Iscrizione della notizia di reato (art. 335)InquadramentoIl Pubblico Ministero iscrive immediatamente, in un apposito registro (distinto da specifici modelli relativi ai procedimenti a carico di noti o di ignoti), ogni notizia di reato trasmessa alla procura della Repubblica ovvero acquisita di iniziativa. A seguito dell'iscrizione, si forma un fascicolo e prende le mosse il singolo procedimento penale. FormulaPROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ... Alla Segreteria Penale Sede ... PROVVEDIMENTO DI ISCRIZIONE (art. 335 c.p.p.) Il Pubblico Ministero Letta la comunicazione di notizia di reato (ovvero l'informativa o la denuncia o la querela) pervenuta il ...; Dispone che si proceda alla formazione di un procedimento da iscriversi a registro modello 21 (ovvero modello 21-bis ovvero modello 44) [1] a carico di (ignoti ovvero) 1. ..., nato a ... il ...; 2. ..., nato a ... il ...; 3. ..., nata a ... il ...; per il reato previsto e punito dall'art. ...; per i reati previsti e puniti dagli artt. ...; Commesso/Accertato in ..., il .... Dispone che i termini delle indagini preliminari decorrano dalla data del .... Manda la Segreteria per gli adempimenti e le annotazioni di competenza. Manda la Segreteria per la comunicazione ex art. 118-bis disp. att. c.p.p.[2]. Dispone la trasmissione del fascicolo al Procuratore della Repubblica, per quanto eventualmente di Sua competenza, in merito all'assegnazione [3]. Luogo e data ... Il Procuratore della Repubblica ... (ovvero Il sostituto Procuratore della Repubblica) ... L'azione penale è esercita personalmente dal capo dell'ufficio ovvero mediante assegnazione a uno o più magistrati della procura. L'assegnazione può riguardare la trattazione di uno o più procedimenti ovvero il compimento di singoli atti di essi. Con l'atto di assegnazione per la trattazione di un procedimento, possono essere stabiliti i criteri ai quali il magistrato deve attenersi nell'esercizio della relativa attività. Se il magistrato non si attiene ai principi e criteri definiti in via generale o con l'assegnazione, ovvero insorge tra il magistrato ed il procuratore della Repubblica un contrasto circa le modalità di esercizio, il capo dell'ufficio può, con provvedimento motivato, revocare l'assegnazione (artt. 1-2, d.lgs. n. 106/2006). In base ai criteri organizzativi della singola procura, l'assegnazione può avvenire prima del provvedimento di iscrizione (che resta incombente del sostituto assegnatario) ovvero contestualmente o successivamente (in questo caso il procuratore dispone all'iscrizione e, solitamente in calce al medesimo provvedimento, provvede all'assegnazione). 1. Il modello 21 è relativo alle iscrizioni a carico di soggetti noti. Il modello 21-bis è relativo a quelle a carico di soggetti noti per reati di competenza del Giudice di pace. Il modello 44 è relativo a quelle a carico di ignoti. Il modello 21-bis è relativo a quelle a carico di soggetti noti per reati di competenza del Giudice di pace. Il modello 44 è relativo a quelle a carico di ignoti. 2. Il procuratore della Repubblica, quando procede a indagini per taluno dei delitti indicati nell'art. 407, comma 2, lett. a) c.p.p., ne dà notizia al procuratore generale presso la Corte di appello. Se rileva trattarsi di indagini collegate, il procuratore generale ne dà segnalazione ai procuratori generali e ai procuratori della Repubblica del distretto interessati al coordinamento. Quando, di loro iniziativa o a seguito della segnalazione sopra accennata, più uffici del Pubblico Ministero procedono a indagini collegate, i procuratori della Repubblica ne danno notizia al procuratore generale del rispettivo distretto (art. 118-bis disp. att. c.p.p.). 3. Il procuratore della Repubblica è il titolare esclusivo dell'azione penale e la esercita nei modi e nei termini fissati dalla legge, assicurando il corretto, puntuale ed uniforme esercizio dell'azione penale, l'osservanza delle disposizioni relative all'iscrizione delle notizie di reato ed il rispetto delle norme sul giusto processo da parte del suo ufficio. Egli può delegare ad uno o più procuratori aggiunti ovvero ad uno o più magistrati addetti all'ufficio la cura di specifici settori di affari, individuati con riguardo ad aree omogenee di procedimenti ovvero ad ambiti di attività dell'ufficio che necessitano di uniforme indirizzo, anche stabilendo, in via generale o con singoli atti, i criteri ai quali i procuratori aggiunti e i sostituti procuratori devono attenersi nell'esercizio della delega. Determina altresì i criteri di assegnazione dei procedimenti ai procuratori aggiunti e ai magistrati