Relata di notifica effettuata dal difensore con raccomandata con avviso di ricevimento (art. 152)

Costantino De Robbio
Alessandro Leopizzi

Inquadramento

Al difensore di una parte privata è consentito di procedere alla notificazione di un atto non mediante consegna all'ufficiale giudiziario ma direttamente tramite spedizione con lettera raccomandata, documentando poi l'avvenuto perfezionamento della notifica con deposito presso la cancelleria di copia dell'atto inviato e dell'avviso di ricevimento.

Formula

TRIBUNALE PENALE DI.... UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI (OVVERO) UFFICIO DEL GIUDICE DELL'UDIENZA PRELIMINARE (OVVERO) TRIBUNALE DI.... SEZIONE PENALE IN COMPOSIZIONE MONOCRATICA (DOTT.....) IN COMPOSIZIONE COLLEGIALE

RELAZIONE DI NOTIFICA EFFETTUATA DAL DIFENSORE CON RACCOMANDATA A.R.

***

Il sottoscritto Avv....., con studio in...., via...., difensore di fiducia/ufficio di........

1....., nato a.... il....;

2....., nata a.... il....;

indagato/imputato [1] nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R.,

per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.)....,

per i reati previsti e puniti dagli artt.

a).... c.p.

b)...., l..... /....

c)...., d.P.R.....

d)...., d.lgs.....

ATTESTA

di avere notificato (specificare compiutamente l'atto notificato) a (specificare compiutamente il destinatario), ai sensi dell'art. 152 c.p.p., mediante spedizione in busta chiusa raccomandata (ovvero in piego raccomandato) con avviso di ricevimento n....., a mezzo dell'Ufficio postale di.... [2], in data corrispondente a quella del timbro postale.

DEPOSITA

ai sensi dell'art. 56 disp. att. c.p.p., copia dell'atto notificato, attestandone la conformità all'originale, e il suddetto avviso di ricevimento n......

Luogo e data....

Firma....

[1]La notificazione può essere effettuata a mezzo raccomandata dal difensore di qualsiasi parte privata (persona offesa, parte civile, responsabile civile, civilmente obbligato per la pena pecuniaria).

[2]Indicare la denominazione completa dell'ufficio postale (ad esempio, Roma Prati o Milano 24 o Napoli Centro), con il relativo indirizzo.

Commento

Il sistema delle notificazioni

Il procedimento penale, com'è noto, è costituito da una sequenza ordinata di atti. In capo alle parti del procedimento (e agli altri soggetti interessati) sorge quindi la necessità di comunicare atti (o comunque attività), propri o altrui, ogni qualvolta questa interlocuzione, doverosa o semplicemente opportuna, non possa aver luogo direttamente in udienza. Con una disciplina minuziosa, l'ordinamento contempera l'esigenza di garantire una conoscenza effettiva per l'interessato e di assicurare, mediante forme di conoscenza legale, la certezza e la celerità dei meccanismi procedimentali.

La legge prevede come strumento ordinario a tal fine la notificazione, che consiste nella materiale consegna al destinatario dell'atto di cui si deve fornire la conoscenza ovvero di un atto recante un avviso in merito ad un'attività già compiuta o ancora da compiere.

L'organo principale di questa attività di comunicazione è l'ufficiale giudiziario, il quale, ai sensi dell'art. 148 c.p.p., procede a notificare l'atto, consegnatogli dal Giudice, da una delle parti o da un altro soggetto, per intero (salvo che la legge disponga altrimenti), di regola mediante consegna di copia al destinatario oppure, se ciò non è possibile, ad altre persone a lui ricollegabili (in tal caso, consegnando la copia dell'atto da notificare inserita in busta chiusa, su cui è trascritto il numero cronologico della notificazione).

L'attività compiuta in fase di notificazione è descritta in un apposito verbale la “relazione di notifica” (ovvero, gergalmente, “relata”). Questa relazione indica l'autorità o la parte privata richiedente, le ricerche effettuate, le generalità della persona alla quale è stata consegnata la copia, i suoi rapporti con il destinatario, le funzioni o le mansioni da essa svolte, il luogo e la data della consegna della copia, ed è sottoscritta dall'ufficiale giudiziario procedente. Se risultano indicazioni contraddittorie tra quanto attestato sulla copia consegnata e sull'originale dell'atto, valgono per ciascun interessato le attestazioni contenute nella copia notificata (art. 168 c.p.p.).

