Decreto di computo nel calcolo della pena detentiva da eseguire dei periodi di detenzione in stato di custodia cautelare, di internamento a seguito di applicazione provvisoria di una misura di sicurezza detentiva ovvero di pena detentiva espiata senza titolo (art. 657, commi 1, 2 e 5).

Riccardo Polidoro

Inquadramento

Il computo del presofferto, nell'accezione tecnica disciplinata dall'art. 657, rientra a pieno titolo fra le attribuzioni del Pubblico Ministero comprese nell'emissione dell'ordine di esecuzione. Tuttavia non è insolito che si rendano necessari successivi interventi di aggiornamento o rettifica, anche ad opera dello stesso Pubblico Ministero, come nel caso di specie, concernente un provvedimento di modifica dell'ordine di esecuzione, nella parte concernente la determinazione della pena e della conseguente data di fine pena, mediante aggiornamento o rettifica del computo dei periodi di detenzione in stato di custodia cautelare, di internamento a seguito di applicazione provvisoria di una misura di sicurezza detentiva (art. 657, comma 1) ovvero di pena detentiva espiata senza titolo (art. 657, comma 2).

Formula

PROCURA DELLA REPUBBLICA presso il

TRIBUNALE ORDINARIO DI ...

Decreto di computo nel calcolo della pena detentiva da eseguire di periodi di

detenzione o di internamento (art. 657 c.p.p.)

Il Pubblico Ministero,

poiché risulta eseguibile la sentenza n. ... - R.G. n. ..., R.G.N.R. n. ..., emessa dal Tribunale ordinario di ... in data ..., definitiva in data ..., a carico di ...

... (generalità del condannato) [1],

riconosciuto colpevole dei reati:

1) ... (indicazione degli articoli di legge che individuano la fattispecie di reato accertata)

commesso in data ... - Luogo: ... .

Circostanze Attenuanti/Aggravanti soggettive: ... (indicazione degli articoli di legge che definiscono le circostanze accertate, con eventuale menzione del giudizio di bilanciamento ex art. 69 c.p.);

2 e ss.) ... (indicazione di eventuali ulteriori reati accertati);

e condannato alla pena principale:

RECLUSIONE/ARRESTO ... (indicazione della misura della pena detentiva irrogata in sentenza),

Oltre a ... (indicazione delle eventuali pena pecuniaria, pene accessorie, misure di sicurezza, sanzioni amministrative accessorie applicate);

stato esecuzione:

ordine di esecuzione emesso in data ... determina la pena da eseguire in ...;

... (indicare anche eventuali ulteriori provvedimenti intervenuti nell'ambito dell'esecuzione: es. la revoca del decreto di sospensione dell'esecuzione se l'ordine di esecuzione era sospeso, eventuali provvedimenti della Magistratura di Sorveglianza, eventuali altri interventi del Pubblico Ministero di aggiornamento/rettifica della misura della pena da eseguire)

Rilevato che il condannato risulta assistito dal difensore:

Avvocato ... del foro di ..., che lo ha assistito nella fase del giudizio/nominato con dichiarazione pervenuta in data ... [2]

CONSIDERATO

che il condannato ha sofferto un periodo di detenzione in stato di custodia cautelare/arresti domiciliari/ha sofferto un periodo di internamento a seguito dell'applicazione provvisoria di misura di sicurezza detentiva per questa causa/per altra causa (nell'ambito del procedimento penale n. ..., tutt'ora pendente in fase ... dinanzi a ... )/ha sofferto un periodo di detenzione in espiazione della pena detentiva irrogatagli/applicatagli con sentenza n. ..., pronunciata da ..., in data ..., irrevocabile in data ..., posta in esecuzione con ordine di esecuzione emesso in data ... da ..., successivamente revocata/dichiarata estinta per intervenuta amnistia/condonata per l'indulto concessa/o dalla l. ..., protrattosi dal giorno ... al giorno ..., per complessivi (indicare la misura complessiva del presofferto), che non è stato computato nel calcolo della pena detentiva da eseguire;

RITENUTO

che il detto periodo di detenzione/internamento è computabile nel calcolo della pena detentiva da eseguire ai sensi dell'art. 657, comma1/comma 2, c.p.p., [aggiungere solo per i periodi di detenzione sofferti per altra causa] essendo stata la custodia cautelare subita/la pena detentiva espiata dopo la commissione del reato per il quale deve essere determinata la pena da eseguire;

DETERMINA

la pena da eseguire in:

... (Indicare la misura della pena risultante dal nuovo calcolo), [aggiungere qualora la pena sia già in corso di esecuzione] fissando il fine pena alla data del ..., in luogo della data precedentemente stabilita al ..., data alla quale il condannato dovrà essere rimesso in libertà, se non detenuto per altra causa.

