Avviso di accertamenti tecnici non ripetibili (art. 360)

Angelo Salerno

Inquadramento

Nel corso delle indagini preliminari, agli inquirenti può presentarsi l'esigenza di svolgere accertamenti che richiedano specifiche conoscenze scientifiche, tecniche o artistiche. Gli inquirenti, qualora non optino per richiedere al giudice per le indagini preliminari una perizia mediante incidente probatorio, possono espletare queste investigazioni con connotati tecnico-scientifici anche nominando un ausiliario competente (il consulente tecnico del pubblico ministero). Quando l'accertamento non possa essere ripetuto successivamente nelle medesime condizioni, le indagini scientifiche devono avvenire in contraddittorio.

Formula

N..... /.... R.G.N.R.

PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI....

AVVISO DI ACCERTAMENTI TECNICI NON RIPETIBILI

(ART. 360 C.P.P.)

IL PUBBLICO MINISTERO

Letti gli atti del procedimento penale indicato in epigrafe, nei confronti di:

1....., nato il.... a....;

2....., nato il.... a....;

per i reati previsti e puniti dagli artt....., commessi (ovvero accertati) in.... il...., in danno di....;

Ritenuto che, all'esito delle indagini sinora espletate, appare necessario disporre consulenza tecnica al fine di determinare le circostanze di cui al quesito più avanti specificato;

che si verte in tema di accertamenti su cose soggette a modificazione non evitabile;

Nomina consulente tecnico...., al fine di rispondere al seguente quesito:

“.... ”

Dispone la comparizione personale davanti a sé del consulente tecnico nominato per il giorno...., ore...., presso gli uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale di...., in via.... n.....,.... piano, stanza.....

Avvisa di quanto sopra, nonché della facoltà di nominare consulenti tecnici di loro fiducia e di chiedere al Pubblico Ministero l'autorizzazione a partecipare a distanza al conferimento dell'incarico o agli accertamenti, la persona sottoposta alle indagini ed il suo difensore.

Avvisa di quanto sopra, nonché della facoltà di nominare consulenti tecnici di sua fiducia, la persona offesa, a cui spettano tutti i diritti e le facoltà di legge

(ovvero [1] )

Avvisa di quanto sopra, nonché della facoltà di nominare consulenti tecnici di loro fiducia, gli stretti congiunti della persona offesa, a cui spettano tutti i diritti e le facoltà di legge, da identificarsi, allo stato, in:

...., nato il.... a...., residente in.... (coniuge);

...., nato il.... a...., residente in.... (padre);

...., nato il.... a...., residente in.... (madre);

...., nato il.... a...., residente in.... (fratello);

...., nato il.... a...., residente in.... (sorella);

...., nato il.... a...., residente in.... (figlio);

Delega per gli avvisi suddetti [2] Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria in servizio presso.... (con facoltà di subdelega) [3].

Manda la Segreteria per la comunicazione al consulente nominato, da effettuarsi anche a mezzo telefono o fax o email.

Luogo e data....

Il sostituto Procuratore della Repubblica....

[1]Qualora la persona offesa sia deceduta in conseguenza del reato.

[2]Si tratta di avvisi caratterizzati intrinsecamente dall'urgenza, ritualmente esperibili anche per le vie brevi purché ne resti adeguata verbalizzazione (ad esempio con una telefonata e successiva annotazione di P.G. dell'attività espletata), senza obbligo di procedere a formale notificazione.

[3]Solo in forza della facoltà di sub-delega, la polizia giudiziaria delegata di uno specifico incombente procedimentale può a sua volta delegare un'altra articolazione di polizia giudiziaria.

Commento

Ripetibilità o irripetibilità dell'accertamento

Non sempre la ripetibilità dell'accertamento si presenta con chiarezza nella pratica giudiziaria. Ad ogni buon conto il codice individua in astratto di diversi ordini di cause di irripetibilità.

