Richiesta della persona offesa di informazioni sullo stato di un procedimento (art. 335, comma 3-ter)

Alessandro Leopizzi
Costantino De Robbio

Inquadramento

La persona offesa, dopo che sono trascorsi almeno sei mesi da quando ha presentato una denuncia o una querela, può chiedere informazioni al pubblico ministero in merito allo stato del procedimento, così da verificare se, allo scadere del termine ordinario per il compimento delle indagini preliminari, l'autorità inquirente ha esercitato l'azione penale ovvero ha richiesto l'archiviazione della notizia di reato (oppure, se del caso previa richiesta di proroga, pendono ancora le indagini preliminari).

Formula

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI....

RICHIESTA DELLA PERSONA OFFESA DI INFORMAZIONI SULLO STATO DI UN PROCEDIMENTO [1]

***

Il sottoscritto Avv....., con studio in...., via...., difensore di fiducia/ufficio di....

1....., nato a.... il....;

2....., nata a.... il....;

persona offesa nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R.,

per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.)....,

per i reati previsti e puniti dagli artt.

a).... c.p.

b)...., legge.... /....

c)...., d.P.R.....

d)...., d.lgs.....

PREMESSO

di avere presentato in data.... presso.... denuncia-querela nei confronti del signor.... (ovvero nei confronti di ignoti) per i fatti commessi in suo danno il giorno.... in.... [2] ;

di avere presentato presso questa procura della Repubblica richiesta di comunicazione di iscrizioni

nel registro delle notizie di reato, ottenendo in data.... la seguente risposta: “Risultano le seguenti iscrizioni suscettibili di comunicazione:.... [3] ” (ovvero “Non risultano iscrizioni suscettibili di comunicazione”);

CHIEDE

informazioni sullo stato attuale del suddetto procedimento n..... /.... NR, pendente a carico di...., per i reati per i reati previsti e puniti dagli artt..... [4],

(ovvero informazioni sullo stato del procedimento discendente dalla presentazione della suddetta denuncia-querela).

Si allegano i seguenti documenti.

1.....;

2......

Luogo e data....

Firma....

Ai sensi dell'art. 1 d.m. 4 luglio 2023 (G.U. n. 155 del 5 luglio 2023) e dell'art. 1 d.m. 18 luglio 2023 (G.U. n. 166 del 18 luglio 2023), l'atto rientra tra quelli per i quali è provvisoriamente possibile anche il deposito telematico. Tale obbligo decorrerà solo dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022.

[1]La richiesta può essere presentata anche dalla parte personalmente o tramite un suo delegato.

[2]Indicare ogni dato utile alla rapida identificazione del fascicolo da parte del personale di segreteria.

[3]Specificare le iscrizioni comunicate dalla segreteria.

[4]La persona offesa può infatti avere conoscenza, per una precedente richiesta ai sensi dell'art. 335, comma 3, c.p.p. ovvero per comunicazioni di altro tipo direttamente provenienti dal pubblico ministero o da altri soggetti del procedimento (ad esempio, l'avviso di accertamenti tecnici irripetibili), dell'avvenuta iscrizione nel registro delle notizie di reato a carico di un soggetto compiutamente identificato per un fatto illecito perpetrato a suo danno.

Commento

Deroghe alla segretezza degli atti durante le indagini preliminari

A fronte del generale principio di riservatezza che connota la fase delle indagini preliminari, il codice di rito prevede una serie cospicua di deroghe che riequilibrano il sistema dando sfogo a contrapposte e legittime esigenze di conoscenza.

L'art. 129 disp. att. c.p.p., in primo luogo, disciplina plurimi obblighi di informazione che incombono sull'ufficio di procura. In particolare, quando esercita l'azione penale nei confronti di particolari soggetti ovvero quando nei confronti di questi ultimi sono stati eseguiti un arresto o un fermo o una misura cautelare custodiale, il pubblico ministero comunica queste circostanze a enti o autorità legate da specifici rapporti o relazioni con gli indagati/imputati o con i beni tutelati, dando loro notizia della imputazione provvisoria o definitiva. Nello specifico, è necessario informare

– lo Stato e ogni altro ente pubblico se l'imputato è un loro impiegato (e anche il comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato, se si tratta di personale dipendente dai servizi per le informazioni e la sicurezza militare o democratica);

– il vescovo ordinario della diocesi, se si tratta di un ecclesiastico o di un religioso del culto cattolico;

– il procuratore generale presso la Corte dei conti per ogni reato che ha cagionato un danno per l'erario;

– il ministero dell'ambiente e la regione per i reati previsti nel d.lgs. n. 152/2006, ovvero per i reati previsti dal codice penale o da leggi speciali comportanti un pericolo o un pregiudizio per l'ambiente (nonché anche il ministero della salute o il ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, qualora i medesimi reati arrechino un concreto pericolo alla tutela della salute o alla sicurezza agroalimentare).

