Codice di Procedura Penale art. 133 ter - Modalità e garanzie della partecipazione a distanza 1 .Modalità e garanzie della partecipazione a distanza1. 1. L'autorità giudiziaria, quando dispone che un atto sia compiuto a distanza o che una o più parti partecipino a distanza al compimento di un atto o alla celebrazione di un'udienza, provvede con decreto motivato. Quando non è emesso in udienza, il decreto è notificato o comunicato alle parti unitamente al provvedimento che fissa la data per il compimento dell'atto o la celebrazione dell'udienza, almeno tre giorni prima della data suddetta, salvo i casi di urgenza, ferma restando l'esigenza di garantire al difensore l'esercizio delle facoltà di cui al comma 7. Il decreto è comunicato anche alle autorità interessate2. 2. Nei casi di cui al comma 1 è attivato un collegamento audiovisivo tra l'aula di udienza o l'ufficio giudiziario e il luogo in cui si trovano le persone che compiono l'atto o che partecipano all'udienza a distanza. Il luogo in cui si trovano le persone che compiono l'atto o che partecipano all'udienza a distanza è equiparato all'aula di udienza. 3. Il collegamento audiovisivo è attuato, a pena di nullità, con modalità idonee a salvaguardare il contraddittorio e l'effettiva partecipazione delle parti all'atto o all'udienza e ad assicurare la contestuale, effettiva e reciproca visibilità delle persone presenti nei diversi luoghi e la possibilità per ciascuna di essa di udire quanto viene detto dalle altre. Nei casi di udienza pubblica è assicurata un'adeguata pubblicità degli atti compiuti a distanza. Dell'atto o dell'udienza è sempre disposta la registrazione audiovisiva. 4. Salvo quanto disposto dai commi 5, 6 e 7, le persone che compiono l'atto o che partecipano all'udienza a distanza si collegano da altro ufficio giudiziario o da un ufficio di polizia giudiziaria individuato dall'autorità giudiziaria, previa verifica della disponibilità di dotazioni tecniche e condizioni logistiche idonee per il collegamento audiovisivo. 5. Le persone detenute, internate, sottoposte a custodia cautelare in carcere o ristrette in carcere a seguito di arresto o di fermo, quando compiono l'atto o partecipano all'udienza a distanza, si collegano dal luogo in cui si trovano. 6. Sentite le parti, l'autorità giudiziaria può autorizzare le persone che compiono l'atto o che partecipano all'udienza a distanza a collegarsi da un luogo diverso da quello indicato nel comma 4. 7. I difensori si collegano dai rispettivi uffici o da altro luogo, purché idoneo. E' comunque assicurato il diritto dei difensori o dei loro sostituti di essere presenti nel luogo dove si trova l'assistito. E' parimenti sempre assicurato il diritto dei difensori o dei loro sostituti di consultarsi riservatamente tra loro e con l'assistito per mezzo di strumenti tecnici idonei. 8. Nei casi di cui ai commi 4 e 5 e, ove l'autorità giudiziaria non disponga diversamente, nel caso di cui al comma 6, un ausiliario del giudice o del pubblico ministero, individuato anche tra gli ausiliari in servizio presso l'ufficio giudiziario di cui al citato comma 4, o un ufficiale di polizia giudiziaria, individuato in via prioritaria tra il personale in servizio presso le sezioni di polizia giudiziaria e designato tra coloro che non svolgono, né hanno svolto, attività di investigazione o di protezione nei confronti dell'imputato o in relazione ai fatti a lui riferiti, è presente nel luogo ove si trovano le persone che compiono l'atto o che partecipano all'udienza a distanza, ne attesta l'identità e redige verbale delle operazioni svolte a norma dell'articolo 136, in cui dà atto dell'osservanza delle disposizioni di cui al comma 3, primo periodo, e al comma 7, secondo e terzo periodo, delle cautele adottate per assicurare la regolarità dell'esame con riferimento al luogo in cui la persona si trova, nonché dell'assenza di impedimenti o limitazioni all'esercizio dei diritti e delle facoltà ad essa spettanti. [1] Articolo inserito dall'art. 8, comma 1, d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. [2] Comma modificato dall'art.2, comma 1, lett. c) d.lgs. 19 marzo 2024, n. 31 che al secondo periodo, le parole: «e, in ogni caso» sono soppresse e dopo le parole: «prima della data suddetta» sono inserite le seguenti: «, salvo i casi di urgenza, ferma restando l'esigenza di garantire al difensore l'esercizio delle facolta' di cui al comma 7». InquadramentoLa norma, introdotta dal d.lgs. n. 150 del 2022 (c.d. “riforma Cartabia”) definisce modalità e garanzie della partecipazione a distanza, riproponendo (con circoscritte modifiche di adattamento e coordinamento) le regole procedurali già contenute negli articoli 146-bis e 147-bis disp. att. dedicati – rispettivamente – alla partecipazione al dibattimento a distanza e all’esame degli operatori sotto copertura, delle persone che collaborano con la giustizia e degli imputati di reato connesso, che sono state dunque conseguentemente soppresse in larga misura. La decisioneI casi nei quali è doveroso ovvero possibile partecipare a distanza ad atti processuali od udienze sono indicati sub art. 133-bis, ed al commento di tale articolo si rinvia. Quando, nei casi suddetti, il giudice decide di procedere con partecipazione di taluno a distanza deve anzitutto adottare un autonomo decreto che contenga una, sia pur succinta, motivazione che espliciti le ragioni di una tale decisione; tale decreto, ove non emesso in udienza, deve essere notificato alle parti unitamente a quello che fissa la data per il compimento dell'atto o la celebrazione dell'udienza e, in ogni caso, almeno tre giorni prima della data