Ricorso per cassazione ex art. 113, d.P.R. n. 115/2002InquadramentoSecondo quanto riportato dall'art. 113 del Testo Unico delle Spese di Giustizia (d.P.R. 115/2002), l'unico rimedio esperibile avverso il provvedimento di revoca dell'ammissione al patrocinio a spese dello Stato parrebbe essere il ricorso in Cassazione o, e per di più in una sola delle cinque ipotesi di revoca espressamente previste. A seguire dall'entrata in vigore del T.U. Spese di Giustizia, nel 2002, ha posto riparo a questa situazione la giurisprudenza che con differenti pronunce ha interpretativamente e progressivamente esteso progressivamente lo strumento dell'opposizione ex art. 99 T.U. Spese di Giustizia, previsto per il diniego di ammissione, anche a tutte le ipotesi di revoca della stessa, inclusa l'unica per la quale originariamente era previsto il ricorso ex art. 113, T.U. Spese di Giustizia. Va sottolineato come, la fisionomia del procedimento in cassazione sia denotata da una forte limitazione di cui ai singoli motivi deducibili con il ricorso. Per tale motivo, e data la diversificazione degli strumenti a disposizione di carattere impugnatorio, è sconsigliato utilizzare questo strumento anziché il molto più comodo, elastico e semplice ricorso ex art. 99 T.U. Spese di Giustizia. FormulaEcc.ma Suprema CORTE DI CASSAZIONE PROCURA SPECIALE ... RICORSO (artt. 113, Testo Unico Spese di Giustizia) Nel procedimento penale sub R.G. ... promosso contro il Sig. ..., nato il ... a ..., residente in ... alla via ..., c.f. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ..., C.F. ..., PEC ..., iscritto all'Albo Speciale ex art. 613 c.p.p. dal ..., giusta procura a margine del presente ricorso, elettivamente domiciliato presso lo studio dell'Avv. ... in Roma alla via ..., PEC ... , AVVERSO il decreto del ... n. ... d.d. ... del cui deposito è stato dato avviso in data ..., con cui viene revocata l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato disposta con decreto del ... d.d. ... (R.G. ... / ... Grat. Patr.) CONTRO l'Agenzia delle Entrate, in persona del Direttore legale rappresentante pro tempore domiciliata in Roma, via dei Portoghesi n. 12 presso l'Avvocatura Generale dello Stato che la rappresenta e difende ope legis. *** IN FATTO ... ; IN DIRITTO ... . *** Tutto ciò premesso, il Sig. ..., ut supra rappresentato e difeso, RICORRE affinché l'adita Suprema Corte ... in accoglimento dei motivi di ricorso voglia annullare il decreto impugnato ... . Con osservanza. Luogo e data ... Firma Avv. ... [1] CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI PENALI DICHIARAZIONE DI DOMICILIO *** Il sottoscritto ..., nato a ... il ..., C.F. ..., recapito telefonico ... (casa/ufficio), recapito cellulare ( ... ), e-mail ... @ ..., residente a ... , nella qualità di Indagato/imputato (ovvero nella qualità di persona offesa) nel procedimento penale n. ... / ... N.R., pendente presso ... (P.M., Dott. ... ); DICHIARA formalmente il proprio domicilio, nell'ambito del suddetto procedimento, presso (ovvero formalmente di modificare il domicilio precedentemente dichiarato/eletto, nell'ambito del suddetto procedimento, dichiarando nuovo domicilio presso) — la propria abitazione di residenza (ovvero presso il proprio domicilio), in via ... n. ..., piano ... interno ..., campanello ..., frazione di ..., Comune di ... ( ... ). OVVERO — l'esercizio pubblico ad insegna ... (ovvero presso l'opificio/laboratorio/stabilimento ... ) (ovvero presso lo studio professionale ... ) (ovvero presso l'ufficio pubblico ... ) in via ... n. ..., piano ... stanza n. ..., frazione di ..., Comune di ... ( ... ), luogo in cui l'imputato esercita abitualmente l'attività lavorativa, nella qualità di ... . Luogo e data ... Firma ... È autentica la firma che precede Firma ... Ai sensi dell'art. 1 d.m. 4 luglio 2023 (G.U. n. 155 del 5 luglio 2023) e dell'art. 1 d.m. 18 luglio 2023 (G.U. n. 166 del 18 luglio 2023), l'atto rientra tra quelli per i quali è provvisoriamente possibile anche il deposito telematico. Tale obbligo decorrerà solo dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022. CommentoPeculiarità del ricorso per cassazione ex art. 113, d.P.R. n. 115 /2002 Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002, art. 113 il ricorso avverso il provvedimento di revoca del gratuito patrocinio va proposto nel termine di 20 giorni dall'avviso di deposito. Va innanzitutto precisato come il d.P.R. n. 115/2002, art. 113, deve essere interpretato nel senso che avverso il decreto che decide sulla richiesta di revoca proveniente dall'ufficio finanziario, l'interessato, ove non intenda proporre opposizione ai sensi dell'art. 99, stesso d.P.R., può proporre direttamente ricorso per cassazione, per violazione di legge (Cass. IV, n. 11771/2016). Tale pronuncia, dunque, apre alla possibilità di un doppio mezzo impugnatorio quando la revoca sia disposta su proposta dell'ufficio finanziario. La Suprema Corte, invece, ha più volte ribadito come avverso il provvedimento di revoca "ex