Opposizione alla richiesta di archiviazione (art. 410)

Ferraro Salvatore

Inquadramento

La persona offesa, che ha ricevuto l'avviso della richiesta di archiviazione, ha tempo 20 giorni dalla notificazione dell'avviso (30 giorni nel caso di reati con violenza alla persona, furto in abitazione e furto con strappo) per prendere visione degli atti e presentare l'atto di opposizione al giudice per le indagini preliminari. Nell'atto di opposizione la vittima del reato deve indicare, a pena di inammissibilità, l'oggetto delle investigazioni suppletive e i relativi elementi di prova. Quando l'archiviazione è stata richiesta per particolare tenuità del fatto sia l'indagato che la persona offesa possono presentare opposizione (entro il termine di 10 giorni dalla notificazione dell'avviso), indicando, anche in questo caso a pena di inammissibilità, le ragioni del dissenso rispetto alla richiesta.

Formula

AL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI PRESSO IL TRIBUNALE DI....

ATTO DI OPPOSIZIONE ALLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE

(ART. 410 C.P.P.)

Il sottoscritto Avv..... [1], con studio in.... via...., quale difensore come da atto di nomina già depositato in data.... ovvero come da atto di nomina allegato, della seguente persona offesa:

...., nato a...., il...., residente a.... in via....;

nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R. iscritto nei confronti dell'indagato.... per i reati di cui all'art. (agli artt.)...., commesso in...., il....;

ovvero

per i reati previsti e puniti dagli artt.:

a).... c.p., commesso in...., il....;

b).... legge.... /...., commesso in...., il....;

c).... d.P.R..... /...., commesso in...., il....;

d).... d.lgs..... /...., commesso in...., il....;

rilevato che in data.... il pubblico ministero ha presentato richiesta di archiviazione del procedimento penale in oggetto, affermando che.... (riportare sinteticamente i motivi della richiesta di archiviazione);

ritenuto che la richiesta di archiviazione del pubblico ministero non possa essere accolta per le seguenti ragioni.... (indicare i motivi dell'atto di opposizione),

ritenuto necessario completare gli elementi di prova raccolti compiendo i seguenti ulteriori atti di indagine sui temi di prova di seguito indicati:

a)....;

b)....;

c)....;

visto l'art. 410 c.p.p.,

CHIEDE

che il giudice per le indagini preliminari rigetti la richiesta di archiviazione e ordini al pubblico ministero di compiere gli ulteriori atti di indagine sopra indicati.

Si allega:

1)....;

2).....

Luogo e data....

Firma....

Ai sensi dell'art. 1 d.m. 4 luglio 2023 (G.U. n. 155 del 5 luglio 2023) e dell'art. 1 d.m. 18 luglio 2023 (G.U. n. 166 del 18 luglio 2023), l'atto rientra tra quelli per i quali è provvisoriamente possibile anche il deposito telematico. Tale obbligo decorrerà solo dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022.

[1]L'atto di opposizione alla richiesta di archiviazione può essere presentata direttamente dalla persona offesa o dal suo difensore.

Commento

La persona offesa contesta la richiesta di archiviazione del pubblico ministero

La persona offesa dal reato, che abbia ricevuto avviso della richiesta di archiviazione, può esercitare i poteri che il codice di rito le riconosce: prendere visione (ed estrarre copia) degli atti del procedimento e presentare atto di opposizione alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero.

Il legislatore, allo scopo di contenere i tempi di svolgimento del procedimento, ha limitato questa fase di stasi per garantire il contraddittorio con la vittima del reato, fissando un termine per l'espletamento delle facoltà spettanti alla persona offesa: venti giorni dalla notifica dell'avviso (trenta giorni nel caso di reati commessi con violenza alla persona offesa, furto in abitazione e furto con strappo). Il termine, inizialmente di dieci giorni (venti nel caso dei reati di cui all'art. 408, comma 3-bis c.p.p.) è stato aumentato di dieci giorni con la l. n. 103/2017.

Con l'atto di opposizione la persona offesa dal reato contesta le valutazioni che hanno portato il pubblico ministero a formulare la richiesta di archiviazione, chiedendo il rigetto ditale istanza e la prosecuzione delle indagini preliminari.

Ammissibilità dell'atto di opposizione

L'art. 410 c.p.p. stabilisce, a pena di inammissibilità, che l'atto di opposizione deve indicare l'oggetto delle investigazioni suppletive da svolgere e i relativi elementi di prova. Pertanto, l'opposizione non può consistere in una mera censura alla richiesta di archiviazione, dovendo indicare sviluppi investigativi che possano fornire un contributo significativo nell'accertamento dei fatti. Rientrano nell'opposizione non solo i nuovi atti di indagine, ma anche quelli che costituiscono un'integrazione di un atto investigativo già compiuto.

