Quesito in tema di accertamenti balistici (analisi dei bossoli e dei proiettili)InquadramentoLa balistica forense consente di ricostruire, attraverso l'esame e la comparazione di armi, proiettili e bossoli, un evento caratterizzato dall'utilizzo di un'arma da fuoco, in particolare verificando l'identità o perlomeno la tipologia dell'arma che ha esploso uno specifico proiettile e analizzando le conseguenze dello sparo nell'ambiente. FormulaN. ... / ... R.G.N.R. PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ... Accerti il consulente tecnico [1], previo esame delle armi e delle munizioni in sequestro e della documentazione agli atti (nonché della ulteriore documentazione che il medesimo consulente acquisirà con l'ausilio della Polizia Giudiziaria) e compiuti tutti gli accertamenti del caso, - la effettiva natura e tipologia delle cartucce, dei bossoli e dei proiettili [2] in sequestro, specificando il peso del proiettile, il tipo di innesco, il calibro nominale (elencando anche le tutte le denominazioni comunemente in uso [3] ), il calibro reale ovvero comunque il diametro del proiettile e del bossolo (collo, testa, collarino), la lunghezza effettiva sia totale, sia del solo bossolo (e, se necessario, le misure di collo, testa, collarino), e, ove possibile, il potere d'arresto e il paese d'origine; - eventuali matricole o segni distintivi abrasi o alterati, procedendo se del caso all'esaltazione delle impressioni originarie, ricostruendole per quanto possibile; - per quanto desumibile dall'esame anche microscopico dei bossoli e dei proiettili in sequestro, il numero, il senso, la larghezza ed il profilo delle impronte e delle tracce (striature, ammaccature, spanciamenti) presenti sui suddetti reperti, con adeguata documentazione fotografica delle stesse; - per quanto possibile, la dinamica dell'azione di sparo (se la cartuccia sia stata ricaricata artigianalmente [4]; se sia stato camerata in un'arma semiautomatica o a tamburo; quale sia il tipo e il calibro di arma impiegata; se l'arma impiegata presenti alterazione di taluni meccanismi, quali il piano di culatta, il percussore, l'estrattore, l'espulsore, etc.; presenza di segni di grassaggio o residui di collante bituminoso nelle munizioni di uso militare); - uguaglianze macroscopiche ovvero compatibilità tra quanto riscontrato sui bossoli e sui proiettili in sequestro e quanto verificato sulle armi da fuoco Corte e lunghe in sequestro, segnalando ogni circostanza da cui desumere o ritenere compiutamente verificato l'impiego di una specifica arma in relazione a una specifica munizione o parte di essa; - l'eventuale ricorrenza di abbinamenti significativi (matches) segnalati dal sistema IBIS, procedendo poi al confronto diretto di conferma mediante microscopio comparatore [5]. Riferisca, infine, di ogni ulteriore elemento egli ritenga necessario per l'accertamento dei fatti e comunque utile ai fini di giustizia. 1. Il quesito, oltre che a un consulente tecnico, può essere anche posto direttamente a competente personale della polizia giudiziaria, non necessariamente con le forme degli accertamenti ex art. 359 c.p.p. 2. Per chiarezza: - le munizioni sono quegli oggetti destinati al caricamento di un'arma da lancio; - la cartuccia è un tipo di munizione per arma da fuoco portatile (costituita da un insieme organico di proiettile, carica di lancio, innesco, bossolo); - il bossolo è l'involucro, solitamente in ottone, acciaio dolce o alluminio (ovvero in plastica o cartone cerato nelle munizioni da caccia), che contiene la carica di lancio e l'innesco. Giova rammentare come la detenzione di detenzione di bossoli di cartucce per armi comuni da sparo non costituisca reato, né ai sensi dell'art. 697 c.p., riferendosi questo alle sole “munizioni” e non anche a “parti di esse”, né ai sensi dell'art. 2, l. n. 895/1967, che si riferisce alle sole munizioni da guerra (ovvero quelle destinate al caricamento delle armi da guerra, che per la loro spiccata potenzialità offensiva possono essere destinate all'armamento di moderne forze militari italiane o estere). La detenzione di bossoli già esplosi, relativi a munizioni da guerra, è invece penalmente rilevante perché, per la configurazione del reato di illegale detenzione di munizioni da guerra ai sensi della suddetta fattispecie incriminatrice, non è necessario che si tratti di munizioni atte all'impiego e, in ogni caso, data la possibilità di sostituzione delle capsule di accensione, dalla precedente esplosione non deriva sempre e necessariamente la loro inutilizzabilità; - il proiettile (o proietto o pallottola) è il corpo sparato dall'arma da fuoco, di forma ogivale, tronco-conica, cilindrica o sferica; può avere un rivestimento in altro metallo più duro (camicia) oppure contenere a sua volta più proiettili di dimensioni minori, sparati tutti insieme in una singola scarica, formando un nugolo detto “rosa” (cartuccia a munizione spezzata: tipico l'esempio dei pallini o dei pallettoni da caccia). In estrema sintesi, il bossolo è espulso dall'arma (tranne che in caso di armi a tamburo, come i revolver) e cade a breve distanza dal luogo dello sparo, mentre il proiettile segue la sua traiettoria, centrando o meno il bersaglio prefissato. 