Richiesta di applicazione della pena in sede di giudizio direttissimo (art. 451)

Ferraro Salvatore

Inquadramento

In caso di giudizio direttissimo l'imputato può presentare al giudice del dibattimento richiesta di applicazione della pena (cd. istanza di patteggiamento) prima che venga dichiarata l'apertura del dibattimento. Se il pubblico ministero presta il consenso e il giudice accoglie l'istanza pronunciando sentenza, tale richiesta porta alla definizione del giudizio di primo grado.

Formula

AL TRIBUNALE PENALE DI.... SEZIONE IN COMPOSIZIONE MONOCRATICA (DOTT.....) IN COMPOSIZIONE COLLEGIALE

RICHIESTA DI APPLICAZIONE DELLA PENA IN SEDE DI GIUDIZIO DIRETTISSIMO

(ART. 444 E 451 C.P.P.)

Il sottoscritto Avv..... [1], con studio in.... via...., quale difensore di ufficio/fiducia di:...., nato a...., il...., residente a.... in via...., con domicilio ivi dichiarato ovvero con domicilio eletto presso....;

imputato nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R., n..... /.... R.G. Dib.;

per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.)...., commesso in...., il....;

ovvero

per i reati previsti e puniti dagli artt.:

a).... c.p., commesso in...., il....;

b).... legge.... /...., commesso in...., il....;

c).... d.P.R..... /...., commesso in...., il....;

d).... d.lgs..... /...., commesso in...., il....;

difensore di ufficio,

OVVERO

difensore di fiducia, come da atto di nomina già depositato in data.... ovvero come da atto di nomina allegato,

munito di procura speciale, già depositata agli atti del procedimento in data.... ovvero come da atto allegato alla presente richiesta;

rilevato che in data.... l'indagato.... è stato tratto in arresto nella flagranza del reato/dei reati sopra indicato/i;

rilevato, altresì, che in data.... codesta A.G. ha convalidato l'arresto, applicando la misura cautelare.... e disponendo che si proceda con rito direttissimo;

visti gli artt. 444 e 451 c.p.p.,

CHIEDE

nei confronti dell'imputato.... e per il reato/i reati sopra specificato/i l'applicazione della pena di.... anni/mesi di reclusione/arresto e.... Euro di multa/ammenda, così determinata [2]:

previo riconoscimento della circostanza/delle circostanze [3] di cui all'art. /agli artt....., prevalenti sulle/equivalenti alle aggravanti contestate pena base [4]:.... anni/mesi di reclusione/arresto e.... Euro di multa/ammenda;

ridotta/aumentata ex art. [5]:.... anni/mesi di reclusione/arresto e.... Euro di multa/ammenda;

aumentata ex art. 99, comma...., c.p.[6]:.... anni/mesi di reclusione/arresto e.... Euro di multa/ammenda;

aumentata ex art. 81, comma 1 o comma 2, c.p.[7]:.... anni/mesi di reclusione/arresto e.... Euro di multa/ammenda;

ridotta per il rito [8]:.... anni/mesi di reclusione/arresto e.... Euro di multa/ammenda, pena finale [9].

Con il riconoscimento del beneficio della sospensione condizionale della pena [10], subordinando la richiesta alla concessione di tale beneficio [11].

In merito alle pene accessorie [12] previste dall'art..... chiede che le stesse non vengano applicate, considerato che....

OVVERO

In merito alle pene accessorie previste dall'art..... chiede che le stesse vengano applicate per la durata di....

In merito ai beni in sequestro [13] chiede il dissequestro e la restituzione all'avente diritto, rilevando che....

OVVERO

In merito ai beni in sequestro chiede che venga disposta la confisca (facoltativa) sui seguenti beni opp. per il seguente importo:....

Si allega:

1) procura speciale;

ovvero

2) atto di nomina a difensore di fiducia, con allegata la procura speciale.

Luogo e data....

Firma....

V°, il pubblico ministero presta il consenso.

Luogo e data....

Firma....

[1]La richiesta di patteggiamento può essere presentata direttamente dalla persona sottoposta ad indagini oppure a mezzo procuratore speciale e la sottoscrizione deve essere autenticata da un notaio, da altra persona autorizzata o dal difensore (art. 446, comma 3, c.p.p., così come modificato dall'art. 25, comma 1 lett. c), del d.lgs. n. 150/2022, in attuazione della legge-delega n. 134/2021). Nella procura speciale rilasciata al difensore deve essere espressamente indicato il potere di presentare istanza di patteggiamento. Ai fini della validità della richiesta non è indispensabile la forma scritta; tuttavia, anche qualora sia manifestata oralmente, come nel caso dell'udienza di convalida di arresto, la richiesta e il consenso vengono comunque riportati nel verbale d'udienza redatto dal cancelliere del giudice per le indagini preliminari.

