Ordine di esecuzione di pena detentiva nei confronti di condannato in stato di libertà (art. 656, comma 1)InquadramentoSiamo nella prima ipotesi contemplata dall'art. 656 c.p.p. Il pubblico ministero ordina l'esecuzione della pena detentiva nei confronti di un condannato libero, disponendone la cattura e l'accompagnamento in Istituto di detenzione. Evidentemente non sussistono i presupposti per la sospensione dell'ordine di carcerazione prevista dal successivo comma 5 o perché la pena eccede i limiti ivi indicati o perché ricorre una delle condizioni ostative previste dal comma 9. FormulaPROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE ORDINARIO DI.... [1] ORDINE DI ESECUZIONE DI PENA DETENTIVA (ART. 656 COMMA 1 C.P.P.) Il pubblico Ministero, poiché risulta eseguibile la sentenza n..... – R.G. n....., R.G.N.R. n....., emessa dal Tribunale ordinario di.... in data...., definitiva in data...., a carico di (generalità del condannato) [2] : riconosciuto colpevole dei reati: 1) (indicazione degli articoli di legge che individuano la fattispecie di reato accertata) commesso in data.... – Luogo:.... Circostanze Attenuanti/Aggravanti soggettive: (indicazione degli articoli di legge che definiscono le circostanze accertate, con eventuale menzione del giudizio di bilanciamento ex art. 69 c.p.); 2 e ss.) (indicazione di eventuali ulteriori reati accertati); e condannato alla pena principale: RECLUSIONE/ARRESTO (indicazione della misura della pena detentiva irrogata in sentenza), Oltre a (indicazione delle eventuali pena pecuniaria, pene accessorie, misure di sicurezza, sanzioni amministrative accessorie applicate); da cui vanno detratti i seguenti periodi di presofferto [3] : custodia cautelare dal.... al....; arresti domiciliari dal.... al....; (indicazione di eventuali ulteriori periodi di detenzione o internamento computabili ex art. 657 c.p.p.); per complessivi (indicazione del presofferto complessivo); per cui risultano da espiare: RECLUSIONE/ARRESTO (indicazione della misura della pena detentiva da eseguire); Rilevato che non ricorrono le condizioni previste dall'art. 656, comma 5 c.p.p./che ricorrono le condizioni previste dall'art. 656, comma 9, lett. a)/lett. b), c.p.p.[4], rilevato che il condannato risulta assistito dal difensore: Avvocato.... del foro di...., che lo ha assistito nella fase del giudizio / nominato con dichiarazione pervenuta in data.... [5] DISPONE la carcerazione del condannato per l'espiazione della pena sopra indicata di: RECLUSIONE/ARRESTO (indicazione della misura della pena detentiva da eseguire); ORDINA agli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria di catturare il condannato e di condurlo nel più vicino istituto di detenzione, assicurandosi della sua identità e previa notificazione del presente ordine, per l'espiazione della pena di cui sopra. INFORMA il condannato che ha facoltà di accedere ai programmi di giustizia riparativa e che, se il processo si è svolto in sua assenza, nel termine di trenta giorni della conoscenza della sentenza, può chiedere, in presenza dei relativi presupposti, la restituzione nel termine per proporre impugnazione o la rescissione del giudicato; DISPONE che il presente provvedimento sia notificato al difensore sopra indicato; MANDA alla Segreteria, – affinché provveda all'invio del presente provvedimento a (ufficio di polizia giudiziaria delegato per l'esecuzione); – per la notifica al difensore nei termini di legge [6]. Luogo e data.... Il pubblico ministero.... [1]Il provvedimento può provenire dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ovvero dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'appello, in ragione dell'attribuzione prevista dall'art. 655, comma 1 c.p.p. [2]Oltre alle generalità del condannato, va indicato quant'altro valga ad identificarlo, come eventuali alias e, in particolare, il codice univoco di identificazione (CUI), di identifica gli individui censiti dalle banche dati delle forze dell'ordine in base in base alle impronte digitali. [3]Le ipotesi di c.d. presofferto rilevanti sono quelle precisate dall'art. 657 c.p.p. rispetto alle quali è attribuita al pubblico ministero funzione di verifica, tanto che incombe sulla sua segreteria, fra gli adempimenti correlati all'iscrizione ed alla formazione del fascicolo dell'esecuzione, quello di sottoporgli il fascicolo medesimo per l'adozione dei pertinenti provvedimenti. [4]Il pubblico ministero dà usualmente conto, quale elemento negativo, anche dell'insussistenza delle condizioni per disporre la sospensione dell'esecuzione, per il superamento del limite di pena previsto dal comma 5 o per la ricorrenza di una delle condizioni ostative previste dal comma 9. [5]A norma del comma 5 dell'art. 656 c.p.p., che fornisce la disciplina generale dell'ufficio difensivo nella fase esecutiva, di cui va garantita la continuità, il difensore può identificarsi con quello che ha assistito il condannato nel giudizio di cognizione, salvo che non sia intervenuta nomina fiduciaria, dovendo quest'ultima essere esplicitamente riferita all'esecuzione. [6]Ai sensi del comma 3-bis dell'art. 656 c.p.p., se il condannato è madre di prole minore di età, l'ordine di esecuzione della pena detentiva deve essere comunicato anche al procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni del luogo di esecuzione. CommentoL'ordine di esecuzione, disciplinato dall'art. 656 c.p.p., è l'atto con cui il pubblico ministero, a seguito dell'irrevocabilità della