Eccezione sulla violazione delle disposizioni in tema di attribuzioni del tribunale in composizione collegiale (art. 33-quinquies)InquadramentoAtto scritto con cui si eccepisce l'inosservanza delle disposizioni che delineano le attribuzioni del tribunale in composizione collegiale e con cui si chiede la restituzione degli atti al Pubblico Ministero affinché proceda nelle forme corrette. FormulaALL'ECC.MO TRIBUNALE DI.... IN COMPOSIZIONE MONOCRATICA [1] ECCEZIONE SULLA VIOLAZIONE DELLE DISPOSIZIONI IN TEMA DI ATTRIBUZIONI DEL TRIBUNALE IN COMPOSIZIONE COLLEGIALE (ART. 33-QUINQUIES c.p.p.) Il sottoscritto Avv..... [2], nella sua qualità di difensore del Sig....., nato a.... il...., imputato nel procedimento n..... /.... R.G.N.R. – n..... /.... R.G. per la violazione degli articoli....; PREMESSO Il Pubblico Ministero ha esercitato l'azione penale emettendo, ai sensi dell'art. 552 c.p.p., decreto di citazione diretta a giudizio per il reato di cui all'art. 2627 c.c. Tuttavia occorre rilevare che l'illecito per cui si procede, pur essendo una contravvenzione, non rientra nei casi indicati dall'art. 550 c.p.p. Trattandosi di reato contemplato dal Titolo XI del Libro V del codice civile rientra tra quelli per i quali è prevista l'attribuzione al Tribunale in composizione collegiale dall'art. 33-bis, comma 1, lett. d), c.p.p. e per il quale è previsto che l'esercizio dell'azione penale debba avvenire nelle forme di cui all'art. 416 c.p.p.[3]. PQM Il sottoscritto Avv....., nella sua qualità di difensore del Sig....., ECCEPISCE l'inosservanza delle disposizioni di cui agli artt. 33-bis e 550 c.p.p. e chiede, ai sensi degli artt. 33-septies e 550, comma 3, c.p.p., che la S.V. Ill.ma voglia pronunciare ordinanza con cui disporre la restituzione degli atti al Pubblico Ministero affinché proceda nelle forme corrette. Con ogni ossequio. Luogo e data.... Firma.... [1]La questione si pone davanti al Tribunale in composizione monocratica se il procedimento avente ad oggetto un reato rientrante nelle attribuzioni del collegio è stato attivato con decreto citazione a giudizio (come si ipotizza nella formula) oppure nel caso in cui la relativa eccezione è stata respinta dal Giudice dell'udienza preliminare. Nel caso in cui si proceda con richiesta di rinvio a giudizio, l'inosservanza deve essere fatta valere, a pena di decadenza, prima della conclusione dell'udienza preliminare. [2]L'istanza viene proposta normalmente dal difensore delle parti private. [3]Nel caso ipotizzato nella formula, oltre alla violazione dell'art. 33-bis c.p.p., vi è anche la violazione degli artt. 416 e 550 c.p.p. relativi alle modalità di esercizio dell'azione penale con la forma della richiesta di rinvio a giudizio. Pluralità di violazioni che non si hanno nel caso in cui si proceda con udienza preliminare. CommentoLe attribuzioni del tribunale in composizione collegiale e monocratica Con la riforma, operata dal d.lgs. n. 51/1998, che ha soppresso la figura del pretore, il tribunale viene configurato come unico ufficio giudiziario che svolge la sua attività in due composizioni, quella collegiale e quella monocratica, da considerarsi come due articolazioni del medesimo ufficio. Le attribuzioni del tribunale in composizione collegiale sono individuate in base a due criteri indicati dall'art. 33-bis. Il primo, che si riferisce alla pena edittale (da calcolare sulla base delle modalità indicate dall'art. 4 c.p.p.), prevede che rientrino nella cognizione del collegio i reati, anche nella forma tentata, puniti con la pena della reclusione nel massimo a dieci anni (ad eccezione del delitto di cui all'art. 73, d.P.R. n. 309/1990 non aggravato), il secondo, qualitativo, che assegna al collegio una serie di reati specificamente indicati dall'art. 33-bis, comma 1, c.p.p., tra cui vi rientrano i delitti contro la pubblica amministrazione, l'associazione per delinquere anche semplice, i reati societari e i più gravi reati fallimentari. Le attribuzioni del Tribunale in composizione monocratica sono invece indicate dall'art. 33-ter c.p.p. che prevede che giudichi in tutti i casi non previsti dall'art. 33-bis o da altre disposizioni di legge. L'art. 33-ter, comma 1 attribuisce alla cognizione del tribunale monocratico del reato di cui all'art. 73, d.P.R. n. 309/1990 che non sia aggravato ai sensi dell'art. 80 della stessa legge. In caso di connessione di più reati, alcuni dei quali rientrano nelle attribuzioni del tribunale collegiale e altre in quello monocratico, dispone l'art. 33-quater secondo il quale «si applicano le disposizioni relative al procedimento davanti al Giudice