No all'adozione se i genitori dichiarati incapaci in passato hanno poi fatto di tutto per recuperare il rapporto con i figli

Redazione Scientifica
11 Aprile 2023

Una coppia di genitori ricorre in Cassazione lamentando l'errore da parte della Corte di merito che avrebbe affermato l'esistenza di uno stato di abbandono dei figli (presupposto della dichiarazione di adottabilità), senza valutare le risultanze probatorie dalle quali invece è risultato un forte legame affettivo con essi e l'impegno dei ricorrenti a svolgere, nonostante le difficoltà materiali, il ruolo genitoriale.

La doglianza è fondata. Il Collegio ricorda infatti che l'art. 1 della l. n. 184/1983 (nel testo novellato dalla l. n. 149/2001) attribuisce al diritto del minore «di crescere nell'ambito della propria famiglia d'origine un carattere prioritario - considerandola l'ambiente più idoneo al suo armonico sviluppo psicofisico - e mira a garantire tale diritto attraverso la predisposizione di interventi diretti a rimuovere situazioni di difficoltà e di disagio familiare. Ne consegue che, per un verso, compito del servizio sociale non è solo quello di rilevare le insufficienze in atto del nucleo familiare, ma, soprattutto, di concorrere, con interventi di sostegno, a rimuoverle, ove possibile, e che, per altro verso, ricorre la «situazione di abbandono» sia in caso di rifiuto ostinato a collaborare con i servizi predetti, sia qualora, a prescindere dagli intendimenti dei genitori, la vita da loro offerta al figlio sia inadeguata al suo normale sviluppo psico-fisico, cosicché la rescissione del legame familiare sia l'unico strumento che possa evitargli un più grave pregiudizio ed assicurargli assistenza e stabilità affettiva» (Cass. n. 7115/2011).

Inoltre, il giudice di merito «deve, prioritariamente, verificare se possa essere utilmente fornito un intervento di sostegno diretto a rimuovere situazioni di difficoltà o disagio familiare, e, solo ove risulti impossibile, quando anche in base ad un criterio di grande probabilità, prevedere il recupero delle capacità genitoriali entro tempi compatibili con la necessità del minore di vivere in uno stabile contesto familiare, è legittimo e corretto l'accertamento dello stato di abbandono, quale premessa dell'adozione» (Cass. n. 6137/2015).

Il diritto del minore a crescere ed essere educato nella propria famiglia d'origine comporta dunque che il ricorso alla dichiarazione di adottabilità sia praticabile solo come «soluzione estrema, quando, cioè, ogni altro rimedio appaia inadeguato con l'esigenza dell'acquisto o del recupero di uno stabile ed adeguato contesto familiare in tempi compatibili con l'esigenza del minore stesso» (Cass. n. 6552/2017).

Nel caso di specie, i ricorrenti sono stati dichiarati incapaci di attendere alla funzione genitoriale con un giudizio rivolto prevalentemente al passato. La Corte di merito ha sì verificato il forte legame affettivo tra genitori e figli che, ascoltati, hanno tutti manifestato il desiderio di tornare nella loro famiglia; mentre non ha valutato la circostanza che i ricorrenti si sono trasferiti in un nuovo immobile, adeguato alle esigenze familiari, azzerando le iniziali morosità del canone locativo; hanno cercato lavoro al fine di sostenere economicamente la famiglia; hanno svolto con impegno e dedizione i percorsi a sostegno della genitorialità loro prescritti.

Per tutti questi motivi, la S.C. accoglie il ricorso in oggetto.

Fonte: dirittoegiustizia.it

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.