Richiesta di proroga del termine per le indagini ai fini dell'esecuzione dell'incidente probatorio (art. 393)

Angelo Salerno

Inquadramento

Il pubblico ministero e la persona sottoposta alle indagini possono chiedere la proroga del termine delle indagini preliminari ai fini dell'esecuzione dell'incidente probatorio, anche nel corso dell'udienza camerale prevista dall'art. 401 c.p.p. Il giudice per le indagini preliminari concede con decreto la proroga per il tempo indispensabile all'assunzione della prova a condizione che ritenga che la parte non potesse formulare tale richiesta anteriormente, anche quando il termine di durata delle indagini scada durante l'esecuzione dell'incidente probatorio. Una volta intervenuta la proroga, l'attività istruttoria può proseguire anche oltre il termine di durata massima delle indagini preliminari stante l'espressa deroga contenuta nell'art. 407, comma 1 c.p.p..

Formula

TRIBUNALE DI.... UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

RICHIESTA DI PROROGA DEL TERMINE DELLE INDAGINI PRELIMINARI AI FINI DELL'ESECUZIONE DELL'INCIDENTE PROBATORIO

(ART. 393 C.P.P.)

Il sottoscritto Avv. [1]...., con Studio in...., via...., difensore di fiducia/ufficio di....

1....., nato a.... il....;

persona sottoposta ad indagini nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R.,

per i reati previsti e puniti dagli artt.

a)....

Commesso/Accertato in...., il....

b)....

Commesso/Accertato in...., il....

CONSIDERATO

che in data.... scadrà il termine delle indagini preliminari;

che in data.... è stata presentata richiesta di incidente probatorio per l'assunzione della seguente prova (specificare);

che tale richiesta non poteva essere presentata anteriormente per i seguenti motivi (precisare le ragioni);

(OPPURE)

che in data.... è stata presentata richiesta di incidente probatorio per l'assunzione della seguente prova (specificare)

che il giudice ha ammesso l'incidente probatorio richiesto con ordinanza in data...., fissando per procedere all'assunzione della prova l'udienza del....

che in data.... scadrà il termine delle indagini preliminari;

RITENUTO

che entro la predetta data di scadenza non possa completarsi l'assunzione della prova;

visto l'art. 393, comma 4 c.p.p.

CHIEDE

la proroga del termine delle indagini preliminari ai fini dell'esecuzione dell'incidente probatorio per il tempo indispensabile all'assunzione della prova.

Luogo e data....

Firma....

PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI....

RICHIESTA DI PROROGA DEL TERMINE DELLE INDAGINI PRELIMINARI AI FINI DELL'ESECUZIONE DELL'INCIDENTE PROBATORIO

(ART. 393 C.P.P.)

AL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

SEDE

Il Pubblico Ministero,

visti gli atti del procedimento penale di cui in epigrafe, a carico di

1....., nato a.... il...., residente in....;

difeso di fiducia/di ufficio dall'Avv..... del Foro di....

in ordine ai reati previsti e puniti dagli artt.

a)....

Commesso/Accertato in...., il....

b)....

Commesso/Accertato in...., il....

CONSIDERATO

che in data.... scadrà il termine delle indagini preliminari;

che in data.... è stata presentata richiesta di incidente probatorio per l'assunzione della seguente prova (specificare);

che tale richiesta non poteva essere presentata anteriormente per i seguenti motivi (precisare le ragioni);

(OPPURE)

che in data.... è stata presentata richiesta di incidente probatorio per l'assunzione della seguente prova (specificare)

che il giudice ha ammesso l'incidente probatorio richiesto con ordinanza in data...., fissando per procedere all'assunzione della prova l'udienza del....

che in data.... scadrà il termine delle indagini preliminari;

RITENUTO

che entro la predetta data di scadenza non possa completarsi l'assunzione della prova;

visto l'art. 393, comma 4 c.p.p.

