Revoca del decreto di sospensione dell'ordine di esecuzione (art. 656, comma 8)InquadramentoSiamo all'epilogo negativo della sospensione dell'esecuzione disposta ai sensi del comma 5 dell'art. 656 c.p.p. Il Pubblico Ministero constata che il condannato non ha presentato alcuna istanza nel termine previsto ovvero che il tribunale di sorveglianza ha respinto (o dichiarato inammissibile) l'istanza presentata. Revoca quindi il decreto di sospensione dell'ordine di esecuzione e dispone la carcerazione del condannato. FormulaPROCURA DELLA REPUBBLICA presso il TRIBUNALE ORDINARIO DI ... [1] Revoca del decreto di sospensione dell'ordine di esecuzione (art. 656, comma 8, c.p.p.) Il Pubblico Ministero, poiché risulta eseguibile la sentenza n. ... - R.G. n. ..., R.G.N.R. n. ..., emessa dal Tribunale ordinario di ... in data ..., definitiva in data ..., a carico di ... ... (generalità del condannato) [2], stato di esecuzione: Ordine di esecuzione pena detentiva e contestuale decreto di sospensione del medesimo n. ... SIEP emesso ex art. 656, comma 5, c.p.p. in data ..., notificato al condannato in data ... ed al difensore in data ..., che determinava la pena in: ... (indicare la misura della pena); Istanza per la concessione di misura alternativa presentata in data ... e trasmessa al Tribunale di Sorveglianza di ... in data ...; Ordinanza n. ..., emessa dal Tribunale di ... in data ... rigetta misura alternativa ... (specificare quale in conformità al dispositivo); per cui risultano da espiare: ... (indicare la misura della pena) rilevato che il condannato risulta assistito dal difensore: Avvocato ... del foro di ..., che lo ha assistito nella fase del giudizio/nominato con dichiarazione depositata in data ... [3]; rilevato che il condannato non ha presentato istanza ai sensi dell'art. 656, comma 5, c.p.p. nel termine ivi previsto/che con Ord. n. ... il Tribunale di Sorveglianza di ... ha rigettato/dichiarato inammissibile l'istanza avanzata dal condannato ai sensi dell'art. 656, comma 5, c.p.p./che il condannato ha presentato istanza di ammissione all'affidamento in prova in casi particolari ai sensi dell'art. 94, d.P.R. n. 309/1990, ma non ha poi intrapreso il programma terapeutico socio-riabilitativo concordato ovvero lo ha interrotto, REVOCA il decreto di sospensione dell'ordine di esecuzione emesso in data ... DISPONE la carcerazione del condannato per la pena sopra indicata di: ... (indicare la misura della pena) ORDINA agli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria di catturare il condannato e di condurlo nel più vicino istituto di detenzione, assicurandosi della sua identità e previa notificazione del presente ordine, per l'espiazione della pena di cui sopra. DISPONE che il presente provvedimento sia notificato al difensore sopra indicato; MANDA alla Segreteria, - affinché provveda all'invio del presente provvedimento a ... (ufficio di polizia giudiziaria delegato per l'esecuzione); - per la notifica al difensore nei termini di legge. Luogo e data ... Il Pubblico Ministero ... 1. Il provvedimento può provenire dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ovvero dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'appello, in ragione dell'attribuzione prevista dall'art. 655, comma 1. 2. Oltre alle generalità del condannato, va indicato quant'altro valga ad identificarlo, come eventuali alias e, in particolare, il codice univoco di identificazione (CUI), di identifica gli individui censiti dalle banche dati delle forze dell'ordine in base in base alle impronte digitali. 