sentenza di condanna, di cui riceve comunicazione dalla cancelleria del giudice che l'ha pronunciata senza ritardo e comunque entro 5 giorni (art. 28 reg. c.p.p.), dispone l'esecuzione della pena detentiva. Il suo contenuto è disciplinato dall'art. 656, comma 3, c.p.p. e contempla le generalità del condannato ed ogni altra indicazione che valga ad identificarlo (in particolare, in CUI, codice univoco di identificazione, consente di riferirsi ai rilievi dattiloscopici presenti nelle banche dati delle forze dell'ordine, superando le problematiche connesse ad eventuali incertezze sulle generalità), l'imputazione, il dispositivo e le disposizioni necessarie all'esecuzione. Imputazione e dispositivo sono riportati in forma contratta, mediante la mera indicazione del titolo del reato accertato, la data ed il luogo di consumazione, la misura della pena detentiva e di quella pecuniaria, nonché eventuali pene accessorie e misure di sicurezza, informazioni direttamente ricavabili dall'estratto della sentenza di condanna previsto dall'art. 28 reg. esec. c.p.p. L'art. 38 d.lgs. n. 150/2022 ha aggiunto la previsione che al condannato sia dato avvertimento anche della facoltà di accedere ai programmi di giustizia riparativa, nonché, qualora il giudizio si sia svolto in assenza, di chiedere, nel termine di 30 giorni dalla notifica e in presenza dei relativi presupposti, la restituzione nel termine per proporre impugnazione o la rescissione del giudicato (tale ultimo avvertimento, invero, sarebbe prescritto solo in caso di ordine di esecuzione sospeso ai sensi del comma 5 dell'art. 656 c.p.p., sebbene la ratio ricorra anche, a fortiori, quando questo non sia sospeso). Si tratta di atto di cui è richiesta la traduzione a pena di nullità, se il condannato è alloglotta (per tutte, Cass. I, n. 20768/2018). Nel caso di specie, si esegue una pena detentiva nei confronti di condannato che si trova in stato di libertà, disponendone la cattura e l'accompagnamento in Istituto, evidentemente in difetto delle condizioni della sospensione dell'ordine di esecuzione disciplinata dal successivo comma 5. Circa l'insussistenza dei presupposti per la sospensione prevista dal comma 5, vanno richiamati i plurimi interventi della Corte costituzionale che ha innalzato il limite della pena a 4 anni (Corte cost. n. 41/2018) ed ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della preclusione alla sospensione prevista per i condannati per i reati di furto con strappo (Corte cost. n. 125/2016) ed incendio boschivo (Corte cost. n. 3/2023). La stessa preclusione è stata invece ritenuta costituzionalmente legittima con riferimento ai reati di furto in luogo di privata dimora (Corte cost. nn. 216/2019 e 67/2020) e di contrabbando di tabacchi lavorati esteri aggravato (Corte cost. n. 238/2021). L'automatismo con il quale la stessa opera è inoltre stato ritenuto in contrasto con il principio della protezione della gioventù che deve permeare l'esecuzione della pena nei confronti dei condannati minorenni (Corte cost. n. 90/2017). Quando il divieto di sospensione discende dal riconoscimento della circostanza aggravante di cu all'art. 80, comma 2, d.P.R. n. 309/1990, esso opera indipendentemente dalle conseguenze che ne siano derivate sulla misura della pena in concreto irrogata dal giudice di merito e dunque anche qualora la detta circostanza aggravante sia stata oggetto di bilanciamento (da ultimo Cass. I, 4556/2022). Va notato inoltre che la Consulta ha sovvertito il precedente consolidato orientamento giurisprudenziale che attribuiva a tale disposizione, come a tutte quelle concernenti le modalità di esecuzione della pena, natura processuale, con conseguente immediata applicabilità delle modifiche normative, anche aventi valenza peggiorativa, dichiarando l'illegittimità costituzionale, per violazione dell'art. 25, comma 2 Cost., dell'art. 1, comma 6, lett. b) l. n. 3/2019, in quanto interpretato nel senso che le modificazioni introdotte all'art. 4-bis l. n. 354/1975 si applichino anche ai condannati che abbiano commesso il fatto prima dell'entrata in vigore della medesima legge, in riferimento al divieto di sospensione dell'esecuzione (Corte cost. n. 32/2020). Il medesimo principio è stato ribadito anche con riferimento alle modifiche in precedenza apportate in materia di immigrazione clandestina (Corte cost. n. 193/2020) e di codice rosso (Corte cost. n. 183/2021). Poiché non è possibile stabilire la data di decorrenza della pena e la conseguente data del fine pena, è necessario procedervi con atto successivo e separato, una volta acquisita notizia dell'avvenuta esecuzione. Solo l'effettiva esecuzione, e non invece il provvedimento che la dispone, tanto più se sospeso ai sensi del comma 5, interrompe il decorso del temine che, ai sensi dell'art. 172 c.p., determina l'estinzione della pena per decorso del tempo (Cass. S.U., n. 46387/2021). La formula proposta è costruita sull'ipotesi che il titolo esecutivo sia costituito da un'unica statuizione di condanna, ma occorre considerare che spesso l'esecuzione concerne plurimi titoli concorrenti e che, in tal caso, l'ordine di esecuzione si inserisce nel provvedimento di unificazione emesso ai sensi dell'art. 663 c.p.p. (su cui v. infra). La detenzione sofferta in conseguenza di erronea emissione dell'ordine di esecuzione può dar luogo a riparazione per ingiusta detenzione (da ultimo, Cass. IV, n. 25092/2021, nel solco di un orientamento risalente a Corte cost. n. 310/1996). |