Ricorso per cassazione per inosservanza o erronea applicazione della legge penale o di altre norme giuridiche, di cui si deve tenere conto nell'applicazione della legge penale (art. 606, comma 1, lett. b)

Alessandro Diddi

Inquadramento

Il ricorso per cassazione costituisce lo strumento di impugnazione che, ai sensi dell'art. 111 Cost., può essere sempre proposto avverso le sentenze ed i provvedimenti in materia di libertà personale.

Il ricorso per cassazione può essere considerato un mezzo di impugnazione a motivi vincolati, in quanto le doglianze che possono essere rappresentate sono solo quelle riconducibili ad uno dei cinque casi di ricorso di cui all'art. 606 c.p.p. e la Corte di Cassazione ha una cognizione del procedimento limitata ai motivi proposti.

Ai sensi dell'art. 606, comma 3, c.p.p., infatti, il ricorso è inammissibile (oltre che nel caso in cui sia proposto per motivi manifestamente inammissibili o per violazioni di legge non dedotte con i motivi di appello) quando i motivi addotti siano diversi da quelli consentiti dalla legge.

Il c.d. error in iudicando ricorre quando il Giudice non abbia osservato ovvero abbia fatto erronea applicazione della legge penale o di altre norme giuridiche, di cui si deve tener conto nell'applicazione della legge penale.

Si tratta dei casi in cui si manifesta al massimo livello la funzione nomofilattica della Corte di Cassazione che, quale organo supremo della giustizia, ai sensi dell'art. 65 ord. giud., assicura l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge, l'unità del diritto oggettivo nazionale.

Sono due i profili presi in esame dalla disposizione in esame: il significato da attribuire alla norma di cui si è fatta applicazione nel giudizio, vale a dire la sua comprensione testuale; la sua applicazione al caso specifico.

Formula

CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI PENALI

RICORSO PER CASSAZIONE

***

Il sottoscritto Avv....., con studio in...., via...., difensore di fiducia di

1....., nata a.... il....;

imputato nel procedimento penale n..... /....,

propone ricorso per cassazione avverso la sentenza pronunciata in data.... dalla Corte di Appello/Tribunale [1] di....;

impugnando specificamente i punti relativi.... riferiti ai capi.... per il seguente motivo [2] :

– violazione dell'art. 606, comma 1, lett. b), c.p.p. per non aver la sentenza impugnata osservato e/o per aver erroneamente applicato le seguenti norme di legge penali.... ovvero le seguenti norme giuridiche.... delle quali si è tenuto conto nell'applicazione della legge penale.

Chiede l'annullamento con/senza rinvio della sentenza impugnata.

Luogo e data....

Firma....

Ai sensi dell'art. 1 d.m. 4 luglio 2023 (G.U. n. 155 del 5 luglio 2023) e dell'art. 1 d.m. 18 luglio 2023 (G.U. n. 166 del 18 luglio 2023), l'atto rientra tra quelli per i quali è provvisoriamente possibile anche il deposito telematico. Tale obbligo decorrerà solo dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022.

[1]In questa parte dell'atto occorre ottemperare a quanto prescrive l'art. 581 c.p.p. a mente del quale l'atto di impugnazione si propone con atto scritto nel quale sono indicati il provvedimento impugnato, la data del medesimo ed il Giudice che lo ha emesso. Le sentenze pronunciate in sede di appello dal tribunale sono quelle emesse sull'impugnazione delle sentenze del Giudice di pace.

[2]Ai sensi dell'art. 581 c.p.p. l'impugnazione deve contenere la specifica indicazione, a pena di inammissibilità, dei capi o dei punti della decisione ai quali si riferisce l'impugnazione.

Commento

Principi generali

Con il ricorso per cassazione, essendo un atto a struttura vincolata, possono essere dedotti solo motivi rientranti tra quelli di cui all'art. 606 c.p.p.

Erronea applicazione di una legge sostanziale

Attraverso il controllo sull'applicazione della legge penale o di altre norme giuridiche, di cui si deve tener conto nell'applicazione della legge penale, si manifesta al massimo livello la funzione nomofilattica della Corte di Cassazione che, quale organo supremo della giustizia, ai sensi dell'art. 65 ord. giud., assicura l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge, l'unità del diritto oggettivo nazionale.

Sono due i profili presi in esame dalla disposizione di cui all'art. 606, comma 1, lett. b), c.p.p. il significato da attribuire alla norma di cui si è fatta applicazione nel giudizio, vale a dire la sua comprensione testuale e la sua applicazione al caso specifico.

