Cura e aggiornamento dell'anagrafe condominiale

Alberto Celeste
Vito Amendolagine
Maurizio Tarantino

1. Bussole di inquadramento

Il registro dell'anagrafe condominiale

Il registro dell'anagrafica condominiale è un documento che l'amministratore deve custodire o, se mancante, predisporre. Ai fini della tenuta e dell'aggiornamento dell'anagrafe condominiale, l'amministratore ha un ampio potere di richiedere le informazioni ai proprietari delle unità abitative o ai relativi inquilini. In particolare, l'amministratore è tenuto a inserire nell'anagrafe condominiale i seguenti dati: le generalità di tutti i condomini, degli usufruttuari, con i relativi codici fiscali; la residenza ed il domicilio dei sopraelencati soggetti; tutti gli eventuali numeri telefonici, e-mail, ecc. se l'unità immobiliare è locata, anche i dati del conduttore; in caso di comunione, i riferimenti del rappresentante della comunione; i dati catastali di ogni singola unità immobiliare, ecc. Diversamente, non possono essere trattate le informazioni acquisite durante l'esercizio del mandato che travalicano i poteri dell'amministratore segnati dall'art. 1130 c.c. e che rasentano l'eccedenza per la quale, il relativo trattamento, esige un'autorizzazione a parte. Ad esempio, si pensi alla conoscenza dei gusti sessuali dei condomini, o delle località in cui questi sono soliti andare in vacanza, dei numeri di telefono mobile, ecc. L'accesso e la consultazione dell'anagrafe condominiale sono consentiti a tutti i condomini, ma non ai terzi, salve le autorità amministrative (Comune, Agenzia delle Entrate) nell'àmbito delle attività di contrasto all'evasione fiscale. Lo scopo dell'anagrafe condominiale è di consentire all'amministratore di svolgere più celermente i propri compiti, specie quando riguardano l'individuazione dei singoli condomini: si pensi al recapito dei solleciti di pagamento per il versamento delle quote condominiali o alle comunicazioni in ordine agli avvisi di convocazione dell'assemblea. Dunque, con la tenuta dell'anagrafe, l'amministratore non svolge alcuna funzione di controllo e di indagine, né ha il dovere di comunicare alle autorità eventuali illeciti sospetti (ad esempio, un contratto di affitto non registrato, dei lavori interni privi di licenza edilizia, ecc.). Con il registro di anagrafe condominiale scompare la figura del condomino “apparente” ed ogni altra contestazione relativa all'invio di atti per insufficiente o errato indirizzo di recapito o domicilio del titolale dell'immobile.

L'obbligo della tenuta dell'anagrafe condominiale

Il Legislatore, all'art 1130, comma 1, n. 6), c.c., prevede che l'amministratore, oltre a quanto previsto dall'art. 1129 c.c. e dalle vigenti disposizioni di legge, deve curare la tenuta del registro di anagrafe condominiale contenente le generalità dei singoli proprietari e dei titolari di diritti reali e di diritti personali di godimento, comprensive del codice fiscale e della residenza o domicilio, i dati catastali di ciascuna unità immobiliare, nonché ogni dato relativo alle condizioni di sicurezza delle parti comuni dell'edificio. Ai fini della corretta tenuta del registro, quindi, ogni variazione dei dati deve essere comunicata all'amministratore in forma scritta entro sessanta giorni. Pertanto, l'amministratore, in caso di inerzia, mancanza o incompletezza delle comunicazioni, richiede con lettera raccomandata le informazioni necessarie alla tenuta del registro di anagrafe; sicché, decorsi trenta giorni, in caso di omessa o incompleta risposta, l'amministratore acquisisce le informazioni necessarie, addebitandone il costo ai responsabili. Alla luce di ciò, possiamo affermare che con l'anagrafe condominiale, l'amministratore è in grado di individuare i destinatari delle comunicazioni documentali afferenti alla gestione del condominio. Con il registro, il professionista potrà procede correttamente alle ripartizioni dei costi di gestione e alle conseguenti riscossioni e, in caso di morosità, comunicare i nominativi ai “creditori non ancora soddisfatti” come previsto dall'art. 63 disp. att. c.c. I nominativi presenti nell'anagrafe corrispondono, al contempo, sia ai soggetti abilitati ad accedere al sito web attivato ai sensi dell'art. 71-ter disp. att. c.c. sia ad una parte dei dati consultabili (ogni condomino ha il diritto di prendere visione dell'anagrafe condominiale).