del suo ufficio, individuando eventualmente settori di affari da assegnare ad un gruppo di magistrati al cui coordinamento sia preposto un procuratore aggiunto o un magistrato dell'ufficio, nonché le tipologie di reati per i quali i meccanismi di assegnazione del procedimento siano di natura automatica. CommentoPrincipi generali Una volta che la notizia di reato, trasmessa dalla polizia giudiziaria o presentata direttamente dal denunciante/querelante/esponente, arriva in procura, la segreteria annota sugli atti che possono contenere una notizia di reato la data e l'ora in cui sono pervenuti e li sottopone immediatamente al procuratore per l'eventuale iscrizione nel registro delle notizie di reato, senza distinguere tra la provenienza, la rilevanza, l'attendibilità delle varie segnalazioni (art. 109 disp. att. c.p.p.). Secondo l'art. 335, comma 1, c.p.p., all'esito del cosiddetto “esame della posta”, il Pubblico Ministero (da identificarsi fisicamente nel capo dell'ufficio o in un suo delegato ovvero, in taluni casi, direttamente nei singoli sostituti assegnatari della notizia di reato) provvede “immediatamente” alla conseguente iscrizione, nell'apposito registro insieme al nome della persona alla quale il reato è attribuito, contestualmente o dal successivo momento in cui questo nominativo viene ad essere conosciuto dagli inquirenti. Si tratta di un'attività di cruciale rilevanza, non priva di ineliminabili spazi valutativi, che richiede, oltre alla imprescindibile preparazione professionale, anche doti altrettanto necessarie di prontezza e capacità organizzative, per far fronte al profluvio di segnalazioni, individuando ogni ipotesi di urgenza, non sempre chiaramente evincibile (cfr. Randazzo (a cura di), Giudice , difensore e P.M. in aula. Strategie e tecniche del processo, Milano, 2010). Le denunce o le querele per reati commessi in altri Stati dell'Unione europea, presentate da soggetto residente o domiciliato nel territorio dello Stato, sono trasmesse alla procura generale presso la Corte di appello che ne cura l'invio all'autorità giudiziaria competente (art. 108-ter disp. att.). Il Pubblico Ministero, dunque, non appena riscontra la corrispondenza di un fatto di cui abbia avuto notizia con un'astratta fattispecie di reato, è tenuto a provvedere all'iscrizione della notitia criminis, senza che possa configurarsi un suo potere discrezionale al riguardo. Allo stesso modo, una volta riscontrati, contestualmente o successivamente, elementi obiettivi di identificazione del soggetto cui il reato è attribuito, il Pubblico Ministero è tenuto a iscriverne il nome con altrettanta tempestività. D'altronde l'obbligo di iscrizione a carico di un soggetto determinato sorge soltanto quando emergano nei confronti di quest'ultimo specifici elementi indiziari, non essendo, invece, sufficienti meri sospetti (Cass. I, n. 34637/2013). L'iscrizione è un atto processuale pienamente espressivo della funzione giudiziaria, “a struttura complessa”, in cui “simbioticamente convivono una componente oggettiva quale è la configurazione di un determinato fatto («notizia») come sussumibile nell'ambito di una determinata fattispecie criminosa («di reato»), con un suo nomen iuris ben definito come risulta evidenziato dalla circostanza che «se nel corso delle indagini preliminari muta la qualificazione giuridica del fatto... il P.M. cura l'aggiornamento delle iscrizioni», nonché di una componente soggettiva rappresentata dal nominativo dell'indagato” (Cass. S.U., n. 40538/2009). L'iscrizione nell'apposito registro del nome della persona alla quale il reato è attribuito richiede che quest'ultima sia compiutamente identificata, non essendo sufficiente al riguardo la semplice indicazione del nome e del cognome, in difetto delle complete generalità, al fine di evitare le conseguenze negative dell'iscrizione erronea di un omonimo. Ciò si ricava, tra l'altro dall'art. 417, comma 1, lett. a), c.p.p. (che, tra i requisiti formali della richiesta di rinvio a giudizio indica proprio le “generalità dell'imputato o le altre indicazioni personali che valgano a identificarlo”). D'altra parte, soltanto nei confronti della persona compiutamente identificata possono innestarsi i vari meccanismi di controllo e di contraddittorio previsti in sede di proroga dei termini delle indagini (cfr. Minisci-Curreli, Il Pubblico Ministero . Compiti e poteri nelle indagini e nel processo, Milano, 2011). Si ritiene peraltro ammissibile l'iscrizione contro un soggetto di cui non si conoscano esattamente le generalità, ma che sia sicuramente individuabile senza margini di errore (il