Ricorso per cassazione contro provvedimenti cautelari (art. 325)InquadramentoPossono essere impugnate davanti al giudice di legittimità, senza effetto sospensivo e soltanto per violazione di legge, le ordinanze emesse in sede di riesame in materia di sequestro preventivo e di sequestro conservativo o di appello in materia di sequestro preventivo ovvero, omisso medio e in via alternativa alla richiesta di riesame, direttamente il decreto di sequestro emesso dal giudice. Il ricorso per cassazione può essere proposto soltanto con il necessario ausilio di un difensore di fiducia o di ufficio iscritto nell'albo speciale della Corte di cassazione (come chiarito dalle Sezioni Unite della Corte di cassazione, con la sentenza n. 8914 del 2018, che ha anche dichiarato manifestamente infondata la questione di illegittimità costituzionale dell'art. 613 c.p.p., come modificato dall'art. 1, comma 55, legge n. 103 del 2017, sollevata per asserita violazione degli artt. 24,111, comma 7, Cost. e 6Conv. EDU, nella parte in cui non consente più la proposizione del ricorso in cassazione all'imputato personalmente, osservando che rientra nella discrezionalità del legislatore richiedere la rappresentanza tecnica per l'esercizio delle impugnazioni in cassazione, senza che ciò determini alcuna limitazione delle facoltà difensive, e precisando che l'elevato livello di qualificazione professionale richiesto dall'esercizio del diritto di difesa in cassazione rende ragionevole l'esclusione della difesa personale, tanto più in un sistema che ammette il patrocinio a spese dello Stato). FormulaALLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE IN SEDE PENALE [1] RICORSO PER CASSAZIONE [2] * * * Il sottoscritto Avv....., con studio in...., via...., codice fiscale...., PEC.... @...., iscritto nell'albo speciale per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori dal...., difensore di fiducia (ovvero di ufficio), di 1....., nato a.... il....; 2....., nata a.... il.... indagato (ovvero imputato) nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R., pendente presso la procura della Repubblica di....; per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.).... per i reati previsti e puniti dagli artt. a).... c.p. b)...., l. n..... /.... c)...., d.P.R. n..... d)...., d.lgs. n..... PROPONE RICORSO avverso l'ordinanza emessa il.... dal Giudice per le Indagini Preliminari (ovvero dal Giudice dell'udienza preliminare presso il Tribunale di....) (ovvero dal Tribunale di.... in composizione monocratica), con la quale (indicare il contenuto del provvedimento impugnato), per i seguenti MOTIVI [3] 1. Violazione dell'art. 606, lett. b) c.p.p. (in relazione all'art..... [4] c.p.). (Esporre, in maniera chiara e sintetica, un breve resoconto della vicenda procedimentale e un ancor più breve sunto dell'ordinanza). Tale decisione non convince. In primo luogo, secondo la tradizionale giurisprudenza, (rappresentare, con altrettanta sintesi, il quadro normativo e giurisprudenziale in cui deve inquadrarsi la dedotta violazione). Nel caso di specie, può osservarsi come (descrivere la ravvisata inosservanza o erronea applicazione della legge penale o di altre norme giuridiche, di cui si deve tener conto nell'applicazione della legge penale). Si precisa dunque, in relazione a quanto sinora esposto, (indicare in estrema sintesi, l'oggetto, il contenuto, le implicazioni del vizio dedotto). 2. Violazione dell'art. 606, lett. c) c.p.p. (in relazione all'art..... [5] c.p.p.). (Esporre, in maniera chiara e sintetica, un breve resoconto della vicenda procedimentale e un ancor più breve sunto dell'ordinanza). Le conclusioni a cui è pervenuto il giudicante non appaiono corrette. In primo luogo, secondo la tradizionale giurisprudenza, (rappresentare, con altrettanta sintesi, il quadro normativo e giurisprudenziale in cui deve inquadrarsi la dedotta violazione). Nel caso di specie, può osservarsi come (descrivere la ravvisata inosservanza delle norme processuali stabilite a pena di nullità, di inutilizzabilità, di inammissibilità o di decadenza). Si precisa dunque, in relazione a quanto sinora esposto, (indicare in estrema sintesi, l'oggetto, il contenuto, le implicazioni del vizio dedotto). Ci si duole, in conclusione, dell'inosservanza e dell'erronea applicazione della legge penale (e processuale penale), nei profili sopra evidenziati, del provvedimento impugnato e si chiede che la Suprema Corte adìta voglia porvi rimedio, accogliendo le seguenti CONCLUSIONI Voglia la Suprema Corte di Cassazione, in accoglimento della proposta impugnazione, annullare l'ordinanza di cui in premesse, con ogni conseguente pronuncia. Si indicano quali atti oggetto delle censure dedotte con i motivi del ricorso: – Ordinanza del (indicare l'autorità giudiziaria emittente) in data....; –.... –..... Si allegano i seguenti documenti [6]. 