Valido e legittimo il trust costituito all'estero

15 Maggio 2023

Il Trust costituito all'estero, secondo la legge straniera, allo scopo di una effettiva gestione di natura imprenditoriale, e non al fine di regolare una futura successione con deroga alle norme a tutela della legittima, è valido e riconoscibile in Italia, anche qualora si tratti di un trust c.d. discrezionale.
Massima

È valido, degno di riconoscimento nel nostro Paese, e non sanzionabile con la pronunzia di nullità, l'atto istitutivo di Trust discrezionale straniero regolato secondo la legge straniera.

L'eventuale lesione di legittima che ne risultasse può dare luogo ad azione di riduzione, esperibile nei confronti dei soggetti effettivamente destinatari di liberalità indirette in misura maggiore della quota disponibile.

Il caso

Tizio, deceduto senza testamento, aveva istituito all'estero con la moglie Caia il Trust X, con sede nel Regno Unito, ed aveva trasferito a detto Trust un pacchetto azionario in grado, secondo la prospettazione dell'attrice, di assicurare ai Trustee il controllo di un gruppo industriale.

Il Trust X, non regolato dalla legge italiana ed istituito con la durata massima di 80 anni, attribuiva ai Trustee il potere discrezionale di pagare il capitale del Trust a tutti i beneficiari, indicati, oltre che nei disponenti Tizio e Caia, genericamente nei loro figli e discendenti, oppure ad uno solo di loro, ed anche nelle proporzioni e nei modi che i Trustee avessero ritenuto opportuno. Trattavasi, pertanto, di un Trust c.d. “discrezionale”.

Tizio lasciava a sé superstiti la moglie Caia, i due figli Primo e Secondo (nati nel matrimonio con Caia), oltre alla figlia minorenne Tizietta, nata da relazione extraconiugale con Mevia.

Mevia, deceduto Tizio, in qualità di unico genitore superstite titolare in via esclusiva della responsabilità genitoriale su Tizietta, in nome e per conto di quest'ultima chiamava in giudizio i due Trustee, Caia, Primo e Secondo, svolgendo le seguenti domande:

- dichiararsi nulli, perché in grado di provocare la lesione della legittima di Tizietta, tanto l'atto di trasferimento del pacchetto azionario al Trust X, quanto l'atto istitutivo dello stesso Trust X, stante l'impossibilità di riconoscere in Italia l'atto istitutivo di detto Trust (art. 15 comma 1 lett. c) della Convenzione dell'Aja 1.7.1985);

- e, per l'effetto, dichiarare che tutti i beni confluiti nel Trust X andassero ricompresi nell'asse ereditario di Tizio.

Il Tribunale pronunciò il rigetto delle domande attoree e tale sentenza trovò conferma in grado di Appello. Tizietta è ricorsa in Cassazione e con controricorso hanno resistito Caia, Primo e Secondo, mentre i due Trustee non hanno svolto difese.

La questione

Un Trust discrezionale, nel quale siano ancora da venire tanto l'individuazione dei beneficiari quanto le attribuzioni a questi ultimi che potrebbero ledere diritti dei legittimari, è riconoscibile nel nostro Paese secondo le previsioni di cui alla legge di ratifica della Convenzione dell'Aja (l. 364/1989), oppure ne deve essere pronunziata la nullità?

L'esistenza di difficoltà pratiche ad esperire l'azione di riduzione, conseguenti al fatto che la successione del settlor si apra quando il Trust discrezionale sia ancora in corso, pertanto i beneficiari delle liberalità non donative, ancorché individuabili, non siano ancora individuati, ed i beni permangano nella disponibilità del Trustee all'estero, sono circostanze in grado di giustificare una azione di nullità del Trust, e/o del conferimento dei beni in esso, anche ai sensi di norme del nostro ordinamento quali l'art. 778, l'art. 549 o altre del nostro Codice Civile?

Le soluzioni giuridiche

Come ricordato nella stessa Ordinanza in commento, la domanda di nullità svolta da Tizietta era in linea con una tesi presente in dottrina che, seppure autorevole, non è stata giudicata accettabile da parte della Suprema Corte, la quale infatti ha rigettato il ricorso dando definitività alla conferma della sentenza del Tribunale contro la quale già la Corte d'Appello aveva rigettato il gravame.

Se il tentativo attoreo di agire per la nullità del Trust discrezionale, senza proporre l'azione di riduzione, sarebbe stato motivato, sin dai gradi di merito, da esplicitate problematiche di ordine oggettivamente materiale, la disamina della fattispecie rigorosamente esposta nell'Ordinanza non ha potuto approdare che al rigetto del ricorso, come infatti è stato.

Le considerazioni già presenti nelle pronunzie del Tribunale e della Corte d'Appello messe in luce dalla Suprema Corte sono le seguenti:

- si tratta di trust costituito all'estero, e non di un c.d. trust interno, che è stato istituito per gestire effettivamente varie società commerciali, in parte estere, e con Trustee esteri, pertanto non vi è ostacolo in astratto alla sua riconoscibilità e validità per il diritto italiano;

- la costituzione di trust è atto a causa propria, diverso da negozi a causa tipica disciplinati dal diritto italiano quali, ad esempio, il mandato, il cui riconoscimento non può essere pregiudicato dalla difformità rispetto ad istituti propri del nostro ordinamento (in particolare il mandato a donare in relazione alla discrezionalità dei Trustee nelle future attribuzioni del capitale del Trust);

- anche nell'ipotesi, astratta, in cui il de cuius avesse segregato propri beni nel Trust per pregiudicare i futuri diritti di legittima di Tizietta, il rimedio predisposto dal diritto italiano non è la nullità ma la domanda di riduzione, non azionata dall'attrice;

- non tutto il patrimonio del settlor era stato conferito nel Trust, ma soltanto una parte.

Osservazioni

Si tratta di un'ordinanza di elevato spessore giuridico, in grado di chiarire numerosi aspetti che la Suprema Corte ha ritenuto di affrontare anche oltre il ristretto limite dettato dall'essenzialità della domanda in causa.

Dal rigoroso procedimento logico-giuridico svolto dai Giudici di piazza Cavour si ricavano i seguenti punti fondamentali in tema di successione necessaria, già consacrati nella giurisprudenza di legittimità:

- lo scopo che abbia determinato la costituzione di un Trust, ancorché discrezionale, deve essere indagato nel caso di specie, non trattandosi necessariamente di uno scopo legato a pianificazione patrimoniale successoria o di elusione della legittima, potendosi del resto escludere questa eventualità quando ci si trovi in presenza di uno scopo tipicamente imprenditoriale;

- eventuali attribuzioni liberali che dovessero concretamente risultare disposte dal settlor a favore di beneficiari potranno essere oggetto di azione di riduzione esperibile nei loro confronti, e siffatta domanda potrà trovare accoglimento in presenza di due noti presupposti, allorché l'esistenza dell'animo liberale consenta di attribuirvi la natura di donazioni indirette, ed altresì la ricostruzione dell'intero asse ereditario, ai sensi dell'art. 556 c.c., abbia a dimostrare il superamento della disponibile con lesione della quota di legittima dell'attore.

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