Istanza di oblazione processuale (art. 162 c.p.)InquadramentoNel corso delle indagini preliminari l'indagato può formulare istanza di ammissione all'oblazione qualora oggetto del procedimento penale sia una contravvenzione sanzionata con la sola pena dell'ammenda. Il provvedimento di ammissione del giudice e il pagamento da parte del contravventore di un terzo del massimo edittale della pena prevista per il reato in contestazione (oltre alle spese procedimentali) determinano l'estinzione del reato e la conseguente conclusione del procedimento con il decreto di archiviazione. FormulaAL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI PRESSO IL TRIBUNALE DI.... ISTANZA DI OBLAZIONE PROCESSUALE (ARTT. 162 C.P. E 141 DISP. ATT. C.P.P.) Il sottoscritto Avv..... [1], con studio in.... via...., quale difensore di ufficio/fiducia come da atto di nomina già depositato in data.... ovvero come da atto di nomina allegato, di: ...., nato a...., il...., residente a.... in via...., con domicilio ivi dichiarato ovvero con domicilio eletto presso....; INDAGATO/IMPUTATO NEL PROCEDIMENTO PENALE N..... /.... R.G.N.R.; per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.)...., commesso in...., il....; ovvero per i reati previsti e puniti [2] dagli artt.: a).... c.p., commesso in...., il....; b).... legge.... /...., commesso in...., il....; c).... d.P.R..... /...., commesso in...., il....; d).... d.lgs..... /...., commesso in...., il....; avendo ricevuto in data.... la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari; rilevato che il reato di cui all'art..... è una contravvenzione punita con la sola pena dell'ammenda; visti gli artt. 162 c.p. e 141 disp. att. c.p.p., CHIEDE che l'indagato sia ammesso all'oblazione, ovvero a pagare una somma corrispondente alla terza parte del massimo della pena stabilita dalla legge per la contravvenzione suddetta, oltre alle spese del procedimento. Si allega: 1) avviso di conclusione delle indagini preliminari; 2) atto di nomina a difensore di fiducia. Luogo e data.... Firma.... Ai sensi dell'art. 1 d.m. 4 luglio 2023 (G.U. n. 155 del 5 luglio 2023) e dell'art. 1 d.m. 18 luglio 2023 (G.U. n. 166 del 18 luglio 2023), l'atto rientra tra quelli per i quali è provvisoriamente possibile anche il deposito telematico. Tale obbligo decorrerà solo dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022. [1]La richiesta di ammissione all'oblazione può essere presentata direttamente dall'indagato oppure dal suo difensore (di fiducia o di ufficio). Le Sezioni Unite della Cassazione (Cass. S.U., n. 47923/2009) hanno precisato che il difensore può legittimamente presentare la domanda di oblazione anche se privo di procura speciale. [2]Nel caso in cui il procedimento penale abbia ad oggetto più reati, l'istanza di oblazione può essere limitata ad alcuni dei reati iscritti (o perché non tutti oblabili o per scelta difensiva). In questo caso, il pagamento della somma di denaro fissata dal giudice determinerà lo stralcio per i reati estinti per oblazione e la prosecuzione del procedimento per gli altri reati. CommentoL'art. 162 c.p. disciplina, fra le cause di estinzione del reato, l'oblazione. Quella prevista dal suddetto articolo del codice penale è definita oblazione processuale, in quanto opera nel corso del procedimento penale e prevede l'intervento del giudice. L'ordinamento contempla anche altre forme di oblazione, ma di tipo extraprocessuale, in quanto, pur comportando il medesimo effetto (estinzione del reato), operano in sede amministrativa. Per l'operatività di tali forme di oblazione non è sufficiente il pagamento di una somma di denaro, occorrendo anche l'ottemperanza alle prescrizioni impartite al contravventore (si pensi all'art. 318-septies d.lgs. n. 152/2006 in materia di rifiuti e all'art. 24 d.lgs. n. 758/1994 in materia di violazione di norme antinfortunistiche). La Suprema Corte ha precisato che l'oblazione ordinaria non è alternativa all'oblazione speciale di cui agli artt. 318-bis e seguenti del d.lgs. n. 152/2006, potendo essere esercitata non solo quando non ricorrano le condizioni per l'esperimento della procedura estintiva di settore, ma anche quando il contravventore abbia ritenuto di non avvalersene (Cass. III, n. 24633/2021). L'istituto dell'oblazione processuale coniuga la necessità di definire celermente il procedimento penale avente ad oggetto reati minori con l'esigenza dello Stato di mantenere la pretesa punitiva su condotte illecite meritevoli di sanzione penale. Va