1)....; 2)..... Luogo e data.... Firma.... Ai sensi dell'art. 1 d.m. 4 luglio 2023 (G.U. n. 155 del 5 luglio 2023) e dell'art. 1 d.m. 18 luglio 2023 (G.U. n. 166 del 18 luglio 2023), l'atto rientra tra quelli per i quali è provvisoriamente possibile anche il deposito telematico. Tale obbligo decorrerà solo dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022. [1]Secondo il Protocollo d'intesa tra la Corte di Cassazione e il Consiglio Nazionale Forense in merito alle regole redazionali dei motivi di ricorso in materia penale del 17 dicembre 2015, per quanto riguarda i caratteri e l'impaginazione, si prescrive: “Utilizzare fogli A4 (naturalmente anche intestati); margine orizzontale sinistro 3,5 cm (così che non sia di impedimento in caso di fascicolazione); margine orizzontale destro almeno 2,5 cm; margini verticali 2,5 cm; carattere preferibilmente Verdana (facilita la modificazione del formato), dimensione di almeno 12 pt nel testo e con un'interlinea 1,5”. [2]In linea con le previsioni del codice di procedura penale, l'atto dovrà contenere i seguenti elementi secondo le indicazioni dello schema: 1) parte ricorrente; 2) provvedimento impugnato; 3) indicazione della norma incriminatrice; 4) eventuale altro riferimento normativo attinente all'oggetto del ricorso; 5) esposizione dei motivi, ciascuno articolato come segue: – epigrafe – esposizione – precisazioni; 6) conclusioni; 7) indicazione degli atti oggetto delle censure dedotte con i motivi del ricorso; 8) sottoscrizione; 9) indice degli allegati (citato Protocollo d'intesa). [3]I motivi di impugnazione, esposti separatamente in relazione alle singole doglianze dovranno essere articolati in Epigrafe - Esposizione - Precisazioni, intese queste ultime come oggetto, contenuto, implicazioni del vizio dedotto. In particolare: – i vizi di legittimità dovranno essere esposti distinguendo le singole doglianze con riferimento ai casi dell'art. 606 c.p.p. ovvero ad altre norme; – ogni motivo dovrà essere introdotto da una epigrafe che indichi il vizio dedotto, le norme che si assumono violate e i riferimenti alla fattispecie prevista dall'art. 606 c.p.p. ovvero ad altre norme; – l'esposizione dei motivi, avente caratteristiche di sinteticità e chiarezza, dovrà evitare la riproduzione del contenuto degli atti processuali oggetto del gravame essendo sufficiente la specifica indicazione degli stessi integrata dalla elencazione di seguito prevista; – dovranno evitarsi altresì ridondanti trascrizioni di riferimenti giurisprudenziali; – in calce ad ogni singola doglianza saranno precisati, in relazione a quanto specificamente esposto, l'oggetto, il contenuto, le implicazioni del vizio dedotto. La redazione dei motivi aggiunti seguirà le medesime indicazioni di cui ai punti che precedono (citato Protocollo d'intesa). [4]Ad esempio, laddove eventuali violazioni della legge sostanziale ripercuotano i loro effetti sui diritti e sulle situazioni giuridiche tutelate di terzi soggetti. [5]In particolare, degli artt. 316-320 (per quanto attiene al sequestro conservativo), 321-323 (per quanto attiene al sequestro preventivo) e 324 c.p.p. (disciplina comune in tema di procedimento di riesame). [6] In relazione al requisito dell'autosufficienza gli atti oggetto di doglianza dovranno essere specificamente indicati nel corpo dei motivi con ciò evitando integrali copiature degli stessi. In calce al ricorso andrà compilato un elenco degli atti menzionati ed utili alla valutazione, indicando per ciascuno di essi la posizione nel fascicolo processuale, così da agevolarne la consultazione (citato Protocollo d'intesa). CommentoContro le ordinanze di riesame (relative a provvedimenti di sequestro conservativo e preventivo) e di appello (in materia di sequestro preventivo) ovvero, entro il termine previsto per la richiesta di riesame, direttamente per saltum contro il decreto di sequestro preventivo (e non contro l'ordinanza di sequestro conservativo) emesso dal giudice, le parti legittimate possono proporre ricorso per cassazione, esclusivamente per violazione di legge (art. 325, commi 1-2 c.p.p.). Notiamo come, a monte, la legittimazione a proporre il riesame avverso le due tipologie di sequestro cautelare presenti significative discrasie: – per il sequestro conservativo, possono proporre gravame ex art. 318, comma 1 c.p.p., tutti coloro che vi abbiano interesse (e dunque, in presenza di tale interesse, anche la parte civile e i terzi titolari, in relazione alla res incisa dal vincolo, di situazioni giuridiche tutelate dall'ordinamento); – per il sequestro preventivo, l'art. 322, comma 1 c.p.p. consente