Prevenzione dei conflitti di interessi: la portata effettiva del giudicato e i poteri dell'ANAC

La Redazione
27 Giugno 2023

L'effetto conformativo comporta l'obbligo per l'amministrazione di svolgere un'attività successiva e conforme ai canoni di legittimità individuati dalla pronuncia da eseguire.

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso per l'ottemperanza proposto da un'Associazione al fine di contestare l'elusione del giudicato della sentenza emessa, per la riforma della sentenza del T.a.r. per il Lazio pronunciata sul ricorso per l'annullamento della delibera dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) su un presunto conflitto di interessi in capo ad alcuni promotori del Piano nazionale di prevenzione vaccinale per il biennio 2016-2018. Il Consiglio di Stato aveva evidenziato una carenza di istruttoria da parte dell'ANAC, nell'ambito dei propri poteri di vigilanza, individuando talune circostanze come meritevoli di approfondimento. In esecuzione della sentenza d'appello l'Autorità ha adottato una nuova delibera, con cui, nel considerare definita la questione, ha precisato di aver svolto il supplemento di istruttoria richiesto in esito al quale non sono risultate situazioni di conflitto di interesse.

Il Collegio in via preliminare ha richiamato l'orientamento della giurisprudenza secondo il quale per stabilire l'estensione dell'effetto conformativo del giudicato amministrativo è necessario considerare da un lato il tipo di vizio rilevato e i motivi accolti, dall'altro la differenza tra le sentenze ad effetto vincolante pieno, che annullano l'atto per difetto dei presupposti soggettivi o oggettivi o per violazione di termini perentori, da quelle ad effetto vincolante strumentale, che annullano l'atto per vizi formali, per cui discende l'obbligo dell'amministrazione soccombente di provvedere per eliminare il vizio rilevato.

Pertanto, la portata effettiva del giudicato è delimitata sia dal dispositivo della sentenza, che dalle motivazioni, secondo una loro lettura congiunta. Infatti, dopo una sentenza di annullamento residua, sulla base dell'effetto conformativo, il potere dell'amministrazione di riedizione, ovvero di porre in essere una attività successiva che, sebbene sia discrezionale per il contenuto, deve essere, però, conforme ai canoni di legittimità e alle regole deducibili dall'accertamento giurisdizionale stabiliti nelle motivazioni della sentenza.

Quindi, in sede di riedizione del procedimento l'effetto conformativo determina un vincolo sostanziale per la successiva azione amministrativa con riguardo alla natura e alla caratteristica del vizio rilevato.

Nel caso di specie il Collegio osserva che dall'esame della sentenza d'appello di accoglimento di cui è chiesta l'ottemperanza il vizio rilevato è un difetto di istruttoria, da cui discende l'obbligo di riedizione del potere, ossia il supplemento di istruttoria dell'ANAC, secondo le modalità stabilite nella sentenza.

Nondimeno, l'effetto conformativo della sentenza non può risolversi nell'attribuzione all'Amministrazione soccombente di poteri che non possiede, bensì nel comandare che i poteri attribuiti dall'ordinamento siano integralmente esercitati.

Perciò, l'individuazione della somma dei poteri attributi all'ANAC per la prevenzione dei conflitti di interessi, nell'esercizio delle sue competenze, consente di comprendere se l'Autorità per il rinnovo dell'istruttoria abbia fatto tutto quello che la sentenza imponeva, onde verificare se tale ulteriore attività sia conforme al comando contenuto nella sentenza.

Ad avviso del Collegio la somma dei poteri conferiti all'ANAC non consente in concreto di incidere sui casi di conflitto di interessi, in quanto l'ANAC si limita a fornire indicazioni generali e raccomandazioni per la stesura e il rispetto dei Piani di prevenzione della corruzione e raccomandazioni, come la stessa Autorità ammette nella propria delibera contestata e nei propri scritti difensivi. In definitiva, l'Autorità non poteva e non avrebbe potuto approfondire ulteriormente l'istruttoria che la sentenza d'appello ha giudicato carente, semplicemente perché, oltre a sollecitare l'Amministrazione all'adozione di misure preventive, non ha alcun altro potere.

Premesso quanto sopra, il Collegio, accertato che il supplemento di istruttoria da parte di ANAC, nei limiti che l'ordinamento conferisce all'Autorità è stato condotto, ha respinto il ricorso per ottemperanza proposto.

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