Ponteggi che facilitano l'ingresso di malintenzionati

Alberto Celeste
Vito Amendolagine
Maurizio Tarantino

1. Bussole di inquadramento

La responsabilità da custodia del condominio

L'art. 2051 c.c., sulla responsabilità del custode del bene, viene considerato come un'ipotesi di responsabilità oggettiva, la quale determina l'obbligo del risarcimento del danno senza che il danneggiato sia tenuto a dimostrare il dolo o la colpa da parte del danneggiante; quest'ultimo, infine, potrà liberarsi della responsabilità soltanto mediante la dimostrazione che il danno è stato determinato dal caso fortuito. Secondo una prima lettura della norma, in tema di danni da cose in custodia, ai fini della configurabilità della responsabilità ex art. 2051 c.c., è sufficiente la sussistenza del rapporto di custodia con la cosa che ha dato luogo all'evento lesivo, rapporto che postula l'effettivo potere sulla cosa, e cioè la disponibilità giuridica e materiale della stessa con il conseguente potere/dovere di intervento su di essa, e che compete al proprietario o anche al possessore o detentore (Cass. III, n. 16231/2005). Dunque, secondo i giudici, l'art. 2051 c.c. non si riferisce alla custodia nel senso contrattuale del termine, ma concerne l'effettivo potere fisico che implica il governo e l'uso della cosa ed a cui sono riconducibili l'esigenza e l'onere di vigilare affinché dalla cosa stessa, per sua natura o per particolari contingenze, non derivi danno ad altri (Cass. III, n. 1859/2000). In sostanza, il danneggiato, per ottenere il risarcimento del danno che ha subìto, si deve limitare a dimostrare la sussistenza del nesso causale fra l'evento collegato al bene del danneggiante e il danno che ne deriva. Premesso ciò, il condominio è custode di tutti i beni comuni e risponde in via presuntiva dei danni da essi arrecati ai condomini e ai terzi, a meno che non fornisca la prova esonerativa del caso fortuito. L'esistenza di una relazione di custodia tra il condominio e il bene comune è pacifica e trova origine in quel potere di fatto sulla cosa che conferisce al custode la possibilità concreta di escludere dalla cosa ogni situazione di pericolo che possa ragionevolmente rappresentarsi secondo criteri di normalità in un determinato contesto storico e sociale (Trib. Milano 20 aprile 2008). Tuttavia, tale responsabilità può venire meno solamente in presenza di un caso fortuito, vale a dire un evento estraneo alla volontà del custode ed in grado di determinare causalmente, in maniera indipendente dal primo, il suddetto evento dannoso (Trib. Imperia 2 novembre 2020).

I ponteggi di facciata

Un ponteggio è una struttura che deve sostenere gli operai che lo usano come piattaforma per portare avanti i lavori edili. Ci sono diverse tipologie di ponteggio che variano in base al tipo di lavori da eseguirsi. Tecnicamente, un ponteggio è un'attrezzatura provvisionale di accesso e di servizio, composto da tubi e giunti oppure da elementi portanti prefabbricati, collegati fra loro. La costruzione e l'impiego trovano disciplina in Italia nelle norme presenti nel d.lgs. n. 81/2008. Secondo la legge, per ogni tipo di ponteggio fisso, il fabbricante deve chiedere al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l'autorizzazione per la realizzazione e il relativo utilizzo, corredando la domanda di richiesta con una serie di indicazioni specifiche su descrizione delle dimensioni del ponteggio, caratteristiche dei materiali e prove di carico. Nei cantieri in cui vengono usati ponteggi deve essere tenuta ed esibita, a richiesta degli organi di vigilanza, copia della documentazione di cui al comma 6 dell'art. 131 del d.lgs. n. 81/2008 e copia del piano di montaggio, uso e smontaggio.