sindaco di Roma, il coniuge del denunciante, un pregiudicato già ampiamente noto agli inquirenti, etc.), salva comunque la successiva acquisizione del certificato anagrafico. L'iscrizione e la qualificazione giuridica del fatto sono una prerogativa esclusiva dell'autorità giudiziaria (e segnatamente dell'ufficio del Pubblico Ministero, quanto alla iscrizione), che non è in alcun modo tenuta a rispettare le indicazioni offerte, anche formalmente, da altri soggetti, per quanto competenti, in tema di titolo di reato e di soggetti attinti da sufficienti elementi di sospetto (difensori che sottoscrivono con la parte un atto di querela o denuncia, polizia giudiziaria, etc.). Non esiste dunque nessun automatismo, impermeabile rispetto ad un approccio critico del magistrato, neppure in caso di attribuzione nominativa di un fatto di reato, di modo che appare non sempre pertinente, di fronte a un simile controllo giudiziario di legalità, la notoria definizione di “atto dovuto”, utilizzata molto frequentemente anche nella vulgata mediatica (Randazzo (a cura di), Giudice , difensore e P.M. in aula. Strategie e tecniche del processo, Milano, 2010). In effetti, seppure al Pubblico Ministero non è conferito un potere discrezionale ma un obbligo giuridico indilazionabile che non comporta possibilità di scelta quanto all'an, al quid e al quomodo dell'iscrizione, dovendosi soltanto riscontrare l'esistenza dei presupposti normativi che la impongono, è pur vero che permangono nella pratica elementi di inevitabile fluidità, che non consentono di qualificare lo scrutinio di questi presupposti come operazione meramente meccanica. D'altronde, saranno sempre censurabili in ogni sede competente eventuali condotte maliziose, dirette a sviare il potere-dovere di iscrizione al fine di guadagnare vantaggi procedimentali più o meno consistenti (ad esempio, omettendo di iscrivere un soggetto raggiunto da indizi consistenti così da poterne poi utilizzare in dibattimento le dichiarazioni eteroaccusatorie). Restano dunque insuscettibili di modifica o rettifica da parte di altre autorità (fatto salvo il potere di riqualificazione in iure della fattispecie da parte del Giudice e ferma restando la possibile responsabilità disciplinare o penale del magistrato del Pubblico Ministero che, ad esempio, abbia ritardato l'iscrizione): - la data dell'iscrizione (rispetto alla quale il Giudice non può stabilire un diverso dies a quo, per la decorrenza dei termini delle indagini preliminari, di assunzione della qualità di indagato, di tempestività della richiesta di giudizio immediato, etc.); in merito, si registra un contrasto giurisprudenziale sulla decorrenza del termine di conclusione delle indagini preliminari: all'orientamento (Cass. V, n. 44909/2017) che ritiene che detto termine decorra dalla data del provvedimento con cui il Pubblico Ministero dispone l'iscrizione della notizia di reato (e non quello in cui l'iscrizione viene materialmente eseguita dal personale di segreteria) si oppone l'orientamento (Cass. VI, n. 10078/2020) che sostiene l'opposto (il termine decorre dall'effettiva iscrizione nel registro ex art. 335 c.p.p. e non dal provvedimento del Pubblico Ministero); - la qualità di indagato (che non può essere stabilita dal Giudice in via presuntiva, ma deve essere desunta esclusivamente dalla formale iscrizione nell'apposito registro a seguito di specifica iniziativa posta in essere dal Pubblico Ministero, tranne che in presenza di un “fatto investigativo”, come l'arresto o il fermo, che qualifichi di per sé il soggetto come persona sottoposta ad indagini, e fatta salva l'ipotesi di iscrizione cosiddetta “coatta”. Cfr. Cass. II, n. 40575/2014). In casi eccezionali, alcune specifiche garanzie procedimentali (ad esempio, l'avviso relativo all'espletamento di un accertamento tecnico non ripetibile, con la conseguente assicurazione dei diritti di assistenza difensiva) sono state estese in via pretoria anche alla persona che, pur non iscritta nel registro degli indagati, risultasse comunque nello stesso momento raggiunta da indizi di reità quale autore del reato oggetto delle indagini (Cass. V, n. 5581/2014). Il registro delle notizie di reato e gli altri registri in materia penale L'art. 1, comma 1, d.m. 30 settembre 1989, come successivamente modificato e integrato (in particolare, dal d.m. 17 dicembre 1999 e dal d.m. n. 274/2000) disciplina i registri in materia penale, un tempo cartacei e oggi quasi completamente informatizzati. I registri sono tenuti su base annuale, in modo da garantire la integrità, la completezza, la disponibilità e la riservatezza di