Radio Radicale è autorizzata alla pubblicazione integrale ed immediata delle dirette delle attività di udienza

Redazione Scientifica
12 Aprile 2023

La Corte d'assise di Santa Maria Capua Vetere ha rigettato le eccezioni difensive con le quali l'avvocato di una nota vicenda giudiziaria si opponeva alla trasmissione integrale dell'udienza da parte dell'emittente Radio Radicale sul proprio sito internet e chiedeva che la stessa fosse posticipata alla fine dell'istruttoria, durante la quale si sarebbe dovuto concludere il controesame di un testimone, in quanto l'integrale trasmissione delle udienze costituirebbe mezzo idoneo ad influenzare la deposizione dei testimoni e riteneva, quindi, che vi fosse un rischio di inquinamento nell'assunzione della prova.

La Corte d'assise ha ritenuto che dalla complessiva lettura delle fonti comunitarie si evince - in modo coerente con gli approdi giurisprudenziali interni - la legittimità della limitazione della pubblicità delle udienze penali in vicende selezionate in modo tassativo ed astratto dalla legge e la possibilità di limitare la diffusione

ad extra

dei lavori dell'Autorità Giudiziaria in situazioni di conflitto attuale e non meramente potenziale tra beni meritevoli di tutela.

A parere della Corte, nel caso in esame, il ventilato conflitto tra la garanzia del diritto di difesa ed il diritto di cronaca non può ritenersi attuale, sì da esigere una risposta limitativa della legittima facoltà dell'emittente Radio Radicale di trasmettere le dirette delle udienze.

La stessa difesa eccepente, osserva la Corte, espone come meramente possibile il verificarsi di tale lesione.

Il contrasto, quindi, allo stato è meramente potenziale: in assenza dell'attualità e della concretezza del conflitto non è, dunque, possibile procedere ad una contemperazione tra diritti che implicherebbe necessariamente una limitazione del diritto di informazione e della pubblicità dell'udienza.

Peraltro, aggiungono i giudici, la possibilità di adottare un provvedimento quale quello invocato dalla difesa deve essere subordinato ad un ulteriore presupposto: la certezza che sia proprio la messa in onda ad essere causa dell'alterazione del principio della genuinità della prova.

Anche in questo caso, però, la mancanza di una prova certa di tale aspetto determinerebbe una ingiustificata restrizione del diritto di cronaca. Del resto, osserva sul punto la Corte, è scienza comune che i normali mezzi di comunicazione e diffusione di notizie siano molteplici e non possano essere collegati esclusivamente all'ascolto via etere delle singole udienze del processo.

Per tali ragioni, la Corte conclude per l'impossibilità di ritenere legittima l'imposizione all'emittente Radio Radicale del divieto di comunicare nell'immediato ed integralmente lo svolgimento dei lavori delle udienze già celebrate e delle future.

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