Le varie normative professionali, prevedono, nei medesimi casi, l'obbligo di informare i relativi consigli dell'ordine per reati commessi da loro iscritti.

Ai sensi dell'art. 609-decies c.p., quando si procede per alcuno dei delitti previsti dagli artt. 600,600-bis, 600-ter, 600-quinquies, 601,602,609-bis, 609-ter, 609-quinquies, 609-octies e 609-undecies c.p. commessi in danno di minorenni, ovvero per il delitto previsto dall'art. 609-quater c.p. o per i delitti previsti dagli artt. 572 e 612-bis c.p., se commessi in danno di un minorenne o da uno dei genitori di un minorenne in danno dell'altro genitore, il procuratore della Repubblica ne dà notizia al tribunale per i minorenni.

Quando si procede nei confronti di persone imputate per associazione di tipo mafioso, il pubblico ministero ne dà senza ritardo comunicazione al procuratore distrettuale della Repubblica del luogo di dimora dell'indagato per promuovere l'applicazione di una misura di prevenzione (art. 23-bis, l. n. 646/1982).

Oltre ai casi di coordinamento tra uffici di procura, quando è necessario per il compimento delle proprie indagini, il pubblico ministero può ottenere dall'autorità giudiziaria competente, anche in deroga al regime di segretezza, copie di atti relativi ad altri procedimenti penali e informazioni scritte sul loro contenuto ovvero può trasmettere di propria iniziativa egli stesso le suddette copie e informazioni ad altri uffici in qualche modo interessati. Sulla richiesta di copia, l'ufficio interpellato deve provvedere senza ritardo e può rigettarla solo con decreto motivato (art. 117 c.p.p.). Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo può accedere direttamente al registro delle notizie di reato, al registro delle misure di prevenzione e a tutti gli altri registri relativi a procedimenti penali, nonché alle banche dati dedicate alle procure distrettuali e realizzate nell'ambito della banca di dati condivisa della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.

Per la prevenzione e il tempestivo accertamento dei delitti in materia di stupefacenti, il ministro dell'interno, direttamente o per mezzo di ufficiali di polizia giudiziaria, appositamente delegati, può chiedere all'autorità giudiziaria procedente copie di atti e informazioni scritte sul loro contenuto, ritenute indispensabili. L'autorità giudiziaria provvede entro quarantotto ore e può comunque trasmettere le medesime informazioni anche di propria iniziativa. Se viceversa si ritiene di non poter derogare al segreto investigativo, con decreto motivato la trasmissione è procrastinata per il tempo strettamente necessario. Queste comunicazioni sono coperte dal segreto d'ufficio e possono essere comunicate agli organi di polizia degli Stati esteri sulla base di specifiche intese per la lotta al narcotraffico e alla criminalità organizzata (art. 102, d.P.R. n. 309/1990 cit.).

L'art. 7, l. n. 41/2005 consente al membro nazionale di Eurojust di

– richiedere e scambiare con l'autorità giudiziaria competente informazioni scritte in ordine a procedimenti penali e al contenuto di atti degli stessi (anche se tuttora coperti dal segreto investigativo);

– accedere alle informazioni contenute nel casellario giudiziale, nel casellario dei carichi pendenti, nell'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e nell'anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato e in altre banche dati e sistemi informativi nazionali.

La nuova possibilità di informazioni per la sola persona offesa

Ben diverso è il perimetro conoscitivo riservato alla persona offesa.

L'art. 1, comma 26, l. n. 103/2017 ha inserito nel corpo dell'art. 335 c.p.p. un nuovo comma 3-ter, secondo il quale: “senza pregiudizio del segreto investigativo, decorsi sei mesi dalla data di presentazione della denuncia, ovvero dalla querela, la persona offesa dal reato può chiedere di essere informata dall'autorità che ha in carico il procedimento circa lo stato del medesimo”. Queste informazioni, con ogni evidenza, non potranno riferirsi al contenuto delle indagini espletate.