Il giudice per le indagini preliminari, quindi, prima di valutare nel merito la richiesta di archiviazione del pubblico ministero, sotto il profilo dell'infondatezza della notizia di reato e della completezza dell'attività di indagine svolta, è chiamato a verificare se l'atto di opposizione sia ammissibile, ovvero se abbia rispettato le condizioni previste dalla legge. Sulla valutazione di ammissibilità dell'atto di opposizione sono intervenute nel 1996 le Sezioni Unite della Corte di Cassazione (Cass. S.U., n. 2/1996), precisando che il giudice deve limitarsi a verificare se la persona offesa abbia adempiuto all'onere sancito dall'art. 410 c.p.p., ovvero se abbia indicato l'oggetto dell'investigazione suppletiva e i relativi elementi di prova. La Suprema Corte ha aggiunto che il giudice, nel valutare l'integrazione probatoria richiesta dalla persona offesa, deve comunque verificare se le indagini suppletive e i relativi elementi di prova si caratterizzino per la pertinenza (cioè la inerenza rispetto alla notizia di reato) e la rilevanza (cioè l'incidenza concreta sulle risultanze dell'attività compiuta nel corso delle indagini preliminari).

Nel verificare l'ammissibilità dell'atto di opposizione il giudice non può, invece, compiere un giudizio prognostico sull'esito delle investigazioni suppletive indicate nell'opposizione, che è una valutazione riservata alla fase successiva, ossia all'esito del contradditorio sviluppatosi fra le parti in udienza camerale (Cass. V, n. 7437/2013).

La tardività dell'atto di opposizione non ne determina, invece, l'inammissibilità e non esonera il giudice dal valutarla, se nel frattempo non abbia già provveduto (Cass. IV, n. 18828/2016). Il termine per proporre opposizione ha natura ordinatoria e non perentoria; ne discende l'inammissibilità dell'istanza di restituzione in termini per proporre opposizione alla richiesta di archiviazione (Cass. VI, n. 39778/2014). A maggior ragione è abnorme il provvedimento con il quale il giudice per le indagini preliminari, dopo aver emesso decreto di archiviazione de plano, accolga una successiva istanza di restituzione nel termine avanzata dalla persona offesa per proporre opposizione alla richiesta di archiviazione e fissi la relativa udienza camerale, considerato che il decreto di archiviazione è suscettibile di modificazione solo a seguito di un'istanza di riapertura delle indagini del pubblico ministero, ovvero a seguito di decisione di annullamento, in sede di legittimità (oggi mediante reclamo al tribunale), per violazione del contraddittorio (Cass. IV, n. 33691/2016).

Nel caso in cui la persona offesa non sia in grado di indicare ulteriori atti di indagine da svolgere, l'atto di opposizione che vada a contrastare la valutazione degli elementi di prova emersi nella fase delle indagini preliminari potrà comunque valere come memoria difensiva ai sensi dell'art. 90 c.p.p., in grado di attivare i poteri officiosi del giudice per le indagini preliminari ex art. 409, comma 2 c.p.p.

Formalità di presentazione

L'atto di opposizione alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero non rientra nel genus delle impugnazioni, perché diretto contro un provvedimento non giurisdizionale. Ne consegue che trova applicazione l'art. 101 c.p.p., secondo cui la persona offesa dal reato, per l'esercizio dei diritti e delle facoltà ad essa attribuiti, può nominare un difensore nelle forme previste all'art. 96, comma 2 c.p.p. In ragione dell'uso del termine “può” si deve ritenere facoltativa la nomina del difensore e legittimo l'esercizio dei diritti e delle facoltà anche personalmente. Pertanto, l'atto di opposizione può essere presentato direttamente dalla persona offesa dal reato, senza l'assistenza e la rappresentanza di un difensore (Cass. IV, n. 661/2003).

L'atto di opposizione può essere legittimamente presentato dal difensore nominato dalla persona offesa, senza la necessità di una procura speciale (Cass. V, n. 28/2007).

Il codice di procedura penale non indicava alcuna formalità per il deposito dell'atto di opposizione. Pertanto, si riteneva legittimo anche l'utilizzo del servizio postale, in quanto tale modalità era stata considerata idonea ad assicurare la provenienza dell'atto dal soggetto legittimato e a garantire che esso pervenisse al pubblico ministero destinatario (Cass. VI, n. 49609/2015). La Corte di Cassazione aveva confermato la validità del servizio postale per il deposito dell'atto di opposizione alla richiesta di archiviazione, purché la spedizione del plico fosse intervenuta entro il termine fissato dall'art. 408 c.p.p. (Cass. IV, n. 55135/2017).

