Concordato con rinuncia ai motivi di appello (art. 599-bis c.p.p.) e richiesta di applicazione della pena sostitutiva breveInquadramentoAbrogato dal d.l. n. 92/2008 convertito con modificazioni dalla l. n. 125/2008, il concordato con rinuncia ai motivi di appello è stato reintrodotto dalla l. n. 103/2017 con l'art. 599-bis c.p.p. e modificato dal d.lgs n. 150 del 2022. Il concordato dei motivi in appello costituisce una proposta congiunta avanzata dall'imputato (eventualmente dal civilmente obbligato per la pena pecuniaria) e dal procuratore generale dalle parti con la quale essi dichiarano di concordare sull'accoglimento, in tutto o in parte, dei motivi di appello, con rinuncia agli altri eventuali motivi. Nel caso in cui i motivi dei quali viene chiesto l'accoglimento comportano una nuova determinazione della pena, il pubblico ministero, l'imputato e la persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria indicano al giudice anche la pena sulla quale sono d'accordo. La dichiarazione e la rinuncia sono presentate nelle forme previste dall'articolo 589 e nel termine, previsto a pena di decadenza, di quindici giorni prima dell'udienza. Sono esclusi dall'applicazione del concordato dei motivi in appello i procedimenti per i delitti di cui all'art. 51, commi 3-bis e 3-quater c.p.p., nonché i procedimenti per i delitti di cui agli artt. 600-bis, 600-ter, commi 1, 2, 3 e 4, 600-quater, comma 2, 600-quater.1, relativamente alla condotta di produzione o commercio di materiale pornografico, 600-quinquies, 609-bis, 609-ter, 609-quater e 609-octies c.p., nonché quelli contro coloro che siano stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza. Quando procede nelle forme di cui all'articolo 598-bis, la corte, se ritiene di non poter accogliere la richiesta concordata tra le parti, dispone che l'udienza si svolga con la partecipazione di queste e indica se l'appello sarà deciso a seguito di udienza pubblica o in camera di consiglio, con le forme previste dall'articolo 127. Il provvedimento è comunicato al procuratore generale e notificato alle altre parti. In questo caso la richiesta e la rinuncia perdono effetto, ma possono essere riproposte in udienza. Quando procede con udienza pubblica o in camera di consiglio con la partecipazione delle parti, la corte, se ritiene di non poter accogliere la richiesta concordata tra le parti, dispone la prosecuzione del giudizio. La richiesta e la rinuncia ai motivi non hanno effetto se la corte decide in modo difforme dall'accordo. Fermo restando l'autonomia in udienza del magistrato, costui, nella valutazione della proposta, si deve adeguare ai criteri che il procuratore generale presso la Corte di Appello, sentiti i magistrati dell'ufficio e i procuratori della Repubblica del distretto, indica tenuto conto della tipologia dei reati e della complessità dei procedimenti. Il concordato, implicando una rinuncia parziale dei motivi, deve essere proposto personalmente dall'imputato o dal difensore munito di procura speciale secondo quanto dispone l'art. 589 c.p.p. La richiesta può essere presentata nella fase degli atti preliminari al dibattimento e su di essa provvede in camera di consiglio il Giudice di appello il quale, se ritiene di non poter accogliere, allo stato, la richiesta, ordina la citazione a comparire al dibattimento. In questo caso la richiesta e la rinuncia perdono effetto, ma possono essere riproposte nel dibattimento. La improcedibilità è rilevata dalla Corte in camera di consiglio senza formalità con ordinanza contro la quale è ammesso il ricorso straordinario a norma dell'art. 625-bis c.p.p. Dal 04.04.2024 (data di entrata in vigore del d.lgs. n. 31/2024), le parti possono dichiarare di concordare sull'accoglimento, in tutto o in parte, dei motivi di appello, con rinuncia agli altri eventuali motivi, indicando al giudice anche la pena sostitutiva sulla quale sono d'accordo: naturalmente, se i motivi dei quali viene chiesto l'accoglimento comportino una nuova determinazione in tal senso. Nell'ipotesi in cui la richiesta di concordato attenga alla sostituzione della pena detentiva con una delle pene di cui all'art. 53 l. n. 689/1981, l'istanza «deve essere necessariamente accompagnata dal preventivo espresso consenso dell'interessato», espresso personalmente o da procuratore speciale, da comunicare, a pena di decadenza, nel termine di quindici giorni prima dell'udienza. La procedura applicativa, per il resto, è quella definita dall'art. 598-bis c.p.p. FormulaCORTE DI APPELLO DI.... CONCORDATO DEI MOTIVI CON DICHIARAZIONE DI RINUNCIA ALL'IMPUGNAZIONE *** Il sottoscritto...., nato a.... difeso/rappresentato dall'Avv..... al quale viene conferita espressa procura ai fini del presente atto, con studio in...., via...., in qualità di imputato/civilmente obbligato nel procedimento penale n..... /...., PREMESSO - Che in data.... /.... /.... ha proposto appello avverso la sentenza emessa da....; – Che con l'atto di appello ha articolato i seguenti motivi....; – Che intende proporre l'accoglimento del/dei seguente/i motivo/i.... con rinunzia all'impugnazione per tutti gli altri; Chiede che la Corte voglia accogliere il motivo.... con rinuncia a tutti gli altri e per l'effetto rideterminare la pena nel seguente modo.........