3. A mero titolo di esempio, il calibro 9mm Parabellum è noto altresì come: - 9x19; - 9 mm; - 9 mm Luger; - 9 mm NATO; - 9 mm Para; - 9 lungo M. 38; - 9 mm Fiocchi Speciale; - 9 lungo Beretta mod. 38; - 9 lungo Beretta 51; - 9 mm 08; - 9 mm Suomi; - 9 mm Svedese m/34; - 9 mm Svedese m/40; - DWM 480 C. 4. L'utilizzo di munizioni riciclate potrebbe condurre a falsi positivi o negativi, perché i bossoli recano i segni della precedente azione di sparo, magari da un'altra arma o da un'arma a cui sono state sostituite parti essenziali oppure perché sono stati modificati artigianalmente il peso dell'ogiva o la composizione della lega metallica (in taluni casi con effetti di cristallizzazione del metallo che rendono il proiettile frangibile, con conseguente impossibilità di esami comparativi, oltre alla maggiore lesività dell'effetto espansivo). 5. In analogia con le banca date utilizzate per le impronte digitali, la comparazione balistica si basa in maniera rilevante sul sistema automatizzato IBIS - Integrated Ballistics Identification System, che permette un confronto diretto e veloce tra i reperti oggetto di verifica (e scansionati con un'unità ottica) e le immagini digitali tridimensionali dei segni microscopici impressi su proiettili e bossoli sequestrati in altri procedimenti (rectius, in tutte le investigazioni condotte dalla polizia di Stato e dall'Arma dei carabinieri in cui siano stati acquisiti reperti). L'Interpol ha poi istituito la rete IBIN che connette tra loro i vari IBIS nazionali. CommentoL'opinione tradizionale ritiene che la consulenza tecnica balistica abbia natura di atto non ripetibile, di modo che occorre procedervi con le garanzie di difesa ex art. 360 c.p.p. e che, in mancanza della riserva di promozione di incidente probatorio, gli esiti dell'accertamento, e in particolare l'elaborato finale del consulente tecnico del Pubblico Ministero, debbano inseriti nel fascicolo per il dibattimento ai sensi dell'art. 431, lett. c), c.p.p., restando pertanto pienamente utilizzabili anche a prescindere dall'esame del consulente dibattimentale del consulente (Cass. I, n. 8082/2010). La Corte di Cassazione ha precisato, al riguardo, che in caso di violazione delle norme di cui ai commi 4 ss. dell'art. 360 c.p.p., relativi alla riserva di incidente probatorio, la conseguenza che ne deriva si limita alla inutilizzabilità relativa, rilevabile solo in fase dibattimentale; integra invece una causa di inutilizzabilità relativa, rilevabile solo in fase dibattimentale, l'omissione dell'avviso all'indagato riguardo accertamenti tecnici irripetibili (Cass. I, n. 12400/2021). Alcune pronunce più recenti hanno però distinto, in maniera assolutamente condivisibile, quegli accertamenti che, pur chiamando direttamente ed ampiamente in causa il bagaglio professionale degli esperti di scienze balistiche, non pregiudichino la possibilità di ripetere la verifica, alle medesime condizioni e pervenendo ai medesimi risultati, anche in sede dibattimentale. Questa notazione classificatoria presuppone che le concrete metodiche utilizzate dall'accertatore delle qualità balistiche dell'arma o delle munizioni possano incidere in modo definitivo sulla consistenza dei reperti (di modo che è integrata l'ipotesi di accertamento tecnico che determina modificazioni delle cose tali da rendere l'atto non ripetibile, ai sensi dell'art. 117 disp. att. c.p.p.). Data la tipologia degli oggetti in sequestro o comunque sui quali si espletano gli accertamenti, appare meno statisticamente ricorrente l'ipotesi di “cose [ ... ] il cui stato è soggetto a modificazione”, posta alla base della non ripetibilità disciplinata in via generale dall'art. 360 c.p.p. Resteranno quindi ritualmente esperibili in sede di indagini riservate e senza le forme garantite tutti quegli accertamenti balistici che si limitino ad operazioni di mera visione ed esame di quanto in sequestro (senza utilizzo di solventi, reagenti, etc.) e alla successiva elaborazione intellettuale dei dati raccolti. È stata, ad esempio, affermata la natura di accertamento ripetibile della consulenza tecnica balistica, svolta dal Pubblico Ministero ai sensi dell'art. 359 c.p.p. per mezzo del Servizio Centrale di Balistica della polizia scientifica, diretta alla semplice comparazione tra le striature presenti sul proiettile rinvenuto, dopo lunghe ricerche, la notte dell'omicidio sul luogo del delitto e quelle prodotte sul cosiddetto “proiettile test”, esploso con la pistola calibro 38 posseduta dall'indagato all'epoca dei fatti, dal momento che la permanente disponibilità della rivoltella sequestrata avrebbe comunque consentito in ogni fase del procedimento la ripetizione dello stesso accertamento (Cass. I, n. 6344/2013). Sulla scorta di tali premesse sistematiche, non può comportare nullità dell'accertamento (ovvero comunque connotarlo in termini di non ripetibilità) la circostanza che il perito, fermi restando eventuali profili di responsabilità formale di quest'ultimo, si sia avvalso, senza l'autorizzazione del Giudice prevista dall'art. 228, comma 2, c.p.p., dell'opera di un ausiliario, nel caso in cui l'apporto conoscitivo da parte di costui nella perizia balistica in corso sia stato limitato alla mera effettuazione di calcoli matematici, non implicanti apprezzamenti e valutazioni (Cass. V, n. 31523/2003). |