CHIEDE

la proroga del termine delle indagini preliminari ai fini dell'esecuzione dell'incidente probatorio per il tempo indispensabile all'assunzione della prova.

Manda la Segreteria per gli adempimenti di competenza.

Luogo e data....

Il Pubblico Ministero....

Ai sensi dell'art. 1 d.m. 4 luglio 2023 (G.U. n. 155 del 5 luglio 2023) e dell'art. 1 d.m. 18 luglio 2023 (G.U. n. 166 del 18 luglio 2023), l'atto rientra tra quelli per i quali è provvisoriamente possibile anche il deposito telematico. Tale obbligo decorrerà solo dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022.

[1]La legittimazione del difensore alla presentazione della richiesta – per la quale non è pretesa procura speciale in difetto di indicazioni in tal senso – è rinvenibile nell'art. 99 c.p.p. secondo cui al difensore competono le facoltà e i diritti che la legge riconosce all'imputato a meno che essi non siano riservati personalmente a quest'ultimo. La richiesta può essere presentata dalla parte personalmente, stante il riferimento espresso contenuto nell'art. 393 comma 4 c.p.p. alla “persona sottoposta alle indagini”, anche se in ragione della previsione di cause di inammissibilità della richiesta e della non impugnabilità del provvedimento di diniego del giudice è auspicabile il patrocinio di un avvocato.

Commento

La richiesta di proroga

L'art. 393, comma 4 c.p.p. dispone che il pubblico ministero e la persona sottoposta alle indagini possono chiedere la proroga del termine delle indagini preliminari ai fini dell'esecuzione dell'incidente probatorio.

La Corte costituzionale con la sentenza n. 77/1994 ha dichiarato l'illegittimità degli artt. 392 e 393 c.p.p. nella parte in cui non consentono che nei casi previsti dalla prima di tali disposizioni l'incidente probatorio possa essere richiesto ed eseguito anche nella fase dell'udienza preliminare, in tal modo estendo all'imputato la pletora dei soggetti legittimati alla presentazione della richiesta di incidente probatorio. Va da sé che la sentenza della Corte non esplichi in tutta evidenza alcun effetto con riferimento all'istituto della richiesta di proroga del termine delle indagini preliminari, presupponendo al contrario l'avvenuto esercizio dell'azione penale e l'approdo all'udienza preliminare.

In caso di positiva valutazione da parte del giudice in ordine all'ammissibilità e alla fondatezza della richiesta di incidente probatorio presentata dai soggetti legittimati (pubblico ministero e persona sottoposta alle indagini) il giudice per le indagini preliminari concede con decreto la proroga per il tempo indispensabile all'assunzione della prova a condizione che ritenga che la parte non potesse formulare tale richiesta anteriormente.

Le ragioni possono essere le più varie e dipendono dalla stessa qualità della parte che richiede la proroga. La persona sottoposta alle indagini potrebbe trovarsi nella condizione di avere notizia dell'esistenza dell'indagine solamente in prossimità della scadenza dei termini delle indagini medesime, ove in tale momento abbia ricevuto la notifica dell'informazione di garanzia e sul diritto di difesa per il compimento da parte del pubblico ministero di atti ai quali il difensore ha il diritto di assistere. Il pubblico ministero, dal canto suo, potrebbe valutare sussistente la necessità di procedere ad incidente probatorio solamente a seguito della raccolta di peculiari elementi di indagine che siano intervenuti in fase avanzata rispetto all'approssimarsi della durata massima delle indagini, che peraltro ove il procedimento abbia ad oggetto i reati di cui agli artt. 572,589, comma 2, 589-bis, 590, comma 3, 612-bis c.p. è di un solo anno (art. 406, comma 2-ter c.p.p.) e pertanto non sempre sufficiente all'esaurimento delle attività investigative ove queste siano complesse.

