Appello avverso provvedimenti in materia di misure di sicurezza (art. 680)InquadramentoIl procedimento disciplinato dall'art. 680 c.p.p. si differenzia da quello proprio della sorveglianza. Avverso i provvedimenti emessi dal magistrato di sorveglianza in tema di misure di sicurezza è esperibile unicamente l'appello al tribunale di sorveglianza. FormulaAL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA DI.... [1] APPELLO CONTRO I PROVVEDIMENTI DEL MAGISTRATO DI SORVEGLIANZA CONCERNENTI LE MISURE DI SICUREZZA E LA DICHIARAZIONE DI ABITUALITÀ O PROFESSIONALITÀ NEL REATO O TENDENZA A DELINQUERE *** Proc. n..... Ordinanza n..... Il sottoscritto Avv..... del Foro di...., con studio in...., difensore di fiducia e procuratore speciale, come da nomina allegata, del Sig....., nato il...., a...., PREMESSO – che nei confronti di.... è stato notificato il provvedimento del magistrato di sorveglianza di...., in cui veniva disposta la misura di sicurezza del tipo....; – che tale decisione risulta viziata per i seguenti motivi.... (qui: indicare le ragioni di diritto e di fatto sulle quali si fonda il gravame, specificando i capi ed i punti del provvedimento impugnato oggetto di riforma). Tanto premesso, pertanto, il sottoscritto difensore, ai sensi dell'art. 680 c.p.p. DICHIARA di proporre appello, ai sensi degli artt. 581,585,680 c.p.p., avverso il citato provvedimento, affinché, sulla base di quanto sopraesposto, e con riserva di meglio precisare ed approfondire in sede di giudizio le argomentazioni qui rappresentate, l'ill.mo Tribunale di sorveglianza voglia, in riforma del provvedimento impugnato.... (qui: indicare il contenuto delle richieste). Allega: – la nomina difensiva e procura speciale; –.... (la documentazione utile a sostegno della richiesta). Con la massima osservanza, Luogo e data.... Firma Avv..... [1]Si suggerisce di indicare: Alla Cancelleria dell'Ufficio di sorveglianza per il successivo inoltro al Tribunale di sorveglianza. CommentoPremessa Avverso i provvedimenti emessi dal magistrato di sorveglianza in tema di misure di sicurezza è esperibile unicamente l'appello al tribunale di sorveglianza. Nel procedimento di sicurezza si osservano le disposizioni generali sulle impugnazioni e, pertanto, il termine per la proposizione dell'appello avverso il provvedimento del magistrato di sorveglianza concernente la misura di sicurezza personale è quello di quindici giorni, decorrente dalla notificazione all'interessato del relativo avviso di deposito (v., Cass. I, n. 8644/2009). Oltre ai soggetti legittimati a norma del comma 1 dell'art. 680 c.p.p. a proporre appello devono ritenersi altresì titolati il tutore e il curatore dell'infermo di mente, ai sensi dell'art. 666, comma 8 c.p.p., che riconosce a tali soggetti gli stessi diritti dell'interessato. Sono impugnabili mediante appello davanti al tribunale di sorveglianza, ai sensi dell'art. 680 c.p.p., anche i provvedimenti del magistrato di sorveglianza che dispongono la revoca delle licenze concesse ai soggetti internati in esecuzione di misure di sicurezza detentive (v. Cass. I, n. 13535/2010); in senso analogo, si riconosce l'impugnabilità dei provvedimenti emessi dal magistrato di sorveglianza de plano (Cass. I, n. 14688/2009). L'impugnazione avverso le statuizioni in materia di misure di sicurezza contenute in una sentenza Secondo il comma 2, art. 680 c.p.p., il tribunale di sorveglianza è competente a decidere delle impugnazioni solo se il gravame riguarda le disposizioni inerenti le misure di sicurezza personali. Restano, quindi, escluse dalla cognizione della magistratura di sorveglianza le impugnazioni avverso le sentenze che abbiano ad oggetto anche altri capi penali ovvero altri punti della sentenza, oltre a quello concernente la misura di sicurezza oppure quello che dispone la confisca, per la quale l'art. 579, comma 3 c.p.p., stabilisce l'impugnabilità con gli stessi mezzi previsti per i capi penali (v. Cass. I, n. 2457/2009). La competenza esclusiva del tribunale di sorveglianza riguarda soltanto le sentenze e non le ordinanze del giudice della cognizione, per le quali rimane competente a decidere il tribunale del riesame. Si incardina nel tribunale di sorveglianza la competenza a decidere, invece, delle impugnazioni riguardanti il solo capo che dispone la misura di sicurezza personale anche se la sentenza è di secondo grado (Cass. I, n. 13631/2003). Qualora avverso una sentenza di condanna sia proposto ricorso sia contro i capi della pena sia contro l'applicazione di una misura di sicurezza personale, il rinvio limitatamente all'applicazione della misura di sicurezza, una volta rigettato il ricorso contro i capi della sentenza concernenti la pena, deve essere disposto al tribunale di sorveglianza funzionalmente competente in materia di impugnazioni riguardanti la sola applicazione della misura di sicurezza (Cass. I, n. 46544/2005). Quanto alle sentenze di non luogo a procedere, è stato ritenuto che spetta alla corte di appello, e non al tribunale di sorveglianza, la competenza a decidere sull'impugnazione del pubblico ministero diretta ad ottenere l'applicazione di una misura di sicurezza personale (Cass. I, n. 11871/2009). In tema di misure di sicurezza personali, il pubblico ministero non può ricorrere per cassazione avverso la sentenza di condanna, emessa a seguito di giudizio ordinario, che abbia omesso di applicare l'espulsione dello straniero dal territorio dello Stato, sicché il ricorso va riqualificato come appello dinanzi al tribunale di sorveglianza ai sensi dell'art. 680, comma 2, c.p.p. (Cass. VI, n. 8873/2022). In materia si sono pronunciate anche le Sezioni Unite con la sentenza n. 38810/2022, secondo cui: “La sentenza di condanna emessa a seguito di giudizio abbreviato che abbia omesso di statuire in ordine alla misura di sicurezza dell'espulsione, ai sensi dell'art. 86, comma 1, d.P.R. n. 309/1990, non è, sotto tale profilo, appellabile dal pubblico ministero al tribunale di sorveglianza ex art. 680 c.p.p., ma impugnabile con ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 608 c.p.p. Se, in relazione alla omessa disposizione della misura di sicurezza dell'espulsione, è annullata la sentenza di un tribunale o di un giudice per le indagini preliminari, la Corte di cassazione dispone che gli atti siano trasmessi al medesimo tribunale ai sensi dell'art. 623, comma 1, lett. d), c.p.p. Ne deriva la condivisibilità dell'affermazione che l'appello presentato dal pubblico ministero dinanzi al tribunale di sorveglianza deve essere qualificato come ricorso per cassazione, in ossequio al principio generale di cui all'art. 568, comma 5, c.p.p. Ove invece il tribunale di sorveglianza, ritenendo erroneamente la propria competenza, sia addivenuto ad una pronuncia, quest'ultima andrà annullata senza rinvio, in sede di legittimità”. |