MANDA

alla segreteria in sede affinché provveda all'invio del presente provvedimento:

- a ... (Ufficio di polizia giudiziaria incaricato dell'esecuzione)/a ... (Istituto di detenzione) dove il condannato si trova ristretto;

- al condannato per la notifica nelle forme di legge;

- al difensore sopra indicato per la notifica nelle forme di legge.

Il presente provvedimento sostituisce il precedente ordine di esecuzione per la carcerazione emesso in data ... .

Luogo e data ...

sottoscrizione ...

1. Oltre alle generalità del condannato, va indicato quant'altro valga ad identificarlo, come eventuali alias e, in particolare, il codice univoco di identificazione (CUI), di identifica gli individui censiti dalle banche dati delle forze dell'ordine in base in base alle impronte digitali.

2. A norma del comma 5 dell'art. 656, che fornisce la disciplina generale dell'ufficio difensivo nella fase esecutiva, di cui va garantita la continuità, il difensore può identificarsi con quello che ha assistito il condannato nel giudizio di cognizione, salvo che non sia intervenuta nomina fiduciaria, dovendo quest'ultima essere esplicitamente riferita all'esecuzione.

Commento

Il computo del c.d. presofferto, in tutte le sue possibili accezioni, secondo la disciplina dettata dall'art. 657 c.p.p., avviene direttamente ad opera del Pubblico Ministero, in sede di determinazione della pena, con l'emissione dell'ordine di esecuzione e lo contemplano quindi le formule sopra proposte per quell'atto.

Si tratta di un'attività di natura non giurisdizionale ma amministrativa, come tale suscettibile di essere oggetto di successiva revoca o rettifica ad opera dello stesso ufficio, in modo da tenere sempre aggiornata la posizione giuridica del condannato e da emendare eventuali errori (Cass. I, n. 27762/2020).

Come ogni questione sul titolo esecutivo (sia sull'an, che sul quantum), anche quella sull'erroneo od incompleto computo del presofferto, può essere devoluta sia al Pubblico Ministero, in ragione di tale sua permanente facoltà di integrazione e rettifica, sia al Giudice dell'esecuzione (eventualmente in seconda battuta) e può costituire oggetto di provvedimenti da parte di quest'ultimo. In tal caso, la decisione giurisdizionale, ove non impugnata, acquisisce un regime di stabilità assimilabile ad un giudicato allo stato degli atti, che trova disciplina nel combinato disposto degli artt. 649 e 666, comma 2, c.p.p. (Cass. I, n. 27762/2020).

Il computo del presofferto incontra un limite assoluto nella previsione dell'art. 657, comma 4, c.p.p. che lo ammette solo se la detenzione sia successiva al reato cui si riferisce la pena oggetto di esecuzione. Si tratta di un fondamentale principio di logica, prima ancora che di diritto, non potendosi ammettere che la sanzione preceda l'illecito. Tale limite è stato giudicato conforme agli artt. 3,13 e 27, comma 3, Cost. (Corte cost., n. 198/2014).

Particolari questioni si pongono qualora, ai presenti fini, al Giudice dell'esecuzione venga richiesto di precisare la data di consumazione del reato non precisata nel giudizio della cognizione (cfr. Corte cost., n. 117/2017).

Nel caso di specie si propone la formula del decreto di computo dei periodi di detenzione in stato di custodia cautelare, di internamento a seguito di applicazione provvisoria di una misura di sicurezza detentiva (art. 657, comma 1) ovvero di pena detentiva espiata senza titolo (art. 657, comma 2).

Da notare come le restrizioni sofferte a titolo cautelare in conseguenza di misure non detentive non siano suscettibili di computo ai fini della determinazione della pena, neppure quando questa debba trovare esecuzione in una forma diversa dalla carcerazione. Sul punto, in una fattispecie in cui si poneva concretamente il quesito della fungibilità dell'obbligo di dimora rispetto all'abrogata sanzione sostitutiva della libertà controllata, è intervenuta anche la Corte costituzionale, ritenendo manifestamente infondata una questione di legittimità costituzionale degli artt. 657, commi 1 e 3, c.p.p. e 57, l. n. 689/1981 sollevata in relazione agli artt. 3 e 27 Cost. (Corte cost., n. 125/1999).

Il quando normativo è peraltro successivamente cambiato a seguito dell'introduzione dell'art. 657-bis c.p.p., che consente di computare, nella pena da eseguire, i periodi trascorsi in messa alla prova, quando la prova abbia avuto esito negativo, dettando il relativo criterio di ragguaglio.

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