Codice di Procedura Penale art. 420 sexies - Revoca della sentenza di non doversi procedere per mancata conoscenza della pendenza del processo 1

Alessio Scarcella

Revoca della sentenza di non doversi procedere per mancata conoscenza della pendenza del processo1

1. Quando rintraccia la persona nei cui confronti è stata emessa sentenza di non doversi procedere ai sensi dell'articolo 420-quater, la polizia giudiziaria le notifica la sentenza e le dà avviso della riapertura del processo, nonché della data dell'udienza, individuata ai sensi dell'articolo 420-quater, comma 4, lettera b), nella quale è citata a comparire davanti all'autorità giudiziaria che ha emesso la sentenza.

2. La polizia giudiziaria provvede altresì agli adempimenti previsti dall'articolo 161 e, quando la persona rintracciata risulta priva del difensore, procede ai sensi dell'articolo 97, comma 4, comunicando alla persona rintracciata il nominativo del difensore di ufficio nominato. In ogni caso, la persona rintracciata è avvisata che al difensore sarà notificato avviso della data di udienza individuata ai sensi del comma 1. Delle attività svolte e degli avvisi dati alla persona rintracciata la polizia giudiziaria redige processo verbale.

3. La polizia giudiziaria trasmette senza ritardo al giudice la relazione di notificazione della sentenza e il verbale di cui al comma 2.

4. Il giudice con decreto revoca la sentenza e, salvo quanto previsto al comma 6, fa dare avviso al pubblico ministero, al difensore dell'imputato e alle altre parti della data dell'udienza fissata ai sensi dell'articolo 420-quater, comma 4, lettera b). L'avviso è comunicato o notificato almeno venti giorni prima della data predetta.

5. Nell'udienza fissata per la prosecuzione ai sensi dell'articolo 420-quater, comma 4, lettera b), il giudice procede alla verifica della regolare costituzione delle parti. Salva l'applicazione degli articoli 420 e 420-ter, si procede sempre ai sensi dell'articolo 420-bis, comma 1, lettera a).

6. Quando la sentenza è revocata nei confronti di un imputato che, all'atto della sua pronuncia, era destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari o della custodia in carcere per i fatti per cui si procede, il giudice fissa l'udienza per la prosecuzione e dispone che l'avviso del giorno, dell'ora e del luogo dell'udienza sia notificato all'imputato, al difensore dell'imputato e alle altre parti, nonché comunicato al pubblico ministero, almeno venti giorni prima. All'udienza il giudice procede alla verifica della regolare costituzione delle parti. Si applicano gli articoli 420, 420-bis e 420-ter.

Inquadramento

L'art. 420-sexies, c.p.p. stabilisce che la sentenza di non doversi procedere è destinata ad essere revocata allorché la persona nei cui confronti è stata emessa venga rintracciata, purché ciò avvenga entro il limite temporale, individuato dal comma 3 dell'art. 420-quater nel doppio dei termini di prescrizione del reato. Proprio per garantire il rispetto di questo limite temporale, l'art. 420-quater, comma 2, lett. e) stabilisce che la sentenza deve indicare la data fino alla quale le ricerche dovranno continuare.

La revoca della sentenza di NDP

 

Profili generali

L'art. 1, comma 7, lett. e) della legge delega n. 134/2021 conteneva un preciso criterio di delega: «e) prevedere che, quando non sono soddisfatte le condizioni per procedere in assenza dell'imputato, il giudice pronunci sentenza inappellabile di non doversi procedere; prevedere che, fino alla scadenza del doppio dei termini stabiliti dall'articolo 157 del codice penale, si continui ogni più idonea ricerca della persona nei cui confronti è stata pronunciata la sentenza di non doversi procedere, al fine di renderla edotta della sentenza, del fatto che il procedimento penale sarà riaperto e dell'obbligo di eleggere o dichiarare un domicilio ai fini delle notificazioni; prevedere la possibilità che, durante le ricerche, si assumano, su richiesta di parte, le prove non rinviabili, osservando le forme previste per il dibattimento; prevedere che, una volta rintracciata la persona ricercata, ne sia data tempestiva notizia all'autorità giudiziaria e che questa revochi la sentenza di non doversi procedere e fissi nuova udienza per la prosecuzione del procedimento, con notificazione all'imputato con le forme di cui alla lettera b); prevedere che, nel giudizio di primo grado, non si tenga conto, ai fini della prescrizione del reato, del periodo di tempo intercorrente tra la definizione del procedimento con sentenza di non doversi procedere e il momento in cui la persona nei cui confronti la sentenza è pronunciata è stata rintracciata, salva, in ogni caso, l'estinzione del reato nel caso in cui sia superato il doppio dei termini stabiliti dall'articolo 157 del codice penale; prevedere opportune deroghe per il caso di imputato nei confronti del quale è stata emessa ordinanza di custodia cautelare in assenza dei presupposti della dichiarazione di latitanza;».