[2]Nella dosimetria della pena di cui si chiede l'applicazione occorre seguire questo ordine: a) pena base; b) aumenti o diminuzioni per le circostanze del reato (prima le circostanze speciali, poi quelle comuni); c) eventuale aumento per la recidiva (se non subvalente rispetto alle attenuanti, v. infra); d) aumento per il concorso formale dei reati o per la continuazione fra i reati; e) riduzione per il rito.

[3]Ai fini del riconoscimento delle attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.), dopo il d.l. n. 92/2008 conv. in l. n. 125/2008, che ha introdotto il comma 3 di detto articolo, non è sufficiente la sola incensuratezza dell'imputato, occorrendo ulteriori elementi o circostanze che, non essendo già contemplate quali attenuanti (speciali o comuni), giustifichino comunque l'attenuazione del trattamento sanzionatorio, come, per esempio, la condotta processuale del reo (confessione spontanea, collaborazione prestata nel corso delle indagini), il comportamento successivo alla commissione del reato (parziale riparazione o risarcimento del danno), le condizioni di vita del reo (giovane età, situazione di emarginazione sociale, arretratezza culturale).

[4]La pena base è da individuare fra il minimo e il massimo edittale della pena prevista dal legislatore per la fattispecie contestata, tenendo conto dei criteri fissati dall'art. 133 c.p.

[5]In caso di una sola circostanza, attenuante o aggravante, si deve effettuare l'aumento o la diminuzione prevista dal legislatore. Se concorrono più attenuanti o più aggravanti, andranno effettuate tante diminuzioni o tanti aumenti quante sono le circostanze (ogni diminuzione/aumento va operato sulla quantità di pena risultante dalla precedente diminuzione/aumento). Se concorrono sia circostanze attenuanti sia circostanze aggravanti, si deve effettuare il cd. giudizio di bilanciamento ex art. 69 c.p., che si può tradurre in un'equivalenza delle circostanze, o in una prevalenza/subvalenza delle une rispetto alle altre. Nel primo caso (equivalenza) le circostanze attenuanti e aggravanti si elidono a vicenda; di conseguenza, non verrà operata alcuna riduzione o aumento di pena (è come se non vi fosse alcuna circostanza). Nel secondo caso (subvalenza/prevalenza) sono le circostanze di un tipo a prevalere sulle altre, eliminandole sotto il profilo sanzionatorio. Pertanto, la pena base verrà soltanto ridotta o aumentata a seconda che a prevalere siano le attenuanti o le aggravanti. Nel caso di concorso di circostanze aggravanti ad effetto speciale, ovvero con aumento della pena superiore ad 1/3, l'art. 63, comma 4, c.p. prevede che si applichi la pena stabilità per la circostanza più grave. In riferimento ad alcune fattispecie criminose il legislatore esclude la circostanza aggravante dal giudizio di bilanciamento (v. art. 628, comma 4, c.p.; art. 186, comma 2-septies, c.d.s.). In tale ipotesi, si opererà prima l'aumento per l'aggravante e poi la riduzione per l'attenuante.

[6]In caso di contestazione della recidiva, qualora sussistano una o più attenuanti, l'art. 69, comma 4, c.p. consente la prevalenza delle attenuanti sulla recidiva solo nel caso di recidiva semplice (comma 1) e di recidiva specifica e/o infraquinquennale (commi 2 e 3). In caso di recidiva reiterata (comma 4) è possibile soltanto l'equivalenza delle circostanze.

[7]Nel caso di più reati in contestazione vi sono due possibilità: a) se i reati sono stati commessi con una sola azione od omissione (concorso formale ex art. 81, comma 1 c.p.) oppure con più azioni od omissioni, ma in esecuzione di un medesimo disegno criminoso (continuazione ex art. 81, comma 2 c.p.), deve essere individuata la fattispecie più grave, per poi calcolare l'aumento per l'altro reato o gli aumenti per gli altri reati; b) se non sussiste né un concorso formale né la continuazione, si ha un concorso materiale di reati e il cumulo delle pene secondo le regole disposte dagli artt. 71 e ss. c.p.p. Nel caso dell'art. 81, commi 1 e 2 c.p. per l'individuazione della fattispecie più grave si deve tenere conto dei limiti edittali dei reati (compiendo una valutazione in astratto delle fattispecie, così come precisato dalla giurisprudenza), seguendo i criteri fissati dall'art. 16, comma 3 c.p.p.: i delitti sono più gravi delle contravvenzioni; fra i delitti e le contravvenzioni è più grave il reato con il massimo della pena più elevato; a parità di massimo edittale della pena, è più grave il reato con il minimo edittale più alto; si tiene conto della pena pecuniaria solo in caso di parità delle pene detentive.

