Nomina a difensore da parte degli enti e delle associazioni lese dal reato (art. 100)InquadramentoGli enti e le associazioni lese dal reato di cui all'art. 93 c.p.p. possono stare in giudizio anche con l'osservanza delle prescrizioni indicate agli artt. 100 e 101 c.p.p. FormulaNOMINA A DIFENSORE DA PARTE DEGLI ENTI E DELLE ASSOCIAZIONI LESE DAL REATO Al ... (indicare l'autorità giudiziaria) [1] proc. n. ... R.G. Il sottoscritto ..., nato a ... il ..., residente a ... in via ... n. ... nella qualità di rappresentante legale pro tempore della società (oppure associazione) ... con sede in ... via ... n. ... in virtù dei poteri conferiti dalla legge (oppure dallo statuto) oppure da apposita deliberazione (che si allega), legittimato ad intervenire nel procedimento n. ... R.G.N.R. Procura della Repubblica presso il Tribunale di ..., contro ..., imputato del reato previsto e punito dall'art. ..., per aver ... (specificare), NOMINA proprio difensore l'Avv. ..., del Foro di ..., con studio in ..., via ... n. ... conferendo allo stesso conforme PROCURA SPECIALE affinché ai sensi dell'art. 100 c.p.p. lo rappresenti e difenda nel suindicato procedimento, per l'esercizio dei diritti e delle facoltà previsti dall'art. 81 c.p.p. La procura è conferita per ogni stato e grado del processo. Il sottoscritto elegge domicilio presso lo studio del difensore e procuratore speciale, l'Avv. ... del Foro di ..., con studio in ..., via ... n. ... [2] , e dichiara di acconsentire al trattamento dei propri dati personali avendo ricevuto l'informativa di cui all'art. 13, d.lgs. n. 196/2003. Con osservanza ... Autentica di firma: io sottoscritto Avv. ..., generalizzato come sopra, certifico che la firma su apposta è autografa di ... sottoscrizione visto per autentica (sottoscrizione del difensore) [3] . Luogo e data ... 1. Nel caso si ipotizza che la nomina e la procura ad litem sono rilasciate in atto separato, ma entrambi gli atti possono essere posti in calce all'atto di intervento (v., art. 93 c.p.p.). 2. Ai sensi dell'art. 100, comma 5, c.p.p. il domicilio della parte privata si intende eletto presso il difensore. 3. Per il potere di autentica v. art. 100, comma 2, c.p.p. CommentoPrincipi generali Gli enti e le associazioni rappresentativi degli interessi lesi dal reato che si siano formati prima del fatto di reato, riconosciuti dalla legge e che abbiano acquisito il consenso della persona e si trovino nelle condizioni stabilite dall'art. 93 c.p.p., in base all'art. 100 c.p.p., stanno in giudizio con il ministero di un solo difensore munito di procura speciale autenticata dal difensore o da altra persona abilitata. In pratica, solo quando la procura speciale è apposta in calce o a margine della dichiarazione di costituzione o di intervento del responsabile civile, l'autografia della sottoscrizione della parte è certificata dal difensore. Negli altri casi, la procura speciale deve essere rilasciata con atto pubblico o con scrittura privata autenticata da un pubblico ufficiale. A tale riguardo, ai sensi dell'art. 39 disp. att. c.p.p. fermo quanto previsto da speciali disposizioni, l'autenticazione della sottoscrizione di atti, per i quali il codice prevede tale formalità, può essere effettuata, oltre che dal funzionario di cancelleria, dal notaio, dal difensore, dal sindaco, da un funzionario delegato dal sindaco, dal segretario comunale, dal Giudice di pace, dal presidente del Consiglio dell'ordine forense o da un consigliere da lui delegato. Al riguardo occorre distinguere fra la procura speciale rilasciata a norma dell'art. 100 c.p.p., che conferisce al difensore lo ius postulandi, ossia la rappresentanza tecnica o c.d. rappresentanza necessaria in giudizio e l'art. 101 c.p.p. che, per la difesa degli enti e associazioni rappresentative di interessi lesi dal reato, è prevista una deviazione dall'impianto fissato in generale per la persona offesa, operandosi un rinvio all'art. 100 c.p.p. Dunque, questi soggetti soggiacciono alla disciplina peculiare per le altre parti private, prima fra tutte la necessità di dotarsi di un rappresentante tecnico per essere “presente” nel procedimento. L'art. 100, comma 1, c.p.p. prevede, infatti, la regola dell'«onere di patrocinio» atteso il rapporto civilistico sottostante la legittimazione a “stare” nel processo penale; per ciò, è apparso utile prevedere un unico modulo difensivo ispirato alle dinamiche processualcivilistiche. La norma regola una forma di rappresentanza necessaria, ispirata all'esigenza di riservare il campo di azione processuale a soggetti tecnicamente qualificati in grado di compiere attività, comprendendone il significato e prevedendone, dunque, gli effetti. L'art. 100, comma 3, c.p.p. stabilisce la presunzione che la procura si intende conferita per un solo grado del giudizio: la presunzione può essere vinta dalla manifestazione di volontà della parte, desumibile dall'interpretazione del mandato, di attribuire il potere a proporre appello, anche se il mandato alle liti non contiene un testuale riferimento espresso all'interposizione del detto gravame (Cass. S.U., n. 44712/2004; Cass. VI, n. 21898/2014). In forza di tale principio, sono state ritenute idonee a superare la presunzione di cui all'art. 100, comma 3, c.p.p. formule generiche, ma potenzialmente comprensive del potere impugnazione, quali «difenderla nel procedimento penale», «con ogni più ampia facoltà difensiva, nessuna esclusa ed eccettuata», «a costituirsi parte civile