iscrizioni e annotazioni, nonché la identificazione dei soggetti che vi hanno accesso. La tenuta informatizzata dei registri (ovvero la loro formazione, uso, conservazione, custodia e esibizione mediante strumenti digitali) consente la ricerca e l'estrazione dei dati secondo la natura delle controversie, la sezione, il magistrato titolare (requirente e giudicante), il nome delle parti, lo stato del procedimento, l'udienza ed ogni altro tipo di dato richiesto dalla legge. I registri informatizzati debbono consentire la riproduzione del loro contenuto, per intero o per estratto, anche su supporto cartaceo. Il registro delle notizie di reato si articola ad oggi (dopo la soppressione del cosiddetto modello 22, in uso nelle procure della repubblica presso le preture): - nel “modello 21” in uso nelle procure della repubblica presso i tribunali, per i reati di competenza del tribunale, per i procedimenti a carico di soggetti noti; - nel “modello 21-bis” in uso nelle procure della repubblica presso i tribunali, per i reati di competenza del Giudice di pace; - nel “modello 52”, in uso nelle procure della repubblica presso i tribunali per i minorenni. Ogni notizia di reato assume un numero d'ordine annuale (il cosiddetto “R.G.N.R.” – numero di registro generale delle notizie di reato – o semplicemente “NR”) e ricomprende molteplici annotazioni: - la data in cui è pervenuta la notizia; - ogni dato utile sulla notizia stessa (natura, data di acquisizione, provenienza); - la data di iscrizione; - il magistrato assegnatario del fascicolo; - il numero del corrispondente registro dell'ufficio del Giudice per le indagini preliminari (assegnato la prima volta che il fascicolo perviene a quest'ultimo, per una qualsivoglia incombenza di sua spettanza); - le complete generalità degli iscritti e la loro posizione giuridica aggiornata (liberi o detenuti); - la qualificazione giuridica del fatto; - le complete generalità delle altre parti private e degli altri soggetti privati (in particolare della persona offesa, in considerazione dei numerosi incombenti che la riguardano, ma anche del denunciante/querelante e del civilmente obbligato per la pena pecuniaria); - la data della eventuale trasmissione degli atti ad altra autorità; - la data della richiesta di proroga del termine per le indagini preliminari e del relativo provvedimento del Giudice (nonché le eventuali comunicazioni alla procura generale delle notizie di reato per le quali non è stata esercitata l'azione penale o richiesta l'archiviazione nei termini di legge, ai sensi dell'art. 127 disp. att.); - i provvedimenti in tema di oblazione; - le richieste e i decreti di archiviazione; - il decreto di autorizzazione alla riapertura delle indagini e la precedente richiesta del Pubblico Ministero; - la data e le modalità di esercizio dell'azione penale; - l'imputazione; - la data di trasmissione del fascicolo al tribunale; - la data e il contenuto della sentenza all'esito dell'udienza preliminare, con le richieste del Pubblico Ministero; - la data del deposito dell'impugnazione, con l'indicazione della parte che la ha proposta (e successivamente dell'esito dell'impugnazione stessa); - la richiesta di revoca della sentenza di non luogo a procedere; - il numero del registro dei corpi di reato e del libretto di deposito giudiziario. Il registro è corredato di rubriche alfabetiche che riportano le generalità dell'indagato, della persona offesa, del denunciante o querelante. Alla fine di ciascun anno solare, le procure riepilogano separatamente i procedimenti ancora pendenti nei confronti di indagati/imputati liberi ovvero in stato di custodia cautelare. Quando le indagini pendono nei confronti di soggetti non ancora identificati, nei termini specificati al paragrafo che precede, le iscrizioni sono effettuate nel distinto “registro delle notizie di reato relative ad ignoti” (cosiddetto “modello 44”, che non distingue tra i procedimenti di competenza del tribunale e quelli di competenza del Giudice di pace). Quando le indagini conducano all'individuazione della persona indagata, dovrà procedersi a nuova iscrizione nel registro relativo alle persone note, lasciando traccia del numero del registro di provenienza (“trasformazione” o “passaggio” o “ribaltamento” a modello 21). La netta distinzione tra i due registri evidenzia di per sé l'irritualità di iscrizioni a modello 21 a carico di “persona da identificare”, “soggetto in corso di compiuta identificazione” e così via, tutt'altro che sconosciuta nella prassi. Nel registro delle notizie di reato deve essere annotata altresì la notizia dell'illecito amministrativo