Il ponteggio allarmato

Durante i lavori di ristrutturazione edilizia, la presenza delle impalcature può risultare pericolosa, in quanto è possibile che utilizzando queste infrastrutture i ladri possano avere facile accesso alle abitazioni, con la possibilità inoltre di non farsi vedere da eventuali passanti. Ecco spiegato perché l'installazione di un sistema di allarme sui ponteggi, sia da considerarsi di fondamentale importanza. Invero, il ponteggio allarmato è una soluzione che garantisce la sicurezza e la tranquillità dei condomini quando vengono effettuati lavori edili su edifici a più piani. Il ponteggio allarmato è, quindi, un sistema dotato di sensori bidirezionali anti-arrampicamento e dispositivi innovativi che stabiliscono autonomamente se lanciare un allarme o meno se si presentano determinate condizioni. Al momento in cui l'allarme si attiva, solitamente una sirena crea un segnale acustico intenso, ideato per spaventare i malviventi e fare in modo che scappino, ma ideato anche per segnalare alle persone presenti nell'edificio o a quelle vicine del pericolo attualmente esistente. Inoltre, dopo qualche secondo viene inviato un segnale alle autorità competenti così che sia possibile intervenire, nonché ovviamente ai responsabili del cantiere edile. Ovviamente, affinché tutto questo sia possibile, è di fondamentale importanza fare affidamento su una ditta di progettazione e installazione impianti di altissimo livello, che possa garantire anche la loro manutenzione, l'assistenza, la possibilità di espandere o modificare il sistema in base ad eventuali cambiamenti che il cantiere edile deve subire.

La valutazione della responsabilità da furto da ponteggio

Se l'impresa colposamente omette o trascura le norme di diligenza e perizia di base, creando le condizioni che possono determinare un danno nei confronti di terzi – in questo caso il condomino – allora l'impresa è obbligata a risarcire il danno. Di conseguenza, l'impresa deve adottare tutte le misure necessarie per evitare l'uso delle impalcature a persone non autorizzate. Anche il condominio stesso è chiamato a rispondere del danno subìto dal condomino quando non ha vigilato sui lavori effettuati dall'impresa oppure ne abbia scelta una chiaramente inadeguata ed impreparata oppure quando risulta che l'impresa è stata mera esecutrice degli ordini e delle linee dettate dal condominio. Trattasi, comunque, di valutazione da effettuare caso per caso.

2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali

Domanda
Il proprietario che ha subìto furti nel proprio appartamento, a causa della presenza di ponteggi sulla facciata dell'edificio, può chiedere il risarcimento nei confronti della ditta appaltatrice e del condominio?

Concorrente responsabilità della ditta e del condominio per omessa adozione delle cautele idonee ad impedire l'uso improprio dei ponteggi

Nell'ipotesi di furto commesso in danno ad un appartamento condominiale, è chiamata a rispondere ai sensi dell'art. 2043 c.c. l'imprenditore proprietario dei ponteggi per omessa diligenza nell'adozione delle cautele idonee ad impedirne l'uso improprio, unitamente al condominio che risulta responsabile ex art. 2051 c.c. per omessa custodia e vigilanza (Cass. VI, n. 26697/2018; Cass. VI, n. 26691/2018; Cass. III, n. 26900/2014; Cass. III, n. 6434/2009). Difatti, l'autonomia che connota, in virtù dell'art. 1655 c.c., l'operato dell'imprenditore cui sia stato affidato il relativo appalto, infatti, implica che, di regola, è costui l'unico responsabile dei danni derivati a terzi. Non può, tuttavia, escludersi che al condominio sia addebitata una concorrente responsabilità per culpa in vigilando o in eligendo, ai sensi dell'art. 2043 c.c., allorché risulti che lo stesso abbia omesso di sorvegliare l'operato dell'impresa appaltatrice ovvero ne abbia scelta una manifestamente inadeguata per l'esecuzione dell'opera, oppure quale custode del fabbricato ai sensi dell'art. 2051 c.c. e/o quale committente ai sensi dell'art. 2049 c.c. (App. Bari 6 febbraio 2020; Trib. Cosenza 19 luglio 2021; Trib. Crotone 2 gennaio 2020; Trib. Bari 15 maggio 2012; Trib. Roma 18 ottobre 2010; Trib. Potenza 13 luglio 2010; Trib. Roma 12 gennaio 2010).

Responsabilità esclusiva della ditta per omessa adozione delle cautele idonee ad impedire l'uso improprio dei ponteggi

