Quesito in tema di accertamenti medici (violenza sessuale)InquadramentoPer i casi più gravi di violenza sessuale, caratterizzati da forme particolarmente invasive dell'aggressione fisica, gli accertamenti medici offrono un rilevante contributo al fine di riscontrare le dichiarazioni della vittima, offrendo un quadro oggettivo di quanto verificabile dopo una visita personale e gli opportuni accertamenti clinici, utile altresì per procedere alla compiuta individuazione del colpevole, sulla base delle tracce genetiche eventualmente repertate. FormulaN. ... / ... R.G.N.R. PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ... Procedano i consulenti tecnici [1], presa visione degli atti del fascicolo, di ogni altra documentazione sanitaria ritenuta utile all'espletamento dell'incarico (rilasciando, sin d'ora, l'autorizzazione ad estrarne copia) e dei reperti meglio descritti nel verbale di sequestro in data ... [2], visitata altresì la persona offesa ... e compiuti, se del caso e purché sotto il loro diretto controllo, tutti gli ulteriori necessari accertamenti ed esami, anche specialistici, - a verificare eventuali tracce di rapporti sessuali, anche accertando la presenza di sperma o di altro materiale biologico utilmente analizzabile nei suddetti reperti, verificando se la quantità e la disposizione di tali residui consenta la ripetibilità delle operazioni; - ad accertare la presenza di lesioni nella regione ano-genitale e comunque di segni di traumatismi di qualsiasi altro tipo, anche in altre parti del corpo, riferendo in dettaglio per iscritto circa la compatibilità delle stesse con la dinamica risultante dagli atti; - a specificare la natura e la durata delle lesioni eventualmente riscontrate; - alla tipizzazione del Dna estratto dal materiale biologico eventualmente prelevato dai suddetti reperti; - a riscontrare poi la compatibilità dei profili così ottenuti con reperti biologici riconducibili all'indagato ... (ovvero agli indagati ..., in caso di violenza di gruppo [3] ), riservando sin d'ora, se del caso, l'invio del necessario materiale di comparazione [4]; - a verificare eventuali positività con i profili presenti nella banca dati nazionale del DNA del ministero della giustizia - dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Per il compimento degli accertamenti i consulenti saranno autorizzati a ritirare e trasportare i reperti sopra descritti e ad esperire ogni necessario esame specialistico e di laboratorio, ad utilizzare la necessaria strumentazione e a farsi coadiuvare da tecnico specialista. Riferiscano, infine, di ogni ulteriore elemento ritengano necessario ai fini dell'accertamento dei fatti. 1. La duplice natura del quesito, nel caso che occorra procedere anche ad analisi genetiche, imporrebbe una consulenza collegiale in cui l'esperto di medicina legale (ovvero se del caso di ginecologia o di altra branca della medicina) sia affiancato da un esperto di genetica che possa procedere all'estrazione del DNA. Le attività mediche in senso stretto possono essere altresì svolte direttamente da personale competente della struttura sanitaria a cui si rivolga per le prime cure la vittima della violenza (di particolare rilievo, sul punto, i protocolli operativi concordati da uffici requirenti, polizia giudiziaria, aziende sanitarie, centri antiviolenza e altri soggetti istituzionali o privati: cfr. il cosiddetto Codice Rosa siglato dalla procura di Grosseto e dalla Asl territorialmente competente ed ora ampiamente diffuso sul territorio nazionale, per la costituzione di una task force istituzionale e per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione e al contrasto della violenza nei confronti delle “fasce deboli”. Tali intese, peraltro, integrano appieno quelle misure conformi al diritto interno, previste dall'art. 18 della Convenzione di Istanbul del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica). È altresì tecnicamente possibile nominare consulente il solo medico legale, affiancandogli l'altro esperto quale suo ausiliario ovvero demandare all'unico esperto nominato per gli accertamenti medici il prelievo di campioni biologici e conferire poi successivamente un distinto incarico di consulenza tecnica per le ulteriori indagini tossicologiche. 2. Indumenti della persona offesa o dell'indagato, campioni già prelevati dalla persona offesa da parte del personale sanitario che l'ha avuta in cura nell'immediatezza del fatto, etc. 3. La violenza sessuale di gruppo consiste nella partecipazione, da parte di più persone riunite, ad atti di violenza sessuale di cui all'art. 609-bis (art. 609-octies c.p.). 4. La successiva attività di comparazione avrà per oggetto i profili genetici estratti da materiale biologico: - già acquisito da parte della polizia giudiziaria, sulla scena del crimine (o altrove), in sede di accertamenti urgenti (art. 354 c.p.p.); mediante prelievo diretto da soggetto vivente, exartt. 