Dichiarazione del difensore di non accettazione della notifica (art. 157, comma 8-bis)

Costantino De Robbio
Alessandro Leopizzi

Inquadramento

L'indagato che abbia nominato un difensore di fiducia, ma non abbia dichiarato o eletto espressamente il proprio domicilio, è domiciliato per legge presso il suddetto professionista. Quest'ultimo però ha la facoltà di non accettare, con una chiara manifestazione di volontà, le notifiche destinate al cliente.

Formula

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI.... [1]

DICHIARAZIONE DEL DIFENSORE DI NON ACCETTAZIONE DELLA NOTIFICA [2]

***

Il sottoscritto Avv....., con studio in...., via...., difensore di fiducia di

1....., nato a.... il....;

2....., nata a.... il....;

indagato nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R.,

per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.)....,

per i reati previsti e puniti dagli artt.

a).... c.p.

b)...., l..... /....

c)...., d.P.R.....

d)...., d.lgs.....

PREMESSO

che in data.... a mezzo Ufficiale Giudiziario (ovvero dalla segreteria del pubblico ministero a mezzo fax o per via telematica) (ovvero per il tramite della polizia giudiziaria [3] ).... gli/le è stato notificato (specificare l'atto giudiziario oggetto di notificazione), che si allega;

DICHIARA

ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 157, comma 8-bis, c.p.p., di non accettare la suddetta notificazione

Luogo e data....

Firma....

[1]La dichiarazione può essere resa anche oralmente al pubblico ufficiale notificatore (Unep, personale della segreteria della procura della repubblica o polizia giudiziaria), che provvederà poi a verbalizzarla nella relata di notifica.

[2]Le notificazioni successive alla prima all'indagato che abbia nominato un difensore di fiducia sono eseguite direttamente mediante consegna a quest'ultimo. Il difensore può dichiarare immediatamente all'autorità che procede di non accettare la notificazione (art. 157, comma 8-bis, c.p.p.).

[3]Specificare l'articolazione di polizia giudiziaria che ha provveduto alla notifica.

Commento

La effettiva conoscibilità degli atti e le conseguenze processuali

La l. n. 67/2014, ha innovato radicalmente la materia, introducendo nell'ordinamento il procedimento in absentia e abolendo il millenario istituto della contumacia, pur senza novellare il sistema delle notificazioni.

Ai sensi del nuovo art. 420-bis c.p.p., una serie di circostanze processuali predeterminate consente di ritenere parificata alla effettiva consapevolezza in capo all'imputato della pendenza del processo la concreta possibilità di conoscenza operando con l'ordinaria diligenza, così da permettere il rituale prosieguo del giudizio, senza lesioni del diritto di difesa. In particolare, risulta negligente a proprio danno l'imputato che si disinteressi del successivo corso del procedimento, quando risulti con certezza che lo stesso ha contezza della pendenza di quest'ultimo e comunque dopo:

– essere stato

• arrestato,

• fermato,

• sottoposto a misura cautelare;

– avere

• dichiarato o eletto domicilio,

• nominato un difensore di fiducia,

• ricevuto personalmente la notificazione dell'avviso dell'udienza;

• essersi volontariamente sottratto alla conoscenza del procedimento o di singoli atti.

Queste presunzioni, ognuna con un diverso grado di persuasività astratta, possono sempre essere vinte dalla compiuta prova che la mancata conoscenza non sia addebitabile a titolo di colpa all'imputato assente.

Domiciliazione presso il difensore di fiducia

Se l'indagato ha nominato un difensore di fiducia, il problema della conoscibilità degli atti del procedimento è risolto alla radice, per lo meno in gran parte: in questo caso, non è revocabile in dubbio l'esistenza di un legame forte, o comunque sufficientemente saldo, tra il domiciliato e il domiciliatario, così da garantire, con l'ordinaria diligenza, la conoscenza o perlomeno la piena conoscibilità dei successivi sviluppi procedimentali.

D'altronde, se è nominato un difensore di fiducia e non è stato però formalmente dichiarato o eletto domicilio, le successive notificazioni all'indagato sono comunque eseguite mediante consegna al difensore. In ogni caso, la precedente o successiva dichiarazione o elezione di domicilio, quale libera manifestazione della volontà dell'interessato, prevale sempre sulla domiciliazione ex lege, che postula anzi come prerequisito propria la mancanza di una espressa indicazione da parte dell'indagato/imputato (Cass. V, n. 4828/2015). Peraltro, è opportuno tenere presente che la nomina del difensore di fiducia opera solo al momento della sua comunicazione all'autorità giudiziaria, a prescindere dalla diversa data contenuta nell'atto di nomina.