Durante il periodo di emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del virus COVID-19, però, con l'art. 24 del d.l. n. 137/2020, convertito con modificazioni nella l. n. 176/2020 e integrato dal d.m. 13 gennaio 2021, è stato previsto che l'atto di opposizione alla richiesta di archiviazione dovesse essere depositato in Procura esclusivamente a mezzo Portale del processo penale telematico (o Portale Deposito Atti Penali). Tale disposizione, valida per tutto il periodo emergenziale, è stata ripresa dalla Riforma Cartabia. Infatti, l'art. 87, commi 6-bis e 6-quinquies, del d.lgs. n. 150/2022 prevede che, a decorrere dal 30 dicembre 2022 e sino al quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 del d.lgs. n. 150/2022, ovvero sino al diverso termine previsto dal regolamento di cui al comma 3 per gli uffici giudiziari e le tipologie di atti in esso indicati, il deposito dell'opposizione alla richiesta di archiviazione di cui all'art. 410 c.p.p. dovrà avvenire esclusivamente a mezzo Portale del Processo Penale Telematico ovvero Portale Deposito atti Penali (PDP). La norma precisa che il deposito degli atti si intende eseguito al momento del rilascio della ricevuta di accettazione da parte dei sistemi ministeriali ed esso è da considerare tempestivo quando è eseguito entro le ore 24 del giorno di scadenza. Pertanto, dopo la novella legislativa l'invio dell'atto di opposizione alla richiesta di archiviazione a mezzo posta elettronica certificata o mediante deposito presso la segreteria del pubblico ministero non è consentito e non produce effetto di legge.

La prosecuzione del procedimento dopo la presentazione dell'atto di opposizione

A seguito dell'atto di opposizione della persona offesa il giudice per le indagini preliminari può pronunciare de plano l'archiviazione (con decreto motivato), qualora l'opposizione sia inammissibile e condivida l'istanza del pubblico ministero, ritenendo infondata la notizia di reato. Per l'emissione del decreto di archiviazione senza il contraddittorio con la persona offesa sono necessarie entrambe le suddette condizioni (Cass. IV, n. 167/2010).

Il giudice può provvedere de plano anche sulla reiterata richiesta di archiviazione, che il pubblico ministero abbia proposto a seguito dello svolgimento di indagini suppletive (indicate dal giudice all'esito del contraddittorio camerale), qualora la persona offesa non abbia presentato una nuova opposizione ovvero quest'ultima sia inammissibile (Cass. S.U., n. 23909/2010).

Altrimenti (ovvero se l'opposizione è ammissibile), il giudice per le indagini preliminari deve necessariamente provvedere a norma dell'art. 409, commi 2, 3, 4 e 5 c.p.p., ovvero fissando l'udienza camerale per la discussione ex art. 127 c.p.p., dandone avviso al pubblico ministero, all'indagato e alla persona offesa opponente (ai sensi dell'art. 410, comma 3 c.p.p. non è dovuto l'avviso alle ulteriori vittime del reato diverse dall'opponente). La Riforma Cartabia (art. 22, comma 1 lett. f), d.lgs. n. 150/2022) ha integrato l'art. 409, comma 2, c.p.p. prevedendo che l'avviso di fissazione dell'udienza camerale contenga l'informazione all'indagato e alla persona offesa della facoltà di accedere ai programmi di giustizia riparativa ai sensi dell'art. 129-bis c.p.p.

A seguito di tale udienza il giudice, se condivide le argomentazioni della persona offesa ritenendo necessarie ulteriori indagini, le indica al pubblico fissando un termine per il loro svolgimento. In alternativa, il giudice per le indagini preliminari può ritenere complete le investigazioni svolte e ordinare al pubblico ministero di formulare l'imputazione entro il termine di dieci giorni (imputazione coatta).

Ulteriore esito dell'udienza camerale a seguito dell'opposizione della persona offesa è l'ordine di iscrizione del procedimento a carico di persona già individuata nel caso in cui si tratti di procedimento a carico di ignoti (art. 415, comma 2, c.p.p.).

L'opposizione alla richiesta di archiviazione per particolare tenuità del fatto

In caso di richiesta di archiviazione per particolare tenuità del fatto l'atto di opposizione può essere presentato non solo dalla persona offesa, ma anche dall'indagato, che intenda chiedere al giudice per le indagini preliminari una chiusura del procedimento a lui più favorevole (insussistenza del fatto, non commissione del reato, assenza dell'elemento psicologico del reato).

Il contenuto dell'atto di opposizione è diverso in questi casi, in quanto l'opponente non deve necessariamente indicare ulteriori atti di indagine da svolgere, ma deve indicare le “ragioni del dissenso” rispetto alla valutazione del pubblico ministero che ha radicato l'istanza di archiviazione, ritenendo il fatto di reato riconducibile all'ipotesi di cui all'art. 131-bis c.p. (Cass. V, n. 49046/2017).

Anche in questo caso l'indicazione delle ragioni del dissenso è prevista a pena di inammissibilità dell'atto di opposizione ex art. 411, comma 1-bis, c.p.p.

Qualora il giudice valuti come ammissibile l'opposizione deve fissare l'udienza camerale ai sensi dell'art. 409, comma 2, c.p.p.

Ex art. 411, comma 1-bis, c.p.p. il giudice per le indagini preliminari può, invece, emettere decreto motivato di archiviazione in assenza di contraddittorio nel caso di opposizione all'archiviazione inammissibile e qualora ritenga che l'istanza del pubblico ministero sia da accogliere.

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