Processo tributario: l'impossibilità di celebrare l'udienza da remoto determina il rinvio della causa ad altra udienza
28 Agosto 2023
L'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli proponeva ricorso per cassazione avverso la sentenza della C.T.R. Liguria che, a conferma della decisione di primo grado, aveva dichiarato prescritta la pretesa tributaria attivata dall'Ufficio nei confronti di una società. In particolare, la ricorrente lamentava la violazione del principio del contraddittorio e del diritto di difesa avendo la CTR comunque deciso la controversia a seguito di trattazione in camera di consiglio, nonostante la causa fosse stata avviata in pubblica udienza, con collegamento audiovisivo. La discussione, in realtà, non si era svolta a causa di problemi tecnici nel collegamento da parte del Presidente, che, secondo la ricorrente, avrebbero dovuto imporre il rinvio della discussione.
La Cassazione ha ritenuto fondato il ricorso, rilevando che dal verbale di udienza svoltasi innanzi alla CTR Liguria il 29/10/2021 emergeva che: 1) a tale data la causa era stata avviata per la trattazione in pubblica udienza ex art. 34 d.lgs. n. 546/1992; 2) era stato disposto lo svolgimento dell'udienza in modalità da remoto; 3) il Presidente aveva ammesso le parti alla discussione; 4) non fu, tuttavia, possibile celebrare in concreto l'udienza “causa problemi di collegamento del Presidente”. Emergeva, altresì, che cionondimeno, “successivamente il Presidente aveva dichiarato chiusa la discussione e il Collegio si ritirava in camera di consiglio”, all'esito della quale era stata poi depositata la sentenza in questa sede gravata.
Secondo i giudici, l'impossibilità di celebrazione, in concreto, dell'udienza pubblica del 29/10/2021, a cagione dei problemi di collegamento da remoto del Presidente avrebbe dovuto obbligatoriamente determinare, secondo quanto prescritto dall'art. 3, comma 3, del decreto direttoriale prot. n. (omissis) dell'11/11/2020, la sospensione, con contestuale rinvio della causa ad altra udienza e non certo la sua trasformazione (come invece avvenuto nella specie) in udienza camerale non partecipata (peraltro, e solo per completezza espositiva, la medesima soluzione va affermata, all'evidenza, anche in relazione alla celebrazione dell'udienza pubblica da remoto disposta ai sensi dell'art. 27 del d.l. n. 137/2020).
Consegue a quanto precede la nullità della sentenza impugnata (emessa all'esito di tale ibrida — e non contemplata, dalla disciplina ordinaria, come emergenziale — trattazione in modalità pubblico-camerale) per la violazione del diritto del diritto di difesa della odierna ricorrente (arg. da Cass. civ., sez. un., n. 36596/2021, Rv. 663244-01), privata della possibilità (a) di esporre le proprie difese conclusive nel corso della discussione (art. 34, comma 1, del d.lgs. n. 546/1992), nonché (b) di avanzare istanza di differimento della discussione (art. 34, comma 3), tanto più considerando che alla stessa (c) non era neppure consentito, prima dell'udienza, il deposito di brevi repliche scritte (previsto dall'art. 32, comma 3, per la sola trattazione in camera di consiglio). |