suddetta. Il decreto, inoltre, andrà comunicato alle «autorità interessate», tra le quali – in primo luogo – i dirigenti degli uffici giudiziari, degli istituti di pena o degli uffici di polizia giudiziaria con cui andrà, di regola, disposto il collegamento. Benché la norma nulla dica al riguardo, è evidente che in tutti i casi nei quali l'attivazione della partecipazione a distanza sia decisa in uno dei casi nei quali essa è meramente facoltativa, dovrà essere necessariamente preceduta da una forma di interlocuzione con le parti per raccogliere il loro consenso all'adozione di una tale forma di partecipazione. È auspicabile che al riguardo vengano sottoscritti dei protocolli d'intesa con l'avvocatura per disciplinare le forme di una tale interlocuzione e possibilmente anche predeterminare i casi nei quali fare ricorso all'istituto. Ma, almeno ad una prima lettura della norma, nulla vieta che il giudice possa, con lo stesso decreto di fissazione della udienza, disporre la partecipazione a distanza assegnando un termine alle parti per esprimere il loro eventuale non consenso al compimento dell'atto o di quella udienza con partecipazione a distanza. Evenienza, questa, che richiederebbe, tuttavia, la revoca del precedente provvedimento e nuovo avviso alle autorità ed alle altre persone interessate. La disciplinaLa partecipazione a distanza si sostanzia nella realizzazione di un collegamento audiovisivo tra l'aula di udienza, o l'ufficio giudiziario, e il luogo in cui si trovano le persone che compiono l'atto o che partecipano all'udienza a distanza, luogo che espressamente viene equiparato all'aula di udienza. Opportunamente il legislatore non individua quale sia in concreto lo strumento tecnico da impiegare né la piattaforma software da prediligere. Anche sul punto, del resto, l'evoluzione tecnologica è rapidissima e non si presta ad essere imbrigliata entro un testo normativo. Dunque, potranno essere impiegate sia le postazioni di collegamento audiovisivo fatte installare dall'Amministrazione in quasi tutti gli uffici giudiziari, il cui proficuo impiego è stato sperimentato ampiamente in epoca di emergenza COVID-19, sia piattaforme più commerciali e gratuite. Ciò a condizione, tuttavia, che il collegamento sia attuato, a pena di nullità, con modalità idonee a salvaguardare il contraddittorio e l'effettiva partecipazione delle parti all'atto o all'udienza e ad assicurare la contestuale, effettiva e reciproca visibilità delle persone presenti nei diversi luoghi e la possibilità per ciascuna di essa di udire quanto viene detto dalle altre. Nei casi di udienza pubblica deve essere assicurata un'adeguata pubblicità degli atti compiuti a distanza, il che equivale a dire– salvo il caso in cui si proceda a porte chiuse – che deve essere consentito al pubblico di presenziare alla udienza, che in ogni caso – anche in ipotesi di atto posto in essere in camera di consiglio – è sempre soggetto a registrazione audiovisiva. Ed è questa, indubbiamente, una significativa innovazione introdotta dalla riforma Cartabia. Infatti, sino alla entrata in vigore della norma era prevista la sola registrazione fonografica delle prove dichiarative, mentre per i procedimenti in camera di consiglio si procede per lo più a verbalizzazione in forma riassuntiva. Dunque, sarà certo necessario adeguare le strutture esistenti per consentire la videoregistrazione di tutte le udienze con partecipazione a distanza. La norma individua, poi, i vari luoghi da cui le persone che, a vario titolo, intervengono all'atto o all'udienza possono o debbono collegarsi all'aula di udienza. La regola generale è che il collegamento debba avvenire o da altro ufficio giudiziario o da un ufficio di polizia giudiziaria individuato dall'autorità giudiziaria, previa verifica della disponibilità di dotazioni tecniche e condizioni logistiche idonee, ovvero dal luogo di detenzione nel caso in cui la persona sia ristretta in carcere. Vi sono però due eccezioni. Con la prima viene rimesso al prudente apprezzamento dell'autorità giudiziaria, sentite le parti, la decisione di autorizzare le persone che compiono l'atto o che partecipano all'udienza a distanza a collegarsi da un luogo diverso da quello individuato in via generale. La seconda ipotesi di deroga, infine, riguarda i difensori, cui è riconosciuta la facoltà di collegarsi all'aula di udienza dai rispettivi uffici o da altro luogo, purché idoneo, fermo comunque il diritto di essere presenti nel luogo dove si trova l'assistito, o di farvi accedere propri sostituti. Come nel regime previgente, è garantito il diritto dei difensori e dei loro sostituti di consultarsi riservatamente tra loro e con l'assistito per mezzo di strumenti tecnici idonei. Fuori dei casi in cui l'autorità giudiziaria non disponga diversamente, all'attestazione delle generalità delle persone collegate a distanza provvede un ausiliario del giudice o del pubblico ministero ovvero un ufficiale di polizia giudiziaria individuato in via prioritaria tra il personale in servizio presso le sezioni di polizia giudiziaria. Il primo potrà essere individuato anche tra gli ausiliari in servizio presso l'ufficio giudiziario ad quem, mentre la scelta del secondo non potrà cadere su un ufficiale di PG che svolga o abbia svolto attività di investigazione o di protezione con riferimento all'imputato o ai fatti a lui riferiti. In ogni caso, il soggetto designato dovrà altresì redigere verbale delle operazioni svolte. Profili di diritto intertemporaleIn difetto di una normativa transitoria ad hoc, la novella, in vigore dal 30/12/2022, si applicherà secondo il principio tempus regit actum. |