In caso di furto reso possibile dall'omessa adozione delle necessarie misure di sicurezza in relazione all'impalcatura di proprietà e installata dall'appaltatore per effettuare lavori nello stabile condominiale, va escluso che possa automaticamente affermarsi sussistere a carico del condominio committente, ai sensi dell'art. 2051 c.c., una responsabilità oggettiva o presunta, “da custodia” della struttura, della quale quest'ultimo ha semplicemente consentito l'installazione, laddove si riconosca a carico dello stesso appaltatore esclusivamente una responsabilità ordinaria per colpa, ai sensi dell'articolo 2043 c.c. (Cass. III, n. 15176/2017; Cass. III, n. 292/2011; Cass. III, n. 15492/2008; Trib. Bologna 8 settembre 2008; Trib. Milano 22 dicembre 2007). Difatti, in tema di furto consumato da persona introdottasi in un appartamento, avvalendosi dei ponteggi installati per i lavori di manutenzione dello stabile, è configurabile la responsabilità, ai sensi dell'art. 2043 c.c., dell'imprenditore che per tali lavori si avvale dei ponteggi ove, violando il principio del neminem laedere, egli abbia collocato tali impalcature omettendo di dotarle di cautele atte ad impedirne l'uso anomalo (Trib. Genova 15 maggio 2015: nel caso concreto, gli attori ritenevano che potesse addebitarsi una colposa agevolazione all'altrui impresa criminosa alla ditta convenuta per aver posizionato delle impalcature non allarmate che avevano neutralizzato la funzione deterrente degli offendicula sporgenti in ferro del cancello posto sulla sommità delle scale condominiali e per aver lasciato incustodita la chiave della porta di accesso sul lastrico solare, da cui il malvivente era passato per poi calarsi nell'appartamento degli attori ove aveva perpetrato la sua azione furtiva). Dunque, secondo questo orientamento, il condominio appaltante non è custode delle impalcature e dei ponteggi montati e allestiti dall'appaltatore a cui abbia affidato l'esecuzione di un'opera, non potendo rispetto a quei manufatti esercitare autonomamente, sul piano materiale e fisico, alcun atto o intervento volti a incidere sulla loro conformazione: conseguentemente, il condominio non è responsabile dei danni, di qualsiasi genere, che dalle impalcature e dai ponteggi siano derivati nella sfera di terzi, inclusi gli stessi condomini (Trib. Messina 12 giugno 2012).

Risarcimento escluso nei confronti del condomino che ha votato contro la delibera del ponteggio allarmato

Il condomino, che subisce un furto in appartamento con l'ingresso dei ladri saliti dalle impalcature esterne, non ha diritto al risarcimento se in assemblea ha votato per non dotare i ponteggi di allarme (Cass. III, n. 1890/2013: nel caso di specie, non vi era prova che il ponteggio fosse pericoloso o possedesse caratteristiche atte ad agevolare l'intrusione di malintenzionati nell'appartamento dell'attore; non solo, il giudice di merito con valutazione insindacabile ha ritenuto provato che fosse stata “omessa qualsiasi cautela idonea ad evitare o rendere difficoltosa l'opera di eventuali ladri”, e ancora non risultava provato neppure il fatto che il furto fosse avvenuto durante l'orario di lavoro; al contrario, era pacifico che il ricorrente aveva partecipato e aderito espressamente alla delibera con la quale il condominio, malgrado la sollecitazione dell'impresa, decise di non installare l'impianto antifurto per il suo rilevante costo).

Onere della prova dei condomini danneggiati

Il condomino che agisce per ottenere il risarcimento dei danni subìti in conseguenza di un furto deve dimostrare: l'evento dannoso, ovvero il furto subito e i danni conseguenti; la condotta colposa del danneggiante, consistente, ad esempio, nella mancata adozione di idonee misure di cautela o nell'installazione di un sistema non conforme alle prescrizioni contrattuali; il nesso di causalità tra l'evento dannoso e la condotta colposa; dal canto suo, l'impresa appaltatrice, per andare esente da responsabilità, deve fornire la prova di avere adottato tutte le cautele atte a evitare che le impalcature divenissero un agevole accesso ai piani per i ladri, e quindi idonee ad impedire una più facile esecuzione dei furti, nonché l'eventuale prova che i ladri non si siano serviti dei ponteggi per accedere all'appartamento del condomino vittima del furto. Quanto, invece, al committente condominio, esso può essere chiamato a rispondere del danno patito dal condomino secondo un duplice titolo di responsabilità, o sia quale custode del fabbricato ai sensi dell'articolo 2051 c.c. sia per culpa in vigilando o in eligendo, allorché risulti che abbia omesso di sorvegliare l'operato dell'impresa appaltatrice oppure ne abbia scelta una manifestamente inadeguata per l'esecuzione dell'opera, oppure quando risulti che l'impresa sia stata una semplice esecutrice degli ordini del committente ed abbia agito quale nudus minister attuandone specifiche direttive. Trattandosi, infine, di responsabilità di tipo oggettivo, l'onere probatorio a carico del committente condominio risulta in tal caso più gravoso: il condomino, infatti, dovrà limitarsi a fornire la prova del fatto e del danno subìto, mentre il committente si libererà solo fornendo prova del caso fortuito, inteso in senso lato e comprensivo, quindi, del fatto del terzo e della colpa esclusiva del danneggiato (Trib. Santa Maria Capua Vetere 22 aprile 2022)

