Istanza di detenzione domiciliare per motivi di salute (art. 47-ter, comma 1, l. n. 354/1975)InquadramentoIl rinvio all'art. 47-ter ord. pen. contenuto nel comma 5 dell'art. 656 c.p.p., include nel novero delle istanze proponibili dal condannato libero utili a perpetuare la sospensione dell'ordine di esecuzione fino alla decisione del tribunale di sorveglianza anche la detenzione domiciliare, nella fattispecie prevista dal comma 1 dell'art. 47-ter cit., c.d. umanitaria, in quanto volta alla tutela di interessi estranei all'esecuzione della pena, correlati a valori di pari rango costituzionale, quali il diritto alla salute o la tutela dell'infanzia. FormulaPROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE ORDINARIO DI.... [1] per il TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA DI.... ISTANZA DI DETENZIONE DOMICILIARE PER MOTIVI DI SALUTE (ART. 47-TER, comma 1 l. n. 354/975) Il sottoscritto [Avv..... del foro di...., in qualità di difensore di] (Cognome e nome del condannato), nato a.... il.... e residente a.... in via...., ove dichiara il proprio domicilio anche ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 677, comma 2-bis c.p.p., condannato in regime di esecuzione pena detentiva sospesa ex art. 656, comma 5, c.p.p. nell'esecuzione n..... SIEP, PREMESSO CHE la pena da eseguire (indicare la misura della pena) rientra nel limite previsto dall'art. 47-ter, comma 1, l. 354/1975; sussistono le condizioni previste dal medesimo art. 47-ter, comma 1, lett. a)/b)/c)/d)/e) in quanto (illustrare, rinviando anche ad auspicabili produzioni documentali, le circostanze rilevanti agli effetti delle disposizioni indicate: stato di gravidanza, convivenza con prole di età inferiore ad anni 10, intervenuto decesso della madre o altre ragioni della sua impossibilità a dare assistenza alla prole qualora l'istante sia il padre, condizioni di salute particolarmente gravi che richiedano costanti contatti con i presidi sanitari territoriali, età superiore a sessanta anni ed inabilità anche parziale, età inferiore a ventuno anni ed esigenze di salute, studio, lavoro o di famiglia); l'istante dispone di un domicilio idoneo presso (indicare l'indirizzo dell'abitazione o altro luogo pubblico di cura, assistenza ed accoglienza); tanto premesso, CHIEDE di essere/che il suddetto Sig. (Cognome e nome del condannato) sia ammesso ad espiare la pena oggetto dell'esecuzione in detenzione domiciliare presso (indicare l'indirizzo dell'abitazione o altro luogo pubblico di cura, assistenza ed accoglienza). Luogo e data.... Sottoscrizione.... [1]L'atto può essere presentato presso la Procura della Repubblica ovvero presso la Procura Generale, in ragione dell'attribuzione prevista dall'art. 655, comma 1 c.p.p. CommentoLe istanze per l'ammissione ad una misura alternativa alla detenzione (o l'istanza di sospensione dell'esecuzione ex art. 90 d.P.R. n. 309/1990) avanzate durante la fase di sospensione dell'esecuzione ex art. 656, comma 5 c.p.p. non richiedono forme diverse dalle analoghe istanze proposte dallo stato di detenzione, dalle quali si discostano unicamente perché devono essere presentate presso l'ufficio del pubblico ministero che procede all'esecuzione (affinché mantenga lo stato di sospensione dell'esecuzione fino alla decisione del Tribunale di sorveglianza) ed indirizzate al Tribunale di sorveglianza del distretto a cui quell'ufficio appartiene, in deroga agli ordinari criteri di competenza ancorati al luogo di detenzione o di residenza del condannato. Il contenuto è difficilmente tipizzabile in quanto funzionale a dare conto non solo delle condizioni di ammissibilità della misura richiesta (in parte già delibate dal pubblico ministero all'atto della sospensione dell'esecuzione), ma anche dei suoi presupposti di merito, che dipendono dalla fattispecie concreta. Rilevano pertanto tutte le possibili argomentazioni idonee ad influire sul giudizio prognostico che il Tribunale di sorveglianza sarà chiamato a svolgere circa l'idoneità della misura richiesta a prevenire il pericolo di fuga e di reiterazione del reato. Le possibili tematiche di interesse sono le stesse