Le comunicazioni, gli avvisi ed ogni altro biglietto o invito consegnati non in busta chiusa a persona diversa dal destinatario recano le indicazioni strettamente necessarie (cfr. Tonini, Manuale di procedura penale, Milano, 2016 e Trinci-Ventura, Notificazioni e processo senza imputato, Milano, 2015).

La notificazione a mezzo raccomandata da parte del difensore

A fronte di questa disciplina ordinaria, il codice prevede particolari modalità semplificate di comunicazione riservate a specifici soggetti (ad esempio, la consegna di copia da parte della cancelleria, la lettura dei provvedimenti e gli avvisi dati verbalmente in udienza, le comunicazioni del Giudice al pubblico ministero, le notifiche a mezzo polizia giudiziaria o con modalità telematiche).

Per quel che riguarda le notificazioni richieste dalle parti private, l'art. 152 c.p.p. consentiva fino all'entrata in vigore della c.d. riforma Cartabia ai difensori di queste ultime di sostituire la consegna all'ufficiale giudiziario con l'invio di copia dell'atto effettuata dal difensore mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento.

Il difensore che aveva spedito l'atto da notificare con lettera raccomandata documentava l'avvenuta spedizione depositando in cancelleria copia dell'atto inviato, attestandone la conformità all'originale, e l'avviso di ricevimento e indicando altresì se l'atto era stato spedito in busta chiusa o in piego (art. 56 disp. att. c.p.p.).

La notifica doveva sempre ritenersi tempestiva, qualora l'affidamento dell'atto al servizio postale fosse intervenuta entro il termine di legge. Non potevano infatti porsi a carico del richiedente i tempi, successivi alla consegna dell'atto, necessari al perfezionamento della notifica. Questi tempi, invero, risultavano governati da esigenze e modalità proprie dell'opera o del servizio resi dal terzo della cui materiale attività la parte si avvalga.

Con l'entrata in vigore della riforma Cartabia, è stata sostituita la possibilità di notifica mediante raccomandata con la notificazione mediante mezzi telematici. Il nuovo art. 152 c.p.p. recita al comma 1 che “salvo che la legge disponga altrimenti, le notificazioni richieste dalle parti private possono essere sostituite dalla notificazione con modalità telematiche eseguita dal difensore a mezzo di posta elettronica certificata ovvero dall'invio di copia”.

Con riguardo alla posizione del difensore notificante, va comunque osservato, la notifica di un atto processuale, qualunque sia la modalità di trasmissione, si intende perfezionata al momento della consegna dell'atto all'agente notificatore che funge da tramite necessario del notificante nel relativo procedimento (Corte cost., n. 477/2002; Cass. VI, n. 50321/2016).

Di questo sistema sostitutivo della notifica può avvalersi esclusivamente il difensore, ma non la parte personalmente, avuto riguardo alla chiara lettera della legge (Cass. V, n. 39039/2012).

Giova sottolineare come anche gli stessi ufficiali giudiziari possano eseguire essi stessi, ai sensi dell'art. 170 c.p.p., notificazioni avvalendosi del servizio postale, nei modi stabiliti dalle norme speciali (in particolare, dalla l. n. 890/1982, che ne prescrive la doverosità quando l'attività debba eseguirsi fuori del comune ove ha sede l'ufficio, a meno che la parte non chieda la notifica “a mani”). Peraltro, l'art. 1, comma 461, l. n. 205/2017 (legge di bilancio) ha modificato in maniera cospicua la materia, anche prevedendo la liberalizzazione dei servizi postali con possibilità di rilasciare nuove licenze a soggetti privati.

Se l'ufficio postale restituisce il piego per irreperibilità del destinatario, l'ufficiale giudiziario torna a procedere nei modi ordinari.

