Ordine di esecuzione di pena detentiva nei confronti di condannato in stato di detenzione (art. 656, comma 2)

Riccardo Polidoro

Inquadramento

Il Pubblico Ministero ordina l'esecuzione della pena detentiva nei confronti di un condannato che si trova già detenuto. Evidentemente non sussistono i presupposti per la sospensione dell'ordine di carcerazione prevista dal successivo comma 5, preclusa dallo stato di detenzione. L'esecuzione prosegue in continuità con il preesistente stato di detenzione, onde può essere direttamente determinata, oltre alla pena da eseguire, anche il suo termine di scadenza, c.d. fine pena.

Formula

PROCURA DELLA REPUBBLICA presso il

TRIBUNALE ORDINARIO DI ... [1]

Ordine di esecuzione di pena detentiva (art. 656, comma 2, c.p.p.)

Il Pubblico Ministero,

poiché risulta eseguibile la sentenza n. ... - R.G. n. ..., R.G.N.R. n. ..., emessa dal Tribunale ordinario di ... in data ..., definitiva in data ..., a carico di ...

... (generalità del condannato) [2],

riconosciuto colpevole dei reati:

1) ... (indicazione degli articoli di legge che individuano la fattispecie di reato accertata)

commesso in data ... - Luogo: ... .

Circostanze Attenuanti/Aggravanti soggettive: ... (indicazione degli articoli di legge che definiscono le circostanze accertate, con eventuale menzione del giudizio di bilanciamento ex art. 69 c.p.);

2 e ss.) ... (indicazione di eventuali ulteriori reati accertati);

e condannato alla pena principale:

RECLUSIONE/ARRESTO ... (indicazione della misura della pena detentiva irrogata in sentenza),

Oltre a ... (indicazione delle eventuali pena pecuniaria, pene accessorie, misure di sicurezza, sanzioni amministrative accessorie applicate);

da cui vanno detratti i seguenti periodi di presofferto [3]:

custodia cautelare dal ... al ...;

arresti domiciliari dal ... al ...;

... (indicazione di eventuali ulteriori periodi di detenzione o internamento computabili ex art. 657 c.p.p.);

per complessivi ... (indicazione del presofferto complessivo);

per cui risultano da espiare:

RECLUSIONE/ARRESTO ... (indicazione della misura della pena detentiva da eseguire);

Rilevato che non ricorrono le condizioni previste dall'art. 656, comma 5 c.p.p./che ricorrono le condizioni previste dall'art. 656, comma 9, lett. a)/lett. b) c.p.p.[4];

Rilevato che il condannato è detenuto per questa causa/per altra causa presso (indicazione dell'Istituto di detenzione) [5];

rilavato che il condannato risulta assistito dal difensore:

Avvocato ... del foro di ..., che lo ha assistito nella fase del giudizio/nominato con dichiarazione pervenuta in data ... [6]

DISPONE

la carcerazione del condannato per l'espiazione della pena sopra indicata di:

RECLUSIONE/ARRESTO ... (indicazione della misura della pena detentiva da eseguire);

DISPONE

che la pena in corso di espiazione, decorrente dal ... (indicazione della data di decorrenza della pena [7] ), scada il ... (indicazione della data del termine della pena), data in cui il condannato dovrà essere scarcerato se non detenuto per altra causa;

INFORMA

il condannato che ha facoltà di accedere ai programmi di giustizia riparativa e che, se il processo si è svolto in sua assenza, nel termine di trenta giorni della conoscenza della sentenza può chiedere, in presenza dei relativi presupposti, la restituzione nel termine per proporre impugnazione o la rescissione del giudicato;

DISPONE

che il presente provvedimento sia notificato al difensore sopra indicato;

MANDA

alla Segreteria,

- affinché provveda all'invio del presente provvedimento all'Istituto di detenzione in cui il condannato è in atto ristretto affinché provveda alla notifica all'interessato e all'annotazione in matricola del presente provvedimento, dandone sollecita assicurazione a questo Ufficio e confermando la data di scadenza della pena;

- per la notifica al difensore nei termini di legge [8].

Luogo e data ...

Il Pubblico Ministero ...

1. Il provvedimento può provenire dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ovvero dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'appello, in ragione dell'attribuzione prevista dall'art. 655, comma 1.

2. Oltre alle generalità del condannato, va indicato quant'altro valga ad identificarlo, come eventuali alias e, in particolare, il codice univoco di identificazione (CUI), di identifica gli individui censiti dalle banche dati delle forze dell'ordine in base in base alle impronte digitali.

3. Le ipotesi di c.d. presofferto rilevanti sono quelle precisate dall'art. 657 rispetto alle quali è attribuita al Pubblico Ministero funzione di verifica, tanto che incombe sulla sua segreteria, fra gli adempimenti correlati all'iscrizione ed alla formazione del fascicolo dell'esecuzione, quello di sottoporgli il fascicolo medesimo per l'adozione dei pertinenti provvedimenti.

4. Il Pubblico Ministero dà usualmente conto, quale presupposto negativo, dell'insussistenza delle condizioni per disporre la sospensione dell'esecuzione, sebbene in tal caso comunque preclusa dallo stato di detenzione.