Quanto alla specifica posizione del pubblico ministero, rimane inteso che la disciplina dettata dall'art. 393, comma 4 c.p.p. deve comunque armonizzarsi con la disciplina generale dettata dall'art. 406 c.p.p., cosicché la richiesta di proroga può essere motivata anche facendo riferimento al dettato dei suoi commi 1 e 2: la necessità di precisare le ragioni per cui la richiesta di incidente probatorio non avrebbe potuto essere formulata anteriormente (art. 393, comma 4 c.p.p.) appare pertanto realmente decisiva solo per le richieste di proroghe successive alla prima – e, soprattutto, in prossimità della scadenza del termine di durata massima – e ove non vi siano ulteriori atti di indagine da compiere rispetto a quanto richiesto con l'incidente probatorio.

Una volta intervenuta la proroga, l'attività istruttoria può proseguire anche oltre il termine di durata massima delle indagini preliminari stante l'espressa deroga contenuta nell'art. 407, comma 1 c.p.p. che nell'individuare la durata massima delle indagini preliminari fa “salvo quanto previsto dall'art. 393, comma 4”.

Il termine di durata decorre dalla data in cui il pubblico ministero ha iscritto il nome della persona cui il reato è attribuito nel registro delle notizie di reato, e senza che il giudice per le indagini preliminari possa stabilire una diversa decorrenza, essendo privi di conseguenze processuali eventuali ritardi indebiti, pur abnormi, nell'iscrizione sia della notizia di reato che del nome della persona cui il reato è attribuito (Cass. V, n. 44909/2017, Romano; Cass. S.U., n. 40538/2009).

La disciplina dei termini di durata delle indagini è stata oggetto della c.d. Riforma Cartabia, attuata con d.lgs. n. 150/2022: nella formulazione vigente, l'art. 405 c.p.p. prevede, al comma 2, che, salvo richieste di proroga e fuori dei casi di nuove indagini richieste dall'indagato ai sensi dell'art. 415-bis c.p.p., il Pubblico Ministero sia tenuto a concludere le indagini entro il termine di un anno dalla data in cui il nome della persona cui è attribuito il reato sia stato iscritto nel registro delle notizie di reato.

Tale termine è ridotto a sei mesi qualora si proceda per una contravvenzione, laddove viene elevato a un anno e sei mesi nel caso di procedimenti per reati di cui all'art. 407, comma 2, c.p.p., di più elevata gravità e maggiore allarme sociale.

Il provvedimento del giudice

Il decreto motivato con cui il G.I.P. decide in ordine alla proroga del termine delle indagini preliminari ai fini dell'esecuzione dell'incidente probatorio – di cui deve in ogni caso essere data comunicazione al procuratore generale presso la corte di appello – è inoppugnabile (Cass. VI, n. 3484/1991, P.M. in proc. Parigi ed altri., non risultano pronunce successive difformi), in armonia con quanto accade in linea generale nell'ambito applicativo dell'art. 406 c.p.p. ove il giudice decide con la forma dell'ordinanza (Cass. III, n. 37166/2017, nel dichiarare inammissibile il provvedimento con cui il G.I.P. aveva respinto l'eccezione di nullità della richiesta di proroga, ha da ultimo ribadito che l'ordinanza del G.I.P. che decide sulla richiesta di proroga del termine per la conclusione delle indagini preliminari non è impugnabile, neppure attraverso il ricorso per cassazione). Per vero è stato affermato che tutti i provvedimenti che intervengono nella fase di ammissione sono inoppugnabili, stante il principio di tassatività dei mezzi di impugnazione (impugnazione (Cass. VI, n. 24996/2020; Cass. VI, n. 20453/2020; Cass. V, n. 49030/2017, in motivazione con richiamo a Cass. I, n. 37212/2014).