La notifica da parte del difensore a mezzo posta elettronica certificata

Gli avvocati, al pari di tutti i professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato, hanno l'obbligo di dotarsi di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC), ai sensi dell'art. 16, comma 7, d.l. n. 185/2008. Secondo l'art. 48, d.lgs. n. 82/2005 (Codice dell'amministrazione digitale), la trasmissione telematica di comunicazioni che necessitano di una ricevuta di invio e di una ricevuta di consegna avviene mediante la posta elettronica certificata (come disciplinata dal d.P.R. n. 68/2005) o mediante altre soluzioni tecnologiche individuate con apposite Linee guida. La trasmissione del documento informatico per via telematica equivale, salvo che la legge disponga diversamente, alla notificazione per mezzo della posta. La data e l'ora di trasmissione e di ricezione di un documento informatico ritualmente trasmesso sono opponibili ai terzi.

La giurisprudenza di legittimità ha nondimeno assunto un atteggiamento restrittivo nei confronti dell'utilizzo della PEC nel procedimento penale, ritenendolo non consentito alle parti private. L'art. 148, comma 2-bis, c.p.p., infatti, permette notificazioni “con mezzi tecnici idonei” soltanto all'autorità giudiziaria e questa disposizione è richiamata e confermata anche dall'art. 16, d.l. n. 179/2012 (Cass. III, n. 7058/2014; Cass. I, n. 18235/2015; Cass. IV, n. 16622/2016; Cass. II, n. 31314/2017).

Peraltro, una pronuncia rimasta sinora isolata afferma, al contrario, che il citato art. 16, d.l. n. 179/2012 sia diretto esclusivamente a disciplinare l'utilizzo della PEC da parte delle cancellerie, come risulta evidente dallo stesso tenore letterale della disposizione, di modo che l'unico divieto che può trarsene è quello dell'inutilizzabilità della notifica telematica quando il destinatario sia l'imputato. Quando invece la notifica sia effettuata ad opera del difensore di una parte, devono ritenersi applicabili l'art. 152 c.p.p. e il citato art. 48, d.lgs. n. 82/2005 (applicabile, ai sensi del precedente art. 2 CAD, anche ai processi civile, penale, amministrativo, contabile e tributario, in quanto compatibile e salvo che non sia diversamente disposto dalle disposizioni in materia di processo telematico). L'equivalenza tra la notifica a mezzo PEC e quella per mezzo della posta, sancita dal codice dell'amministrazione digitale, trova la sua ragione nel fatto che lo strumento telematico offre le medesime certezze della raccomandata in ordine all'identificazione del mittente e all'avvenuta ricezione dell'atto ed è in definitiva un mezzo idoneo a portare un atto a conoscenza del destinatario e ad avere certezza sulla sua ricezione (Cass. II, n. 6320/2017). Infatti, recentemente la Suprema Corte (Cass. V, n. 23127/2020), in tema di misure cautelari, ai fini dell'ammissibilità della richiesta di revoca o sostituzione del provvedimento applicato nei procedimenti per reati commessi con violenza alla persona, ha affermato che è valida la notifica tramite posta elettronica effettuata, ai sensi dell'art. 299, comma 4-bis, c.p.p., dal difensore dell'imputato a quello della persona offesa, essendo l'utilizzo di tale mezzo giustificato dalle esigenze di celerità della trattazione dell'istanza de libertate e privo di incompatibilità sistematiche con le disposizioni del processo penale telematico, in quanto rende effettive le facoltà processuali riconosciute alla parte, senza sacrifici per altri interessi contrastanti.

Nullità delle notificazioni

Secondo l'art. 171 c.p.p., la notificazione è nulla:

a) se l'atto è notificato in modo incompleto, a meno che la legge non consenta la notificazione per estratto;

b) se vi è incertezza assoluta sull'autorità o sulla parte privata richiedente ovvero sul destinatario;

c) se nella relazione della copia notificata manca la sottoscrizione di chi l'ha eseguita;

d) se sono violate le disposizioni circa la persona a cui deve essere consegnata la copia;

e) se non è stato dato l'avvertimento di rito al momento della dichiarazione o dell'elezione di domicilio e la notificazione è stata eseguita mediante consegna al difensore;

f) se non è stata rispettata la procedura di notifica presso la sede comunale con affissione di avviso di deposito sulla porta dell'abitazione del destinatario;

g) se sull'originale dell'atto notificato manca la sottoscrizione del portiere, o di chi ne fa le veci, che abbia ricevuto l'atto;

h) se non sono state osservate le particolari modalità aggiuntive prescritte dal Giudice e l'atto non sia comunque giunto a conoscenza del destinatario.

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