2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali

Domanda
L'omessa tenuta del registro dell'anagrafe condominiale legittima la revoca giudiziale dell'amministratore?

L'obbligo dell'individuazione dei dati anagrafici dei condomini

L'art. 1130, comma 1, n. 6), c.c. prevede l'obbligo di adozione del c.d. registro dell'anagrafe condominiale che comporta la necessaria individuazione dei dati anagrafici di ciascun condomino, comprese le informazioni relative alla residenza ed all'eventuale domicilio, nonché il loro costante aggiornamento. Tale disposizione se, da un lato, comporta in capo all'amministratore l'obbligo di regolare tenuta e di aggiornamento costante del registro, dall'altro, prevede anche l'obbligo, in capo al condomino, di comunicare all'amministratore il proprio eventuale trasferimento in altro e diverso domicilio (Trib. Palermo 18 ottobre 2022: nel caso di specie, in cui la comunicazione dell'avviso di convocazione e della delibera impugnata era stata dall'amministratore ritualmente effettuata all'indirizzo del condomino attore, il quale aveva omesso di comunicare l'avvenuto trasferimento di residenza, il giudice adìto ha dichiarato di conseguenza inammissibile per tardività la domanda di annullamento della delibera assembleare oggetto di impugnazione proposta da quest'ultimo). Resta inteso che l'esistenza di un obbligo di tenuta della c.d. anagrafe condominiale non giustifica la mancata diligenza da parte dell'ente gestorio nell'accertare, prima di presentare una domanda monitoria, la titolarità del diritto di proprietà in capo al soggetto nei cui confronti intende agire (Trib. Roma 9 febbraio 2022).

Obbligo di consentire l'estrazione di copia del registro dell'anagrafe al singolo condomino

Dal combinato disposto degli artt. 1129, comma 2, e 1130, comma 1, n. 6), c.c., si evince la previsione dell'obbligatorietà per l'amministratore del condominio di concedere l'estrazione di copia del registro dell'anagrafe condominiale a qualunque condomino lo richieda senza condizioni o limiti di sorta. Ne consegue l'illegittimità del rifiuto opposto dall'amministratore alla domanda di copia del registro dell'anagrafe condominiale formulata da un condomino, opponendo motivi di difesa della privacy e di mancata comunicazione delle ragioni sottese alla domanda di visione e copia del suddetto registro (Trib. Palermo 14 giugno 2021: nel caso di specie, il giudice adìto, confermando il provvedimento monitorio, ha rigettato l'opposizione proposta dall'amministratore avverso il decreto contenente l'ingiunzione di consegna di copia del registro dell'anagrafe condominiale emesso su ricorso di un condomino al fine di intraprendere azioni giudiziarie nei confronti di altri condomini).

Inottemperanza dell'obbligo di tenuta e revoca dell'amministratore da parte del magistrato

Sebbene il registro di anagrafe condominiale debba essere curato dall'amministratore, per poi metterlo a disposizione dei condomini per la consultazione, e sebbene l'eventuale omissione di tale obbligo possa comportare un'ipotesi di irregolarità che può anche giustificare la revoca dell'amministratore dall'incarico ai sensi dell'art. 1129, comma 11, n. 7), c.c., tuttavia, la sua mancanza non può, di per sé, incidere sulla validità delle delibere assunte dall'assemblea (Trib. Savona 17 aprile 2018). Quindi, costituiscono gravi irregolarità, tali da fondare la revoca giudiziale dell'amministratore, l'inottemperanza da parte di questo all'obbligo di tenere il registro dell'anagrafe condominiale, di cui all'art. 1130, n. 6, c.c., nonché l'omessa, incompleta o inesatta comunicazione dei dati di cui all'art. 1129, comma 2, c.c. a seguito del rinnovo dell'incarico (Trib. Trento 18 giugno 2014).

3. Azioni processuali

Tutela stragiudiziale

Un condomino contesta all'amministratore di non aver comunicato i dati di cui all'art. 1129, comma 12, n. 7), c.c., nonché la mancata tenuta del registro di cui all'art. 1130, n. 6), c.c. e che tali inadempimenti costituiscono gravi irregolarità idonee a determinarne la revoca, ragione per cui laddove detta situazione permanga, decorsi quindici giorni dal ricevimento della pec di diffida ad adempiere alle suddette prescrizioni, senza ulteriore preavviso, nell'inerzia dell'assemblea, provvederà ad evocarlo in giudizio per la revoca.

