Richiesta di procedere a porte chiuse (art. 472)

Lottini Riccardo

Inquadramento

La richiesta è diretta ad ottenere un provvedimento che disponga che il dibattimento si svolga a porte chiuse per l'assunzione di prove che non riguardino fatti oggetto del capo di imputazione e che possono causare pregiudizio per i testimoni o le parti private.

Formula

ALL'ECC.MO TRIBUNALE DI.... IN COMPOSIZIONE [1]

RICHIESTA DI PROCEDERE A PORTE CHIUSE

(ART. 472 C.P.P.)

Il sottoscritto Avv..... [2], nella sua qualità di difensore del Sig....., nato a.... il....,.... (specificare se testimone o parte privata) nel procedimento n..... /.... R.G.N.R. – n..... /.... R.G. che vede imputato [3] il Sig....., nato a...., il...., per la violazione degli artt.....;

CON RIFERIMENTO

all'assunzione della testimonianza [4] del Sig....., prevista per l'udienza del.... relativa ai seguenti fatti (indicare quali sono i fatti cui si riferisce la prova);

CONSIDERATO CHE

– detti fatti, pur attinenti all'imputazione, non ne costituiscono oggetto, posto che l'imputazione si riferisce.... (indicare quale sono i fatti costitutivi dell'imputazione evidenziandone la diversità con quelli oggetto della prova);

– tali fatti possono pregiudicare la riservatezza del.... [5], in quanto.... (indicare quali sono le ragioni per cui i fatti oggetto della prova sono potenzialmente pregiudizievoli per i testimoni o le parti privati);

CHIEDE

ai sensi dell'art. 472, comma 2, c.p.p., che Codesto Ecc.mo Collegio/la S.V. Ill.ma voglia pronunciare, ai sensi dell'art. 473 c.p.p., ordinanza con cui disporre che all'assunzione di detta prova si proceda a porte chiuse.

Luogo e data....

Firma....

[1]La richiesta verrà rivolta al Giudice del dibattimento che può essere il Tribunale, come nella formula, in composizione collegiale o monocratica, ma può essere presentata anche davanti al GdP o alla Corte di assise, nonché al Giudice di appello in caso di rinnovazione del dibattimento.

[2]Una tale richiesta deve provenire, dice l'art. 472, comma 2, dall'interessato, che può essere il testimone o una parte privata. La richiesta può anche provenire dal difensore delle parti private, come ipotizzato nella formula di cui sopra.

[3]La parte relativa all'imputato occorre indicarla quando il richiedente sia soggetto diverso dall'imputato.

[4]La disposizione di cui all'art. 472, comma 2, parla genericamente di prove, riferendosi a qualunque tipo di prova assunta dal Giudice, compreso l'esame dell'imputato.

[5]La disposizione parla di testimone o parte privata.

Commento

La richiesta di procedere a porte chiuse per esigenze di riservatezza dei testimoni o delle parti private

La disposizione di cui all'art. 472 c.p.p. introduce delle deroghe alla regola secondo la quale il dibattimento deve svolgersi in forma pubblica.

Nella maggior parte dei casi contemplati dalla disposizione in parola è il Giudice che, di ufficio, dispone che il dibattimento o parti di esso si svolgano a porte chiuse, ciò è previsto quando la pubblicità può nuocere al buon costume (comma 1) o alla pubblica igiene, oppure quando avvengono da parte del pubblico manifestazioni che turbano il regolare svolgimento delle udienze o perché ciò è necessario per salvaguardare la sicurezza di testimoni o imputati (comma 3).

Per alcune tipologie di procedimenti, quali quelli che hanno a oggetto i reati di cui agli artt. 600,600-bis, 600-ter, 600-quinquies, 601,602,609-bis, 609-ter e 609-octies c.p., la legge prevede che quando la persona offesa è minore il dibattimento avvenga sempre a porte chiuse (comma 3-bis).

In alcuni casi la decisione deve essere preceduta da una richiesta da parte dell'interessato.

L'autorità pubblica competente può chiedere al Giudice che si proceda a porte chiuse se la pubblicità può comportare la diffusione di notizie da mantenere segrete nell'interesse dello Stato (comma 1).

La persona offesa maggiorenne dei reati appena sopra indicati di violenza sessuale, prostituzione e pornografia minorile e tratta delle persone, può chiedere che il dibattimento o parte di esso si svolgano a porte chiuse (comma 3-bis).

Stessa istanza – ed è questa l'ipotesi presa in considerazione dalla formula – può provenire dall'interessato che può chiedere che si svolga a porte chiuse l'assunzione di una prova, quando questa può pregiudicare la riservatezza dei testimoni o delle parti private (comma 2).

Si ritiene che tra le parti private rientri anche l'imputato (Manzione, Sub art. 472, in Commento al nuovo Codice di procedura penale, a cura di Chiavario, Torino, V), si discute invece se vi rientri la persona offesa che non si è costituita parte civile e non è stata neppure citata come testimone (si pronuncia in senso contrario Valentini, Pubblicità in dibattimento e diritto alla riservatezza dei testimoni e parti private, in Dir. pen. proc., 2001).

La richiesta può riguardare l'assunzione di qualunque prova, compreso l'esame dell'imputato, ed è diretta a ottenere che si svolga a porte chiuse, non l'intero dibattimento, ma solo il compimento del singolo atto.

L'unico precedente edito che si è pronunciato specificamente sulla questione dell'applicazione della disposizione di cui al comma 2 ha precisato che, nel caso in cui il soggetto interessato richieda che si proceda a porte chiuse all'assunzione di prove che possono causare pregiudizio alla riservatezza dei testimoni o delle parti private, il Giudice dovrà decidere sulla base delle prospettazioni fornite dalle parti circa il contenuto della deposizione. Spiegando come la questione attenga al conflitto tra i valori della pubblicità dell'udienza da un lato, e della riservatezza delle parti e dei testimoni dall'altro e che tale conflitto è stato risolto dalla legge stessa ove prevede all'art. 472 c.p.p. che si possa procedere a porte chiuse quando la riservatezza dei testimoni e delle parti private possa subire pregiudizio in ordine a fatti che non costituiscono oggetto dell'imputazione. A tal proposito occorre distinguere tra i “fatti che si riferiscono all'imputazione”, di cui parla l'art. 187 c.p.p., e quelli che, più specificamente, ne sono oggetto, per i quali soli, invece, non è possibile disporre l'assunzione della relativa prova a porte chiuse (Trib. Milano 9 novembre 2000).

Il Giudice può procedere d'ufficio a disporre che l'assunzione della prova relativa a fatti, non oggetto di imputazione, che possono pregiudicare la riservatezza dei testimoni o parti private, avvenga a porte chiuse, quando l'interessato è assente o è estraneo al processo.

Ai sensi dell'art. 23, d.l. n. 137/2020 conv. con modificazioni nella l. n. 176/2020 ammetteva la possibilità, al fine di fronteggiare l'epidemia da Sars-Cov2, che le udienze nelle quali è previsto il pubblico si svolgano a porte chiuse.

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