La notifica presso il difensore di fiducia quando l'indagato abbia in precedenza ritualmente dichiarato domicilio per le notificazioni è nulla (Cass. VI, n. 11954/2017). Questa nullità è generalmente ritenuta “di ordine generale a regime intermedio” (Cass. V, n. 8478/2016), di modo che può reputarsi sanata in tutti i casi in cui risulti provato che la notificazione irrituale presso il legale non ha impedito all'indagato di conoscere l'esistenza dell'atto e di esercitare il proprio diritto di difesa (Cass. IV, n. 7917/2016), ma non dalla semplice mancata allegazione di circostanze impeditive della conoscenza dell'atto da parte del destinatario (Cass. S.U., n. 58120/2017).

La questione, intuibilmente, è assai diversa quando il difensore non sia scelto su base fiduciaria dall'indagato/imputato (o dai suoi familiari), ma nominato d'ufficio dall'autorità procedente.

La non accettazione del difensore di fiducia

Il difensore di fiducia, domiciliatario legale dell'indagato/imputato che non abbia espressamente eletto o dichiarato il proprio domicilio, può però paralizzare l'operatività di questa domiciliazione ex lege dichiarare immediatamente all'autorità che procede di non accettare la notificazione (art. 157, comma 8-bis, c.p.p.).

Per comprendere questa particolare sequenza procedimentale occorre contestualizzarla nell'ambito dell'ottica di snellimento delle procedure di notificazione e di valorizzazione della conoscenza effettiva del processo da parte dell'imputato, posta alla base dell'intervento novellatore della disciplina codicistica (art. 2, comma 1, d.l. n. 17/2005). La fattispecie si fonda sulla stessa condotta dell'imputato che, ricevuta la prima notifica, ha nominato un difensore di fiducia allo scopo di esercitare il proprio diritto di difesa, ma non ha eletto o dichiarato domicilio.

La dichiarazione in esame non è idonea ad evitare la valida effettuazione delle stesse mediante consegna al difensore se contenuta nell'atto di nomina giacché proveniente dal solo imputato ed avendo l'eventuale sottoscrizione del difensore il solo significato di attribuire autenticità alla firma del primo (Cass. III, n. 41584/2021).

La norma ha positivamente superato anche il vaglio di costituzionalità: per il Giudice delle leggi non può negarsi al legislatore di presupporre un onere di diligenza a carico del destinatario delle notificazioni, di modo che non è irrazionale la richiesta di “un minimo di cooperazione al difensore di fiducia, nel caso in cui, pur avendo la possibilità di rifiutare le notificazioni accetti di riceverle e si accolli pertanto l'onere di mantenere costantemente e compiutamente informato il proprio cliente” (Corte cost., n. 136/2008, che sottolinea come “l'adempimento di tale dovere professionale costituisc[a] garanzia del buon funzionamento del rapporto fiduciario a fini specifici di efficacia delle future notifiche”).

Questo schema operativo non è peraltro vincolante in modo incondizionato: per iniziativa del difensore, mediante dichiarazione di non accettare la notificazione, o dell'imputato, mediante dichiarazione/elezione di domicilio, si determina in questi casi l'inapplicabilità della norma.

Domiciliazione presso il difensore per inidoneità del domicilio dichiarato o eletto

Di fronte alla ampia facoltà concessa al difensore di rifiutare la domiciliazione ai sensi dell'art. 157, comma 8-bis, c.p.p., occorre tenere altresì conto della ulteriore e diversa domiciliazione legale prevista dall'art. 161, comma 4, c.p.p., secondo cui, quando la notificazione nel domicilio dichiarato o eletto è impossibile perché l'indicazione della parte è formulata in modo insufficiente o inidoneo (oppure quando comunque lo diviene per circostanze sopravvenute), le notificazioni sono eseguite mediante consegna al difensore.

Si tratta di una indispensabile clausola di chiusura del sistema che, in presenza di tutti i presupposti della fattispecie, prescinde dalla volontà di accettazione dell'atto da parte del difensore domiciliatario.

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