3. A norma del comma 5 dell'art. 656, che fornisce la disciplina generale dell'ufficio difensivo nella fase esecutiva, di cui va garantita la continuità, il difensore può identificarsi con quello che ha assistito il condannato nel giudizio di cognizione, salvo che non sia intervenuta nomina fiduciaria, dovendo quest'ultima essere esplicitamente riferita all'esecuzione. CommentoÈ l'atto con il quale il Pubblico Ministero revoca la sospensione dell'ordine di esecuzione in precedenza disposta ai sensi del comma 5 dell'art. 656. I presupposti sono i seguenti: 1) che il precedente decreto di sospensione ed il relativo ordine di esecuzione, corredati di tutti gli avvertimenti previsti ed eventualmente tradotti in lingua nota al condannato alloglotta, siano stati ritualmente notificati al condannato ed al difensore; 2-a) che questi non abbiano presentato, nel termine di trenta giorni, alcuna delle istanze previste dai commi 5 e 6 dell'art. 656; 2-b) ovvero che l'istanza presentata sia stata respinta o dichiarata inammissibile dal tribunale di sorveglianza; 2-c) ovvero ancora che l'istanza presentata sia inammissibile ai sensi degli artt. 90 e ss., d.P.R. n. 309/1990, per omessa allegazione delle prescritte certificazioni, o ricorra una delle ulteriori ipotesi equiparate dal comma 8 dell'art. 656 (il mancato inizio tempestivo del programma di recupero di cui all'art. 94, d.P.R. n. 309/1990 o la sua interruzione), direttamente rilevabili dal Pubblico Ministero. È agevole pertanto osservare che non si tratta affatto di un atto, per così dire, automatico, ma che involve valutazione potenzialmente complesse su ciascuno degli elencati presupposti. A titolo meramente esemplificativo, basti pensare alle questioni concernenti la ritualità dell'ordine di esecuzione sospeso, la sua eventuale traduzione al condannato alloglotta, la sua notificazione al condannato ed al difensore (potenzialmente estese al controllo delle garanzie previste per gli irreperibili e alla corretta individuazione del titolare dell'ufficio di difensore), la tempestività della presentazione dell'istanza (ed eventuali integrazioni), l'accertamento della data di inizio o della cessazione dei programmi terapeutici. In questa ampia tematica, a parte eventuali interlocuzioni, preventive o successive, con l'ufficio del Pubblico Ministero, cui compete sempre la facoltà di revocare o modificare la propria precedente statuizione, il contraddittorio giurisdizionale fra le parti è destinato ad esplicarsi nell'ambito della generale attribuzione al Giudice dell'esecuzione delle questioni sul titolo esecutivo prevista dall'art. 670 c.p.p. L'unica ipotesi espressamente disciplinata di intervento diretto del Pubblico Ministero in funzione di garanzia è quella contemplata dal comma 8-bis dell'art. 656, concernente la rinnovazione della notifica dell'avviso di cui al comma 5, quando è provato o appare probabile che il condannato non ne abbia avuto effettiva conoscenza. Inoltre, di recente, le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione hanno stabilito che il procedimento di esecuzione della pena detentiva, ai sensi dell'art. 656, comma 5, c.p.p., non rientra in una delle ipotesi previste dall'art. 172, comma 5, c.p. (Cass. S. U., n. 46387/2021). Da ultimo, è essenziale richiamare a livello di sistema la recente pronuncia della Corte Costituzionale che ha stabilito che non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale dell' art. 656, comma 9, lett. a), c.p.p., censurato per violazione degli artt. 3, comma 1, e 27, comma 3, Cost., nella parte in cui stabilisce che la sospensione dell' esecuzione della condanna non può essere disposta nei confronti dei condannati per il delitto di contrabbando di tabacchi lavorati esteri aggravato dall'uso di mezzi di trasporto appartenenti a persone estranee al reato. Il divieto in esame trova la propria ratio nella discrezionale, e non manifestamente irragionevole, presunzione del legislatore relativa alla particolare gravità del fatto e alla speciale pericolosità soggettiva manifestata dall' autore. Non sussiste neppure l'ipotizzata violazione del principio del necessario finalismo rieducativo della pena, in quanto la disposizione censurata non esclude la valutazione individualizzata del condannato, in relazione alla possibilità di concedergli i benefici previsti dall'ordinamento penitenziario, valutazione che resta demandata al tribunale di sorveglianza in sede di esame dell'apposita istanza (sentt. nn. 125/2016, 41, 233/2018, 216/2019, 52/2020: ordd. nn. 166/2010, 67/2020) (Corte cost., n. 9721/2021). |