dipendente da reato commesso dall'ente, indicando gli elementi identificativi dell'ente e, ove possibile, le generalità del suo legale rappresentante e il reato da cui dipende l'illecito (art. 55, d.lgs. n. 231/2001 cit.). Il registro degli atti non costituenti notizie di reato Quando la notizia di reato non possa, neppure in astratto e presupponendo la necessità di approfonditi accertamenti, essere ricondotta ad una fattispecie di reato e risulti pertanto priva di qualsiasi rilevanza penale, deve essere iscritta in un ulteriore registro, fisiologicamente diverso da quello previsto dall'art. 335 c.p.p. e dedicato per l'appunto ai “fatti non costituenti reato” (F.N.C.R., il cosiddetto modello 45). In questo registro saranno dunque iscritte le cosiddette “pseudo-notizie di reato”, come, ad esempio, le segnalazioni riguardanti questioni meramente civilistiche (vicende dominicali che non presentano profili di aggressione violenta o fraudolenta all'altrui sfera patrimoniale) o amministrative (la semplice illegittimità di un atto emesso da una pubblica amministrazione), eventi naturali o meramente accidentali (quando non coinvolgano la responsabilità, neppure colposa e per omissione, di terzi soggetti, come nel caso di incidente stradale autoprovocato o di tentato suicidio privo di qualsiasi istigazione, decesso per cause naturali), vicende ictu oculi implausibili (la prossima invasione degli alieni, le scie chimiche lasciate da fantomatici servizi segreti militari, l'ombra di Cosa Nostra sulle delibere di un'assemblea condominiale in Val Brembana e quant'altro la fantasia degli esponenti riesce a mettere nero su bianco) e in genere tutte le notizie insuscettibili di mettere in moto il meccanismo delle indagini preliminari. Gli altri registri in materia penale Oltre ai citati registri 21 (e 21-bis), 44 e 45 (da cui prendono le mosse fascicoli solitamente contraddistinti da diversi colori della copertina, in modo da poter distinguere velocemente e dall'esterno la tipologia di iscrizione), molti altri registri sono in uso presso le procure della repubblica, per espressa disposizione normativa ovvero per praticità di uso e organizzazione. I principali registri previsti da leggi e regolamenti per gli uffici di procura sono: - il registro delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni telefoniche (“modello 37”); - il registro degli atti da assumere su richiesta di autorità giudiziarie di altre circoscrizioni (modello 39); - il registro delle rogatorie all'estero (“modello 40”); - il registro delle indagini avocate (“modello 8”, in uso nelle procure generali presso le corti d'appello); - il registro di deposito delle dichiarazioni e degli atti relativi a procedimenti pendenti davanti ad altre autorità giudiziarie (“modello 24”); - il registro delle comunicazioni di atti (“modello 28”), dove sono annotati gli atti ed i provvedimenti comunicati al Pubblico Ministero, a norma dell'art. 153 c.p.p.; - il registro delle deleghe ai viceprocuratori onorari per le funzioni di Pubblico Ministero in udienza (“modello 25”); - il registro dei corpi di reato (“modello 41”); - il registro delle cose sequestrate e affidate alla custodia di terzi (“modello 42”). È altresì diffuso, seppure non obbligatorio, anche l'uso di registri relativi a - richieste di misure cautelari personali o reali; - richiesta di convalida di arresto o fermo; - autorizzazioni alle perquisizioni, accessi, ispezioni ai sensi dell'art. 52, d.P.R. n. 633/1972 in materia di imposta sul valore aggiunto; - registri “di passaggio” tra varie articolazioni interne della procura (ufficio primi atti, segreteria del procuratore, segreteria del dibattimento, segreterie dei singoli sostituti, ufficio decreti penali e affari semplici, etc.). L'aggiornamento delle iscrizioni Se nel corso delle indagini preliminari muta la qualificazione giuridica del fatto ovvero questo risulta diversamente circostanziato, il Pubblico Ministero cura l'aggiornamento delle iscrizioni originarie senza procedere a nuove iscrizioni (art. 335, comma 2, c.p.p.). Si tratta pertanto, accanto al passaggio “a modello 21” delle notizie di reato originariamente iscritte contro ignoti, una volta compiutamente identificato l'autore del reato, di quelle precisazioni eventualmente rese necessarie dai successivi esiti di indagine, come ad esempio: - la modifica della qualificazione giuridica del fatto (la ricettazione inizialmente ipotizzata, avendo colto l'indagato in possesso di beni di provenienza incerta, viene poi sostituita dalla provvisoria contestazione di furto, allorquando le indagini accertino in capo