L'azione diretta

Mauro Di Marzio

1. Bussole di inquadramento

Tra i diversi aspetti innovativi che caratterizzano la l. 8 marzo 2017, n. 24, c.d. Gelli-Bianco, un significativo rilievo va senz'altro ascritto alla cd. «azione diretta» che il danneggiato può intraprendere nei confronti dell'assicuratore. La materia è regolata dall'art. 12 della legge, per l'appunto rubricato, infatti, «Azione diretta del soggetto danneggiato».

Ma occorre subito segnalare che, secondo l'ultimo comma di quest'ultima disposizione: «Le disposizioni del presente articolo si applicano a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto di cui al comma 6 dell'art. 10 con il quale sono determinati i requisiti minimi delle polizze assicurative per le strutture sanitarie e sociosanitarie e per gli esercenti le professioni sanitarie». Ora, tale decreto, a distanza di ben oltre cinque anni dall'entrata in vigore della legge, ancora non c'è, al momento in cui questo lavoro è licenziato, ed anzi il Consiglio di Stato, con proprio parere del 7 giugno 2022, ha per così dire congelato lo schema di regolamento in questione, recante la determinazione dei requisiti minimi delle polizze assicurative ed altro.

La disposizione stabilisce che:

– fatte salve le disposizioni dell'art. 8, il soggetto danneggiato ha diritto di agire direttamente, entro i limiti delle somme per le quali è stato stipulato il contratto di assicurazione, nei confronti dell'impresa di assicurazione che presta la copertura assicurativa alle strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private di cui al comma 1 dell'art. 10 e all'esercente la professione sanitaria di cui al comma 2 del medesimo art. 10;

– non sono opponibili al danneggiato, per l'intero massimale di polizza, eccezioni derivanti dal contratto diverse da quelle stabilite dal decreto di cui all'art. 10, comma 6, che definisce i requisiti minimi delle polizze assicurative per le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private e per gli esercenti le professioni sanitarie di cui all'articolo 10, comma 2;

– l'impresa di assicurazione ha diritto di rivalsa verso l'assicurato nel rispetto dei requisiti minimi, non derogabili contrattualmente, stabiliti dal decreto di cui all'art. 10, comma 6;

– nel giudizio promosso contro l'impresa di assicurazione della struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata a norma del comma 1 è litisconsorte necessario la struttura medesima; nel giudizio promosso contro l'impresa di assicurazione dell'esercente la professione sanitaria a norma del comma 1 è litisconsorte necessario l'esercente la professione sanitaria. L'impresa di assicurazione, l'esercente la professione sanitaria e il danneggiato hanno diritto di accesso alla documentazione della struttura relativa ai fatti dedotti in ogni fase della trattazione del sinistro;

– l'azione diretta del danneggiato nei confronti dell'impresa di assicurazione è soggetta al termine di prescrizione pari a quello dell'azione verso la struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata o l'esercente la professione sanitaria.

2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali

Domanda
Come si articola l'azione diretta in generale? 

Le previsioni di legge

Discorrendo di azione diretta, viene naturalmente alla mente l'art. 18 l. 990/1969, la cui previsione è poi confluita nell'art. 144 cod. ass., e cioè l'azione diretta che compete al danneggiato da sinistri stradali. L'espressione «azione diretta» trova la sua ragion d'essere nella deroga che essa pone alla disciplina altrimenti applicabile secondo le ordinarie regole codicistiche, dal momento che il danneggiato è terzo rispetto al contratto di assicurazione stipulato dal danneggiante con il proprio assicuratore e, pertanto, non ha azione nei suoi confronti, giacché, secondo l'art. 1917, comma 1, c.c., l'assicuratore è «obbligato a tenere indenne l'assicurato di quanto questi, in conseguenza del fatto accaduto durante il tempo dell'assicurazione, deve pagare a un terzo, in dipendenza della responsabilità dedotta nel contratto». Nello schema codicistico, cioè, il danneggiato agisce nei confronti del danneggiante che chiama in causa il proprio assicuratore, il quale in fin dei conti rimborsa all'assicurato quanto questi abbia corrisposto, per effetto della decisione adottata, in favore del danneggiato.

