Decreto di rinvio a giudizio

Veronica Manca

Inquadramento

Il decreto che dispone il giudizio, epilogo opposto a quello tipico dell'udienza preliminare rispetto alla sentenza di non luogo a procedere, è una pronuncia di rito conclusiva di dell'udienza preliminare, con effetto propulsivo in quanto il suo effetto è di determinare il passaggio dal processo ad una fase successiva.

Formula

IL TRIBUNALE DI ... [1]

UFFICIO DEL G.U.P.

Decreto di rinvio a giudizio

***

nella persona del Giudice Dott. ...

all'esito dell'udienza preliminare nel processo penale n. ... R.G.N.R. – R.G. ... , pronunciando nei confronti di ... (qui inserire le generalità dell'imputato idonee ad identificarlo),

assistito dall'Avv. ... ,

imputato

del reato di cui all'art. ... per avere ... ;

Identificata la persona offesa nel Sig. ... , difesa dall'Avv. ... ;

Visti gli artt. 429 c.p.p., 132 e 133 disp. att. c.p.p.

DISPONE

il rinvio a giudizio di ... per il reato di ... , indicando per la comparizione del predetto avanti il Tribunale in composizione monocratica di ... , l'udienza del giorno ... dalle ore ... ,

con l'avvertimento a ... che non comparendo sarà giudicato in sua assenza, ai sensi degli artt. 420-bis c.p.p. e seguenti.

Avverte le parti che devono, a pena di inammissibilità, depositare nella cancelleria del Giudice del dibattimento almeno sette giorni prima della data fissata per l'udienza la lista degli eventuali testimoni, periti, consulenti tecnici, nonché delle persone indicate nell'art. 210 c.p.p., con la indicazione delle circostanze su cui deve vertere l'esame.

Dispone la notificazione del presente decreto, almeno venti giorni prima della data fissata per il giudizio, all'imputato assente, nonché, a norma dell'art. 133 disp. att. c.p.p., alla persona offesa il Sig. ... ed alle parti private ... che non erano presenti all'udienza.

Manda alla cancelleria per gli adempimenti di competenza.

Luogo e data ...

Il cancelliere ...

Il Giudice ...

1. Indicare con precisione l'autorità procedente competente per territorio.

Commento

Il contenuto del decreto che dispone il giudizio

Il decreto che dispone il giudizio, epilogo opposto a quello tipico dell'udienza preliminare rispetto alla sentenza di non luogo a procedere, è una pronuncia di rito conclusiva di dell'udienza preliminare, con effetto propulsivo in quanto il suo effetto è di determinare il passaggio dal processo ad una fase successiva. I requisiti fondamentali del decreto che dispone il giudizio sono individuati nella vocatio in iudicium dell'imputato e nella contestazione della accusa, dalla cui chiarezza e precisazione dipenderà la strategia (e la relativa efficacia) difensiva.

Il decreto, infatti, deve contenere, in primo luogo, le generalità dell'imputato e le altre indicazioni personali necessarie ad una sua identificazione, le generalità delle altre parti (parte civile, responsabile civile, il civilmente obbligato per la pena pecuniaria), con l'indicazione dei relativi difensori. L'identificazione certa dell'imputato, del resto, è prevista a pena di nullità. L'insufficiente indicazione degli elementi idonei ad identificare l'imputato nel decreto che dispone il giudizio integra una nullità a regime intermedio che autorizza un potere di intervento del Giudice, suscettibile di essere esercitato indipendentemente dalla iniziativa di parte (così, v. Cass. VI, n. 1700/1999; Cass. VI, n. 1230/1999). In materia di nullità, vedi la Cassazione, per cui: “La nullità della richiesta di rinvio a giudizio e del decreto di citazione a giudizio per indeterminatezza e genericità dell'imputazione ha natura relativa e, in quanto tale, è non rilevabile d'ufficio e deve essere eccepita, a pena di decadenza, entro il termine previsto dall'art. 491 c.p.p.” (Cass. III, n. 19649/2019; al contrario, Cass. VI, n. 15843/2019, per cui: “Non è affetto da nullità per insufficiente indicazione dei requisiti di cui all'art. 429, comma 1, lett. f), c.p.p., il decreto che rechi l'erronea indicazione dell'ufficio giudiziario innanzi al quale si terrà il giudizio, se dalle emergenze processuali risulti che l'imputato abbia avuto comunque conoscenza del luogo di comparizione effettivo, non determinandosi, in tale evenienza, alcuna lesione delle prerogative difensive”; in senso analogo, Cass. IV, n. 5017/2018).