al medesimo indagato la condotta di sottrazione); - l'integrazione dell'originario titolo di reato con l'indicazione di specifiche circostanze aggravanti (le lesioni lievi, di competenza del Giudice di pace, sono riqualificate come lesioni gravi, a seguito della produzione di certificazione medica che attesta una durata della malattia superiore ai quaranta giorni, con l'ulteriore conseguenza del passaggio da modello 21-bis a modello 21). Occorre invece procedere formalmente a nuove iscrizioni, anche nell'ambito del medesimo procedimento già pendente, qualora - vengano aggiunti ulteriori indagati per il medesimo reato originariamente iscritto che si accerti essere stato commesso in concorso o in cooperazione tra più persone; - vengano aggiunti ulteriori indagati per un altro reato connesso o collegato; - vengano aggiunte nuove contestazioni all'originario indagato, per fatti ulteriori e diversi. Qualora il Pubblico Ministero, acquisiti nel corso delle indagini preliminari elementi in ordine ad ulteriori fatti costituenti reato nei confronti della stessa persona già iscritta, proceda a nuova iscrizione, il termine per le indagini preliminari decorre in modo autonomo per ciascuna successiva iscrizione nell'apposito registro, senza che possa essere posto alcun limite all'utilizzazione di elementi emersi prima della detta iscrizione nel corso di accertamenti relativi ad altri fatti (Cass. III, n. 32998/2015). L'iscrizione coatta Se il Giudice investito di una richiesta di archiviazione contro ignoti ritiene che il reato sia da attribuire a una persona già individuata, ordina che il nome di questa sia iscritto nel registro delle notizie di reato e dalla data di emissione dell'ordinanza del Giudice decorrono i nuovi termini di durata delle indagini a carico del soggetto noto (art. 415, commi 1, 2 e 2-bis c.p.p.). Il potere del Giudice di ordinare l'iscrizione permane in tutti i procedimenti formalmente a carico di ignoti, anche quando la richiesta di archiviazione risulti fondata, ex art. 408 c.p.p., su valutazioni di merito attinenti l'infondatezza della notitia criminis e non semplicemente sulla mancata identificazione degli autori delle condotte. Analogamente, si ritiene comunque consentito al Giudice di imporre al Pubblico Ministero l'iscrizione nel registro degli indagati del soggetto autore della condotta delittuosa che sia agevolmente identificabile, trattandosi di atto che costituisce emanazione del generale potere di controllo del Giudice sul corretto esercizio dell'azione penale (Cass. II, n. 205/2016). Quale presupposto implicito del potere del Giudice di ordinare nuove indagini (attività che presuppone necessariamente l'iscrizione) e del potere di controllo sulla completezza e congruità delle indagini, l'ordine di iscrizione nel registro delle notizie di reato può essere impartito al Pubblico Ministero anche nell'ambito di procedimenti contro soggetti noti, per quel che riguarda - persone non formalmente indagate in relazione a fatti che nondimeno emergano a loro carico in base alle investigazioni già espletate (Cass. S.U., n. 4319/2014); - ipotesi criminose diverse rispetto ai reati per i quali è stata richiesta l'archiviazione, a carico degli stessi indagati o di terzi soggetti (Cass. VI, n. 53181/2016). L'iscrizione ordinata dal Giudice per le indagini preliminari nei confronti di altri soggetti per ulteriori titoli di reato non può però avere ad oggetto una notizia di reato non desumibile dal fatto investigato, che dovrebbe essere acquisita proprio attraverso gli accertamenti conseguenti alla nuova iscrizione, connotata pertanto da fini meramente esplorativi (Cass. III, n. 35310/2016). Stralci e riunioni Di fronte alla (almeno relativamente) rigida consequenzialità delle iscrizioni a seguito di significative emergenze, il Pubblico Ministero gode invece di un'amplissima discrezionalità nella gestione unitaria o separata non solo delle singole notizie di reato, ma anche delle successive iscrizioni. Così, a mero titolo di esempio, potranno essere riunite tutte le Cnr relative ad infortuni sul lavoro avvenuti in uno stesso contesto produttivo. Al contrario sarà altrettanto possibile separare da un cosiddetto “fascicolo-madre”, avente ad oggetto articolate vicende corruttive o reticolari condotte di narcotraffico, singole posizioni o singoli reati per i quali si ritenga di poter esercitare anticipatamente l'azione penale ovvero che si preferisca comunque gestire separatamente. È questo un potere di eccezionale rilevanza, in particolare nella gestione di indagini complesse e ramificate, che consente di predeterminare quale