Richiesta della parte civile di pubblicazione della sentenza di condanna (art. 543)

Riccardo Lottini

Inquadramento

con il presente atto si rassegnano per iscritto le conclusioni della parte civile con cui si chiede la restituzione e/o il risarcimento del danno. Nel testo della formula sotto indicato, si chiede specificamente che la sentenza contenga l'ordine di pubblicazione della sentenza di condanna a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale ai sensi dell'art. 186 c.p.

Formula

ALL'ECC.MO TRIBUNALE DI ...

in composizione ... [1]

Conclusioni scritte della parte civile con richiesta di pubblicazione della sentenza di condanna

(artt. 523, comma 2 e 543 c.p.p.) [2]

Il sottoscritto Avv. ... [3], nella sua qualità di difensore del Sig. ..., nato a ... il ..., parte civile costituita nel procedimento n. ... / ... R.G.N.R. – n. ... / ... R.G. aperto in danno del Sig. ..., imputato per la violazione degli articoli ...;

premesso

L'istruttoria dibattimentale [4] ha consentito di raccogliere elementi sufficienti per poter affermare la penale responsabilità dell'imputato per i reati a lui ascritti, in quanto ...

(spiegare i motivi che portano a ritenere provata la penale responsabilità dell'imputato) [5].

considerato

I fatti di reato hanno cagionato, ai sensi dell'art. 185 c.p., i seguenti danni:

1) patrimoniali, consistenti in ... (specificare in cosa consistono i danni patrimoniali) e quantificabili in Euro ... (specificare anche il ragionamento seguito per la quantificazione del quantum del danno patrimoniale subito e i documenti o comunque gli elementi da cui ricavare la quantificazione del danno);

2) non patrimoniali, consistenti in ... (specificare in cosa sono consistiti i danni non patrimoniali) e quantificabili in Euro ... (specificare anche quale è il ragionamento seguito per quantificare il danno non patrimoniale) [6] ;

ciò premesso e considerato

il sottoscritto, Avv ... ... difensore della parte civile ... Sig. ..., come sopra generalizzata

chiede

a Codesto Ecc.mo Collegio/alla S.V. Ill.ma di condannare il Sig. ..., imputato per i reati per previsti e puniti dagli articoli ... :

1) alla pena ritenuta di Giustizia [7] ;

2) alla restituzione del ... e/o al risarcimento del danno quantificato in Euro ...;

3) alla refusione delle spese di costituzione e difesa, come specificate nella nota spese che si allega ai sensi dell'art. 153 disp. att. c.p.p.

Qualora la S. Ill.ma ritenga che le prove acquisite non consentano la liquidazione del danno e quindi decida di condannare genericamente l'imputato al risarcimento del danno, rimettendo le parti davanti al Giudice civile per la sua esatta quantificazione, si chiede che voglia condannare l'imputato al pagamento di una provvisionale non inferiore a Euro ... [8], per cui risulta comunque raggiunta la prova, ricavabile da ... (si indichi, se possibile, gli elementi da cui si trae la prova della quantificazione parziale del danno) [9].

Il sottoscritto Avv. ..., difensore della parte civile Sig. ... chiede inoltre, stante il disposto di cui all'art. 543 c.p., che la sentenza di condanna sia pubblicata ai sensi dell'art. 186 c.p., in quanto funzionale al risarcimento del danno non patrimoniale subito dalla parte civile medesima a seguito della commissione del reato, poiché ... (indicare le ragioni per cui vi è necessità di pubblicare la sentenza di condanna al fine di soddisfare le esigenze risarcitorie relative al danno patrimoniale).

Luogo e data ...

Firma ...

Si allega:

1. nota spese ai sensi art. 153 disp. att. c.p.p.

1. Il Giudice al quale presentare l'istanza è colui che è chiamato a decidere sulla domanda della parte civile. Quindi può essere il Tribunale sia in composizione monocratica che collegiale, ma anche il Giudice dell'udienza preliminare quando il procedimento viene definito con rito abbreviato, ma anche il Giudice di pace, la Corte di assise. Si discute se in appello deve depositarsi atto di conclusione scritte. Nel dubbio pare corretta la soluzione affermativa.

