organizzatori e i promotori, rispetto a quanto previsto dall'art. 434-bis, mentre il titolo di reato che puniva i meri partecipi è stato abrogato. Considerando complessivamente la maggiore determinatezza della fattispecie, nonché l'espunzione del riferimento all'ordine pubblico e la espressa menzione della concretezza del pericolo, non residuano dubbi sul fatto che l'art. 633-bis sia norma più favorevole rispetto all'art. 434-bis, con ciò dovendo trovare applicazione a norma dell'art. 2, c. 4, c.p. Rapporti con altri reati e concorso di reatiPrima facie, problemi di concorso rispetto alla nuova fattispecie possono porsi con riferimento ai già ricordati reati di cui agli artt. 633 e 655, nonché alla violazione di domicilio di cui all'art. 614 c.p. Quanto all'art. 633, sembra sussistere un rapporto di specialità reciproca fra le due fattispecie, in quanto caratterizzate da identica condotta, sebbene nel caso dell'art. 633-bis limitata ai soli organizzatori o promotori, ma da due diversi oggetti del dolo specifico, potendo quindi concorrere fra loro. Conferma ulteriore discende dalla diversità dei beni giuridici tutelati, dal momento che l'art. 633 è deputato alla tutela del solo patrimonio, mentre l'art. 633-bis anche alla tutela di beni collettivi. Non può non essere notato, tuttavia, che l'elevata cornice edittale della fattispecie in commento potrebbe reputarsi idonea ad assorbire, in sussidiarietà, anche il disvalore di cui all'art. 633, anche in ragione del fatto che il legislatore sembra avere inteso le due fattispecie come alternative, collocandole topograficamente una di seguito all'altra e avendo comunque inteso l'art. 633-bis come posto a tutela anche del patrimonio, al pari dell'art. 633. Quanto alla radunata sediziosa, trattandosi di contravvenzione di polizia di sicurezza, può ritenersi assorbita, in progressione offensiva, nel ben più grave delitto di cui trattasi, posto anch'esso a tutela della sicurezza pubblica in senso ampio. Quanto, infine, alla violazione di domicilio, deve notarsi come non possa predicarsi esatta coincidenza fra le due fattispecie, dal momento che il novero dei luoghi descritti dall'art. 614 risulta più limitato di quello di cui alla nuova fattispecie, in quanto collegato alle nozioni di “abitazione” e di “privata dimora”. L'art. 633-bis, tuttavia, si caratterizza sempre per l'introduzione arbitraria (ossia priva di titolo legittimante) in un luogo altrui, introduzione cui si accompagna l'elemento specializzante del fine di organizzazione del raduno pericoloso (mancante invece nell'art. 614), con la conseguenza che, al ricorrere anche degli altri presupposti che integrano la violazione di domicilio, quest'ultima potrà dirsi ricompresa nell'invasione, secondo lo schema del reato eventualmente complesso, capace certamente di ricomprendere il complessivo disvalore del fatto, anche in considerazione delle elevate cornici edittali. Profili processuali e misure di prevenzioneIl reato in commento è reato procedibile d'ufficio e di competenza del Tribunale monocratico. Per tale reato: a) l'arresto in flagranza è facoltativo; b) il fermo non è consentito; c) l'applicazione della custodia in carcere è consentita; d) l'applicazione delle altre misure cautelari personali è consentita; e) le intercettazioni di conversazioni o comunicazioni sono consentite. Il d.l. 162/2022, art. 5, c. 2, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 1999, aveva modificato l'art. 4, d.lgs. n. 159/2011 (codice antimafia), rendendo possibile l'applicazione delle misure di prevenzione personali agli indiziati del delitto di cui all'art. 434-bis, con decorrenza – ai sensi del medesimo art. 5, c. 3 – dal giorno successivo a quello di pubblicazione del decreto-legge nella Gazzetta Ufficiale (31 ottobre 2022). La legge n. 199/2022 ha tuttavia abrogato i commi 2 e 3 del d.l. n. 162/2022. |