l'impugnazione soltanto all'imputato e al suo difensore, alla persona alla quale le cose sono state sequestrate e a quella che avrebbe diritto alla loro restituzione. Le differenti finalità, schiettamente penalistiche nel secondo caso e dirette invece nel primo alla garanzia delle obbligazioni, sostanzialmente pecuniarie, derivanti dal reato, giustificano questa differente architettura ordinamentale, coerente con l'accessorietà dell'azione civile coltivata nel processo penale. Tuttavia, la norma che regola le impugnazioni davanti al giudice di legittimità per entrambe le cautele reali (art. 325 c.p.p.) richiama pedissequamente il (più ristretto) novero dei soggetti legittimati alla richiesta di riesame contro il sequestro preventivo. La giurisprudenza, a fronte di tale apparente antinomia, ha chiarito i perimetri applicativi dei vari rimedi impugnatori, nell'ambito di un'esegesi sistematica declinata secondo un approccio necessariamente casistico. Corte cost. n. 424/1998, ha dichiarato manifestamente infondata, in relazione all'art. 24 Cost., la questione di legittimità del combinato disposto degli artt. 318,322-bis e 325 c.p.p., nella parte in cui non consente alcun mezzo di impugnazione alla parte civile contro provvedimento di diniego del sequestro conservativo: secondo una prospettiva informata al favor separationis, non è precluso alla parte civile di agire nella sede propria per il conseguimento della sua pretesa. È dunque conforme ai principi generali dell'ordinamento processuale penale un assetto in cui: – non è ammissibile il ricorso per saltum contro l'ordinanza che dispone il sequestro conservativo, in quanto rimedio non previsto dalla legge processuale (Cass. V, n. 50946/2017, che esclude anche la possibilità di impugnare in tal modo il provvedimento di conversione, ex art. 323, comma 4 c.p.p., dal vincolo preventivo a quello conservativo); – la parte civile non è legittimata a ricorrere per cassazione: • contro il provvedimento che, in sede di riesame, abbia annullato o revocato l'ordinanza di sequestro conservativo disposto in suo favore (Cass. S.U., n. 47999/2014); • contro l'ordinanza del riesame che abbia annullato il sequestro disposto in prima istanza (Cass. S.U., n. 15290/2017, secondo cui la limitazione dei mezzi di impugnazione non è in contrasto né con l'art. 24 Cost., né con la direttiva 2012/29/UE in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato, in quanto il sistema processuale penale e civile, complessivamente considerato, garantisce alla vittima del reato appropriati strumenti di tutela dei propri diritti); • contro il provvedimento che, in sede di riesame, abbia dichiarato inammissibile l'appello avverso l'ordinanza con la quale era stata rigettata l'istanza di sequestro conservativo da essa proposta (Cass. III, n. 42230/2015). Ciò premesso, occorre aggiungere come, per quanto attiene alla disciplina procedimentale, deve farsi riferimento agli artt. 311, commi 3-4-5 e 325, comma 3, c.p.p. Il termine per proporre ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 325, comma 1, c.p.p. avverso le ordinanze emesse dal tribunale all'esito di appello o di riesame nei confronti di provvedimenti in materia di misure cautelari reali non è quello di dieci giorni previsto dall'art. 311, comma 1, c.p.p., che si riferisce esclusivamente alla materia delle misure cautelari personali e non viene richiamato dal successivo art. 325 c.p.p., ma quello ordinario di quindici giorni di cui all'art. 585, comma 1, lett. a), c.p.p. stabilito per le decisioni adottate in camera di consiglio, decorrente, secondo il disposto del successivo comma 2, lett. a), della medesima disposizione, dal momento della comunicazione o notificazione dell'avviso di deposito dell'ordinanza (cfr. Cass. III, n. 13737/2019). Per proporre ricorso per saltum, il termine è invece quello di dieci giorni, exartt. 325, comma 2 e 324, comma 1, c.p.p. Per quanto riguarda le modalità di presentazione del ricorso, va rilevato che è stato inserito dal decreto legislativo n. 150/2022 (c.d. riforma Cartabia) un esplicito richiamo alla norma dell'articolo 582 del codice di procedura penale che disciplina le forme della presentazione delle impugnazioni; in precedenza infatti, in assenza del richiamo (presente invece negli articoli 309 e 310 c.p.p.) la giurisprudenza ricorreva al criterio dell'interpretazione analogica. L'articolo 582 c.p.p. è stato a sua volta modificato mediante richiamo alle forme del deposito telematico previste dall'art. 111-bis del codice di procedura penale. il ricorso (che deve enunciare i motivi di impugnazione, salva la facoltà del ricorrente di enunciare di nuovi prima dell'inizio della discussione), il ricorso va presentato nella cancelleria del giudice