2. La richiesta deve essere presentata necessariamente per iscritto, altrimenti la costituzione di parte civile si considera revocata ai sensi dell'art. 82, comma 2, c.p.p. Occorre ricordare che nel momento in cui entrerà a pieno regime la disciplina introdotta con il d.lgs. n. 150/2022 (c.d. Riforma Cartabia) il deposito degli atti scritti dovrà avvenire esclusivamente con modalità telematiche nel rispetto della normativa che verrà dettata con decreti del Ministero della Giustizia. Il deposito del documento analogico rappresenterà l'eccezione. Attualmente, in attesa della piena entrata in vigore della Riforma, che richiede decreti attuativi del Ministero (il nuovo regime entrerà in vigore trascorsi 15 giorni dall'emanazione di detti decreti), il deposito cartaceo da parte degli avvocati è ancora consentito per atti diversi da quelli che devono essere depositati con il P.D.P. (come si ricava dal persistere del vigore, nel regime transitorio, delle vecchie formulazioni degli artt. 110 e 116, comma 3-bis, c.p.p.: v. art. 87, comma 4, d.lgs. n. 150/2022 e del posticipo dell'entrata in vigore del nuovo art. 111-bis c.p.p. trascorsi 15 giorni dall'emanazione dei decreti del Ministero della Giustizia, nonché dall'art. 87, comma 5 che posticipa l'entrata in vigore degli artt. 111, commi 2-bis, 2-ter e 2-quter, 111-bis, 111-ter c.p.p., 122, comma 2-bis). In via transitoria, ai sensi dell'art. 87-bis, d.lgs. n. 150/2022, il deposito è possibile anche mediante invio di posta elettronica certificata all'indirizzo indicato dal Direttore generale per i sistemi informatici automatizzati, che ne specifica anche le modalità tecniche. Come è noto, lo scorso 4 luglio 2023 in attuazione dell'art. 87 comma 6-bis d.lgs. 10 ottobre 2022 n. 150 è stato emanato dal Ministro della giustizia un decreto che ha allargato il catalogo degli atti che devono essere necessariamente depositati dai difensori attraverso il Portale di deposito telematico. Ciò vale per tutti gli Uffici giudiziari ad eccezione della Procura presso il Tribunale per i minorenni, il Tribunale per i minorenni, il Tribunale di sorveglianza e la Corte di Cassazione e le fasi della esecuzione penale e quella disciplinata dal libro XI del codice di rito (intitolato rapporti giurisdizionali con autorità straniere). Il deposito deve avvenire con le modalità dettate con il provvedimento del diretto generale dei sistemi informativi automatizzati del Ministero dell'11 luglio 2023 e non vale per il deposito in udienza che potrà dunque continuare con le modalità tradizionali. Le novità dovevano entrare in vigore il 20 luglio 2023, ma la medesima è stata posticipata a fine anno. La richiesta in parola non rientrava comunque tra gli atti contemplati dal decreto ministeriale del 4 luglio anche perché è atto che normalmente viene depositato in udienza.

3. Le conclusioni scritte possono essere presentate solamente da un difensore o dal suo sostituto.

4. Questa formula vale nel caso in cui le conclusioni scritte siano presentate al termine dell'istruttoria dibattimentale. Qualora il giudizio si sia svolto nella forma dell'abbreviato la formula può essere sostituita con la seguente “Dagli atti contenuti nel fascicolo delle indagini emerge la penale responsabilità dell'imputato per i reati a lui ascritti.

5. Indicare in specifico quali sono gli elementi da cui emerge la penale responsabilità dell'imputato, ad es. uno o più documenti, un passaggio di una o più testimonianze, ecc. Se si ritiene utile, fare anche riferimenti giurisprudenziali e/o dottrinali. Il suggerimento è quello di prediligere i riferimenti giurisprudenziali rispetto a quelli dottrinali, riservandosi questi ultimi relativamente ad aspetti cui non si è ancora pronunciata la giurisprudenza.

6. Normalmente la quantificazione del danno non patrimoniale avviene in via equitativa ai sensi degli artt. 1226,2056 e 2059 c.c.).