Il giudice provvede con decreto concedendo la proroga per il tempo indispensabile all'assunzione della prova anche quando il termine di durata delle indagini scada durante l'esecuzione dell'incidente probatorio (art. 393, comma 4 c.p.p.), sempre su richiesta del pubblico ministero e dell'indagato che possono avanzare la richiesta anche oralmente nel corso dell'udienza camerale prevista dall'art. 401 c.p.p.. La questione di legittimità costituzionale dell'art. 393 c.p.p. nella parte in cui subordina alla richiesta di parte il potere del giudice di prorogare il termine delle indagini preliminari per l'espletamento dell'incidente probatorio è stata dichiarata manifestamente inammissibile con ordinanza della Corte costituzionale, n. 70/2001.

Nel caso della richiesta di proroga con incidente probatorio in esecuzione ma non esaurito, non pare possano esservi margini per un decreto di rigetto, visto che la proroga è funzionale al completamento dell'assunzione di una prova già ritualmente ammessa e che neppure osta la scadenza del termine massimo di durata delle indagini preliminari in forza di quanto previsto dall'art. 407, comma 1 c.p.p..

Qualora sia stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari prima della conclusione dell'incidente probatorio, la Suprema Corte ha affermato che non è necessario che il pubblico ministero proceda alla notifica di un nuovo e secondo avviso ex art. 415-bis c.p.p. visto che la procedura dell'incidente probatorio deve ritenersi svincolata dalla conclusione delle indagini (Cass. II, n. 35829/2012).

Un isolato orientamento ha sostenuto che in caso di illegittima o irrituale proroga dei termini per le indagini o per l'illegittimità dell'incidente probatorio è previsto il rimedio dell'inutilizzabilità degli atti di indagine o delle prove acquisite con l'incidente suddetto (Cass. I, n. 1223/1992). Di recente Cass. V, n. 49030/2017 citata ha ritenuto non condivisibile la tesi dell'inutilizzabilità delle prove acquisite con l'incidente probatorio, trattandosi di sanzione che concerne un tipo di invalidità dell'atto processuale derivante dalla mancanza di conformità al modello legale di ammissione o assunzione della prova, mentre nel caso di mancanza di conformità derivante dalla violazione di prescrizioni positive relative alle condizioni di ammissione o assunzione della prova non si rientra nella previsione generale delle “prove illegittimamente acquisite” (art. 191 c.p.p.), occorrendo una previsione specifica di inutilizzabilità c.d. speciale (come avviene nelle ipotesi di cui all'art. 403 e 404 c.p.p.). Ne consegue, in definitiva, che stante la non impugnabilità del provvedimento reso in tema di incidente probatorio, la prova acquisita nonostante il difetto delle condizioni legali per l'espletamento dell'incidente sarebbe in ogni caso utilizzabile ai fini della decisione.

Conclusione non dissimile, ma con percorso argomentativo diverso, è formulabile in caso di mancata richiesta della proroga e di completamento dell'esecuzione ad indagini scadute sulla scorta di Cass. V, n. 15844/2013: la questione della inutilizzabilità è stata respinta alla Corte rilevando che il divieto previsto dall'art. 407, comma 3 c.p.p. di utilizzazione degli atti di indagine eseguiti dopo la scadenza del termine di durata delle stesse, stabilito dall'art. 405, comma 2 c.p.p. o di quello eventualmente prorogato, riguarda solo gli atti di indagine compiuti dal pubblico ministero e, quindi, non è riferibile ad elementi di prova la cui acquisizione sia avvenuta per fatti di terzi, indipendentemente da qualsiasi impulso della pubblica accusa, senza contare che l'incidente probatorio non è un atto d'indagine, bensì un mezzo di acquisizione anticipata della prova per cui non può essere posto in correlazione con termini perentori per il suo espletamento.

L'incidente probatorio può essere richiesto anche dopo la scadenza del termine di durata delle indagini preliminari ma prima dell'instaurazione dell'udienza preliminare solamente ove sia finalizzato all'acquisizione di una prova per cui sussista il concreto pericolo di dispersione, come definito dalle lettere a), b), e), f) e g) dell'art. 392 c.p.p. (Cass. V, n. 35103/2014).

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