(è possibile richiedere anche la pena sostitutiva breve quando si rientra nei limiti dei quattro anni). Luogo e data.... Firma.... V. del Procuratore generale.... PROCURA SPECIALE *** Il sottoscritto...., nato a.... difeso/rappresentato dall'Avv..... con studio in...., via...., in qualità di imputato/civilmente obbligato nel procedimento penale n..... /.... conferisce procura speciale all'Avv..... affinché nel suo interesse proponga richiesta di accoglimento dei motivi presentati a sostegno dell'impugnazione proposta avverso la sentenza pronunciata in data.... /.... /.... dal Tribunale di.... /Giudice di pace di.... e rinuncia a tutti gli altri.
Il sottoscritto...., nato a.... in qualità di imputato manifesta il proprio consenso (o conferisce procura speciale all'Avv.....) all'applicazione della pena sostitutiva qualora la Corte d'Appello voglia accogliere la relativa istanza1 Luogo e data.... Firma.... Autentica.... 2 Ai sensi dell'art. 1 d.m. 4 luglio 2023 (G.U. n. 155 del 5 luglio 2023) e dell'art. 1 d.m. 18 luglio 2023 (G.U. n. 166 del 18 luglio 2023), l'atto rientra tra quelli per i quali è provvisoriamente possibile anche il deposito telematico. Tale obbligo decorrerà solo dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022. [1] Il consenso all'applicazione della pena sostitutiva breve va rilasciata personalmente dall'imputato o con le forme di cui all'art. 122 c.p.p. [2] La procura è rilasciata con le forme di cui all'art. 122 c.p.p. La sottoscrizione può essere autenticata dal difensore solo nel caso in cui la procura sia rilasciata in suo favore. Diversamente, essa deve essere conferita per atto pubblico o scrittura priva autenticata. CommentoPrincipi generali Il concordato dei motivi in appello costituisce una forma di definizione semplificata del giudizio di appello che richiede un accordo bilaterale tra le parti. Rispetto alla previsione introdotta dalla l. n. 103/2017, quella del d.lgs. n. 150/2022 ha abrogato le preclusioni di carattere oggettivo (il concordato non può essere presentato per i reati di cui all'art. 51, commi 3-bis e 3-quater, nonché i procedimenti per i delitti di cui agli artt. 600-bis, 600-ter, commi 1, 2, 3 e 5, 600-quater, comma 2, 600-quater.1, relativamente alla condotta di produzione o commercio di materiale pornografico, 600-quinquies, 609-bis, 609-ter, 609-quater e 609-octies c.p.) e soggettivo (il concordato non può essere presentato da coloro che siano stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza). Con il d.lgs. n. 31 del 2024 si è stabilito che l'imputato possa avanzare richiesta di applicazione della pena sostitutiva breve anche in sede di concordato. Forme Il concordato dei motivi comportando una rinuncia parziale all'impugnazione e, dunque, integrando un atto abdicativo personale e formale della parte, esige che il difensore sia munito di procura speciale. A tale riguardo, l'art. 599-bis c.p.p. richiama il precedente art. 589. In astratto qualunque motivo potrebbe essere oggetto di concordato. Nulla esclude, cioè, che imputato e procuratore generale concordino per una soluzione assolutoria. Più verosimile, però, che il concordato abbia ad oggetto quei motivi che abbiano ricadute sul trattamento sanzionatorio. Inoltre, nel concordato in appello ex art. 599-bis c.p.p., le parti non sono vincolate a criteri di determinazione della pena, con la conseguenza che il giudice può sindacare esclusivamente la congruità della pena finale concordata, senza che rilevino eventuali errori di calcolo nei passaggi intermedi (Cass. VI, n. 23614/2022). In questi casi, il concordato deve prevedere anche la pena sulla quale si forma il consenso. La rinuncia a tutti i motivi di appello, ad esclusione soltanto di quelli riguardanti la misura della pena, la concessione delle attenuanti generiche ed il bilanciamento delle circostanze, comprende anche i motivi concernenti la qualificazione del reato e la sussistenza delle aggravanti (Cass. III, n. 50750/2016, in una fattispecie di delitto ex art. 74, d.P.R. n. 309/1990, nella quale la Corte ha escluso che i punti della decisione relativi alla diversa qualificazione dell'associazione o alla sussistenza delle circostanze di cui ai commi 3 e 4 della disposizione citata e dell'art. 7, l. n. 203/1991, siano connessi, con vincolo di carattere essenziale, a quelli esclusi dalla rinuncia all'impugnazione, così da poter essere comunque sottoposti alla cognizione del Giudice del gravame nonostante l'intervenuta l'abdicazione). Inoltre, nel concordato in appello, la