3. Azioni processuali

Tutela stragiudiziale

Il condomino chiede all'amministratore di convocare una seduta assembleare per discutere del risarcimento dei danni subiti a seguito del furto in abitazione perpetrato da malintenzionati introdottisi attraverso i ponteggi non allarmati montati dall'impresa incaricata dal condominio di eseguire i lavori urgenti di rifacimento della facciata, sospesi a causa del contenzioso esistente con quest'ultima per irregolarità varie riscontrate a livello amministrativo stante il mancato rispetto della sicurezza sul cantiere. Il condomino precisa che, perdurando tale situazione, instaurerà il giudizio di risarcimento dei danni subìti nei confronti del condominio e della stessa impresa, con possibile aggravio di costi.

Funzione e natura del giudizio

L'azione di risarcimento danni, proposta dal condomino nei confronti del condominio e dell'impresa appaltatrice per il pregiudizio causato dal furto perpetrato da malintenzionati introdottisi nell'appartamento del medesimo condomino attraverso l'impalcatura non allarmata montata in precedenza per l'esecuzione di lavori urgenti alla facciata condominiale, è un ordinario giudizio a cognizione ordinaria, la cui funzione è di conseguire il ristoro dei danni subiti.

Aspetti preliminari

Mediazione

La mediazione è uno strumento fortemente voluto dal legislatore prima in chiave alternativa al processo civile e successivamente al legislatore del PNRR in funzione complementare della giustizia civile, in entrambi i casi al fine di perseguire una finalità dichiaratamente deflattiva del contenzioso e, per tale ragione, è prevista obbligatoriamente quale condizione di procedibilità della domanda attorea ex art. 5, comma 1, del d.lgs. n. 28/2010 nella materia condominiale per le controversie previste dall'art. 71-quater disp. att. c.c., le quali si intendono quelle derivanti dalla violazione od errata applicazione delle disposizioni del libro III, titolo VII, capo II del codice civile e degli artt. da 61 a 72 delle disposizioni di attuazione del codice civile.

L'onere di proporre la domanda di mediazione ex art. 71-quater disp. att. c.c. – sul quale recentemente il legislatore è intervenuto disponendo, all'art. 2 del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, l'abrogazione dei commi 2, 4, 5 e 6, e stabilendo, al comma 3 della norma sopra citata, che le parole “previa delibera assembleare da assumere con la maggioranza di cui all'articolo 1136, secondo comma, del codice” siano sostituite dalle seguenti: “secondo quanto previsto dall'articolo 5-ter del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28” – prima di intraprendere la strada giudiziale, grava sulla parte istante, dunque in questo specifico caso l'attore, ovvero la parte che impugna la delibera condominiale assumendone l'illegittimità. In questa particolare fattispecie, la mediazione può costituire un utile strumento per ricercare un'idonea soluzione ai rispettivi interessi contrapposti al di fuori del processo, ed in ogni caso prima ancora che quest'ultimo abbia inizio attesa l'obbligatorietà della stessa. Tuttavia, stante la non uniformità della giurisprudenza formatasi sulla questione concernente l'esatto dies a quo da considerare ai fini della sospensione del termine di trenta giorni per proporre l'impugnazione avverso la delibera, frutto della mancanza di una norma ad hoc di raccordo tra la previsione generale sull'obbligatorietà della mediazione in ambito condominiale e quella disciplinante la perentorietà del termine stabilito a pena di decadenza per l'impugnazione della delibera, sovente si verifica che la parte interessata decida di impugnare quest'ultima e successivamente, o contestualmente, di proporre l'istanza di mediazione.

Competenza

Il Tribunale, ai sensi dell'art. 9 c.p.c., è il giudice competente per tutte le cause che non sono di competenza di altro giudice e, in generale, per quelle di valore indeterminabile, come nel caso di azione risarcitoria nei confronti del condominio e dell'impresa appaltatrice per i danni subiti dal singolo condomino derivanti dal furto subito ad opera di malintenzionati introdottisi nell'appartamento attraverso l'impalcatura non allarmata montata per l'esecuzione di lavori urgenti di rifacimento della facciata.

