La rilevabilità del difetto di giurisdizione nel giudizio di riconoscimento di una sentenza straniera in Italia

Redazione Scientifica
12 Luglio 2023

Il procedimento di riconoscimento della sentenza straniera è disciplinato dalla Convenzione dell'Aja e non dall'art. 64 della l. n. 218/1995.

La Corte d'appello di Bologna rigettava la domanda di accertamento dei requisiti di riconoscimento di una sentenza emessa dal Tribunale straniero di Butirskiy - Città di Mosca (Federazione Russa) che stabiliva l'affidamento dei due figli alla madre. La Corte affermava che ostava al riconoscimento della sentenza straniera la carenza del presupposto di cui all'art. 64 lett. a), l. n. 218 del 1995, ed in particolare la circostanza che la Federazione Russa non costituiva lo Stato di residenza abituale dei minori. Aggiungeva che, secondo il principio di diritto della Cass. sez. un., 28 ottobre 2015, n. 21946, in tema di riconoscimento di sentenze straniere, ai sensi della L. n. 218 del 1995, i vizi, tra cui il difetto di competenza giurisdizionale, ai sensi della l. n. 218/1995, art. 64, comma 1, lett. a), non possono essere fatti valere, per la prima volta, davanti al giudice italiano, se avesse inficiato l'esito del giudizio innanzi al giudice straniero.

Nell'ambito del giudizio promosso avanti la Corte di Cassazione, la Prima Sezione Civile ha rimesso il ricorso alle Sezioni Unite per stabilire “se, nell'ambito di un giudizio di riconoscimento, in Italia, dell'efficacia di una sentenza straniera, la parte ivi convenuta, che si sia ritualmente costituita nel giudizio svoltosi innanzi al giudice a quo senza sollevare, in quella sede, alcuna eccezione circa la carenza della "competenza giurisdizionale" di quest'ultimo, possa ancora formulare una siffatta eccezione innanzi al giudice della invocata delibazione oppure se la stessa possa essere sollevata di ufficio da quest'ultimo». Il ricorso è stato quindi assegnato a queste Sezioni Unite”.

Le Sezioni Unite Civili hanno respinto il ricorso e hanno affermato il seguente principio di diritto:

“Ove, in base all'art. 42 legge n. 218/1995, trovi applicazione la Convenzione dell'Aja del 18 ottobre 1996, le condizioni sostanziali di riconoscimento delle misure di protezione dei minori disposte dalla giurisdizione straniera risultano fissate dall'art. 23 della detta Convenzione, e non dall'art. 64 legge n. 218/1995, mentre il procedimento del riconoscimento innanzi al giudice italiano resta disciplinato, come previsto dall'art. 24 della medesima Convenzione, dalla legge italiana”.

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