che ha emesso la decisione di appello o di riesame ovvero, nel caso di ricorso per saltum, in quella del giudice che ha emesso il provvedimento cautelare. Dell'avvenuta presentazione del ricorso è dato immediato avviso all'autorità giudiziaria procedente che, entro il giorno successivo, trasmette gli atti alla corte di cassazione. Anche l'impugnazione davanti al giudice di legittimità non ha effetti sospensivi sulla esecutività del provvedimento cautelare. Il giudice che procede ha l'obbligo di depositare tutti gli atti alla Corte di Cassazione che provvede in camera di consiglio. Il procedimento previsto dall'articolo 611 c.p.p. per la trattazione dei ricorsi per cassazione è stato profondamente innovato dal già menzionato decreto legislativo n. 150/2022 (c.d. riforma Cartabia). La Corte di cassazione deve decidere entro 30 giorni (ma trattasi di termine ordinatorio, per la cui inosservanza non è prevista alcuna conseguenza processuale), e procede con l'osservanza delle forme dell'udienza camerale partecipata ex art. 127 c.p.p., nella quale le parti, se comparse, espongono le proprie ragioni, ed hanno facoltà di proporre, prima dell'inizio della discussione, motivi nuovi. Il procedimento previsto dall'articolo 611 c.p.p. per la trattazione dei ricorsi per cassazione è stato profondamente innovato dal già menzionato decreto legislativo n. 150/2022 (c.d. riforma Cartabia), perseguendo gli obiettivi del risparmio di risorse giudiziarie e dell'abbattimento dei tempi del processo, attraverso l'incentivazione della celebrazione del giudizio davanti alla Corte di cassazione in camera di consiglio con contraddittorio “cartolare”, in linea con l'analogo intervento apportato nella disciplina del giudizio di appello. In particolare, a norma dell'art. 611, comma 1-quinquies, c.p.p., le parti ricevono avviso della data di udienza almeno venti giorni “liberi” (ovvero computati senza tener conto del giorno in cui viene ricevuto l'avviso e di quello fissato per la celebrazione dell'udienza), e la parte interessata ha l'onere di formalizzare la richiesta di partecipazione entro 5 giorni dalla ricezione dell'avviso, procedendosi, in caso contrario, con rito meramente cartolare; le parti possono, inoltre, presentare conclusioni, motivi nuovi e memorie fino a dieci giorni prima dell'udienza, e memorie di replica fino a tre giorni prima dell'udienza. La Corte, per la rilevanza delle questioni sottoposte al suo esame, può disporre, anche in assenza di una richiesta di parte, la trattazione con discussione orale in pubblica udienza o in camera di consiglio partecipata (art. 611 comma 1-quater e 1-quinquies). La disposizione non è ancora in vigore: la sua vigenza è stata ulteriormente differita dall'art. 17, comma 1, d.l. n. 75 del 2023, a norma del quale “All'articolo 94, del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, il comma 2 è sostituito dal seguente: «Per le impugnazioni proposte sino al quindicesimo giorno successivo alla scadenza del termine del 31 dicembre 2023, di cui ai commi 1 e 3 dell'articolo 87 continuano ad applicarsi le disposizioni di cui agli articoli 23, commi 8, primo, secondo, terzo, quarto e quinto periodo, e 9, e 23-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 7, del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176. Se sono proposte ulteriori impugnazioni avverso il medesimo provvedimento dopo la scadenza dei termini indicati al primo periodo, si fa riferimento all'atto di impugnazione proposto per primo.»”. La Corte, per la rilevanza delle questioni sottoposte al suo esame, può disporre, anche in assenza di una richiesta di parte, la trattazione con discussione orale in pubblica udienza o in camera di consiglio partecipata (art. 611 comma 1-quater e 1-quinquies). Il ricorrente deve specificare a pena di inammissibilità i motivi del ricorso indicando tutte leviolazioni di legge ravvisate che a suo avviso inficiano il provvedimento impugnato. Non è consentito dedurre vizi di contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione; peraltro, sub specie di violazioni di legge è consentito dedurre la carenza assoluta o la mera apparenza di essa: “Il ricorso per cassazione contro ordinanze emesse in materia di sequestro preventivo o probatorio è ammesso solo per violazione di legge, in tale nozione dovendosi comprendere sia gli errores in iudicando o in procedendo, sia quei vizi della motivazione così radicali da rendere l'apparato argomentativo posto a sostegno del provvedimento o del tutto mancante o privo dei requisiti minimi di coerenza, completezza e ragionevolezza e quindi inidoneo a rendere comprensibile l'itinerario logico seguito dal giudice” (orientamento consolidato a partire da Cass. S.U., n. 25932/2008). |