Dichiarazione di mancata accettazione dell'incarico (art. 107)InquadramentoIl difensore che non accetta l'incarico conferitogli ne dà subito comunicazione all'autorità procedente e a chi lo ha nominato. La non accettazione ha effetto dal momento in cui è comunicata all'autorità procedente. Formula
ATTO DI NON ACCETTAZIONE DELL'INCARICO DI DIFENSORE DI FIDUCIA EX ART. 107 C.P.P. Al.... (indicare l'autorità giudiziaria) Il sottoscritto difensore, giusta nomina agli atti, del Sig....., nato a...., il.... residente in...., via...., n....., indagato (oppure) imputato nel procedimento penale n..... R.N.R., in ordine al reato di cui all'art..... c.p. DICHIARA con il presente atto che il predetto incarico non può essere accettato in quanto..... Tutto ciò premesso, il sottoscritto difensore, COMUNICA all'Ill.mo (autorità).... che non intende accettare il predetto incarico per i summenzionati motivi. Tale decisione è già stata portata a conoscenza dell'interessato. Luogo e data.... Firma.... CommentoPrincipi generali Tra le vicende modificative del rapporto fiduciario tra difensore e assistito si annovera la non accettazione, vale a dire la mancata accettazione volontaria del rapporto professionale, purché non si tratti della difesa d'ufficio. L'istituto, che opera per i difensori fiduciari di tutte le parti private (ma vale anche per la persona offesa e gli enti e associazioni rappresentativi degli interessi lesi dal reato), riposa sulla libera disponibilità e volontarietà del rapporto (assente proprio nel caso della nomina di un difensore di fiducia, tanto che l'art. 105 c.p.p. prevede delle sanzioni disciplinari in caso di rifiuto) e sulla negozialità espressa anche attraverso il libero recesso del difensore, senza che abbiano rilievo alcuno i motivi della scelta. Esso palesa, peraltro, la piena autonomia e indipendenza dell'attività difensiva. Condizioni Ai fini della non accettazione è necessario che il difensore non abbia compiuto alcun atto tipico della difesa tecnica in ragione del mandato conferitogli. Qualora sia stato posto in essere un atto, il suo compimento rappresenterebbe una tacita accettazione del mandato, per cui non potrebbe operare la non accettazione ma, piuttosto, la rinuncia, con conseguente ultra-operatività del mandato fino alla nomina del sostituto ai sensi dell'art. 107, comma 3, c.p.p. Formalità La cessazione del mandato difensivo per mancata accettazione, in assenza di una diversa indicazione legale, è un atto a forma libera: ad essa si adattano le forme e le modalità previste all'art. 96, comma 2, c.p.p. La legge non richiede che vengano indicati i motivi della non accettazione. Rinuncia tacita È esclusa la possibilità che la mancata accettazione sia ricavabile per facta concludentia, in quanto è estraneo all'impegno dell'A.G. valutare se determinati comportamenti implichino la volontà di dismettere l'incarico (Cass. III, n. 1346/1997; Cass. VI, n. 3898/1996), anche se, in senso contrario è stata considerata una forma di dismissione dell'incarico la mancata partecipazione a tutte udienze del giudizio di primo grado da parte di uno dei due professionisti nominati (v., Cass. VI, n. 6660/1997). La rinuncia al mandato da parte del difensore domiciliatario, con contestuale espressa dichiarazione, comunicata all'autorità procedente, di non accettare le notifiche presso il proprio studio, priva di efficacia anche la precedente elezione di domicilio, che diviene inidonea ex art. 161, comma 4, c.p.p., in quanto non in grado di assolvere alla funzione propria di garantire la conoscenza degli atti del processo (Cass. IV, n. 13236/2022). Termini Il difensore nel caso di non accettazione del mandato deve darne (subito) tempestiva comunicazione all'autorità giudiziaria alla quale ai sensi dell'art. 96, comma 2, c.p.p. è stata comunicata l'avvenuta nomina (oltre a colui che gli ha conferito l'incarico). La legge stabilisce che l'effettuazione venga operata con tempestività, considerato che gli effetti della nomina decorrono dal momento nel quale l'autorità giudiziaria riceve la comunicazione, analogo appare l'effetto nel caso della non accettazione dell'incarico. Effetti La non accettazione riposa sul mancato perfezionamento del negozio tra nominante e nominato ed è onere per il nominato operare la comunicazione all'autorità procedente. La non accettazione del ministero difensivo ha effetti dal momento in cui è comunicata all'autorità procedente. La susseguente sostituzione, con altro difensore, impedisce il decorso del termine di decadenza ad impugnare con riferimento al primo legale, bensì comincia a ridecorrere proprio dalla data dell'intervenuta nomina del suo successore (Cass. I, n. 41963/2012). Occorre, dunque, la tempestività della comunicazione quale onere per svincolarsi dalla difesa ed evitare ritardi ingiustificati al procedimento. A dispetto della rinuncia o revoca, la disciplina non appare ispirata alla necessità della continuità e immanenza del difensore dell'imputato; la non accettazione importa la necessità di designare un nuovo difensore di fiducia o d'ufficio, ma non un sostituto secondo l'art. 97, comma 4, c.p.p. (Cass. III, n. 26076/2007). |