Legittimazione

La legittimazione a proporre l'azione risarcitoria per i danni causati all'appartamento del condomino per effetto del furto subìto ad iniziativa di malintenzionati introdottisi nella citata unità immobiliare attraverso l'impalcatura non allarmata spetta al medesimo istante, per effetto dell'interesse ad agire sussistente in capo a quest'ultimo.

Profili di merito

Onere della prova

Il condomino, il quale intenda proporre l'azione risarcitoria nei confronti del condominio e dell'impresa appaltatrice, ha l'onere di allegare le ragioni sulla cui scorta può addivenirsi alla pronuncia giudiziale di accoglimento della stessa.

L'attore deve, quindi, assolvere all'onere di allegare tutte quelle circostanze, anche di mero fatto, che possano essere giudicate utili per confermare la propria tesi difensiva, volte a comprovare l'esistenza del danno risarcibile e, in particolare, il nesso di causalità tra l'installazione dei ponteggi ed il furto nell'appartamento del condomino.

Contenuto dell'atto di citazione

L'atto di citazione deve contenere la vocatio in jus del condominio in persona del suo amministratore pro-tempore e dell'impresa appaltatrice anch'essa in persona del suo legale rappresentante pro-tempore – che, per effetto di quanto enunciato nell'art. 3 del d.lgs. n. 149/2022, il termine in essa indicato è elevato a centoventi giorni liberi che necessariamente devono decorrere tra il giorno della notificazione dell'atto e quello dell'udienza di comparizione – e deve altresì contenere gli avvertimenti previsti espressamente dall'art. 163, comma 3, n. 3-bis), c.p.c., e dunque, l'indicazione, nei casi in cui la domanda è soggetta a condizione di procedibilità, dell'assolvimento degli oneri previsti per il suo superamento; e, che in base al nuovo testo modificato dall'art. 7 del d.lgs. n. 149/2022, occorre indicare insieme al giorno dell'udienza di comparizione, anche l'invito al convenuto a costituirsi nel termine di settanta giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 166 c.p.c. ed a comparire, nell'udienza indicata, dinanzi al giudice designato ai sensi dell'art. 168-bis c.p.c., con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c., e che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare l'istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato.

In base al nuovo testo modificato dall'art. 7 del citato d.lgs. n. 149/2022, l'art. 163 c.p.c., al n. 4), deve contenere l'esposizione in modo chiaro e specifico dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni.

Nelle conclusioni dell'atto di citazione, l'attore dovrà enunciare distintamente le proprie richieste finalizzate a conseguire il risarcimento del danno.

L'atto in parola va, quindi, sottoscritto dal difensore, e corredato della procura ad litem, contenente la sottoscrizione della parte autenticata dallo stesso difensore unitamente all'indicazione della documentazione ad esso allegata e notificato telematicamente – o in cartaceo laddove risulti sprovvisto di un valido indirizzo digitale attivo – all'amministratore pro-tempore del condominio.

In particolare, l'attore, previo versamento del contributo unificato, sempre telematicamente, in base all'art. 165 c.p.c. – modificato anch'esso dall'art. 7 del d.lgs. n. 149/2022 – entro dieci giorni dalla notificazione della citazione al convenuto, deve costituirsi in giudizio a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, depositando la nota d'iscrizione a ruolo ed il proprio fascicolo contenente l'originale della citazione, la procura ed i documenti offerti in comunicazione. Se si costituisce personalmente, nei casi consentiti dalla legge, ad esempio ex art. 86 c.p.c. deve dichiarare la residenza o eleggere domicilio nel comune ove ha sede il tribunale, o indicare l'indirizzo presso cui ricevere le comunicazioni e notificazioni anche in forma telematica.

Richieste istruttorie

Il condomino può chiedere l'ammissione dell'interrogatorio formale dell'amministratore in carica del condominio e del legale rappresentante dell'impresa appaltatrice sulle posizioni articolate nella narrativa dell'atto di citazione con il quale ha chiesto il risarcimento del danno, volte essenzialmente a confermare l'assunto secondo cui nella fattispecie, il furto è stato agevolato dall'esistenza del ponteggio non allarmato esistente in loco, attraverso il quale i malintenzionati si sono introdotti nell'appartamento dell'istante.

Sulle stesse posizioni, l'attore può chiedere anche l'ammissione di una prova testimoniale a mezzo dei condomini e di terzi a conoscenza dei fatti di causa, e può altresì produrre idonea documentazione il cui fine è quello di comprovare la fondatezza dell'azione risarcitoria intrapresa nei confronti del condominio e dell'impresa appaltatrice dei lavori.