A fronte di tale modello, il legislatore ha scelto, sulla scia dei risultati conseguiti in materia di responsabilità civile da circolazione dei veicoli, un sistema di maggior tutela per il danneggiato, il che è avvenuto da un lato prevedendo un obbligo assicurativo a carico delle strutture sanitarie e dei sanitari, secondo quanto stabilisce l'art. 10 della legge Gelli-Bianco, e dall'altro lato consentendo al danneggiato di agire direttamente nei confronti dell'assicuratore. Ciò, naturalmente, non elide il diritto del danneggiato di agire nei confronti del danneggiante: e cioè il danneggiato può ― o meglio potrà, quando il decreto attuativo di cui si è detto sarà emanato ― esercitare sia l'azione diretta, sia l'ordinaria azione di risarcimento verso il responsabile, e può altresì cumulare le due azioni. Ove l'azione sia proposta in via diretta contro l'assicuratore, questi ― a rinforzo delle predette finalità di tutela ― non può opporre al danneggiato le eccezioni derivanti dal contratto. Nondimeno, qualora il danneggiato scelga di agire nei confronti dell'assicuratore con l'azione diretta, deve comunque convenire in giudizio quale litisconsorte necessario anche il danneggiante.

L'obbligo assicurativo

Come si diceva, l'art. 12 della legge Gelli-Bianco si intende in combinato disposto con il precedente art. 10, che stabilisce l'obbligo assicurativo.

Tale obbligo, in materia di responsabilità medica, è stato oggetto ― come del resto era già accaduto in tema di responsabilità civile auto ― di un lungo dibattito, i cui corni, volendo semplificare al massimo, sono ben chiari: da un lato l'obbligo assicurativo rischia di deresponsabilizzare l'assicurato, e quindi di abbassare il livello di diligenza nell'espletamento della prestazione; dall'altro lato garantisce maggiormente il danneggiato per intuibili ragioni. Non può tacersi, tuttavia, che i problemi che l'assicurazione pone, in ambito sanitario, sono molto notevoli, essenzialmente per l'atteggiamento delle compagnie assicuratrici, le quali tendono ad allontanarsi da tale settore, in considerazione dell'entità e del lievitare dei risarcimenti.

Si deve aggiungere che, secondo l'art. 10 citato, le strutture sanitarie possono seguire una via alternativa all'obbligo assicurativo, ricorrendo ad «altre analoghe misure» (art. 10, comma 1), e cioè assumendo direttamente il rischio (art. 10, comma 6), nel qual caso, naturalmente, l'azione diretta non è concepibile.

L'obbligo assicurativo riguarda:

– le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private per la responsabilità civile verso terzi e per la responsabilità civile verso i prestatori d'opera, anche per i danni cagionati dal personale a qualunque titolo operante presso le strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche e private, compresi coloro che svolgono attività di formazione, aggiornamento nonché di sperimentazione e ricerca clinica (art. 10, comma 1), ivi comprese le prestazioni svolte in regime di libera professione intramuraria ovvero in regime di convenzione con il Servizio sanitario nazionale nonché la telemedicina (art. 10, comma 1);

– l'esercente la professione sanitaria che svolga la propria attività al di fuori di una delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private o che presti la sua opera all'interno della stessa in regime libero-professionale ovvero che si avvalga della stessa nell'adempimento della propria obbligazione contrattuale assunta con il paziente (art. 10, comma 2);

– le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private le quali devono stipulare una polizza per la copertura della responsabilità civile verso terzi ai sensi dell'art. 2043 c.c. degli esercenti le professioni sanitarie, diversi da quelli di cui al punto precedente, ricorrendo al modello dell'assicurazione per conto altrui o per conto di chi spetta;

– gli esercenti le professioni sanitarie a qualunque titolo operanti nelle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private, con oneri a proprio carico, a garanzia delle conseguenze derivanti dall'esperimento di azioni di rivalsa e di responsabilità amministrativa ex art. 9 ovvero dell'azione di rivalsa assicurativa ex art. 12.

Legittimazione passiva

L'azione diretta può essere proposta:

– «nei confronti dell'impresa di assicurazione che presta la copertura assicurativa alle strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche e private di cui al comma 1 dell'art. 10»;

– nei confronti dell'impresa di assicurazione che presta la copertura assicurativa «all'esercente la professione sanitaria di cui al comma 2 del medesimo articolo 10».