Mentre l'inosservanza si configura quando non è stata applicata una disposizione di legge, l'erronea applicazione è invece configurabile quando il Giudice sia incorso in una imperfetta applicazione della fattispecie astratta.

Il vizio di cui all'art. 606, comma 1, lett. b), c.p.p. riguarda l'erronea interpretazione della legge penale sostanziale (ossia, la sua inosservanza), ovvero l'erronea applicazione della stessa al caso concreto (e, dunque, l'erronea qualificazione giuridica del fatto o la sussunzione del caso concreto sotto fattispecie astratta erronea), e va tenuto distinto dalla deduzione di un'erronea applicazione della legge in ragione di una carente o contraddittoria ricostruzione della fattispecie concreta, denunciabile sotto l'aspetto del vizio di motivazione (Cass. V, n. 47575/2016).

Sul punto, la giurisprudenza della Corte Suprema ha più volte avuto modo di chiarire come quando si eccepisce il vizio di erronea interpretazione o errata applicazione della norma sostanziale, non si eccepisce un vizio di motivazione. Quest'ultimo è denunciabile nel giudizio di legittimità solo in relazione alle questioni di fatto e non anche di diritto con la conseguenza che, ove queste ultime, anche se in maniera immotivata o contraddittoriamente o illogicamente motivata, siano comunque esattamente risolte, non può sussistere ragione alcuna di doglianza, mentre, viceversa, ove tale soluzione non sia giuridicamente corretta, poco importa se e quali argomenti la sorreggano (Cass. II, n. 3706/2009; Cass. II, n. 19696/2010; Cass. IV, n. 6243/1998).

La precisazione è importante perché secondo la giurisprudenza la denunzia cumulativa, promiscua e perplessa della inosservanza ed erronea applicazione della legge penale, nonché della mancanza, della contraddittorietà e della manifesta illogicità della motivazione rende i motivi aspecifici ed il ricorso inammissibile, ai sensi degli artt. 581, comma 1, lett. c) e 591, comma 1, lett. c), c.p.p., non potendo attribuirsi al Giudice di legittimità la funzione di rielaborare l'impugnazione, al fine di estrarre dal coacervo indifferenziato dai motivi quelli suscettibili di un utile scrutinio (Cass. I, n. 39122/2015).

Inoltre, Il vizio di cui all'art. 606 c.p.p., comma 1, lett. b) riguarda in vero l'erronea interpretazione della legge penale sostanziale (ossia, la sua inosservanza), ovvero l'erronea applicazione della stessa al caso concreto (e, dunque, l'erronea qualificazione giuridica del fatto o la sussunzione del caso concreto sotto la fattispecie astratta), e va tenuto distinto dalla deduzione di un'erronea applicazione della legge in ragione di una carente o contraddittoria ricostruzione della fattispecie concreta, denunciabile sotto l'aspetto del vizio di motivazione (Cass. VI, n. 17017/2020).

È, dunque, ammissibile il ricorso per cassazione con il quale si deduce per la prima volta, in difetto di un previo e possibile motivo di appello ed anche con un unico motivo, che il fatto non è previsto dalla legge come reato ex art. 129, comma 1, c.p.p. e che erroneamente la conseguente non punibilità dell'imputato non sia stata dichiarata dal giudice di merito, integrando tale doglianza un motivo consentito ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. b), c.p.p. (Cass. II, n. 27869/2022).

Richieste

La violazione dell'art. 606, comma 1, lett. b), c.p.p. determina, di regola, l'annullamento senza rinvio del provvedimento impugnato (ed in tal senso devono essere articolare le richieste nell'atto di ricorso).

Ai sensi dell'art. 620 c.p.p., infatti, la Corte pronunzia sentenza di annullamento senza rinvio se il fatto non è previsto dalla legge come reato, se il reato è estinto o se l'azione penale non doveva essere iniziata o proseguita nonché in tutti i casi in cui la Corte ritiene di poter decidere, non essendo necessari ulteriori accertamenti di fatto, o di rideterminare la pena sulla base delle statuizioni del Giudice di merito o di adottare i provvedimenti necessari, e in ogni altro caso in cui ritiene superfluo il rinvio (lett. a) e i)).

Non si può escludere che la violazione della norma di diritto penale possa anche determinare l'annullamento con rinvio (come, ad esempio, le violazioni di carattere sostanziale dalle quali dipendono nuovi giudizi di merito: errata applicazione delle norme sulla continuazione; sulle attenuanti; sulle aggravanti, etc.).

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