[8]La riduzione per il rito è fino ad 1/3. A differenza del rito abbreviato, in cui la riduzione è fissa (di 1/3), nel caso del patteggiamento la riduzione può avvenire anche in misura inferiore a 1/3. Per effetto della decurtazione la pena non può mai risultare inferiore ai limiti di legge fissati dagli artt. 23 ss. c.p.

[9]La pena finale non può superare i 5 anni di pena detentiva (solo o congiunta alla pena pecuniaria). In caso di pena pari o inferiore a 2 anni di pena detentiva la sentenza di patteggiamento garantisce all'imputato i benefici di cui all'art. 445 c.p.p.

[10]Il beneficio della sospensione condizionale della pena può essere richiesto al giudice non solo nel caso di imputato incensurato, ma anche nel caso di soggetto già precedentemente condannato, senza o con sospensione condizionale della pena. In questo secondo caso, ovvero in caso di soggetto che ha già beneficato una volta della sospensione condizionale della pena, il giudice può concedere per la seconda volta il beneficio in oggetto, sempre che la pena che verrà applicata, sommandosi alla precedente già sospesa, non vada a superare il limite di 2 anni fissato dal legislatore. In tale ipotesi, comunque, il giudice, nel concedere per la seconda volta la sospensione condizionale della pena (art. 165, comma 2, c.p.), deve subordinare il riconoscimento del beneficio in oggetto all'adempimento di uno degli obblighi previsti dall'art. 165, comma 1, c.p. (obbligo di restituzione, obbligo di pagamento della somma liquidata a titolo di risarcimento del danno, pubblicazione della sentenza a titolo di riparazione del danno, obbligo di eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato, obbligo di prestazione di attività non retribuita a favore della collettività per un tempo determinato comunque non superiore alla durata della pena sospesa).

[11]Se l'istante subordina la richiesta di patteggiamento alla sospensione condizionale della pena, vincola la propria richiesta al riconoscimento da parte del giudice del beneficio de quo. In tal caso il giudice o accoglie l'istanza, applicando anche la sospensione condizionale della pena, o rigetta l'istanza. La richiesta del beneficio della pena sospesa, comunque, può essere formulata senza condizionare l'istanza di patteggiamento. In tale ipotesi il giudice può accogliere la richiesta di applicazione della pena anche senza riconoscere il beneficio in oggetto.

[12]La Riforma Cartabia (art. 25, comma 1 lett. a), del d.lgs. n. 150/2022, in attuazione della legge-delega n. 134/2021) ha modificato l'art. 444, comma 1, c.p.p. prevedendo che le parti, in caso di patteggiamento con pena superiore a due anni, possano accordarsi anche in materia di pene accessorie, ovvero formulando al giudice richiesta di non applicazione delle stesse o di applicazione per una durata determinata.

[13]Sui beni sottoposti a sequestro (probatorio o preventivo) nel corso delle indagini preliminari l'indagato ha diritto alla restituzione, a meno che non sia prevista la confisca obbligatoria o, in caso di confisca facoltativa, il giudice non decida di disporla. Va aggiunto che la Riforma Cartabia, nei casi del cd. patteggiamento allargato, ha previsto, altresì, che la confisca facoltativa possa essere oggetto dell'accordo tra le parti, consentendo di chiedere al giudice di non disporla o di disporla con riferimento a specifici beni o a un importo determinato.

Commento

L'instaurazione del rito direttissimo e il termine per la presentazione della richiesta di patteggiamento

In tutti i casi in cui il pubblico ministero instauri il giudizio direttissimo l'imputato ha la facoltà di presentare istanza di patteggiamento.

L'ipotesi più frequente di rito direttissimo è quella conseguente all'arresto nella flagranza del reato. In tale ipotesi viene celebrata prima la fase della convalida e, in caso positivo (ovvero se l'arresto viene convalidato), il giudice procede a rito direttissimo. Anche in caso di non convalida dell'arresto si procede comunque con rito direttissimo (e non alla restituzione degli atti al pubblico ministero) se le parti vi consentano.

