Richiesta di termine a difesa (art. 451, comma 6)

Salvatore Ferraro

Inquadramento

In caso di giudizio direttissimo, l'imputato può presentare richiesta di termine a difesa, per valutare l'eventuale richiesta di riti alternativi (abbreviato, patteggiamento, messa alla prova), per consentire l'eventuale risarcimento del danno (anche allo scopo di ottenere dalla persona offesa la remissione di querela) oppure per preparare l'attività difensiva nel corso del dibattimento (individuazione dei testimoni da citare a giudizio). Il Giudice, concedendo il termine richiesto (non superiore a 10 giorni), sospende il dibattimento fino all'udienza immediatamente successiva alla scadenza del termine.

Formula

AL TRIBUNALE PENALE DI ...

SEZIONE ...

in composizione monocratica (dott. ... )

in composizione collegiale

RICHIESTA DI TERMINE A DIFESA

(art. 451, comma 6, c.p.p.)

Il sottoscritto Avv. ... [1], con studio in ... via ..., quale difensore di ufficio ovvero quale difensore di fiducia, come da atto di nomina già depositato in data ... ovvero come da atto di nomina allegato, di:

..., nato a ..., il ..., residente a ... in via ..., con domicilio ivi dichiarato ovvero con domicilio eletto presso ...;

imputato nel procedimento penale n. ... / ... R.G.N.R.;

per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.) ..., commesso in ..., il ...;

ovvero

per i reati previsti e puniti dagli artt.:

a) ... c.p., commesso in ..., il ...;

b) ... legge ... / ..., commesso in ..., il ...;

c) ... d.P.R. ... / ..., commesso in ..., il ...;

d) ... d.lgs. ... / ..., commesso in ..., il ...;

rilevato che in data ... l'imputato ... è stato tratto in arresto nella flagranza del reato/dei reati sopra indicato/i;

rilevato, altresì, che in data odierna codesta A.G. ha convalidato l'arresto, applicando la misura cautelare ... e disponendo che si proceda con rito direttissimo;

visto l'art. 451, comma 6, c.p.p.,

CHIEDE

un termine per preparare la difesa.

Si allega:

1) atto di nomina a difensore di fiducia.

Luogo e data ...

Firma ...

1. La richiesta di termine a difesa può essere presentata direttamente dall'imputato o dal suo difensore.

Commento

In tutti i casi di giudizio direttissimo (entro 48 ore dall'arresto nella flagranza del reato; entro 30 giorni dalla convalida dell'arresto in flagranza compiuta dal Giudice per le indagini preliminari; entro 30 giorni dall'iscrizione nel registro delle notizie di reato in caso di confessione dell'indagato sottoposto a interrogatorio; entro 48 ore dall'allontanamento d'urgenza dalla casa familiare ex art. 384-bis c.p.p. compiuto dalla polizia giudiziaria, oltre ai casi previsti da leggi speciali) l'imputato o il suo difensore hanno la facoltà di differire il giudizio chiedendo al Giudice un termine a difesa. La ratio di tale facoltà riconosciuta all'imputato è da individuare nella necessità di garantire alla difesa un periodo di tempo limitato (per preparare il giudizio) in quei casi in cui vi è stato un immediato esercizio dell'azione penale e l'imputato non ha avuto la possibilità di conoscere e studiare con attenzione gli atti del procedimento penale.

L'art. 451, comma 6, c.p.p. stabilisce l'obbligo per il Giudice che sta procedendo di avvisare l'imputato cha ha a sua disposizione detta facoltà. In caso di omesso avviso da parte del Giudice, la violazione dell'obbligo legislativo si traduce in una nullità intermedia ai sensi dell'art. 178, lett. c), c.p.p.

Tuttavia, la giurisprudenza ha precisato che se l'imputato ha comunque optato per un rito alternativo (formulando richiesta di giudizio abbreviato o di applicazione pena su richiesta delle parti), l'eventuale omesso avviso della facoltà di chiedere il termine a difesa è irrilevante (e non determina alcuna nullità), in quanto in tale ipotesi trovano applicazione le regole del procedimento richiesto, mentre l'avviso della facoltà di richiedere il termine a difesa riguarda unicamente il dibattimento del giudizio direttissimo (Cass. V, n. 21573/2010; Cass. V, n. 43713/2002). Parimenti la mancata concessione del termine a difesa non dà luogo a nullità qualora la richiesta sia formulata in via preliminare, ancor prima che sia esercitata l'eventuale opzione per il giudizio abbreviato ovvero per l'applicazione della pena (Cass. V, n. 9567/2020).

Nel caso di richiesta del termine a difesa, il Giudice ha l'obbligo di concedere la sospensione del procedimento. Nessuna discrezionalità, pertanto, sull'an della richiesta.

Sul quantum della sospensione del procedimento, invece, il legislatore ha individuato una discrezionalità relativa, considerato che il Giudice può stabilire il periodo della sospensione purché non sia superiore a 10 giorni. Non risulta individuato il minimum della sospensione. Per tale motivo è astrattamente compatibile con il dettato normativo anche una sospensione ad horas; tuttavia, l'esigenza di garantire alla difesa un tempo congruo per preparare il dibattimento impone in concreto un rinvio superiore (almeno di qualche giorno).

Sia la richiesta che la concessione del termine a difesa si pongono nella fase degli atti introduttivi del dibattimento che si celebra nelle forme del rito direttissimo, ovvero in una fase antecedente alla dichiarazione di apertura del dibattimento. Per tale motivo si ritiene comunemente (Cass. VI, n. 13118/2010; Cass. VI, n. 42696/2008) che il termine a difesa possa essere chiesto anche al fine di valutare l'eventuale richiesta di riti alternativi (abbreviato, patteggiamento, messa alla prova). Entrambi gli avvisi, quello del comma 5 (sulla scelta del rito premiale) e quello del comma 6 dell'art. 451 c.p.p. (sul termine a difensa) si pongono nella medesima fase procedimentale, ovverosia quella successiva alla convalida dell'arresto e antecedente alla apertura del dibattimento. Pertanto, se ne è dedotto che il termine a difesa possa essere richiesto anche per valutare la scelta di riti premiali, considerato che la valutazione delle migliori strategie difensive non può non comprendere anche la scelta di riti alternativi.

Minoritaria rimane quella giurisprudenza che, invece, sostiene che la richiesta del termine a difesa si ponga in una fase successiva all'apertura del dibattimento, ovvero in una fase in cui oramai è preclusa la possibilità di richiedere riti alternativi (Cass. V, n. 12778/2010; Cass. I, n. 17796/2008).

Il termine a difesa, poi, può essere richiesto anche al solo scopo di prendere contatti con la persona offesa, per concretizzare condotte risarcitorie e riparatorie (ai fini del riconoscimento dell'attenuante di cui all'art. 62, n. 6, c.p.) ed eventualmente, nel caso di reato non perseguibile d'ufficio, per ottenere la remissione dell'atto di querela.

La prosecuzione del procedimento all'udienza fissata dal Giudice dopo la richiesta di termine a difesa avviene senza che l'imputato debba ricevere ulteriori avvisi. Pertanto, se l'imputato, a seguito del giudizio di convalida, viene rimesso in libertà e non compare all'udienza fissata a seguito della concessione del termine a difesa, egli non deve essere considerato contumace, ma assente (Cass. VI, n. 3802/2016).

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