Richiesta di proscioglimento prima del dibattimento per particolare tenuità del fatto (art. 469, comma 1-bis)InquadramentoNella fase degli atti preliminari al dibattimento, il Giudice pronuncia sentenza di non doversi procedere quando l'imputato non è punibile per la particolare tenuità del fatto ai sensi dell'art 131-bis c.p. La declaratoria è valida previa audizione, in camera di consiglio, del Pubblico Ministero, dell'imputato e anche della persona offesa, se compare. FormulaALL'ECC.MO TRIBUNALE DI IN COMPOSIZIONE.... RICHIESTA DI PROSCIOGLIMENTO PRIMA DEL DIBATTIMENTO PER LA PARTICOLARE TENUITÀ DEL FATTO (EX art. 469, comma 1-bis, c.p.p.) Il sottoscritto Avv....., nella propria qualità di difensore di fiducia del Sig....., imputato nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R. – n..... /.... R.G., con prossima udienza fissata per il giorno....; PREMESSO che il Sig..... è imputato del reato di cui all'art.....; che l'imputato è incensurato; che il danno che si assume essere stato cagionato/il pericolo originato dalla condotta illecita di cui il Sig..... è accusato appare esiguo, in quanto....; che anche le modalità della condotta ascritta al Sig....., consistita nell'aver...., rendono il fatto commesso di minima offensività; CONSIDERATO che sussistono pertanto tutti i presupposti per il proscioglimento predibattimentale per la particolare tenuità del fatto, per quanto concerne i cennati profili del limite edittale di pena, delle modalità della condotta, dell'esiguità del danno o del pericolo, anche in considerazione della condotta susseguente al reato, della non abitualità del comportamento, non sussistendo inoltre la necessità di procedere con il dibattimento CHIEDE a Codesto Ecc.mo Giudice/alla S.V. Ill.ma di voler pronunciare, ex art. 469, comma 1-bis, c.p.p., sentenza anticipata di proscioglimento per la particolare tenuità del fatto. Luogo e data.... Firma Avv..... CommentoIl proscioglimento predibattimentale per particolare tenuità del fatto L'art. 3 del d.lgs. n. 28/2015, ha modificato il testo dell'art. 469 c.p.p., introducendovi il comma 1-bis, che consente al Giudice di pronunciare sentenza anticipata di proscioglimento anche nelle ipotesi di particolare tenuità del fatto. La decisione è adottata, come per le ipotesi originarie, in udienza in camera di consiglio, previa audizione della persona offesa dal reato, ove comparsa. Ratio dell'istituto è quella di combinare le esigenze di celerità e di economia processuale, che tradizionalmente connotano il proscioglimento prima del dibattimento, con le potenzialità deflattive che caratterizzano la causa di non punibilità disciplinata dall'art. 131-bis c.p. ed introdotta dalla legge sopra citata. Si vuole, inoltre, rendere effettivo il principio di proporzione e meritevolezza della sanzione penale, nel senso che le condotte ritenute non gravi non giustificano il dispendio di risorse e l'applicazione della pena (cfr. Cass. II, n. 12305/2016). A norma dell'art. 131-bis c.p., recentemente riformulato dal d.lgs. n. 150/2022 che ne ha ampliato l'ambito operativo (v. per la retroattività delle modifiche: Cass. IV, n. 3290/2023), il fatto è considerato di particolare tenuità: 1) se il reato per cui si procede rispetta i limiti di pena previsti dal comma 1 (pena detentiva non superiore nel minimo a due anni); 2) se il fatto risulta espressivo di una minima offensività, avuto riguardo alle modalità della condotta e all'esiguità del danno o del pericolo, tenuto conto anche del comportamento susseguente al reato; 3) se il comportamento dell'imputato risulta non abituale; 4) non rientrare nell'elenco dei reati per i quali è espressamente escluso l'operare dell'istituto ai sensi dell'art. 131-bis, comma 2, c.p. (v. per una disamina dell'istituto prima della riforma Cartabia, Cass. S.U., n. 18891/2022). La verifica della sussistenza della predetta causa di esclusione della punibilità presuppone, pertanto, l'accertamento del fatto e della sua rilevanza penale, il che pone l'istituto in posizione eccentrica rispetto alle tradizionali ipotesi di proscioglimento predibattimentale, anche alla luce dell'interpretazione datane dalla giurisprudenza costituzionale (Corte cost., n. 91/1992) e di legittimità (Cass. S.U., n. 3027/2001; Cass. S.U., n. 28954/2017, in Cass. pen., 2017, 11, 3915, con nota di Rivello). Se infatti le caratteristiche dell'accertamento “eccezionale” ed “incidentale”, proprie