In primo luogo, l'art. 360 c.p.p. prevede la possibilità che gli accertamenti riguardino persone, cose o luoghi il cui stato è soggetto a modificazione (cosiddetta irripetibilità intrinseca). Dovranno essere dunque condotte con le garanzie di legge le operazioni che riguardino, ad esempio,

– l'autopsia di un cadavere, inciso da notori fenomeni putrefattivi;

– altri esami medici su persone in vita, ma relativi a fenomeni fisiologici o patologici transeunti;

– l'analisi di prodotti alimentari di cui si assume la sofisticazione o l'adulterazione;

– la ricostruzione dello stato dei luoghi all'esito del crollo di un edificio;

– la misurazione dei livelli di inquinamento nelle emissioni di fumi o negli scarichi di uno stabilimento industriale.

In questo caso, il semplice decorso del tempo produce un'alterazione dell'oggetto degli accertamenti tale da minarne di fatto ogni effettiva valenza probatoria in un eventuale futuro giudizio. Ogni analisi, verifica o accertamento compiuto sull'oggetto non potrà essere ripetuto nelle medesime condizioni e con i medesimi risultatati in un momento successivo. Il lasso cronologico sufficiente per compromettere il positivo espletamento dell'attività tecnica varia evidentemente da caso a caso, ma è facile intuire come risulti sempre incompatibile con la tempistica minima dell'iter procedimentale, anche secondo la scansione più virtuosa. In questi casi, la semplice assicurazione dell'integrità della res mediante il vincolo del sequestro non è idonea a garantire la futura possibilità di utili accertamenti in contraddittorio: l'alternativa secca è dunque tra il procedere tempestivamente (e ritualmente, a pena di inutilizzabilità dei risultati) e il perdere in via definitiva una fonte di prova.

A fianco di questa irripetibilità “primaria”, il sistema prevede correttamente anche una irripetibilità direttamente derivata dalle stesse operazioni di accertamento (cosiddetta irripetibilità estrinseca). Secondo l'art. 117 disp. att. c.p.p., “le disposizioni previste dall'articolo 360 del codice si applicano anche nei casi in cui l'accertamento tecnico determina modificazioni delle cose, dei luoghi o delle persone tali da rendere l'atto non ripetibile”.

La norma disciplina dunque quei particolari accertamenti tecnici in cui l'oggetto della verifica di per sé manterrebbe intatte le proprie caratteristiche originarie anche per un congruo periodo di tempo, ma è proprio l'attività di analisi a mutarne in varia misura la consistenza o le qualità, in modo tale da pregiudicare una reiterazione successiva di analoghe verifiche. Possono darsi gli esempi di analisi genetiche o di altro tipo su reperti biologici acquisiti sulla scena del crimine (una minuscola macchia di sangue, un capello, una traccia di saliva su un bicchiere o una sigaretta): le tecniche di laboratorio adoperate per la tipizzazione del Dna o per ogni altro esame scientifico “consumano” l'oggetto dell'accertamento. Ogni qualvolta la scarsità del materiale disponibile non consenta di replicare l'accertamento, l'attività deve essere qualificata come irripetibile e deve essere portata avanti nelle forme e con le garanzie dettate dall'art. 360 c.p.p. (cfr. Cass. II, n. 2476/2014, secondo cui la natura ripetibile o meno dell'accertamento tecnico che consente di estrapolare il profilo genetico deve essere verificata in concreto dipendendo dalla quantità della traccia e dalla qualità del Dna presente sui reperti biologici sequestrati).

Analoghi ragionamenti possono essere fatti per ogni accertamento che abbia ad oggetto quantità minime di materiale (ad esempio, tracce di sostanza verosimilmente stupefacente all'interno di una bustina di cellophane o sulla superficie di uno specchio).

Lo stesso ordine di argomenti estende la procedura garantita anche a quegli accertamenti che, anche a prescindere dalla consistenza del reperto, siano ontologicamente invasivi e in qualche modo distruttivi rispetto allo stato originale della cosa. Pensiamo, all'effetto dei reagenti chimici sul nastro carbografico di una macchina da scrivere oppure, caso molto più frequente nella attualità, a molti accertamenti informatici.