Funzione e natura del giudizio

Il ricorso per la revoca dell'amministratore del condominio è un procedimento di volontaria giurisdizione, il cui fine è quello di salvaguardare i diritti dei condomini, in caso di inerzia dell'assemblea.

Aspetti preliminari

Mediazione

L'art. 71-quater disp. att. cc., introdotto dalla l. 11 dicembre 2012, n. 220, precisa che, per le controversie in materia di condominio ai sensi dell'art. 5, comma 1, del d.lgs. 4 marzo 2010, n. 28, si intendono, tra le altre, quelle degli articoli da 61 a 72 disp. att. c.c., comprendendo dunque l'art. 64 disp. att. c.c. relativo alla revoca dell'amministratore. Tuttavia, l'art. 5, comma 4, lett. f), come sostituito dal d.l. n. 69/2013, convertito in l. n. 98/2013 del d.lgs. 4 marzo 2010, n. 28, è inequivoco nel disporre che il meccanismo della condizione di procedibilità, di cui ai commi 1 e 2, non si applica nei procedimenti in camera di consiglio, essendo il giudizio di revoca dell'amministratore di condominio un procedimento camerale plurilaterale tipico.

Competenza

È competente il Tribunale del luogo dove si trova il condominio.

Legittimazione

In caso di inerzia dell'assemblea nel revocare l'amministratore, la legittimazione attiva a richiederla al Tribunale spetta ad uno o più condomini.

Profili di merito

Onere della prova

Il condomino, il quale intenda chiedere la revoca giudiziale dell'amministratore di condominio, ha l'onere di allegare le ragioni sulla cui scorta può addivenirsi alla relativa declaratoria giudiziale. Lo stesso deve dunque assolvere all'onere di allegare tutte quelle circostanze, anche di mero fatto, che possano essere utili per confermare la propria tesi difensiva volta ad addivenire alla relativa revoca giudiziale. Qualora il condomino agisca per fare revocare l'amministratore del condominio dall'autorità giudiziaria adita, siccome l'assemblea è risultata inerte non avendo provveduto nonostante i rituali tentativi eseguiti a tale fine, incombe sull'amministratore del condominio convenuto l'onere di provare l'inesistenza di gravi violazioni inerenti l'inosservanza degli obblighi di comunicazione dei dati di cui all'art. 1129, comma 2, c.c., nonché la mancata tenuta del registro di cui all'art. 1130, n. 6), c.c., il cui riscontro, legittimerebbe l'accoglimento della richiesta di revoca, mentre resta a carico dell'istante la dimostrazione della prova contraria, come il mancato assolvimento degli obblighi anzidetti.

Contenuto del ricorso

La domanda per la revoca dell'amministratore di condominio assume la forma del ricorso, il quale, oltre a contenere le indicazioni di cui all'art. 125 c.p.c., deve altresì indicare il giudice dinanzi al quale l'azione è proposta; il nome, cognome, residenza e codice fiscale della parte ricorrente e del difensore, il quale deve anche indicare il numero di fax e l'indirizzo pec presso il quale intende ricevere le comunicazioni di cancelleria; il nome, cognome, codice fiscale, residenza, o domicilio o dimora della parte resistente; l'esposizione dei fatti integranti la pretesa posta a fondamento del ricorso.

In particolare, il ricorso deve indicare la necessità della revoca dell'amministratore per non avere l'assemblea condominiale provveduto, a tale fine, allegando copia del verbale negativo dell'assemblea, l'istanza di revoca dell'amministratore e la fissazione dell'udienza per la decisione. Il giudice, con decreto, fissa l'udienza ed il termine entro il quale il ricorrente deve procedere alla notifica del ricorso e del decreto alla parte convenuta.

Il ricorso, unitamente alla procura alla lite su atto separato, va sottoscritto dalla parte ricorrente e dal proprio difensore, quest'ultimo anche per autentica della sottoscrizione del suo cliente e depositato telematicamente – unitamente al pagamento del contributo unificato anch'esso eseguito in forma telematica – negli uffici giudiziari in cui è in vigore il processo civile telematico.

Richieste istruttorie

Il condomino deve produrre idonea documentazione volta a comprovare la fondatezza della richiesta di revoca giudiziale dell'amministratore del condominio, per effetto dell'omessa comunicazione dei dati di cui all'art. 1129, comma 12, n. 7), c.c., nonché della mancata tenuta del registro di cui all'art. 1130, n. 6), c.c., a tale fine, allegando l'impossibilità riscontrata a carico dell'assemblea nel provvedere in merito alla richiesta di revoca. Dal canto suo, l'amministratore del condominio ha l'onere di provare l'inesistenza della suddetta violazione quale motivo di revoca ai sensi dell'art. 1129, comma 12, n. 7), c.c.

