Il consenso informato in anestesia1. Bussole di inquadramentoTutto o quasi tutto ormai si sa, dall'angolo visuale dei grandi principi, e con riguardo ai profili della responsabilità e del risarcimento, del consenso informato in medicina. Questa formula – non troppo perspicua, quale traduzione del corrispondente statunitense informed consent, giacché non è certo plausibile un consenso disinformato – richiama alla mente di chiunque, tra i giuristi, i principi degli artt. 13 e 32 Cost., il Trattato di Lisbona, la Convenzione di Oviedo ed il codice di deontologia medica, in forza dei quali il trattamento sanitario eseguito in mancanza di consenso informato è perciò stesso fonte di responsabilità sanitaria, quantunque nessun errore medico in senso proprio sia stato in effetti commesso; e ciò perché la mancanza del consenso informato costituisce violazione del diritto inviolabile all'autodeterminazione del paziente (v. in proposito già Cass. S.U., n. 26972/2008, in tema di danno non patrimoniale). Vi sono casi in cui l'acquisizione del consenso informato presenta peculiarità. Qui si esaminano gli aspetti concernenti il consenso informato in anestesia. 2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali
Domanda
Quali peculiarità presenza l'acquisizione del consenso informato in anestesia?
Quello dell'anestesista è atto medico distinto dall'intervento chirurgico al quale l'anestesia è finalizzata, ed è atto riguardo al quale va richiesto preventivamente il consenso al paziente Diverse, infatti, sono le tecniche di anestesia, che si possono distinguere due grandi categorie: anestesia generale e anestesia loco-regionale. La prima si ottiene somministrando per via endovenosa e/o per via respiratoria dei farmaci che aboliscono la coscienza e la percezione del dolore; essa determina uno stato di incoscienza indotta e controllata: nella pratica il cervello si addormenta, i muscoli si rilassano e al risveglio il paziente non ha alcun ricordo dell'operazione. L'anestesia loco-regionale permette di anestetizzare una parte del corpo più o meno circoscritta mantenendo il paziente sveglio e cosciente. Bisogna poi ricordare l'anestesia locale, ossia l'infiltrazione sottocutanea e dei piani sottostanti di un anestetico locale che rende insensibile una parte ben delimitata del corpo; si effettua con l'iniezione di un anestetico locale e può essere eseguita dal chirurgo in autonomia. Vi sono poi l'anestesia perineurale, che consente di anestetizzare una regione ben delimitata del corpo, bloccando le terminazioni nervose periferiche, tecnica utilizzate nella chirurgia dell'arto superiore ed inferiore; l'anestesia spinale o subaracnoidea, conosciuta impropriamente anche come lombare, indicata nelle operazioni al bacino, alle gambe, al basso addome, utilizzabile anche per il parto cesareo; l'anestesia caudale, ossia l'introduzione di anestetico locale a livello dello iato sacrale, spazio compreso fra osso sacro e coccige dove non è più presente il midollo spinale, tecnica utilizzata per interventi chirurgici effettuati su organi situa sotto la linea ombelicale; l'anestesia peridurale, che prevede l'introduzione di un ago tra le vertebre, con effetto simile a quello dell'anestesia spinale. L'anestesia, anche se attuata con diligenza, prudenza e perizia, può causare effetti collaterali e complicanze. L'anestesia generale può associarsi a complicanze di diverso tipo e gravità. Il verificarsi delle complicanze può dipendere dalla presenza di fattori personali come il fumo e il sovrappeso, da malattie concomitanti e dal tipo di intervento (complessità, durata, regime di emergenza/urgenza). Fra le complicanze meno gravi vi sono la nausea ed il vomito; altre complicanze possono essere: cardiocircolatorie; legate alla necessità di intubazione tracheale ed all'impiego di ventilazione meccanica; neurologiche o, molto raramente, tali da provocare danni cerebrali. Le anestesie loco-regionali, ed in particolare i blocchi periferici, possono causare danni alle radici nervose, ai nervi periferici e variazioni, spesso momentanee, della sensibilità dell'area interessata. L'anestesia spinale può portare a calo della pressione arteriosa, riduzione della frequenza cardiaca, nausea e cefalea. Le anestesie peridurali possono causare aree di formicolio agli arti inferiori. È generalmente adottata una classificazione ASA (American Society of Anesthesiologists) volta alla valutazione del rischio anestesiologico e chirurgico in funzione dello stato di salute del paziente, classificazione che distingue cinque classi crescenti di rischio. L'informazione somministrata al paziente deve concernere tutti gli aspetti coinvolti, con particolare riguardo ai rischi e benefici connessi alla scelta dell'uno o altro sistema di anestesia. 