dell'art. 469 c.p.p., ben si compendiano con le ipotesi di proscioglimento di rito, a diverse conclusioni potrebbe giungersi con riferimento alla nuova disciplina, laddove si consideri che il Giudice è chiamato a verificare i presupposti per il proscioglimento ex art. 131-bis c.p. esclusivamente sulla base del fascicolo formato a norma dell'art. 431 c.p.p.: sicché tra i commentatori si teme che siano particolarmente ridotte le possibilità di proscioglimento per la particolare tenuità del fatto senza apertura del dibattimento (cfr. in argomento Servi, Sub art. 469 c.p.p., in Codice di procedura penale commentato, diretto da Giarda-Spangher, Milano, 2017, 2235). Ulteriore tratto di novità è rappresentato dalla necessità di previa audizione della persona offesa, ove comparsa all'udienza in camera di consiglio. La Cassazione sul punto ha precisato che si tratta di un requisito aggiuntivo (e non sostitutivo, cfr. infra) rispetto alla non opposizione del Pubblico Ministero e dell'imputato (previste dal comma 1 dell'art. 469 c.p.p.), che esprime la voluntas legis di porre la persona offesa nella condizione di esporre le proprie considerazioni nella pienezza del contraddittorio (cfr. Cass. II, n. 6310/2015). Ne consegue, come “logico corollario”, l'indispensabilità che alla persona offesa sia notificato l'avviso di fissazione dell'udienza: in difetto, si realizza una nullità di ordine generale, relativa all'intervento e all'assistenza delle parti, ed a regime intermedio, in quanto incidente sulla vocatio in iudicium. Giacché l'invalidità si produce nella fase degli atti preliminari, e deve essere eccepita prima della deliberazione della sentenza del grado successivo, il termine ultimo per farla rilevare è quindi il giudizio di Cassazione. Come si è appena accennato, la previa audizione della persona offesa si aggiunge ai presupposti già contemplati in senso alla disciplina originale dell'istituto, ancorché non replicati nel testo del comma 1-bis. La S.C., sin dai primi arresti formatisi in materia, ha difatti chiarito che anche per la sentenza di non doversi procedere pronunciata ai sensi dell'art. 469, comma 1-bis, c.p.p., occorre che il Giudice metta in condizione l'imputato e il Pubblico Ministero di interloquire sul proscioglimento per particolare tenuità del fatto, in quanto il consenso (rectius, la non opposizione) di entrambi è necessario ai fini della validità della sentenza. Difatti, la prescrizione della previa audizione della persona offesa, presupposto codificato nell'art. 469, comma 1-bis, si pone in diretta consecutio con il comma precedente, dallo stesso contraddistinguendosi in direzione non collidente, quanto specializzante: tanto l'argomento sistematico, quanto quello letterale – con particolare riferimento all'utilizzo della congiunzione “anche” – portano ad escludere che la disciplina di nuovo conio abbia voluto sopprimere i preesistenti presupposti applicativi del proscioglimento predibattimentale (Cass. I, n. 46552/2017). D'altro canto, il potere di opposizione è sorretto, con riferimento ad entrambe le parti, dall'interesse ad un diverso esito del procedimento: per il Pubblico Ministero, tale interesse consiste nel far valere la propria valutazione circa la congruenza della finalità deflattiva, avuto riguardo ai cennati profili di proporzione e meritevolezza della sanzione penale; per l'imputato, nel perseguire una pronuncia di assoluzione nel merito, anche per evitare l'iscrizione nel casellario giudiziale la dichiarazione di non punibilità ex art. 131-bis. Sul punto, i giudici di legittimità hanno nondimeno precisato che nessun onere motivazionale incombe sulla parte opponente, atteso che, a differenza di altre disposizioni (ad esempio in materia di archiviazione), nulla è disposto al riguardo dall'art. 469 c.p. (Cass. II, n. 12305/2016, cit.). Pertanto, deve ritenersi affetta da nullità di ordine generale, ex art. 178, lett. b) e c), c.p.p., la sentenza di non doversi procedere per la particolare tenuità del fatto pronunciata nonostante l'opposizione del Pubblico Ministero o dell'imputato, ovvero senza che gli stessi siano stati messi in condizione di partecipare all'udienza ed esprimere la propria volontà (cfr. Cass. I, n. 46552/2017, cit.; in senso conforme, Cass. IV, n. 25539/2016; Cass. V, n. 28660/2016, v. però Trib. Spoleto, n. 5/2019 che ritiene che la sentenza possa essere pronunciata nonostante dissenso del P.M.). |