4. Conclusioni

Il procedimento di revoca giudiziale dell'amministratore di condominio, che può essere intrapreso su ricorso di ciascun condomino, riveste un carattere eccezionale ed urgente, oltre che sostitutivo della volontà assembleare, ed è ispirato dall'esigenza di assicurare una rapida ed efficace tutela ed una corretta gestione dell'amministrazione condominiale, a fronte del pericolo di grave danno derivante da determinate condotte dell'amministratore. Per questa ragione, non è quindi ammessa la partecipazione al giudizio del condominio o degli altri condomini, in quanto interessato e legittimato a contraddire è soltanto l'amministratore, non sussistendo litisconsorzio degli altri condomini (Cass. II, n. 23955/2013; Cass. II, n. 8837/1999).

Il giudizio è improntato a rapidità, informalità ed ufficiosità, potendo, peraltro, il provvedimento essere adottato sentito l'amministratore in contraddittorio con il ricorrente ex art. 64, comma 1, disp. att. c.c.

Il decreto di revoca del Tribunale incide, quindi, sul rapporto di mandato tra i condomini e l'amministratore al culmine di un procedimento camerale plurilaterale, nel quale, tuttavia, l'intervento giudiziale è pur sempre diretto all'attività di gestione di interessi.

Il procedimento diretto alla revoca dell'amministratore di condominio soggiace, dunque, al regolamento delle spese ex art. 91 c.p.c., i cui effetti devono però esaurirsi nel rapporto tra il condomino istante e l'amministratore, uniche parti legittimate del peculiare rapporto processuale.

La l. n. 220/2012 di riforma del condominio ha introdotto all'art. 1130, comma 1, n. 6), c.c. nei confronti dell'amministratore, l'obbligo di predisporre, custodire e curare l'aggiornamento del registro di anagrafe condominiale, nel quale, l'amministratore è tenuto a riportare e, successivamente, ad aggiornare le generalità dei singoli proprietari e dei titolari di diritti reali e di diritti personali di godimento, comprensive del codice fiscale, della residenza o domicilio, i dati catastali di ciascuna unità immobiliare, nonché ogni dato relativo alle condizioni di sicurezza delle parti comuni dell'edificio.

In tale ottica, l'amministratore ha l'onere di provvedere alla redazione dell'anagrafe condominiale e tale inadempienza costituisce una grave irregolarità, ai sensi dell'art. 1129, comma 12, n. 7), c.c., tale da giustificare la revoca giudiziale a prescindere dalla verificazione di un concreto pregiudizio per i condomini (Cass. VI, n. 33699/2022).

In particolare, l'attenta e periodica cura del registro di anagrafe condominiale influisce sulla corretta gestione della cosa comune, per effetto delle possibili ripercussioni derivanti sulla vita condominiale dall'omesso o ritardato aggiornamento dei dati in esso riportati, anche per quanto concerne la responsabilità in caso di morosità nei confronti dei creditori del condominio.

Al fine precipuo di consentire la regolarità – senza soluzione di continuità – della gestione condominiale, la responsabilità legittimante la revoca dell'amministratore rileva sotto un duplice aspetto, inerente l'osservanza dell'obbligo di tenuta del registro di anagrafe condominiale ed il dovere di comunicazione delle variazioni destinate a confluire nello stesso registro, come, ad esempio, i dati anagrafici dell'utilizzatore in leasing di un appartamento o di un negozio facente parti di un condominio, i quali devono essere inseriti nel registro dell'anagrafe condominiale di cui all'art. 1130, n. 6), c.c., in quanto identificanti il titolare di un diritto personale di godimento avente ad oggetto una singola unità abitativa del fabbricato (Cass. II, n. 27162/2018), o i trasferimenti degli immobili di proprietà esclusiva, al fine di consentire la corretta convocazione dei soggetti legittimati a partecipare all'assemblea condominiale.

Conseguentemente, nella prospettiva sopra considerata, concernente l'obbligo dell'amministratore di curare la tenuta del registro di anagrafe condominiale, in forza dell'art. 1130, n. 6), c.c. il medesimo, al fine di ottenere il pagamento della quota per spese comuni, ha l'onere di controllare preventivamente i registri immobiliari per accertare la titolarità della proprietà.

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