materiale offrire o meno alla conoscenza delle parti e persino del Giudice per le indagini preliminari, quale velocità procedimentale imprimere a singole indagini, quale contestualizzazione fornire ad uno o più reati commessi in un determinato ambito criminale, quale Giudice adìre e con quali modalità (in composizione collegiale o monocratica, con o senza l'udienza preliminare, etc.), soltanto mediante gli elementari strumenti della riunione o della separazione (cosiddetto “stralcio”) dei fascicoli. Nonostante gli istituti della riunione e della separazione, intesi in senso tecnico ai sensi degli artt. 17 e 19 c.p.p., possano avere per oggetto solo processi e non procedimenti ed essere quindi disposti solo dal Giudice, al Pubblico Ministero è pienamente riconosciuta la facoltà di svolgere indagini contestuali e congiunte relativamente a distinti procedimenti, unificando, a tal fine, i numeri identificativi degli stessi (i cosiddetti “numeri di R.G.N.R.”) e formando un unico fascicolo delle indagini preliminari, pur senza che ciò possa produrre effetti tipici della riunione dei processi, come quello di spostamento della competenza. Questa facoltà trova la sua base normativa nell'art. 130 disp. att. c.p.p., che attribuisce al magistrato inquirente il potere di agire congiuntamente o separatamente nei confronti di persone accusate di concorso nel medesimo reato ovvero in ordine a diverse imputazioni relative alla medesima persona senza adottare alcuno specifico provvedimento. L'unico limite è dato da quanto disposto dall'art. 17 c.p.p., secondo cui può esercitarsi contestualmente l'azione penale per notizie di reato distinte, purché ricorra almeno una delle ipotesi in cui è ammessa la riunione (Cass. V, n. 2174/2013). In maniera speculare e analoga, il Pubblico Ministero, quando, nel corso di indagini relative a un determinato fatto di reato, venga accertata la sussistenza di altri reati per i quali siano configurabili ragioni di connessione, non ha alcun obbligo di svolgere indagini contestuali e congiunte, né di effettuare la relativa iscrizione nell'ambito dell'originario procedimento. Egli può procedere separatamente, anche al fine di rispettare particolari esigenze processuali (ad esempio, l'obbligo di procedere ad arresto in flagranza) e, nello stesso tempo, di tutelare l'interesse investigativo a non rivelare notizie pregiudizievoli per gli accertamenti in corso (Cass. VI, n. 22145/2014). Modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia (art. 15 d.lgs. n. 150/2022, in attuazione della legge-delega n. 134/2021) La Riforma Cartabia ha significativamente innovato la disciplina dell'iscrizione delle notizie di reato. Oltre a importanti modifiche ed integrazioni dell'art. 335 c.p.p., sono stati introdotti gli artt. 335-bis c.p.p. (Limiti all'efficacia dell'iscrizione ai fini civili e amministrativi), 335-ter c.p.p. (Ordine di iscrizione del nome della persona sottoposta ad indagini) e 335-quater c.p.p. (Accertamento della tempestività dell'iscrizione nel registro delle notizie di reato). Il comma 1 dell'art. 335 c.p.p. esplicita il momento in cui sorge l'obbligo di iscrizione a carico del Pubblico Ministero: quando emerge la rappresentazione di un fatto determinato e non inverosimile, riconducibile a specifica ipotesi di reato, sottolineando la necessità della completezza dell'iscrizione (il Pubblico Ministero deve indicare le circostanze di tempo e di luogo del fatto). L'art. 335, comma 1-bis, c.p.p., poi completato dalle successive norme di nuova introduzione, sottolinea la necessità che il Pubblico Ministero provveda tempestivamente e senza ritardo all'iscrizione della notizia di reato e dell'autore dello stesso. Detta disposizione prevede che l'iscrizione dell'autore del reato debba essere fatta “non appena risultino [...] indizi a suo carico”, o contestualmente all'iscrizione della notizia di reato o successivamente. Se il Pubblico Ministero non riesce a provvedere tempestivamente all'iscrizione (e della notizia di reato e dell'autore del reato), allora nell'atto di disporre l'iscrizione dovrà necessariamente indicare la data anteriore a partire della quale deve intendersi effettuata e da cui fare partire il decorso del termine per la conclusione delle indagini preliminari. L'art. 335-bis c.p.p. si limita a precisare che dalla mera iscrizione nel registro delle notizie di reato non possono derivare effetti pregiudizievoli di natura civile o amministrativa per la persona alla quale il reato è attribuito, ferma restando l'autonoma valutazione degli indizi che hanno determinato l'iscrizione e delle ulteriori circostanze