La locuzione “può chiedere” non appare semanticamente diversa dal “fare richiesta” utilizzato nel precedente comma 3 per quanto attiene alla comunicazione delle eventuali iscrizioni nel registro delle notizie di reato, ma appare più problematica per l'interprete la mancanza di una espressa disciplina che regoli gli incombenti successivi all'avvenuto deposito dell'istanza. In realtà, il codice, al contrario dell'altra tipologia di richiesta di informazioni, non prevede neppure un esplicito obbligo per il pubblico ministero di offrire una risposta quale che sia.

Occorre dunque procedere in via esegetica sulla base dei dati disponibili.

In primo luogo, al fine di dare un qualche senso concreto alla novella, pare impossibile escludere la doverosità della risposta istituzionale, dal momento che la presentazione di memorie e istanze al magistrato inquirente è comunque sempre libera.

Quanto alla latitudine dell'oggetto della risposta non può che tenersi conto della circostanza che questo specifico canale informativo è previsto solo per la persona offesa e non per l'indagato.

Elementari considerazioni fondate sul principio di parità delle parti (e del suo diretto corollario che impone di non riservare a chi potrebbe essere in ipotesi destinatario della sanzione penale una posizione deteriore rispetto ad altri soggetti del procedimento, pure portatori di interessi qualificati) impongono perlomeno di non oltrepassare i limiti già fissati dall'art. 335, commi 3 e 3-bis c.p.p. nell'esegesi della clausola di riserva “senza pregiudizio del segreto investigativo”.

Sembra in definitiva opportuno, anche in considerazione della funzione residuale assegnata dall'ordinamento a questa peculiare richiesta di informazioni, valorizzare in massimo grado il fatto che la persona offesa può chiedere in questa sede notizie solo sullo “stato del procedimento”. Questo percorso esegetico trova definitivo conforto nella scansione temporale dettata dal legislatore, che non consente la presentazione della richiesta prima che siano decorsi sei mesi, pari al termine ordinario concesso agli inquirenti per le indagini preliminari. Decorso questo termine, difatti, il pubblico ministero deve chiedere una proroga al Giudice per le indagini preliminari, che provvede, accogliendo o rigettando la richiesta, dopo averla notificata, con l'avviso della facoltà di presentare memorie, alla persona sottoposta alle indagini e alla persona offesa dal reato che abbia dichiarato di volere esserne informata (art. 406, commi 3-5, c.p.p.).

La risposta della procura, dunque, può legittimamente limitarsi a riferire alla parte istante, fermi restando i limiti suddetti, che la procedura si trova nello stato

– delle indagini preliminari, in pendenza del termine di legge (ovvero se, nonostante il non breve intervallo di tempo trascorso, la notizia di reato debba ancora dar luogo ad una qualche iscrizione suscettibile di comunicazione);

– dello spatium deliberandi concesso al pubblico ministero in ordine alle proprie determinazioni sull'esercizio dell'azione penale ex art. 407 c.p.p., allo scadere del termine suddetto (se del caso rappresentando l'avvenuta emissione dell'avviso di conclusione delle indagini, a seguito del quale diviene possibile anche per la persona offesa altresì la richiesta di copia integrale degli atti del fascicolo);

– del processo in senso stretto, essendo stata esercitata l'azione penale.

Particolari informazioni richieste direttamente alla polizia giudiziaria

Gli interessati possono altresì richiedere ai servizi di polizia stradale le informazioni acquisite relativamente alle modalità di un incidente, alla residenza e al domicilio delle parti, alla copertura assicurativa dei veicoli e ai dati di individuazione di questi ultimi, previa presentazione di nulla-osta rilasciato dall'autorità giudiziaria competente, in caso di procedimento pendente per omicidio stradale oppure previa autorizzazione della medesima autorità giudiziaria ovvero attestazione dell'avvenuto decorso del termine utile previsto per la presentazione della querela in caso di procedimento pendente rispettivamente per lesioni stradali o lesioni colpose (artt. 11, d.lgs. n. 285/1992Codice della strada e 21, d.P.R. n. 295/1992 - Regolamento codice della strada).

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