Nel caso in cui il decreto di citazione a giudizio contenga indicazioni fuorvianti, così gravi da compromettere la finalità propria dell'atto che è quella di mettere la parte citata in condizione di raggiungere l'aula di udienza in tempo utile per potervi partecipare, deve certamente ritenersi che tali errori si riflettano sulla validità della citazione a giudizio, determinandone la nullità. (Fattispecie in cui la Suprema Corte ha ritenuto che l'erronea indicazione del nome del Giudice persona fisica assegnatario del processo, effettivamente esistente ed anch'egli impegnato a celebrare udienza lo stesso giorno stabilito per la comparizione dell'imputato, avesse radicato nei destinatari dell'atto - imputato e difensore - un ragionevole affidamento di esattezza di quell'indicazione che, nel caso concreto, si era riverberata in un concreto pregiudizio per l'esercizio di specifiche attività difensive processuali) (Cass. VI, n. 16479/2022).

L'addebito deve essere enunciato in forma chiara e precisa, con l'indicazione del fatto e delle circostanze aggravanti e di quelle che possono comportare l'applicazione di misure di sicurezza, con l'elencazione dei relativi articoli di legge (la sanzione è quella della nullità di cui all'art. 181, comma 3, c.p.p. da eccepire, su iniziativa di parte, a pena di decadenza, entro il termine identificato dall'art. 491, comma 1, c.p.p. nell'accertamento relativo alla regolare costituzione delle parti (Cass. IV, n. 38501/2002).

Il G.U.P. deve altresì corredare il decreto con l'indicazione sommaria delle fonti di prova e dei fatti cui esse si riferiscono. Il decreto inoltre deve indicare nel dispositivo il Giudice competente per il giudizio, nonché il luogo, il giorno e l'ora della comparizione, con l'avvertimento all'imputato che, in caso di mancata comparizione, si applicheranno le norme di cui agli artt. 420-bis c.p.p. e seguenti. Tali sono presupposti essenziali, attenendo alla vocatio in iudicium dell'imputato (sanzione della nullità assoluta).

Qualora si proceda per delitto punito con la pena dell'ergastolo, a meno che il Giudice dia una qualificazione diversa del fatto da quella contestata nel capo di imputazione, la richiesta di definizione del procedimento, ai sensi dell'art. 438 c.p.p., a seguito della l. n. 33/2019, è inammissibile. Il decreto che dispone il giudizio, inoltre, deve contenere, ai sensi del comma 2-bis dell'art. 438 c.p.p., l'avviso che l'imputato, o, il suo procuratore speciale, potrà chiedere il giudizio abbreviato entro quindici giorni dalla lettura del provvedimento o dalla sua notificazione con conseguente operatività dell'art. 458 c.p.p. (attualmente è pendente una questione di legittimità costituzionale: v., tra i molti, G.U.P. presso Tribunale La Spezia 6 novembre 2019).

Novità giurisprudenziali

Il rinvio a giudizio impedisce la censura sul fumus in sede di riesame cautelare: Cass. I, n. 41323/2022. La nullità per omessa citazione della persona offesa non può essere eccepita dall'imputato: Cass. III, n. 1661/2022. Il Giudice del dibattimento in caso di genericità del capo di imputazione deve dichiarare nullo il decreto introduttivo del giudizio senza sollecitare il Pubblico Ministero ad integrare l'accusa: Cass. V, n. 22140/2022.

La c.d. riforma Cartabia

Con il d.lgs. n. 150/2022 si è modificato parzialmente il contenuto del decreto che dispone il giudizio, inserendo tra gli avvisi della facoltà per l'imputato e la persona offesa di far ricorso a programmi di giustizia riparativa. Si sono abrogati i commi 2-bis e 4.

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