che costituiscono l'oggetto dell'istruttoria che il Tribunale di sorveglianza sarà chiamato a svolgere attraverso l'acquisizione di informazioni rituali (casellario e carichi pendenti), le informazioni c.d. di polizia (provenienti dalla forze dell'ordine) ed attraverso l'inchiesta socio-familiare dell'U.E.P.E., oggi qualificata come osservazione del comportamento. Potrà essere utile fornire ragguagli sulle vicende giudiziarie, passate o ancora in corso, del condannato, per arricchire il contenuto delle suddette informazioni, nonché illustrare le sue condizioni di vita sociale e familiare, con particolare riguardo alle situazioni abitative e lavorative direttamente incidenti sulla formulazione del programma dell'affidamento in prova e della semilibertà e sulle prescrizioni della detenzione domiciliari, in modo da favorire o indirizzare l'inchiesta socio-familiare e la decisione favorevole del Tribunale di sorveglianza. Di rilievo sono anche le allegazioni concernenti l'eventuale intervenuto risarcimento del danno o lo svolgimento di attività di volontariato o in favore della collettività, nonché le produzioni di documentazione sanitaria o di consulenze medico-legali per le misure correlate alle condizioni di salute del condannato. A fortiori, può rilevare se il condannato sia stato ammesso o intenda chiedere di essere ammesso a programmi di giustizia riparativa, la cui rilevanza nell'ambito del percorso trattamentale è oggi esplicitamente sancita da plurime disposizioni di legge. Per le misure correlate allo stato di alcoldipendenza o tossicodipendenza, è necessario, a pena di inammissibilità, allegare la certificazione attestante la diagnosi prevista dall'art. 116, comma 2, lett. d) d.P.R. n. 309/1990 o la relazione prevista dall'art. 123 d.P.R. cit. L'omissione determina la revoca della sospensione dell'ordine di esecuzione ai sensi dell'art. 656, comma 8 c.p.p. Ogni altra produzione documentale può essere invece integrata, ai sensi dell'art. 656, comma 6 c.p.p., fino a cinque giorni prima dell'udienza fissata per la decisione dinanzi al Tribunale di sorveglianza. Consentito, ed anzi consigliabile, presentare istanze volte alla concessione di più misure in via alternativa e subordinata, poiché la detenzione domiciliare c.d. ordinaria e la semilibertà sono, anche normativamente, inquadrabili come alternative minori all'affidamento in prova. In tema di collaboratori di giustizia, il provvedimento di rigetto dell'istanza di differimento della pena per motivi di salute ovvero di concessione della detenzione domiciliare ex art. 16-nonies d.l. n. 8/1991, conv., con modificazioni, dalla l. n. 82/1991, qualora adottato senza previa acquisizione del parere del Procuratore della Repubblica del capoluogo del distretto dove era stata pronunciata la sentenza di condanna costituente titolo esecutivo, prescritto dall'art. 47-ter, comma 1-quinquies, ord. pen., introdotto dal d.l. n. 28/2020, conv., con modificazioni, dalla l. n. 70/2020, è affetto da nullità generale a regime intermedio, in quanto attinente alla “partecipazione al procedimento” del pubblico ministero ex art. 178, lett. b), ultima parte, c.p.p., soggetta al regime di deducibilità previsto dagli artt. 180 e 182 c.p.p., cosicché, ove non sia stata eccepita al più tardi entro l'udienza avanti il tribunale di sorveglianza, detta nullità non può essere dedotta per la prima volta in sede di legittimità (Cass. I, n. 23545/2021). Di grande rilievo, ai fini dell'ambito di applicazione dell'istituto, è l'intervento della Consulta che ha equiparato la grave infermità psichica sopravvenuta alle ipotesi di infermità fisica già contemplate dalla disposizione (Corte cost. n. 99/2019), aprendo alla possibilità di valorizzare, ai fini della concessione della detenzione domiciliare, anche le patologie psichiche che, per precedente costante giurisprudenza, non potevano invece essere a tal fine prese in considerazione. Si tratta di un intervento che ha colmato una grave lacuna del sistema, sebbene il tema del trattamento delle patologie psichiatriche continui a rappresentare un ambito di permanente grave criticità del sistema. |