4. Conclusioni

Il risarcimento del danno, richiesto dal condomino per l'effetto del furto subìto ad opera di malintenzionati introdottisi nell'unità abitativa attraverso la forzatura delle finestre chiuse ma a diretto contatto con il piano di calpestio offerto dal ponteggio privo di allarme montato dall'impresa appaltatrice di lavori condominiali, postula nell'ordine, la prova del furto, del nesso di causalità tra quest'ultimo ed il ponteggio, ed infine, del conseguente danno causato nella proprietà esclusiva del condomino interessato.

In questo caso, la vittoria della causa dipende esclusivamente da cosa e quanto l'attore è in grado di provare al di là di ogni ragionevole dubbio al fine di concorrere efficacemente ed incisivamente alla formazione del libero convincimento del giudice adito.

Non basta fornire la prova del furto quale evento alla base del danno di cui si invoca il ristoro nei confronti del condominio e dell'impresa appaltatrice dei lavori, ovvero dell'entità del danno di cui si chiede il risarcimento, occorrendo altresì allegare l'esistenza del nesso causale tra il furto e l'installazione di ponteggi privi dei necessari requisiti di sicurezza, volti ad impedire o quantomeno ostacolare la possibilità che malintenzionati possano introdursi nell'abitazione del condomino.

L'assolvimento di tale onere complessivamente inteso, grava sull'istante, il quale – nonostante l'onere di contestazione gravante sulla controparte per il cui assolvimento può sempre ritenersi sufficiente che dall'esame complessivo della difesa di quest'ultima risulti che pur non contestando esplicitamente ed in modo particolareggiato determinati fatti o circostanze, emerga che l'intero impianto difensivo si basi su fatti logicamente incompatibili con la non contestazione, ragione per cui non potrebbe ritenersi che la stessa controparte abbia implicitamente affermato od ammesso i fatti a lei sfavorevoli (Cass. lav., n. 87/2019) –
dovrà preoccuparsi di accertare il furto e la presenza, presso l'abitazione dei beni che egli dichiara essere stati sottratti dai ladri, nonché il rapporto di causalità tra il furto e la presenza dei ponteggi, in tale ottica, rilevando le tracce del passaggio dei malintenzionati sull'impalcatura e la mancanza di sistemi di allarme presenti su quest'ultima compresa l'inesistenza di un'illuminazione o dell'inadeguatezza di quest'ultima, od ancora se è stata lasciata in loco la scala per potere accedere al primo piano del ponteggio.

Al fine di dimostrare la dinamica presuntiva del furto e, dunque, della relativa modalità, può essere utile raccogliere le testimonianze di terzi che abitano o lavorano nelle immediate vicinanze del condominio evocato in giudizio e che magari abbiano eventualmente potuto assistere all'evento o che comunque possono riferire che il ponteggio era privo di misure di sicurezza per impedire l'agevolazione di condotte illecite in danno del condomino danneggiato dal furto, tra cui rientrano gli stessi condomini, i dipendenti dell'impresa appaltatrice,

il direttore dei lavori di quest'ultima, ed il responsabile della sicurezza.

Nell'ottica risarcitoria, occorre allegare la culpa in eligendo o in vigilando del condominio, il quale, in persona dell'amministratore, abbia scelto un'impresa inadatta oppure abbia omesso di vigilare sull'operato di quest'ultima, opportunamente diffidandola dall'installare un'impalcatura non munita di allarme e di tutte le necessarie restanti misure di sicurezza previste ex lege, tenendo però presente che ove l'impresa risulti essere una mera esecutrice dell'opera senza possibilità di scelta, essendo unicamente tenuta ad eseguire le direttive impartite dal condominio-committente, in questo caso, sarà quest'ultimo a dovere rispondere anche della condotta dell'appaltatore che risulti essere inadeguata a prevenire l'insorgenza di eventi dannosi come il furto in abitazione per effetto di ponteggi non allarmati.

Infatti, la culpa in vigilando del condominio presuppone in concreto un'attenta valutazione sull'estensione dei poteri di vigilanza, parametrati all'osservanza dell'ordinaria diligenza in occasione dell'affidamento a terzi di lavori in appalto da svolgersi sulle parti comuni dell'edificio (Cass. III, n. 15176/2017).

Di contro, l'appaltatore che ha installato il ponteggio su richiesta del condominio potrà essere chiamato a rispondere ex art. 2043 c.c. del danno da furto ove abbia collocato tale impalcatura priva di allarmi il cui fine è quello di impedirne l'uso indisturbato da parte di malintenzionati.

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