sottolineato, tuttavia, che gli interventi legislativi di depenalizzazione (l. n. 689/1981 e d.lgs. n. 8/1916) hanno significativamente ridotto l'operatività dell'istituto in questione. Con l'oblazione il contravventore rinuncia volontariamente alla garanzia giurisdizionale e chiede di pagare una somma di denaro per beneficiare dell'estinzione del reato. Tale diritto è stato qualificato come diritto pubblico soggettivo (Cass. III, n. 8520/1973; Mazzanti, Oblazione, in NN.D.I., XI, Torino, 1968, 722) proprio per sottolineare l'automaticità dell'oblazione processuale (qualora ricorrano i presupposti di legge) e l'assenza di discrezionalità del giudice chiamato a provvedere sull'istanza di ammissione. Il pagamento volontario dell'oblazione non costituisce ammissione implicita di colpevolezza (Cass. IV, n. 7083/1974). Per l'ammissione all'oblazione processuale occorre: 1) che si tratti di una reato contravvenzionale; 2) che detto reato sia punito con la sola pena dell'ammenda. In presenza di questi presupposti il contravventore può presentare domanda di oblazione al giudice procedente. In assenza dell'istanza del reo il giudice non può ammettere l'oblazione ex officio. La previsione della sola pena dell'ammenda quale presupposto per l'ammissione all'oblazione ex art. 162 c.p. deve essere prevista dal legislatore quale unica sanzione possibile e non può, invece, discendere dal riconoscimento di una circostanza attenuante speciale e da un ulteriore apprezzamento discrezionale del giudice del fatto di reato nelle sue componenti oggettive e soggettive. Infatti, nel caso di riconoscimento dell'attenuante di cui all'art. 4, comma 3, l. n. 110/1975 il giudice di legittimità ha escluso il diritto dell'imputato del reato di porto ingiustificato di strumento atto ad offendere ad essere ammesso ad oblazione (Cass. I, n. 23383/2015). Le Sezioni Unite della Suprema Corte hanno precisato che in caso di reato permanente l'oblazione processuale non è applicabile fino a che la permanenza non sia cessata (Cass. S.U., n. 10/1999). Pertanto, la mera domanda di oblazione non determina la cessazione di permanenza. Nella fase delle indagini preliminari l'indagato può presentare al giudice istanza di oblazione in qualsiasi momento. La domanda presuppone, comunque, che l'indagato abbia ricevuto l'informazione di essere sottoposto ad un procedimento penale e sia a conoscenza dei reati iscritti a suo carico. Ciò avviene compiutamente quando l'indagato e il suo difensore hanno ricevuto la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari ex art. 415-bis c.p.p.; ma la conoscenza del reato o dei reati iscritti a carico dell'indagato può avvenire anche in una fase antecedente ovvero nel caso di esecuzione di una perquisizione o di un sequestro (probatorio o preventivo), di notifica dell'informazione di garanzia o di redazione del verbale di identificazione ed elezione di domicilio. Il giudice, prima di provvedere in merito all'istanza, ex art. 141, comma 4, disp. att. c.p.p. chiede il parere al pubblico ministero, che trasmette gli atti del proprio fascicolo al giudice (art. 141, comma 1, disp. att. c.p.p.). Ai fini estintivi del reato occorre sempre un provvedimento di ammissione del giudice, che accolga la domanda di oblazione. Nell'emettere il provvedimento di ammissione il giudice si deve limitare solamente a verificare la sussistenza dei presupposti di legge, non avendo alcun potere discrezionale. Con il provvedimento di ammissione il giudice stabilisce con ordinanza la somma da pagare, che è data da un semplice calcolo matematico: 1/3 del massimo edittale previsto per il reato contestato, a cui vanno aggiunte le spese del procedimento. La Corte di Cassazione ha precisato che il contravventore, ammesso al pagamento della somma di denaro a titolo di oblazione, non può beneficiare della rateizzazione, dato che la somma è predeterminata dalla legge senza che rilevino le condizioni economiche dell'imputato (Cass. III, n. 8973/2010). In caso di accoglimento dell'istanza di oblazione al pubblico ministero è preclusa la possibilità di impugnare il provvedimento di ammissione, in quanto non è previsto alcun mezzo specifico di impugnazione. La decisione del giudice sull'istanza ex art. 162 c.p. può essere impugnata solamente con il gravame esperibile contro il provvedimento di archiviazione o contro la sentenza di proscioglimento successivamente emanati (Cass. I, n. 58044/2017). La prova del successivo pagamento della somma indicata dal giudice