5. Qui non rileva quale sia la causa della detenzione. Anche qualora il condannato sia ristretto in stato di custodia cautelare per altra causa, circostanza che non integrerebbe l'ipotesi prevista dal comma 9, lett. b), l'ordine di esecuzione non sospeso si esegue con le modalità del comma 2.

6. A norma del comma 5 dell'art. 656, che fornisce la disciplina generale dell'ufficio difensivo nella fase esecutiva, di cui va garantita la continuità, il difensore può identificarsi con quello che ha assistito il condannato nel giudizio di cognizione, salvo che non sia intervenuta nomina fiduciaria, dovendo quest'ultima essere esplicitamente riferita all'esecuzione.

7. La data di decorrenza della pena coincide con l'inizio della carcerazione avente titolo nel procedimento definito con la sentenza oggetto dell'esecuzione ovvero, in caso di concorso di pene, dalla data di consumazione dell'ultimo reato, in ossequio al principio stabilito dall'art. 657, comma 4.

8. Ai sensi del comma 3-bis dell'art. 656 c.p.p., se il condannato è madre di prole minore di età, l'ordine di esecuzione della pena detentiva deve essere comunicato anche al procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni del luogo di esecuzione.

Commento

L'ordine di esecuzione, disciplinato dall'art. 656, è l'atto con cui il Pubblico Ministero, a seguito dell'irrevocabilità della sentenza di condanna, di cui riceve comunicazione dalla cancelleria del Giudice che l'ha pronunciata senza ritardo e comunque entro 5 giorni (art. 28, Reg. esec. c.p.p.), dispone l'esecuzione della pena detentiva.

Il suo contenuto è disciplinato dall'art. 656, comma 3 e contempla le generalità del condannato ed ogni altra indicazione che valga ad identificarlo (in particolare, in cui, codice univoco di identificazione, consente di riferirsi ai rilievi dattiloscopici presenti nelle banche dati delle forze dell'ordine, superando le problematiche connesse ad eventuali incertezze sulle generalità), l'imputazione, il dispositivo e le disposizioni necessarie all'esecuzione.

Imputazione e dispositivo sono riportati in forma contratta, mediante la mera indicazione del titolo del reato accertato, la data ed il luogo di consumazione, la misura della pena detentiva e di quella pecuniaria, nonché eventuali pene accessorie e misure di sicurezza, secondo le informazioni contenute nell'estratto della sentenza di condanna previsto dall'art. 28, Reg. esec. c.p.p.

L'art. 38, d.lgs. n. 150/2022 ha aggiunto la previsione che al condannato sia dato avvertimento anche della facoltà di accedere ai programmi di giustizia riparativa, nonché, qualora il giudizio si sia svolto in assenza, di chiedere, nel termine di 30 giorni dalla notifica e in presenza dei relativi presupposti, la restituzione nel termine per proporre impugnazione o la rescissione del giudicato (tale ultimo avvertimento, invero, sarebbe prescritto solo in caso di ordine di esecuzione sospeso ai sensi del comma 5 dell'art. 656 c.p.p., sebbene la ratio ricorra anche, a fortiori, quando questo non sia sospeso).

Si tratta di atto di cui è richiesta la traduzione a pena di nullità, se il condannato è alloglotta (da ultimo, Cass. I, n. 20768/2018).

Nel caso di specie, si esegue una pena detentiva nei confronti di condannato che si trova già in stato di detenzione o perché in custodia cautelare o perché sta espiando altra pena (Cass. I, n. 42637/2022), nel quale caso il Pubblico Ministero dovrà contestualmente procedere all'unificazione delle pene concorrenti ai sensi dell'art. 663 c.p.p. (su cui v. infra). Al condannato detenuto è equiparato anche il latitante (Cass. I, n. 23882/2021).

Non rileva invece lo stato di detenzione per altra causa dovuta a misura cautelare (Cass. I, n. 31216/2020), se non per la negativa incidenza suscettibile di esercitare sull'eventuale successivo giudizio di sorveglianza.

Essendo già nota la data di decorrenza della pena, coincidente con l'inizio della detenzione riferibile al titolo posto in esecuzione (ovvero, in caso di concorso di pene, con la data di consumazione dell'ultimo reato oggetto del provvedimento di unificazione, in ossequio al principio previsto dall'art. 657, comma 4, c.p.p.), l'atto indica anche il fine pena, sebbene sia in uso richiedere un confronto con quello risultante agli atti dell'amministrazione penitenziaria, per evidenti esigenze di coordinamento.

Le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione hanno stabilito che il provvedimento di esecuzione della pena detentiva, ai sensi dell'art. 656, comma 5, c.p.p., non rientra in una delle ipotesi previste dall'art. 172, comma 5, c.p. (Cass. S.U., n. 46387/2021).

La detenzione sofferta in conseguenza di erronea emissione dell'ordine di esecuzione può dar luogo a riparazione per ingiusta detenzione (da ultimo, Cass. IV, n. 25092/2021, nel solco di un orientamento risalente a Corte cost., n. 310/1996).

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