224-bis e 359-bis c.p.p.; - custodito (e già tipizzato) presso la banca nazionale del DNA. CommentoSuperando l'obsoleta distinzione tra “violenza carnale” (che richiedeva una condotta di “congiunzione carnale”) e gli altri “atti di libidine violenti”, previsti rispettivamente dagli abrogati artt. 519 e 521 c.p., la normativa vigente tutela la sfera della libertà sessuale della persona in maniera omnicomprensiva (sia pure aprendo ad ipotesi “di minore gravità”, punite meno severamente). Secondo la norma centrale del nuovo sistema punitivo dei reati sessuali, l'art. 609-bis c.p., è punito chiunque - con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali; - induce taluno a compiere o subire atti sessuali: o abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto; o traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona. Tenuto conto pertanto di questa ampiezza della nozione di “atti sessuali”, la condotta vietata dall'art. 609-bis c.p. deve essere finalizzata a soddisfare la concupiscenza dell'aggressore o a invadere e compromettere volontariamente la libertà sessuale della vittima. L'accertamento dei fatti, dunque, non può fare riferimento unicamente alle parti anatomiche aggredite, ma deve tenere conto dell'intero contesto in cui il contatto si è realizzato e della complessiva dinamica intersoggettiva (Cass. III, n. 51582/2017). È dunque atto sessuale sia il contatto fisico diretto con una zona erogena del corpo, sia il semplice contatto simulato o indiretto, in quanto ugualmente invasivo dell'altrui sfera sessuale (Cass. III, n. 51083/2017, in tema di una violenza priva di contatto fisico tra il corpo dell'autore e quello della vittima, ma consistita nel denudare quest'ultima eiaculandole poi sull'addome). La rilevanza di tutti quegli atti che, in quanto non direttamente indirizzati a zone chiaramente definibili come erogene, possono essere rivolti al soggetto passivo, anche con finalità del tutto diverse, è valutazione di merito che deve tenere conto della condotta nel suo complesso, del contesto sociale e culturale, dell'incidenza dell'azione sulla libertà sessuale della persona offesa, della relazione intercorrente tra i soggetti coinvolti e di ogni altro dato fattuale qualificante (Cass. III, n. 964/2014). Addirittura non è necessaria neppure la fisica compresenza di autore e vittima, sussistendo il reato di induzione a compiere o subire atti sessuali con l'inganno, per essersi il reo sostituito ad altra persona, ex art. 609-bis, comma 2, n. 2, c.p., nell'ambito di una videochat tramite l'applicazione Skype (Cass. III, n. 43164/2017). L'esimente putativa del consenso dell'avente diritto non è dunque configurabile nel delitto di violenza sessuale, poiché la mancanza del consenso costituisce requisito esplicito della fattispecie e l'errore sul dissenso si sostanzia in un errore inescusabile sulla legge penale (Cass. III, n. 2400/2017, relativa a una vicenda in cui l'imputato aveva desunto dal ritorno del coniuge nella casa familiare anche la sua volontà di riprendere le relazioni intime). Il reato è aggravato, se i fatti sono commessi: - nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni quattordici (ovvero nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni diciotto della quale il colpevole sia l'ascendente, il genitore, anche adottivo, il tutore); - con l'uso di armi o di sostanze alcoliche, narcotiche o stupefacenti o di altri strumenti o sostanze gravemente lesivi della salute della persona offesa; - da persona travisata o che simuli la qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio; - su persona comunque sottoposta a limitazioni della libertà personale; - all'interno o nelle immediate vicinanze di istituto d'istruzione o di formazione frequentato dalla persona offesa; - nei confronti di donna in stato di gravidanza; - nei confronti di persona della quale il colpevole sia il coniuge, anche separato o divorziato, ovvero colui che alla stessa persona è o è stato legato da relazione affettiva, anche senza convivenza; - se il reato è commesso da persona che fa parte di un'associazione per delinquere e al fine di agevolarne l'attività; - se il reato è commesso con violenze gravi o se dal fatto deriva al minore, a causa della reiterazione delle condotte, un pregiudizio grave. - se dal fatto deriva pericolo di vita per il minore. Circostanza aggravante introdotta con l. 69/2019, c.d. Codice rosso. Gli accertamenti medici (ginecologici o di altro tipo) diretti ad accertare l'invasività di condotte di penetrazione o comunque di aggressione fisica ai danni della vittima risulteranno pertanto necessari soltanto per una frazione dei procedimenti per reati sessuali, sia pure connotata da particolare gravità. Queste indagini scientifiche, oltre a delineare il quadro clinico delle lesioni riportate dalla denunciante (se del caso anche riscontrandone la narrazione dei fatti), possono sfociare in un'ulteriore appendice in tema di accertamenti genetici quando le modalità della violenza abbiano lasciato tracce fisiche dell'aggressione, poi repertate dai sanitari, dagli operanti o dal consulente, ponendo così un tassello fondamentale in merito alla definitiva individuazione del responsabile, all'esito della estrazione del profilo DNA. Questa consulenza tecnica medica (e se del caso genetica) può essere accompagnata da ulteriori accertamenti in tema di capacità della persona offesa a rendere testimonianza, separatamente affidati ad altri specialisti e fondamentali quando i fatti siano stati commessi in danno di minori o soggetti comunque vulnerabili. Gli atti sessuali con minorenne infraquattordicenne (ovvero infrasedicenne, quando il colpevole sia l'ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente, il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato o che abbia, con quest'ultimo, una relazione di convivenza) sono puniti anche in assenza di violenza o minaccia ovvero di induzione nei termini sopra descritti. Non è punibile il minorenne che, al di fuori delle ipotesi previste nell'art. 609-bis c.p., compie atti sessuali con un minorenne che abbia compiuto gli anni tredici, se la differenza di età tra i soggetti non è superiore a quattro anni (art. 609-quater c.p.). Il colpevole non può invocare a propria scusa l'ignoranza dell'età della persona offesa, salvo che si tratti di ignoranza inevitabile, ai sensi del successivo art. 609-sexies. |