deve essere depositata agi atti del fascicolo. Quando l'istanza di oblazione è presentata nel corso delle indagini preliminari, il giudice, avvenuto il versamento, restituisce gli atti al pubblico ministero, che dovrà formulare richiesta di archiviazione per estinzione del reato. Nel pronunciare l'archiviazione il giudice si deve limitare al controllo del pagamento della somma indicata, non potendo compiere alcuna verifica in merito alla sussistenza del reato. In caso di archiviazione per estinzione del reato a seguito di ammissione all'oblazione il giudice non può applicare la misura di sicurezza della confisca. In materia di armi, però, il giudice, ex art. 6 l. n. 152/1975, deve comunque disporre la confisca anche se pronuncia l'estinzione del reato per oblazione (Cass. I, n. 33982/2016). Nel caso di domanda di oblazione non accolta dal giudice per le indagini preliminari, questi dispone la restituzione degli atti al pubblico ministero, che prosegue o con ulteriori atti di indagine o con conclusione della fase investigativa. La domanda di oblazione già respinta può essere riproposta dall'indagato in sede processuale fino all'inizio della discussione finale del dibattimento di primo grado; se presentata dopo le conclusioni del pubblico ministero, è tardiva (Cass. III, n. 43770/2012). In caso di contravvenzione punita con pena alternativa (oblabile) o congiunta (non oblabile) l'indagato, nel fare istanza di ammissione all'oblazione, può chiedere contestualmente la riqualificazione del reato in una fattispecie che ammette l'oblazione processuale (perché sanzionata con la sola pena dell'ammenda). In questo caso, essendo il procedimento in fase di indagini preliminari, il giudice non può esercitare i poteri dell'art. 521 c.p.p. (che riguarda la fase processuale e la sentenza), ma, se condivide la qualificazione prospettata dalla difesa, deve chiedere al pubblico ministero di modificare il reato iscritto a carico dell'indagato, qualora intenda esprimere parere favorevole sull'istanza. In difetto della riqualificazione giuridica da parte del pubblico ministero, il giudice rigetta l'istanza, se il reato iscritto non è oblabile. Se invece il reato contestato (e non riqualificato) è sanzionato con la pena detentiva alternativa alla pena pecuniaria, il giudice può ammettere all'oblazione facoltativa, qualora sia stata richiesta dall'indagato come ipotesi subordinata. Recentemente la Suprema Corte (Cass. I, n. 12296/2019) ha precisato che l'oblazione non trova applicazione nel procedimento a carico di imputati minorenni, atteso che le finalità di economia processuale di detto istituto sono intrinsecamente incompatibili con il vigente modello di giustizia minorile, volto al perseguimento di obiettivi pedagogico-rieducativi, anziché retributivo-punitivi. La Corte di Cassazione ha poi precisato, sempre in una recente pronuncia, che in tema di rito abbreviato non condizionato, nel caso in cui sia contestato un reato per il quale l'oblazione non è prevista, l'imputato, qualora ritenga che il fatto possa essere diversamente qualificato in un reato che la consente, ha l'onere, in sede di discussione, di sollecitare il giudice alla riqualificazione del fatto e di formulare espressa istanza di oblazione, su cui il pubblico ministero ha la facoltà di replicare ai sensi degli artt. 421, comma 2, e 441, comma 1, c.p.p.; di conseguenza, il giudice, con la sentenza che definisce il giudizio, qualora assegni al fatto la diversa qualificazione che consentirebbe l'applicazione del beneficio, è tenuto contestualmente ad ammettere l'imputato all'oblazione, fissando termini e modalità di pagamento della somma prevista per il conseguimento dell'effetto estintivo del reato in conformità allo schema procedimentale indicato dall'art. 141, comma 4-bis, disp. att. c.p.p. (Cass. I, n. 20573/2021). L'art. 141, comma 4-bis, disp. att. c.p.p. prevede espressamente la rimessione in termini dell'imputato qualora il pubblico ministero modifichi in sede di giudizio l'originaria imputazione in altra che consente l'oblazione. La Riforma Cartabia (art. 41, comma 1 lett. r), del d.lgs. n. 150/2022, in attuazione della legge-delega n. 134/2021) ha esteso questa previsione anche nel caso di nuove contestazioni ai sensi degli artt. 517 e 518 c.p.p. Il giudice, se accoglie la domanda, fissa un termine non superiore a dieci giorni, per il pagamento della somma dovuta. Se il pagamento avviene nel termine, il giudice dichiara con sentenza l'estinzione del reato. |