Credito da IMU non pagata nel periodo di concordato: prededucibile?
02 Marzo 2023
La vicenda oggetto del decreto in discorso vede contrapposti due creditori di una società, della quale era stato dichiarato il fallimento in seguito al naufragio del concordato preventivo. Uno dei due creditori, un Comune, era stato ammesso allo stato passivo del fallimento in prededuzione con un credito derivante da IMU non pagata (e relative sanzioni) relativa al periodo intercorrente tra la data di deposito della domanda di concordato e quella di fallimento. L'altro creditore, parte opponente, ammesso allo stato passivo in via privilegiata ipotecaria gravante sul ricavato della vendita dell'unico bene immobile di proprietà della società fallita, contesta la ricostruzione del Giudice delegato sostenendo l'assenza di disposizioni che consentano di attribuire carattere prededucibile al credito relativo all'IMU sorto in costanza di concordato. La questione rimessa al Tribunale è, dunque, se il credito derivante da IMU non pagata (e relative sanzioni) possa qualificarsi come prededucibile ai fini del riparto di liquidazione fallimentare. Il Tribunale, in primo luogo, ricorda la distinzione, all'interno della categoria dei crediti prededucibili, corrente tra:
Escluso che il credito sottoposto a suo vaglio sia riconducibile alle prime due fattispecie, il Tribunale procede col chiedersi se lo stesso sia sussumibile nella categoria descritta dall'art. 111, comma 2, l. fall. A questo proposito – richiamando giurisprudenza di legittimità (Cass. 15 gennaio 2014, n. 1513; Cass. SU 31 dicembre 2021, n. 42093) – i giudici sottolineano che “il criterio temporale…deve essere integrato, per avere senso compiuto, con un implicito elemento soggettivo, elemento che si traduce nella riferibilità del credito agli organi della procedura”, risultando altrimenti palesemente irragionevole “in quanto porterebbe a considerare prededucibili, per il solo fatto di essere sorti in occasione della procedura, i crediti conseguenti ad attività del debitore non funzionali ad esigenze della stessa”. Trasponendo tali ragionamenti al caso concreto, il Tribunale ritiene che la pretesa creditoria vantata dal Comune per l'IMU non pagata durante il periodo di concordato non sia certamente riferibile agli organi della procedura, né alla loro attività. Per superare tale conclusione non sarebbe sufficiente neppure l'obiezione, avanzata dal Comune, secondo la quale il la riferibilità del credito agli organi della procedura discenderebbe dall'obbligo di vigilanza del Commissario Giudiziale in ordine alla amministrazione dei beni nella fase c.d. “prenotativa”, non potendosi estendere tale obbligo, a parere del Tribunale, “sino al punto di verificare se la società proponente abbia provveduto al tempestivo pagamento dell'IMU…”. Infine, i giudici di Padova richiamano la giurisprudenza della Corte di cassazione in tema di principio di unitarietà delle procedure concorsuali succedutesi senza soluzione di continuità, secondo la quale tale principio non può essere considerato come un autonomo criterio normativo, “costituendo piuttosto un enunciato meramente descrittivo di soluzioni regolative aventi specifiche e distinte soluzioni normative”. Il Tribunale accoglie, per i motivi visti sopra, l'opposizione allo stato passivo proposta. |