Nel caso in cui gli accertamenti tecnici fossero pacificamente ripetibili, ma la ripetizione sia divenuta impossibile per fatti o circostanze non prevedibili, questa irripetibilità sopravvenuta troverà la propria disciplina nella specifica previsione dell'art. 512 c.p.p.: il giudice del dibattimento, su istanza della parte interessata all'acquisizione della prova, disporrà che sia data lettura degli atti assunti dalla polizia giudiziaria, dal pubblico ministero e dai difensori delle parti private, con conseguente inserimento nel proprio fascicolo e piena utilizzabilità ai fini della decisione.

Contraddittorio in caso di accertamenti tecnici irripetibili

Qualora la valutazione della ripetibilità dell'accertamento porti, magari in via meramente cautelativa, a una conclusione negativa, occorrerà procedere in contraddittorio con l'indagato (e, se del caso, con la persona offesa).

La procedura garantita prevista dall'art. 360 c.p.p. prevede che, quando si verta in tema di accertamenti tecnici non ripetibili, il pubblico ministero avvisi, senza ritardo, la persona sottoposta alle indagini, la persona offesa dal reato e i difensori del giorno, dell'ora e del luogo fissati per il conferimento dell'incarico e della facoltà loro spettante di nominare consulenti tecnici. Si applicano le disposizioni dell'art. 364, comma 2 c.p.p.: pertanto dovrà essere nominato di ufficio un difensore all'indagato che ne sia privo, a cui spetta altresì l'avviso in merito alla suddetta nomina e alla facoltà di nominarne uno di fiducia (art. 360, comma 2, c.p.p.).

La riforma Cartabia, d.lgs. n. 150/2022, ha inserito il nuovo comma 3-bis nel testo dell'art. 360 c.p.p., prevedendo che il pubblico ministero può autorizzare la persona sottoposta alle indagini, la persona offesa dal reato, i difensori e i consulenti tecnici eventualmente nominati, che ne facciano richiesta, a partecipare a distanza al conferimento dell'incarico o agli accertamenti.

L'avviso relativo all'espletamento di un accertamento tecnico non ripetibile, con la conseguente assicurazione dei diritti di assistenza difensiva, deve essere dato anche alla persona che, pur non iscritta nel registro degli indagati, risulti nello stesso momento raggiunta da indizi di reità quale autore del reato oggetto delle indagini (Cass. V, n. 5581/2014). Successivamente la Suprema Corte (Cass. IV, n. 20093/2021) ha precisato che l'avviso ex art. 360 c.p.p. è dovuto solo se si è in presenza di consistenti sospetti di reato, sia sotto il profilo oggettivo che in ordine alla sua attribuibilità (In applicazione di tale principio la Corte ha ritenuto immune da censure la sentenza che aveva ritenuto utilizzabile, in un processo per omicidio colposo da responsabilità medica, l'esame autoptico eseguito senza previo avviso al difensore del ricorrente, in quanto gli indizi a suo carico erano emersi solo a seguito dell'espletamento dell'accertamento tecnico).

L'omissione dell'avviso integra un'ipotesi di nullità di ordine generale a regime intermedio che deve essere eccepita prima della deliberazione della sentenza di primo grado (Cass. I, n. 28459/2013, precisa come la richiesta di rito abbreviato comporti implicitamente la rinuncia ad eccepire la nullità derivante dall'effettuazione di un accertamento tecnico non ripetibile non preceduto dagli avvisi alle parti. Secondo Cass. V, n. 11086/2014, il medesimo effetto sanante rispetto all'omissione dell'avviso deve essere riconosciuto anche all'acquisizione concordata tra le parti della relazione del consulente).

Anche il mancato avviso alla persona offesa della data fissata per l'accertamento tecnico non ripetibile incide sulla ritualità dell'accertamento (Cass. IV, n. 3381/2016, in tema di ricorso per cassazione avverso l'ordinanza di archiviazione emessa dal giudice per le indagini preliminari, qualora nel corso dell'udienza fissata a seguito di opposizione ex art. 408 c.p.p. la persona offesa abbia tempestivamente dedotto la violazione del contraddittorio a suo danno in sede di accertamenti tecnici).

In ogni caso, la nullità dell'accertamento tecnico disposto dal pubblico ministero non comporta alcuna conseguenza allorquando il giudice pervenga all'affermazione di responsabilità sulla base di argomenti che prescindono totalmente dalle valutazioni del consulente (Cass. IV, n. 24455/2015).

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