nel procedimento penale, allo scopo di ottenere il risarcimento del danno in conseguenza dei fatti di cui all'imputazione», «ogni grado di giudizio» ed altre similari. Numero di difensori È ammessa la nomina di un solo difensore. Nel caso in cui venga nominato un secondo difensore, opera il principio dettato dall'art. 24 disp. att. e coord. secondo cui deve considerarsi priva di efficacia la nomina di un secondo difensore di fiducia nominato dalla parte civile in eccesso. Forme e durata della procura Per l'esercizio della funzione difensiva è previsto il rilascio di una procura speciale, vale a dire il mandato ad litem conferito al difensore dal soggetto legittimato a costituirsi “parte” nel processo e a rappresentare l'ente (tendenzialmente il rappresentante legale). Questo è atto diverso dalla procura speciale di cui si possono servire gli stessi soggetti (artt. 84, comma 1, 85, comma 1, 89, comma 1 e 122 c.p.p.): gli atti possono essere contenuti nello stesso atto, purché vi sia certezza di entrambi. L'atto consiste in un'espressa manifestazione di volontà dell'interessato, finalizzata all'esternalizzazione del conferimento dell'incarico. Non sono richieste formule sacramentali, bastando che il tenore dei termini usati escluda ogni incertezza sulla volontà del conferente (Cass. IV, 26 marzo 2004) per cui è stato riconosciuto valido il mandato in calce alla costituzione era scritto: “nominiamo nostro difensore l'Avv. ... conferendogli ogni facoltà di legge”. Occorre, tuttavia, la certezza circa il procedimento cui si riferisce (Cass. S.U., 18 giugno 1993, De Paoli) vale a dire l'individuazione del procedimento per il quale si è instaurato il rapporto difensivo e il reato al quale si riferisce, dovendosi, con ciò, considerare implicitamente chiariti anche i fatti e l'oggetto che ad essa attengono (Cass. IV, 20 aprile 1993, Tomassutti). V., Cass. IV, 28 settembre 2006 la quale ha ritenuto insufficiente il conferimento fondato sull'assegnazione di “ogni facoltà di legge”. Occorre anche la tempestività dell'atto (Cass. S.U., n. 47239/2014). La procura speciale deve essere conferita con atto pubblico (art. 2699 c.c.) o scrittura privata autenticata (art. 2703 c.c.) dallo stesso difensore o da altra persona abilitata. Il potere di autenticazione della firma è regolato all'art. 100, comma 1, c.p.p., che prevede un potere di autenticazione riferito alla procura rilasciata in atto autonomo in altri termini si attesta - in qualità di pubblico ufficiale ai sensi dell'art. 2703 c.c. - l'apposizione della firma in sua presenza dopo avere accertato l'identità del sottoscrittore; l'art. 100, comma 2, c.p.p. fissa un potere di certificazione dell'autografia della sottoscrizione apposta nell'atto di costituzione (in calce o a margine), vale a dire certifica la verità della firma, vale a dire un'attività di accertamento minore rispetto all'autenticazione. Il potere di autenticazione/certificazione compete solo al difensore incaricato, non discendendo da una legittimazione generalizzata riguardante qualunque professionista; pertanto è priva di effetti l'autentica realizzata dal patrocinatore diverso da quello che difende la parte (Cass. IV, 21 febbraio 2008). In sede applicativa si ammette la doppia valenza della sottoscrizione apposta dal difensore in calce all'atto di costituzione, ancorché successiva alla data in esso figurante, assolvendo, oltre che alla funzione di cui all'art. 84, comma 1, lett. e), anche a quella di autenticazione della firma del danneggiato sulla procura speciale, quando a questa si faccia riferimento nell'atto di costituzione ed entrambi gli atti siano poi depositati nella medesima data (Cass. I, 14 maggio 2009; Cass. V, n. 27767/2004). L'autenticazione della sottoscrizione si ritiene superflua in caso di procura depositata personalmente in udienza ex art. 84, comma 4, c.p.p. Efficacia dei poteri di rappresentanza La procura ha un'efficacia presunta solo per il grado nel quale interviene. Quanto alla possibilità di resistere e contraddire a impugnazioni proposte dalle altre parti, l'art. 100 va letto unitamente all'art. 84 c.p.p. e al principio di immanenza. Quanto al potere di impugnazione, la presunzione dell'art. 100, comma 3, c.p.p. può essere vinta dall'univoca manifestazione di volontà della parte, desumibile dall'interpretazione del mandato. In altri termini, la volontà deve ritenersi sussistente nel caso di richiamo globale ad “ogni grado di giudizio”, mentre deve essere esclusa nel caso di procura contenente il semplice riferimento ad “ogni facoltà di legge”, riferimento che, in assenza di ulteriori specificazioni, deve essere riportato al solo grado di giudizio in cui il conferimento è stato operato: così, Cass. V, 25 giugno 2008. La volontà di superare la limitazione di cui all'art. 100, comma 3 deve emergere dal mandato difensivo e non può essere desunta né dal contenuto delle procure previste dagli artt. 84 e 122 c.p.p., né da circostanze esterne. L'art. 100, comma 4, c.p.p., riconosce che il difensore ha la possibilità di compiere “tutti gli atti del procedimento che dalla legge non sono [ ... ] espressamente riservati”, è chiaro che al professionista è interdetto l'esercizio di determinate attività attribuite in via tassativa esclusivamente alla parte. Domiciliazione Ai sensi dell'art. 100, comma 5, c.p.p. il domicilio dell'ente s'intende eletto, per ogni effetto processuale, presso il difensore, la fase esecutiva) ad uno o più avvocati. |