La Consulta sulla domanda di ammissione del credito nei procedimenti di confisca penale allargata

14 Febbraio 2023

Con la sentenza n. 18/2023, la Corte costituzionale si è espressa sull'illegittimità costituzionale dell'art. 37, primo periodo, l. 161/2017, in tema di termini di decadenza per la domanda di ammissione del credito nei procedimenti di confisca penale allargata.

Il caso concreto. Il giudizio ha origine dalla questione di legittimità costituzionale - attinente agli artt. 3 e 24 Cost. – riferita all'art. 37, primo periodo della l. 17 ottobre 2017 n. 161 recante alcune modifiche del d.lgs. n. 159/2011, del codice penale e delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni, sollevata dalla Corte di cassazione, sezione prima penale, con ordinanza del 9 febbraio 2022, reg. ord. n. 30 del 2022.

Le tappe procedimentali. Con decisione del 6 novembre 2020 il Gip del Tribunale di Bologna, in funzione di giudice dell'esecuzione penale, aveva dichiarato l'inammissibilità della domanda ritenuta tardiva promossa da un istituto di credito in qualità di un creditore ipotecario ai sensi dell'art. 1, comma 198 e ss. della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013) nell'ambito di una procedura di confisca penale allargata ex art. 12-sexies d.l. 8 giugno 1992, n. 306. In applicazione dell'art. 1, comma 205 della l. 228/2012 il GIP ha ritenuto che il termine di decadenza di centottanta giorni per la presentazione della domanda, decorresse dalla definitività della confisca, ritendo quello il momento in cui il creditore ne aveva avuto conoscenza legale avendo contezza del provvedimento emesso il 6 luglio 2017. Avendo presentato la domanda in data 8 maggio 2018, il termine era spirato. A fronte quindi della suindicata pronuncia di inammissibilità sia il creditore che il procuratore speciale del successivo cessionario del credito, ricorrevano per ottenere in via principale l'annullamento sostenendo l'efficacia ex nunc e non di interpretazione autentica dell'art. 37, primo periodo, della l. 161/2017. Inoltre, veniva richiesto di considerare comunque tempestiva la domanda - anche alla luce dell'art. 1, comma 205, della legge n. 228/2012 - poiché la conoscenza del provvedimento di confisca era avvenuta in data successiva al 6 luglio 2017.

La rimessione alla Corte costituzionale. La Suprema Corte di cassazione sollevava la questione di legittimità costituzionale dell'art. 37, primo periodo, l. 161/2017 in riferimento all'art. 3 e 24 Cost.

La risposta della Corte costituzionale. La Corte costituzionale conferma la corretta qualifica di interpretazione autentica dell'art. 37, primo periodo, legge n. 161/2017 applicata dal GIP del Tribunale di Bologna.

La Corte precisa che le disposizioni contenute nell'art. 31 della l. 161/2017 - modificando l'art. 12-sexies d. l. n. 306/1992 - prevedono l'espressa applicazione delle disposizioni inerenti l'amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati ed altresì quelle attinenti la tutela dei terzi, contenute nel codice antimafia.

L'art. 37 censurato stabilisce invece che le disposizioni di cui all'art. 1, commi da 194 a 206 della l. n. 228/2012 si applicano anche ai beni sottoposti a confisca allargata e relativi a procedimenti iscritti nel registro di cui all'art. 335 c.p.p. prima del 13 ottobre 2011 - data di entrata in vigore del Codice antimafia – e pertanto anche a quella oggetto del ricorso. L'interpretazione autentica delle disposizioni contenute nell'art. 1 commi da 194 a 206 della l. n. 228/2012 implica altresì la data di entrata in vigore di tale disciplina stabilita nel 1° gennaio 2013.

La Corte chiarisce però come l'interpretazione innovativa prevedendo l'efficacia retroattiva della norma censurata nella parte in cui ritiene che il termine di decadenza di centottanta giorni ex art. 1, comma 199 e 205 l. n. 228/2012 sia vigente retroattivamente dalla data del 1° gennaio 2013, sia in contrasto con il principio di eguaglianza previsto nella Costituzione. Vi è violazione dell'art. 3 Cost. per l'ingiusta disparità di trattamento dei creditori nel momento in cui il termine di centottanta giorni decorra da quando la confisca penale allargata sia divenuta definitiva successivamente all'entrata in vigore della l. n. 161/2017, e quei creditori che invece propongono domanda di ammissione quando la confisca sia divenuta definitiva e da essi conosciuta in data anteriore.

Sulla congruità del termine di decadenza, la Corte precisa che vi è una violazione della possibilità per il cittadino di esercitare il suo diritto, quando la norma introduce un termine di decadenza già quasi interamente decorso al momento di entrata in vigore della norma stessa, violando così il diritto alla tutela giurisdizionale. La Corte costituzionale ha quindi ritenuto fondate le questioni di legittimità costituzionale riferite all'art. 3 e 24 Cost. sollevate dalla Corte di cassazione, e dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 37, primo periodo della l. 17 ottobre 2017 n. 161 nella parte in cui esclude che il termine di decadenza di cui all'art. 1, comma 199 e 205 della l. 228/2012.

*Fonte: DirittoeGiustizia

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