rilevanti. L'art. 335-ter c.p.p. prevede che Giudice per le indagini preliminari ordini al Pubblico Ministero l'iscrizione del nome di una persona non ancora iscritta nel registro degli indagati qualora ritenga che ad essa sia da attribuire il reato per cui si procede. Tale ordine può originare in qualsiasi fase delle indagini preliminari “quando il Giudice deve compiere un atto del procedimento”. Detta situazione si può verificare, quindi, in tutti i casi in cui il Pubblico Ministero formuli una richiesta al G.I.P. con l'invio degli atti del procedimento (richiesta di incidente probatorio, richiesta di acquisizione di tabulati telefonici, richiesta di intercettazione, richiesta di misura cautelare, richiesta di sequestro preventivo, solo a titolo esemplificativo). Il provvedimento del G.I.P. ha la forma del decreto motivato e non avviene inaudita altera parte, in quanto il Giudice deve sentire prima il Pubblico Ministero (che pertanto sarà chiamato ad esprimere un parere). Di fronte all'ordine di iscrizione il Pubblico Ministero non ha possibilità di scelta, dovendo provvedere all'iscrizione, indicando la data a partire dalla quale decorrono i termini delle indagini. L'art. 355-quater c.p.p. prevede la facoltà per l'indagato/imputato di accertare la tempestività dell'iscrizione nel registro delle notizie di reato. Quindi, da un lato il legislatore impone al Pubblico Ministero di provvedere tempestivamente all'iscrizione nel registro degli indagati, dall'altro prevede un controllo del Giudice sul suo operato, qualora lo richieda l'interessato. È evidente la finalità di tale disciplina: contenere il più possibile i tempi di durata del procedimento, imponendo l'immediata iscrizione dell'indagato nel registro delle notizie del reato. La conseguenza dell'eventuale accoglimento della richiesta dell'indagato, ovvero la retrodatazione dell'iscrizione, è l'inutilizzabilità degli atti di indagine compiuti dopo la scadenza del termine di indagine (anticipata dal provvedimento di retrodatazione). L'indagato, quando formula richiesta di retrodatazione al Giudice, deve indicare, a pena di inammissibilità, le ragioni che la sorreggono e gli atti del procedimento dai quali è desunto il ritardo. La richiesta, a pena di inammissibilità, deve essere promossa dall'indagato entro il termine di venti giorni da quando ha avuto facoltà di prendere conoscenza degli atti che dimostrano il ritardo nell'iscrizione. La richiesta è formulata al G.I.P. o, se terminata la fase delle indagini preliminari, la Giudice che procede. Se, in fase di indagini preliminari, il G.I.P. viene investito di una decisione che dipende dalla retrodatazione dell'iscrizione, la richiesta può essere presentata dall'indagato nell'ambito del relativo procedimento nonché trattata e decisa nelle forme di questo. Se non è proposta in udienza, l'istanza di retrodatazione dell'iscrizione deve essere depositata nella cancelleria del Giudice, dopo aver provveduto alla notifica al Pubblico Ministero. Quest'ultimo, entro il termine di sette giorni, può depositare memorie, di cui il difensore può prendere visione ed estrarre copia. Sia il Pubblico Ministero sia il difensore dell'indagato hanno la facoltà di depositare entro i sette giorni successivi ulteriori memorie. Decorso tale ultimo termine, il Giudice se non ritiene necessario un contraddittorio orale (poiché valuta che il ritardo nell'iscrizione è inequivocabile e non giustificato), allora provvede con decreto motivato. Invece, se ritiene necessario il contraddittorio fra le parti, fissa la data dell'udienza in camera di consiglio, dando avviso al Pubblico Ministero e al difensore dell'indagato. All'udienza le parti sono sentite se compaiono. La decisione del Giudice ha la forma dell'ordinanza. In caso di udienza preliminare o dibattimentale la richiesta di retrodatazione va depositata nella cancelleria del Giudice ed è trattata e decisa in udienza. Se la richiesta viene accolta, il Giudice indica la data nella quale deve intendersi iscritta la notizia di reato e il nome della persona alla quale il reato stesso è attribuito. L'art. 335-quater, comma 9, c.p.p. prevede la possibilità per le parti di ridiscutere la questione della retrodatazione prima della conclusione dell'udienza preliminare o in sede di questioni preliminari al dibattimento. In dibattimento preceduto da udienza preliminare la questione può essere riproposta solo se già avanzata in sede di udienza preliminare. L'ultimo comma di tale articolo prevede la possibilità di impugnare l'ordinanza del Giudice del dibattimento secondo le disposizioni dell'art. 586 c.p.p. |