Si discute se in caso di assicurazione per responsabilità ex art. 2043 c.c. dei medici strutturati, sussista l'azione diretta. Sulla base del dato testuale costituito dall'art. 12, comma 1, si propende da alcuni per la soluzione negativa, dal momento che l'assicurazione in discorso, pur stipulata dalle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private, ha ad oggetto la copertura della responsabilità civile verso terzi appunto dei medici strutturati, quale assicurazione in favore di terzi o per conto di chi spetta. Altri sostengono che l'art. 12, comma 1, si riferisca allo stipulante e non al beneficiario, sicché anche l'assicurazione in discorso rientrerebbe nell'ambito dell'azione diretta.

Legittimazione attiva

La legittimazione attiva, secondo l'art. 12, comma 1, della legge Gelli-Bianco, spetta al danneggiato, in forza di una locuzione parimenti impiegata dall'art. 144 cod. ass. Ben può richiamarsi, dunque, la cospicua giurisprudenza formatasi riguardo a tale ultima disposizione, la quale afferma che la legittimazione attiva spetta a «qualunque persona assuma di avere patito una diminuzione patrimoniale o personale in conseguenza del sinistro ... L'azione diretta spetta non solo alle vittime cd. primarie del sinistro, ma anche a quelle cd. secondarie o “di rimbalzo”: ad es. i prossimi congiunti di persona deceduta o gravemente ferita; il datore di lavoro che abbia perso l'apporto del proprio dipendente, vittima del sinistro; colui che abbia dovuto rinunciare a lavorare per accudire il coniuge, vittima di un sinistro, durante la degenza» (Cass. n. 13549/2003; Cass. n. 11099/1991), ivi compreso il convivente more uxorio (Cass. n. 2988/1994; Cass. n. 23725/2008) o di fatto, ai sensi dell'art. 1, comma 49, l. 20 maggio 2016, n. 76, «Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze».

Il litisconsorzio

Come si è visto l'art. 12, comma 4, stabilisce che: i) che «nel giudizio promosso contro l'impresa di assicurazione della struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata a norma del comma 1 è litisconsorte necessario la struttura medesima»; ii) che «nel giudizio promosso contro l'impresa di assicurazione dell'esercente la professione sanitaria a norma del comma 1 è litisconsorte necessario l'esercente la professione sanitaria».

Il dato normativo testimonia dunque che trattasi di litisconsorzio necessario, litisconsorzio che si giustifica in ragione del nesso di pregiudizialità in cui si colloca la responsabilità del danneggiante rispetto all'obbligazione gravante sull'assicuratore, il che determina l'esigenza dell'accertamento della responsabilità, che fa scattare l'obbligazione dell'assicuratore, nel contraddittorio con il responsabile.

Le eccezioni

L'art. 12, comma 2, preclude all'assicuratore di opporre al danneggiato le eccezioni derivanti dal contratto.

L'inopponibilità delle eccezioni al danneggiato si combina con l'azione di rivalsa prevista dal comma 3 della stessa norma, in forza del quale «l'impresa di assicurazione ha diritto di rivalsa verso l'assicurato nel rispetto dei requisiti minimi, non derogabili contrattualmente, stabiliti dal decreto di cui all'art. 10, comma 6». Il senso del congegno è: c'è un danno da risarcire, l'assicuratore deve farsene carico, ma le eccezioni nascenti dal contratto ― immaginiamo un'eccezione di franchigia prevista dal contratto ― non vengono perdute, e recuperate attraverso la ripetizione dall'assicurato, in proporzione del dovuto, rispetto a quanto corrisposto al danneggiato.

3. Azioni processuali

Ulteriori azioni processuali

Per le fattispecie in esame è, in alternativa, esperibile il Ricorso ex art. 281-undecies c.p.c. (Procedimento semplificato di cognizione).

Rinvii

Nel presente capitolo è stata trattata la disciplina positiva dell'azione diretta intentata dal danneggiato nei confronti dell'assicuratore, vuoi della struttura sanitaria che del sanitario, sicché non vi sono ulteriori considerazioni da svolgere sulle azioni processuali, riservate alla trattazione dei profili sostanziali.

4. Conclusioni

La previsione dell'azione diretta costituisce una delle maggiori novità della legge Gelli-Bianco: da un lato si stabilisce che le strutture sanitarie e i sanitari sono assoggettati a determinati obblighi assicurativi, dall'altro lato si prevede che il danneggiato possa agire direttamente nei confronti dell'assicuratore. Al momento in cui questo lavoro è licenziato non risulta tuttavia ancora adottato il regolamento necessario previsto dalla legge medesima, sicché il congegno non è ancora operativo.

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