3. Azioni processualiUlteriori azioni processuali Per la fattispecie in esame è, in alternativa, esperibile il Ricorso ex art. 281-undecies c.p.c. (Procedimento semplificato di cognizione). Aspetti preliminari Mediazione Le cause di risarcimento del danno da responsabilità medico-sanitaria rientrano tra quelle elencate dall'art. 5 d.lgs. 4 marzo 2010, n. 28. Si rinvia alle considerazioni svolte nel caso: «La responsabilità della struttura sanitaria» (Parte I – La responsabilità medica in generale). Accertamento tecnico preventivo diretto alla conciliazione della lite Con la legge Gelli-Bianco è stato inoltre previsto un diverso congegno volto alla definizione conciliativa della lite ed alternativo alla mediazione, ossia l'accertamento tecnico preventivo diretto alla composizione della lite, previsto dall'art. 696-bis c.p.c. Si rinvia alle considerazioni svolte nel caso: «La responsabilità della struttura sanitaria» (Parte I – La responsabilità medica in generale). L'alternativa tra mediazione e consulenza tecnica preventiva Sia la consulenza tecnica preventiva che la mediazione perseguono lo stesso scopo, ossia la definizione conciliativa della lite, con conseguente effetto deflattivo sul contenzioso civile. Tra i due strumenti sussistono similitudini e diversità, che possono rendere preferibile l'uno o l'altro. Si rinvia alle considerazioni svolte nel caso: «La responsabilità della struttura sanitaria» (Parte I – La responsabilità medica in generale). Competenza per territorio La legge Gelli Bianco ha inquadrato la responsabilità della struttura sanitaria nell'ambito della responsabilità contrattuale, il che va considerato ai fini dell'individuazione del giudice presso cui si radica la competenza territoriale per le cause in materia di responsabilità medica. Si rinvia alle considerazioni svolte nel caso: «La responsabilità della struttura sanitaria» (Parte I – La responsabilità medica in generale). Competenza per valore La competenza per valore del giudice di pace si determina in base ai criteri indicati dall'art. 7, comma 1, c.p.c. Si rinvia alle considerazioni svolte nel caso: «La responsabilità della struttura sanitaria» (Parte I – La responsabilità medica in generale). Rito applicabile La domanda di risarcimento del danno per responsabilità medica può essere proposta con atto di citazione, nelle forme del procedimento ordinario di cognizione, ovvero con ricorso nelle forme del procedimento semplificato di cognizione. La scelta è libera, però, solo se si avvia la mediazione e questa non conduce alla soluzione della lite. Si rinvia alle considerazioni svolte nel caso: «La responsabilità della struttura sanitaria» (Parte I – La responsabilità medica in generale). Legittimazione attiva e passiva Il paziente che si assume danneggiato, ovvero i suoi congiunti in caso di morte (ovvero gli ulteriori legittimati, unitamente al paziente), può agire in via risarcitoria nei confronti della struttura sanitaria, nei confronti dell'«esercente la professione sanitaria, nei confronti dell'impresa di assicurazione della struttura ovvero dell'esercente. Si rinvia alle considerazioni svolte nel caso: «La responsabilità della struttura sanitaria» (Parte I – La responsabilità medica in generale). Contenuto dell'atto introduttivo Si rinvia alle considerazioni svolte nel caso: «La responsabilità della struttura sanitaria» (Parte I – La responsabilità medica in generale). 4. ConclusioniL'anestesia richiede un apposito consenso informato, attesi i rischi che essa comporta, consenso distinto da quello all'atto medico-chirurgico al quale l'intervento dell'anestesista è finalizzato. |