7. La parte civile, per vedere accolta la propria domanda al risarcimento del danno e/o alla restituzione, ha interesse ad ottenere una sentenza di condanna che costituisce il presupposto della propria richiesta risarcitoria. Quindi ha interesse a chiedere l'affermazione della responsabilità dell'imputato, ad interloquire sulla qualificazione giuridica del reato, qualora ciò sia funzionale alla determinazione del danno risarcibile, ma non sulla quantificazione della pena irrogata dal Giudice.

8. L'importo del danno oggetto di provvisionale deve essere quantificato nei limiti entro i quali si ritiene raggiunta la prova.

9. Appare opportuno inserire sempre la richiesta di provvisionale, anche in caso di richiesta di provvisoria esecutività delle disposizioni civili della sentenza per giustificati motivi, posto che il Giudice che pronuncia condanna generica, altrimenti non può disporla.

Commento

Le conclusioni della parte civile: soggetto legittimato, forma scritta e contenuto

L'art. 523, comma 2, c.p.p. impone alla parte civile di rassegnare le proprie conclusioni per iscritto. Qualora ciò non avvenga, il codice di rito, specificamente all'art. 82, comma 2, prevede che la costituzione di parte civile debba considerarsi revocata. Trattandosi, infatti, di pretese civilistiche, il legislatore ha ritenuto di dover pretendere l'acquisizione di stabile documentazione in cui sono indicate con esattezza le precise richieste del danneggiato (cfr. in tal senso Cass. I, n. 19380/2016).

Le conclusioni vengono presentate dal difensore, ma possono essere redatte direttamente anche dal sostituto processuale (v. Cass. V, n. 3769/1995).

Nella giurisprudenza di legittimità si riscontra una certa elasticità in merito al requisito della forma scritta.

La revoca, intesa come negozio processuale, che fa venire meno il potere-dovere del Giudice di pronunciarsi sulla domanda risarcitoria, si ritiene perfezionata solamente nei casi in cui manchi completamente una qualunque traccia scritta, come in caso di assenza del difensore della parte civile all'udienza in cui viene effettuata la discussione finale (v. Cass. I, n. 19380/2016; Cass. II, n. 38998/2009 che ha ritenuto perfezionata la revoca per assenza del difensore della parte civile anche se in atti vi erano già le conclusioni scritte; v. però Cass. I, n. 6249/2010 in cui la Suprema Corte non ha ritenuto perfezionata la revoca a seguito di assenza del difensore nell'udienza di discussione di abbreviato non condizionato in cui in atti risultavano già conclusioni scritte) o nel caso limite di conclusioni orali generiche che non facciano riferimento in alcun modo a conclusioni scritte già depositate (v. Cass. V, n. 6641/2013 in cui il difensore si era limitato esclusivamente a formulare “richiesta di condanna degli imputati come richiesto dal Pubblico Ministero”).

Qualora invece, in sede di discussione, vengano richiamate oralmente le conclusioni contenute già nell'atto di costituzione o comunque in altro documento precedentemente prodotto, oppure verbalizzate le richieste orali del difensore della parte civile relative al risarcimento del danno, alla concessione di provvisionale o alla rifusione delle spese, la Corte di Cassazione ritiene che la costituzione di parte civile non possa dirsi revocata (così espressamente Cass. V, n. 29675/2016; Cass. V, n. 34922/2016), ciò anche nel caso in cui le conclusioni scritte precedentemente depositate siano prive della sottoscrizione delle parti o dei loro difensori (Cass. IV, n. 4492/2015).

La parte civile, con le proprie conclusioni, può chiedere la restituzione del bene e/o il risarcimento dei danni prodotti dal reato ex art. 185 c.p.

Ancorché l'art. 523, comma 2, c.p.p., preveda che, nel caso si richieda il risarcimento, si debba determinare l'ammontare del danno, la giurisprudenza è pacifica nel ritenere che, anche nel caso in cui non si specifichi il quantum di danno di cui si chiede il risarcimento, il Giudice debba comunque pronunciarsi sulla domanda risarcitoria formulata genericamente dalla parte civile, potendo, il danno, essere determinato in altra sede, oppure anche lasciato alla prudente valutazione del decidente (v. Cass. IV, n. 6380/2017; Cass. VI, n. 7128/2015; Cass. VI, n. 27500/2009; Cass. IV, n. 13195/2004; contra ma isolata e risalente Cass. I, 28 giugno 1996).