officio" del decreto di ammissione al patrocinio a spese dello Stato non è ammesso il ricorso per cassazione - mezzo, invece, esperibile quando la revoca sia avvenuta a seguito della richiesta dell'ufficio finanziario - ma esclusivamente reclamo al presidente dell'ufficio cui appartiene il Giudice che ha disposto la revoca" (Sez. 4, n. 18592/2013, Begiqi, Rv. 255816; in conformità, v., ex plurimis, Sez. 4, n. 33154/2008, Fabbozzo e altro, Rv. 240883; Sez. 4, n. 20398/2008, Spoto, Rv. 240228; Sez. 4, n. 46765/2007, Capuano e altro, Rv. 238362; Sez. 4, n. 48566/2003, Miraglia, Rv. 227788). Dunque, l'art. 113 del d.P.R. n. 115/2002 deve essere interpretato nel senso che avverso il decreto che decide sulla richiesta di revoca proveniente dall'ufficio finanziario, l'interessato, ove non intenda proporre opposizione ai sensi dell'art. 99 dello stesso d.P.R., può proporre direttamente ricorso per cassazione, per violazione di legge" (Cass. IV, n. 11771/2017). Appare significativo l'ultima parte del principio sopra richiamato in quanto, la giurisprudenza ha più volte ribadito che il ricorso per cassazione ex art. 113 vada esperito solo nel caso di violazione di legge (Cass. III, n. 3271/2009), il che comporta che possa farsi valere solo la completa mancanza di motivazione (difetto assoluto di motivazione: art. 125 c.p.p. in relazione all'obbligo di motivazione del decreto di revoca imposto dall'art. 112 T.U. Spese di Giustizia) o la motivazione apparente, che non consenta il controllo del procedimento logico seguito dal Giudice o esibisca un apparato argomentativo privo dei requisiti minimi di coerenza, completezza e ragionevolezza. Il vizio di violazione di legge comprende anche gli errores in procedendo, ma non si estende alla contraddittorietà della motivazione o alla sua manifesta illogicità né tantomeno al travisamento del fatto non risultante dal testo del provvedimento, che costituiscono notoriamente vizi rilevabili sotto il diverso profilo del motivo di cui all'art. 606, comma 1, lett. e) c.p.p., che invece non può essere invocato nel ricorso ex art. 113. La legittimazione ad impugnare il decreto di rigetto dell'istanza di ammissione e quello di revoca del beneficio già riconosciuto spetta alla sola parte che intendeva avvalersene o che tale revoca ha subito, essendo l'unica titolare del diritto al suddetto patrocinio, e non al difensore, il quale può agire esclusivamente, ove il menzionato beneficio non sia venuto meno, per ottenere la liquidazione del compenso eventualmente ad esso spettante. Per quanto non condivisibile, vista le regole di cui all'art. 99 del T.U. Spese di Giustizia secondo cui al difensore spettino gli stessi diritti dell'imputato, in tema di legittimazione attiva nel caso che ci occupa, va segnalato che il soggetto legittimato a proporre ricorso per cassazione avverso il provvedimento di revoca dell'ammissione al patrocinio a spese dello Stato, a norma dell'art. 113 T.U. Spese di Giustizia, è unicamente l'imputato quale diretto fruitore del beneficio e non anche il difensore, che trae il corrispondente vantaggio economico solo in via mediata (cfr. sez. 4 n. 8909/2011 c.c. (dep. 6 marzo 2012), Morelli, Rv. 251977-01; Cass. S.U. n. 30181/2004, Graziano ed altro, Rv. 228118-01; sez. 1 n. 6671/2000 c.c. (8 febbraio 2001), Pizzo, Rv. 218218-01). Tuttavia, considerato che vittima di una revoca ingiusta può essere anche una parte privata diversa dall'imputato, e tenuto conto che del decreto di revoca è prevista la comunicazione al solo interessato e non al suo difensore (art. 112, comma 4, T.U. Spese di Giustizia), alla luce di tale non condivisibile orientamento giurisprudenziale sarà necessario che l'avvocato si faccia rilasciare procura speciale dall'assistito/cliente per presentare opposizione. Quanto alla legittimazione passiva, i motivi attinenti al reddito che permettono all'ufficio finanziario di chiedere la revoca suscettibile di questo tipo di ricorso per cassazione consentono di individuare come litisconsorte necessario l'Agenzia delle Entrate. Nel procedimento per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato trovano applicazione le regole procedurali proprie del rito penale, per cui il ricorso in cassazione avverso l'ordinanza che decide sulla opposizione alla revoca del gratuito patrocinio deve essere presentato mediante deposito presso la cancelleria del Giudice che ha emesso il provvedimento impugnato, ai sensi degli artt. 582 e 583 c.p.p., senza che abbia efficacia sanante la richiesta a quest'ultimo di inoltro del fascicolo processuale alla cancelleria della Corte di Cassazione (Cass. IV, n. 16616/2019). L'art. 113 in commento ha cura di precisare che il ricorso non ha effetto sospensivo, il che è quanto dire che la revoca dell'ammissione al patrocinio a spese dello Stato produce i suoi effetti nelle more del ricorso, costringendo la parte già ammessa al beneficio ad anticipare le spese necessarie nel procedimento penale nel quale il beneficio revocato era stato concesso. |