collegiale, al quale sono attribuiti i procedimenti connessi». Inosservanza delle disposizioni sulla composizione collegiale o monocratica del tribunale Nell'ambito delle attribuzioni tra tribunale collegiale e monocratico, il legislatore ha voluto riconoscere alle regole di riparto tra le due articolazioni un valore interno, sottraendole alla disciplina della incompetenza per materia. Siccome però la violazione delle stesse si ripercuote anche sul rito da seguire, ha ritenuto che la loro inosservanza potesse essere rilevata o eccepita, individuando però precisi e invalicabili limiti temporali. L'art. 33-quinquies, infatti, prevede che l'inosservanza delle attribuzioni dei reati alla cognizione del tribunale in composizione collegiale o monocratica è rilevata o eccepita, a pena di decadenza, prima dell'udienza preliminare o, se questa manca, entro il termine previsto dall'art. 491, comma 1, c.p.p. (adesso le questioni di cui all'art. 491, comma 1, c.p.p. devono essere affrontate nell'udienza predibattimentale di comparizione di cui all'art. 554-bis c.p.p.), entro cui deve essere riproposta l'eccezione respinta nell'udienza preliminare. L'istanza può essere formulata per iscritto (come nella suesposta formula) oppure anche oralmente e fatta inserire a verbale. Occorre ricordare che nel momento in cui entrerà a pieno regime la disciplina introdotta con il d.lgs. n. 150/2022 (c.d. Riforma Cartabia) il deposito degli atti scritti dovrà avvenire esclusivamente con modalità telematiche nel rispetto della normativa che verrà dettata con decreti del Ministero della Giustizia. Il deposito del documento analogico rappresenterà l'eccezione. Attualmente, in attesa della piena entrata in vigore della Riforma, che richiede decreti attuativi del Ministero (il nuovo regime entrerà in vigore trascorsi 15 giorni dall'emanazione di detti decreti), il deposito cartaceo da parte degli avvocati è ancora consentito per atti diversi da quelli che devono essere depositati con il PDP (come si ricava dal persistere del vigore, nel regime transitorio, delle vecchie formulazioni degli artt. 110 e 116, comma 3-bis, c.p.p.: v. art. 87, comma 4, d.lgs. n. 150/2022 e del posticipo dell'entrata in vigore del nuovo art. 111-bis c.p.p. trascorsi 15 giorni dall'emanazione dei decreti del Ministero della Giustizia, nonché dall'art. 87, comma 5 che posticipa l'entrata in vigore degli artt. 111, commi 2-bis, 2-ter e 2-quater, 111-bis, 111-ter c.p.p., 122, comma 2-bis). La presente istanza può essere dunque depositata anche in modo analogico. In via transitoria, ai sensi dell'art. 87-bis, d.lgs. n. 150/2022, il deposito è possibile anche mediante invio di posta elettronica certificata all'indirizzo indicato dal Direttore generale per i sistemi informatici automatizzati, che ne specifica anche le modalità tecniche. La Suprema Corte, in un'occasione, ha avuto modo di spiegare che l'eccezione deve essere sollevata entro i termini di cui all'art. 33-quinquies a pena di decadenza, non essendo possibile, per evitare la preclusione, impugnare con l'atto di appello l'ordinanza trasmissiva degli atti (Cass. I, n. 7090/2012). Parimenti, In tema di patteggiamento, va dichiarato inammissibile il ricorso avverso la sentenza del G.U.P. che abbia riqualificato l'imputazione in altra procedibile a citazione diretta, se la relativa eccezione non sia stata proposta all'udienza preliminare (Cass. VI, n. 25005/2020). Più di recente la S.C. ha precisato che l'inosservanza delle disposizioni sull'attribuzione dei reati alla cognizione del tribunale monocratico, determinata dalla riformulazione dell'imputazione ai sensi dell'art. 516 c.p.p., non legittima l'annullamento della sentenza di primo grado emessa dal tribunale collegiale, neppure se la relativa eccezione sia stata tempestivamente formulata e in seguito riproposta coi motivi di impugnazione: ciò in virtù di quanto disposto dall'art. 33-octies c.p.p., a mente del quale il Giudice di appello pronuncia nel merito anche quando riconosca che il reato avrebbe dovuto essere oggetto di cognizione da parte del Giudice monocratico (cfr. Cass. V, n. 31592/2020). Importa invece la nullità sia della sentenza di primo grado che di quella di appello l'inosservanza delle disposizioni concernenti l'attribuzione dei reati alla cognizione del tribunale collegiale (in specie, estorsione aggravata), quando il Giudice monocratico, ritenuta la sussistenza di una circostanza aggravante, non abbia provveduto alla trasmissione degli atti all'organo collegiale, e l'eccezione di nullità sia stata proposta soltanto in sede di impugnazione (Cass. II, n. 11649/2019). |