dichiarazione di rinuncia dell'imputato ai motivi sulla responsabilità non è suscettibile di revoca, neppure implicita, perdendo effetto, ai sensi dell'art. 599-bis, comma 3, c.p.p., solo nel caso di mancato accoglimento della proposta di pena concordata (Cass. II, n. 43893/2021). Ai sensi dell'art. del d.lgs. n. 31 del 2024 il consenso all'applicazione della pena sostitutiva breve va reso personalmente o per mezzo di procuratore speciale. Tempi La proposta di accoglimento dei motivi dovrebbe essere presentata in fase di atti preliminari al dibattimento. Quanto alla sostituzione della pena si prescrive che fermo quanto previsto dall’articolo 597, l’imputato, fino a quindici giorni prima dell’udienza. In alcune circolari adottate dai procuratori generali, vengono indicati anche i tempi entro i quali devono essere presentate le proposte di concordato. Va evidenziato, tuttavia, che stando a quanto dispone l'art. 602 c.p.p. la proposta di concordato potrebbe essere presentata anche in dibattimento e, in tal caso, essa potrebbe essere formalizzata con una dichiarazione orale raccolta a verbale (in ogni caso il difensore deve essere munito di procura speciale). Sulla proposta presentata dalle parti nel corso degli atti preliminari, la Corte di Appello decide in camera di consiglio. Qualora non accolga la proposta, il Giudice di appello ordina la citazione a comparire al dibattimento. In questo caso la richiesta e la rinuncia perdono effetto, ma, come previsto dall'art. 602 c.p.p., possono essere riproposte nel dibattimento. Sebbene non nitidamente specificato, l'art. 602 c.p.p. sembra delineare uno sbarramento temporale entro il quale è possibile presentare la proposta di concordato. Esso, infatti, dopo aver stabilito che nell'udienza, il presidente o il consigliere da lui delegato fa la relazione della causa, prevede che se le parti richiedono concordemente l'accoglimento, in tutto o in parte, dei motivi di appello a norma dell'art. 599-bis, il Giudice, quando ritiene che la richiesta deve essere accolta, provvede immediatamente; altrimenti dispone la prosecuzione del dibattimento. Da tale disposizione sembra ricavarsi una cadenza temporale che impone la presentazione (o la ri-presentazione) della proposta subito dopo la conclusione della relazione. Occorre evidenziare che le modifiche al concordato in appello introdotte dall'art. 98, comma 1, lett. a), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 – per effetto delle quali sono venute meno le preclusioni inerenti ai reati di particolare gravità ed agli imputati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza soggiacciono, in assenza di disciplina transitoria e in quanto riguardanti un istituto di natura meramente processuale, al principio del “tempus regit actum”, sicché producono i propri effetti nei soli giudizi che si svolgono a decorrere dall'entrata in vigore della norma abrogante, senza possibilità di applicazione retroattiva nei processi in cui il giudizio di appello sia stato già definito (Cass. VI, n. 9188/2023). Impugnazione della sentenza che accoglie la proposta La sentenza con la quale il Giudice di appello accoglie la proposta non può essere successivamente impugnata. Ai sensi dell'art. 611, comma 5, c.p.p. il ricorso avverso la sentenza con la quale la Corte di Appello accoglie la proposta di accoglimento dei motivi è inammissibile e la improcedibilità è rilevata dalla Corte in camera di consiglio senza formalità con ordinanza contro la quale è ammesso il ricorso straordinario a norma dell'art. 625-bis c.p.p. In merito la Cassazione ha escluso che l'impugnazione avverso la decisione emessa ai sensi dell'art. 599-bis possa avere ambiti ulteriori rispetto a doglianze relative alla formazione della volontà della parte di accedere al c.d. concordato in appello, al consenso del Procuratore generale sulla richiesta ed al contenuto difforme della pronuncia del Giudice (Cass. II, n. 30990/2018). Comunque, l'accordo delle parti in sede di concordato non implica rinuncia alla prescrizione con la conseguenza che qualora il Giudice di appello non rilevi l'intervenuta prescrizione del reato detto errore può essere dedotto mediante ricorso per cassazione (Cass. V, n. 38115/2019). Mentre è ammissibile il ricorso in cassazione avverso la sentenza emessa ex art. 599-bis c.p.p. che deduca motivi relativi alla formazione della volontà della parte di accedere al concordato, al consenso del pubblico ministero sulla richiesta ed al contenuto difforme della pronuncia del giudice, sono inammissibili le doglianze relative a motivi rinunciati, alla mancata valutazione delle condizioni di proscioglimento ex art. 129 c.p.p. e, altresì, a vizi attinenti alla determinazione della pena che non si siano trasfusi nella illegalità della sanzione inflitta (Cass. VI, n. 14510/2022). Quanto all’applicazione della pena sostitutiva l’impugnazione segue il conseguente regime. |