Il rito direttissimo può essere promosso dall'organo dell'accusa anche in altri tre casi: a) entro 30 giorni dalla convalida dell'arresto in flagranza compiuta dal giudice per le indagini preliminari; b) entro 30 giorni dall'iscrizione nel registro delle notizie di reato in caso di confessione dell'indagato sottoposto a interrogatorio; c) entro 48 ore dall'allontanamento d'urgenza dalla casa familiare ex art. 384-bis c.p.p. compiuto dalla polizia giudiziaria d) casi particolari previsti da leggi speciali.

L'istanza di applicazione pena deve essere presentata prima che il giudice dichiari l'apertura del dibattimento ex art. 446, comma 1, c.p.p.

Ai fini della valutazione della scelta dei riti alternativi la difesa può avvalersi della facoltà di chiedere un termine a difesa ai sensi dell'art. 451, comma 6, c.p.p.

La forma della richiesta di patteggiamento

Nei casi di rito direttissimo conseguente alla convalida di arresto la contestualità delle due fasi procedimentali comporta che la richiesta di applicazione pena sia presentata oralmente in udienza. Solitamente in questi casi è l'imputato, inevitabilmente presente in udienza, a presentare personalmente l'istanza.

Negli altri casi di giudizio direttissimo oppure nell'ipotesi in cui la difesa abbia richiesto il termine a difesa la richiesta di patteggiamento può essere presentata anche per iscritto e dal difensore munito di procura speciale.

Pacifico l'orientamento giurisprudenziale che consente di presentare l'istanza di patteggiamento e, quale ipotesi subordinata (in caso di rigetto dell'istanza o di dissenso del pubblico ministero) la richiesta di rito abbreviato. Il divieto di convertibilità dei riti speciali stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione nel 1994 (Cass. S.U., n. 12752/1994) è stato interpretato in termini non preclusivi qualora l'istanza di rito abbreviato sia contestuale alla domanda di patteggiamento e subordinata al non accoglimento della stessa.

In caso di dissenso del pubblico ministero o di rigetto dell'istanza di patteggiamento da parte del giudice del dibattimento il procedimento prosegue con rito direttissimo.

L'avviso del giudice della facoltà di chiedere l'applicazione della pena

Prima dell'apertura del dibattimento il giudice, così come dispone l'art. 451, comma 5, c.p.p., ha il dovere di avvisare l'imputato che ha la facoltà di scegliere i riti alternativi al giudizio ordinario, ovverosia il giudizio abbreviato e il patteggiamento. Anche al fine di valutare se e quale rito premiale scegliere, la difesa si può avvalere della facoltà di chiedere un termine, che parimenti deve essere oggetto di avviso da parte del giudice ex art. 451, comma 6, c.p.p.

L'omessa formulazione dell'avviso all'imputato della facoltà di richiedere il giudizio abbreviato o il patteggiamento da parte del giudice del rito direttissimo va ad integrare una nullità di ordine generale di cui all'art. 178, comma 1, lett. c) c.p.p., che è sanata se la parte che vi assiste non la eccepisce immediatamente dopo il suo compimento (Cass. II, n. 28153/2010; Cass. VI, n. 11287/2007).

Mentre l'omesso avviso della facoltà di chiedere un termine per preparare la difesa, previsto dall'art. 451, comma 6, c.p.p. non produce alcuna nullità, qualora l'imputato, avvertito circa la possibilità di chiedere il giudizio abbreviato ovvero il patteggiamento ai sensi del comma 5 dell'articolo in oggetto, abbia optato per uno dei riti alternativi (Cass. V, n. 21573/2010).

Sui rapporti fra il rito direttissimo e il patteggiamento la Suprema Corte si è espressa per l'irrilevanza della nullità del giudizio direttissimo, quale effetto della nullità della convalida dell'arresto in flagranza, ai fini della validità della sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, sempre che tale richiesta sia stata ritualmente presentata (Cass. VI, n. 12891/1991). Principio ribadito anche recentemente la Corte di Cassazione (Cass. III, n. 34601/2021), che ha affermato che la pretesa invalidità del giudizio direttissimo (nella specie prospettata quale effetto della mancata concessione di un termine a difesa all'esito dell'udienza di convalida dell'arresto) non si estende alla sentenza di patteggiamento, poiché il giudizio di applicazione della pena è svincolato dalla specificità delle forme processuali nelle quali esso è innestato, essendo sufficiente che la richiesta di pena concordata sia stata ritualmente avanzata e sia manifestazione fedele e consapevole della volontà dell'imputato.

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