Il legislatore delegato, con l'art. 420-sexies, dà attuazione a tale previsione, stabilendo le modalità per la revoca della sentenza di non luogo a procedere emessa a norma dell'art. 420-quater, c.p.p.

Quando la persona nei cui confronti è stata emessa la sentenza di non doversi procedere viene rintracciata, la polizia giudiziaria le notifica la sentenza e le dà avviso della riapertura del processo, nonché della data dell'udienza, ai sensi dell'articolo 420-sexies c.p.p.; i commi 2 e 3 della norma prevedono significativi adempimenti a carico della polizia giudiziaria, che deve, tra l'altro, trasmettere senza ritardo al giudice la relazione di notificazione della sentenza e il verbale di cui al comma secondo.

Il giudice a questo punto, preso atto dell'avvenuto rintraccio dell'imputato e della notificazione nei suoi confronti della sentenza e dell'avviso della riapertura del processo, con decreto revoca la sentenza e, salvo che sia maturato il termine di prescrizione di cui all'art. 159 ultimo comma c.p. per tutti i reati al medesimo ascritti, fa dare avviso al pubblico ministero, al difensore dell'imputato e alle altre parti della data dell'udienza, almeno venti giorni prima della stessa.

Revoca della sentenza e processi cumulativi

Potrebbe sorgere il dubbio (Mele) del destino di tale sentenza nell'ipotesi di procedimenti oggettivamente cumulativi, relativi a reati soggetti a termini di prescrizione differenti, taluni dei quali soltanto siano prescritti al momento in cui la persona è stata rintracciata. Di tale evenienza sembra occuparsi, almeno in parte, il comma 3 dell'art. 420-quater, il quale stabilisce che con la sentenza di non luogo a procedere il giudice dispone che nei confronti della persona cui si riferisce la sentenza proseguano le ricerche fino a quando per tutti i reati oggetto di imputazione non sia superato il termine di cui all'art. 159, ultimo comma, c.p.

Sembrerebbe, dunque, potersi ipotizzare (Mele) che in tal caso, quando la persona venga rintracciata, la sentenza dovrà comunque essere revocata in toto, senza poter distinguere i reati per i quali la prescrizione non sia ancora maturata e i reati per i quali tale termine sia già decorso. Resta salva, in questo secondo caso, la possibilità che il giudice, all'esito dell'udienza preliminare, pronunci sentenza di non doversi procedere ai sensi dell'art. 425 c.p.p. per intervenuta prescrizione del reato.

La procedura

Non appena la persona sia stata rintracciata e sia pervenuta la relazione di notificazione della sentenza e il verbale delle operazioni compiute dalla polizia giudiziaria, ai sensi dell'art. 420-sexies, commi 3 e 4, c.p.p. il giudice dispone, con decreto, la revoca della sentenza di non doversi procedere.

A tal fine, fissa l'udienza nei modi indicati dall'art. 420-quater, comma 4, e dispone che della data di fissazione ne sia dato avviso, almeno venti giorni prima, al pubblico ministero, al difensore dell'imputato e alle altre parti.

In tal modo il processo inizia nuovamente il suo corso, sicché all'udienza fissata il giudice deve nuovamente procedere alla verifica della regolare costituzione delle parti. Ove a tale udienza l'imputato non compaia, a meno che non ricorrano ipotesi di legittimo impedimento, si procederà in assenza del medesimo, atteso che ricorre l'ipotesi prevista dall'art. 420-bis, comma 1, lett. a), essendo stato egli ritualmente citato a comparire mediante notificazione in mani proprie della sentenza.

Profili di diritto intertemporale

La disciplina transitoria approntata all'art. 89 del d.lgs. n. 150/2022 dà puntuale attuazione al criterio di delega che ha imposto di avvisare il condannato, nel provvedimento di esecuzione, che, ove si sia proceduto in sua assenza, potrà attivare i rimedi previsti che sono, a seconda dei casi, la remissione nel termine per impugnare o la rescissione del giudicato.