Con la sentenza di accoglimento della domanda di restituzione o di risarcimento, il Giudice condanna l'imputato e il responsabile civile al pagamento in solido delle spese di costituzione di parte civile, sempre che non disponga la compensazione per giustificati motivi (v. art. 541 c.p.p.). A tal fine il difensore di parte civile deve allegare nota spese (v. art. 153 disp. att. c.p.p.).

La condanna generica al risarcimento del danno e provvisionale

Nel caso in cui il Giudice ritenga che non vi sia prova per determinare l'ammontare preciso del danno, pronuncia condanna generica al risarcimento in favore della parte civile e può anche imporre all'imputato e al responsabile civile, se presente, il pagamento di un importo a titolo di provvisionale nei limiti del danno per il quale è stata raggiunta la prova. Ciò può farlo però solo nel caso in cui vi sia richiesta in tal senso dalla parte civile (v. art. 539, comma 2, c.p.p.; in passato vi era qualche incertezza, ora verosimilmente superata da Cass. S.U., n. 53153/2016).

La provvisionale è immediatamente esecutiva (v. art. 540, comma 2, c.p.p.) e può essere chiesta per la prima volta in secondo grado, anche nel caso in cui la parte civile non abbia appellato la decisione (v. Cass. S.U., n. 53153/2016).

Mentre per la condanna generica non è necessario provare l'esistenza di un danno, ma solo che il fatto di reato oggetto del procedimento è potenzialmente produttivo di conseguenze dannose (Cass. IV, n. 12175/2017; Cass. III, n. 44319/2016), la provvisionale richiede la prova della certezza della sussistenza del danno sino all'ammontare della somma liquidata (Cass. IV, n. 20318/2017; Cass. VI, n. 39542/2016).

La provvisoria esecuzione delle disposizioni civili

Nel caso di condanna integrale al risarcimento del danno, le disposizioni civili della sentenza non sono immediatamente esecutive. Lo diverranno solamente al termine del procedimento di secondo grado, come prevede l'art. 605, comma 2, c.p.p. Tuttavia l'art. 540, comma 1 prevede che la condanna alla restituzione e/o al risarcimento del danno possa essere dichiarata provvisoriamente esecutiva, quando ricorrono giustificati motivi.

Anche in questo caso è necessaria una richiesta della parte civile.

La dottrina che si è pronunciata sul punto, non particolarmente approfondito dalla giurisprudenza, ritiene di ravvisare i giustificati motivi nello stato di bisogno del danneggiato dal reato o nel pericolo nel ritardo, cioè il rischio che il credito risarcitorio, se non prontamente azionato, possa risultare di difficile esecuzione (Manzione, Sub art. 540, in Comm. Chiavario, V).

L'ordine di pubblicazione della sentenza come riparazione del danno

L'art. 186 c.p. prevede che ogni reato obbliga il colpevole alla pubblicazione, a sue spese, della sentenza di condanna, qualora la pubblicazione costituisca un mezzo per riparare il danno non patrimoniale cagionato dal reato. L'istituto in parola ha come presupposto l'accertamento dell'esistenza del danno e la sussistenza di una responsabilità civile dell'imputato (v. Cass. V, n. 14976/2011) ed ha natura civilistica, potendo essere disposta solo su richiesta di parte (v. Cass. III, n. 23719/2016; Cass. VI, n. 7917/1998) e, non essendo una pena accessoria, sfugge alla sospensione condizionale della pena (v. Cass. V, n. 31680/2011).

La richiesta di pubblicazione della sentenza di condanna quale strumento per il risarcimento del danno è disciplinata dall'art. 543 c.p.p. Tale pubblicazione prevede che la pubblicazione avvenga per estratto o per intero, una o due volte, a spese dell'imputato o del responsabile civile. Se la pubblicazione non avviene nel termine stabilito dal Giudice con la sentenza, la parte civile può provvedervi direttamente con diritto a ripetere le spese dell'obbligato.

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