Su questa base, l'art. 89 del d.lgs. n. 150/2022 distingue due ipotesi: a) per i processi pendenti in cui, alla data di entrata in vigore del decreto [30 dicembre 2022], sia stata già pronunciata (in qualsiasi stato e grado) ordinanza con cui si è disposto procedersi in assenza dell'imputato, continuano ad applicarsi le disposizioni procedurali ante riforma (art. 89, comma 1); b) in deroga a tale previsione, nei processi in cui alla data di entrata in vigore del decreto [30 dicembre 2022], nell'udienza preliminare o nel giudizio di primo grado, sia stata già disposta la sospensione del processo ai sensi dell'art. 420-quater, comma 2, c.p.p. nella sua previgente formulazione e l'imputato non sia stato ancora rintracciato, il giudice provvede, invece, ai sensi del novello art. 420-quater c.p.p., con conseguente emanazione della sentenza di non doversi procedere per assenza “impediente”. In questo caso, si applicano, altresì, gli artt. 420-quinquies e 420-sexies c.p.p., introdotti dalla riforma (art. 89, comma 2, d.lgs. n. 150).

In sintesi, vale la regola che, se il giudice è già intervenuto sulla costituzione delle parti ed ha già pronunciato ordinanza con cui ha disposto procedersi in assenza dell'imputato, si dovrà procedere con la vecchia disciplina nei procedimenti in corso al 30 dicembre 2022, i quali proseguiranno con l'applicazione ultrattiva delle previgenti disposizioni del codice di rito e di quelle attuative in materia di assenza, comprese quelle relative alle questioni di nullità in appello e alla rescissione del giudicato. In via di eccezione, si applicano le nuove disposizioni, a partire dalla disciplina della sentenza di non luogo a procedere per assenza “impediente”, quando non sia stata già dichiarata l'assenza dell'imputato ma siano state già disposte le sue ricerche di cui al comma 2 dell'art. 420-quater c.p.p. e l'imputato non sia stato ancora reperito: in tali processi, anziché disporsi nuove ricerche ai sensi dell'art. 420-quinquies nel testo previgente, il giudice provvederà ai sensi dell'art. 420-quater c.p.p. come ora modificato, con applicazione delle norme conseguenti.

Casistica

 

La revoca della sentenza di non doversi procedere per mancata conoscenza della pendenza del processo

Con riferimento alla disciplina dettata dall’art. 420-sexies, la stessa può essere così sintetizzata:

a) la polizia giudiziaria, se rintraccia la persona nei cui confronti è stata emessa sentenza di non doversi procedere per mancata conoscenza della pendenza del processo, notifica la sentenza e le dà avviso della riapertura del processo, nonché della data dell’udienza, individuata ai sensi del precedente articolo 420-quater, nella quale è citata a comparire davanti all’autorità giudiziaria che ha emesso la sentenza;

b) la polizia giudiziaria provvede inoltre agli adempimenti in materia di elezione e dichiarazione di domicilio, e, quando la persona rintracciata risulta priva del difensore, procede alla nomina di un difensore d’ufficio, comunicando alla persona rintracciata il nominativo del difensore nominato;

c) in ogni caso, la persona rintracciata è avvisata che al difensore sarà notificato avviso della data di udienza c.s. individuata ai sensi del comma 1;

d) delle attività svolte e degli avvisi dati alla persona rintracciata la polizia giudiziaria redige processo verbale;

e) la polizia giudiziaria trasmette senza ritardo al giudice la relazione di notificazione della sentenza e il verbale di cui sopra;

f) il giudice con decreto revoca la sentenza e, salvo che non si proceda nei confronti di imputato soggetto a custodia cautelare detentiva, fa dare avviso al pubblico ministero, al difensore dell’imputato e alle altre parti della data dell’udienza fissata ai sensi dell’articolo 420-quater, avviso comunicato o notificato almeno venti giorni prima della data predetta;

g) nell’udienza fissata per la prosecuzione ai sensi dell’articolo 420-quater, il giudice procede alla verifica della regolare costituzione delle parti, e, salva l’applicazione degli articoli 420 e 420-ter, si procede sempre ai sensi dell’articolo 420-bis, comma 1, lettera a);

h) quando invece la sentenza è revocata nei confronti di un imputato che, all’atto della sua pronuncia, era destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari o della custodia in carcere per i fatti per cui si procede, il giudice fissa l’udienza per la prosecuzione e dispone che l’avviso del giorno, dell’ora e del luogo dell’udienza sia notificato all’imputato, al difensore dell’imputato e alle altre parti, nonché comunicato al pubblico ministero, almeno venti giorni prima;

i) all’udienza il giudice procede alla verifica della regolare costituzione delle parti, applicandosi gli articoli 420, 420-bis e 420-ter. 

Bibliografia

Mele, Il processo in assenza, in Relazione su novità normativa la “riforma Cartabia”, Ufficio del Ruolo e del Massimario della Corte di cassazione, 2, 2023, 102

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