Provvedimento di unificazione delle pene concorrenti (art. 663)

Veronica Manca

Inquadramento

Il compito di procedere all'unificazione delle pene concorrenti si incardina in capo al Pubblico Ministero. Trattasi di un provvedimento strumentale per la concreta attuazione del comando contenuto nella sentenza di condanna e, pertanto, la sua adozione è obbligatoria e doverosa. Per tali ragioni, si ritiene che tale provvedimento venga inquadrato come espressione di mera attività amministrativa del Pubblico Ministero avente natura dichiarativa.

Formula

PROCURA DELLA REPUBBLICA

PRESSO IL TRIBUNALE DI ... [1]

UFFICIO ESECUZIONE

Provvedimento di esecuzione di pene concorrenti

***

N. ... RE

N. ... Cum

Il Pubblico Ministero ... visti gli atti di esecuzione a carico di ... nato il ... a ... , residente ... (attualmente detenuto in ... ), nei cui confronti risultano pronunciate ed eseguibili le seguenti sentenze di condanna:

1) Sent. ... , del ... esecutiva il ... di condanna alla pena di ... per i reati ...

commessi il ... , custodia cautelare dal ... al ... AA. ... MM. ... GG. ... ;

2) Sent. ... , del ... esecutiva il ... di condanna alla pena di ... per i reati ...

commessi il ... , custodia cautelare dal ... al ... AA. ... MM. ... GG. ... ;

3) Sent. ... , del ... esecutiva il ... di condanna alla pena di ... per i reati ...

commessi il ... , custodia cautelare dal ... al ... AA. ... MM. ... GG. ... ;

Ritenuta necessaria la riunificazione del quadro giuridico mediante l'emissione del provvedimento di cumulo di pene concorrenti e ravvisata la propria competenza;

Visti gli artt. 78 c.p. e ss., 663, 665 c.p.p.;

Considerato che ai fini della valutabilità del criterio moderatore di cui agli artt. 78 e 80 c.p. sia preferibile, nel caso di specie, il cumulo materiale a quello giuridico in quanto più favorevole al reo

DETERMINA

nei confronti di ... la pena complessiva di AA. ... MM. ... GG. ... di ... ed Euro ... , dalla quale vanno detratti:

a) AA. ... MM. ... GG. ... ;

b) AA. ... MM. ... GG. ... ;

STABILISCE

la pena residua che il condannato deve espiare in forza delle sentenze di cui in epigrafe in ... con decorrenza dal ... e con scadenza al ... ;

Rilevato che il condannato risulta assistito dall'avvocato di fiducia Avv. ... del Foro di ... o che il condannato non risulta assistito dal difensore di fiducia per cui si designa d'ufficio l'Avv. ... ;

Ritenuto che non ricorrono le condizioni di cui all'art. 656, comma 5, c.p.p. così come modificato dalle leggi n. 165/1998, n. 251/2005 e n. 49/2006 e successive modifiche

EMETTE

ordine di esecuzione per la carcerazione per la pena unica di ... ;

ORDINA

che il presente provvedimento (qualora ci fossero stati più provvedimenti: abbia valore di nuova posizione giuridica) venga annotato in Matricola a cura della Direzione dell'Istituto;

DISPONE

che gli Agenti della Forza Pubblica si assicurino dell'identità del condannato e, previa consegna di copia del presente ordine, lo conducono nel più vicino istituto di detenzione per ivi espiare la pena indicata;

la trasmissione del presente provvedimento all'Ufficio Recupero Crediti presso il Tribunale di ... ;

MANDA

alla Segreteria, in sede, perché trasmetta il presente ordine per l'esecuzione a ....

Provveda alla notifica del medesimo al difensore del condannato ... a mezzo ufficiali giudiziari entro trenta giorni dalla data di emissione, nonché per agli altri adempimenti di competenza.

Luogo e data ...

Il Pubblico Ministero ...

oppure

DISPONE

l'esecuzione della pena sopra indicata di ... e ritenuto che ricorrono le condizioni di cui all'art. 656, comma 5, c.p.p. come modificato dalle leggi n. 165/1998, n. 251/2005 e n. 49/2006 e successive modifiche

ORDINA

sospendersi l'esecuzione dell'ordine di esecuzione

AVVISA

il condannato che entro trenta giorni dalla notifica del presente provvedimento può presentare a questo Pubblico Ministero istanza corredata dalle indicazioni e dalla documentazione necessaria, volta a ottenere la concessione di una delle misure alternative alla detenzione, di cui agli articoli:

- 47 della l. n. 354/1975 (affidamento in prova al servizio sociale);

- 47-ter, l. n. 354/1975 (detenzione domiciliare);

- 50, comma 1, l. n. 354/1975(semilibertà);

- 90, d.P.R. n. 309/1990 (sospensione dell'esecuzione di pena);

- 94, d.P.R. n. 309/1990 (affidamento in prova in casi particolari);

con avvertenza che, ove non sia presentata l'istanza, nel tempo di legge, l'esecuzione avrà corso immediato

DISPONE

pertanto che gli Agenti della Forza Pubblica si assicurino dell'identità del condannato e provvedano alla consegna del presente provvedimento con contestuale decreto di sospensione dell'esecuzione, invitando gli stessi alla comunicazione al Pubblico Ministero della data di avvenuta consegna;

MANDA

alla Segreteria, in sede, perché trasmetta il presente ordine per l'esecuzione a ....

Provveda alla notifica del medesimo al difensore del condannato ... a mezzo ufficiali giudiziari entro trenta giorni dalla data di emissione, nonché per agli altri adempimenti di competenza.

Luogo e data ...

Il Pubblico Ministero ...

1. Per quanto attiene l'individuazione del Pubblico Ministero legittimato all'adozione dello specifico provvedimento, si è precisato che ai fini del cumulo la “competenza” appartiene al Pubblico Ministero presso il Giudice che ha emesso il provvedimento diventato irrevocabile per ultimo, indipendentemente dall'eseguibilità o meno dell'ultima condanna.

Commento

Premessa

La disciplina del cumulo delle pene non presenta differenze sostanziali rispetto a quella contenuta nell'art. 582 c.p.p. 1930. Il compito di procedere all'unificazione delle pene concorrenti, che nel Progetto Preliminare del 1978 veniva attribuito al Giudice dell'esecuzione, resta in capo al Pubblico Ministero.

Trattasi di un provvedimento strumentale per la concreta attuazione del comando contenuto nella sentenza di condanna e, pertanto, la sua adozione è obbligatoria e doverosa.

Per tali ragioni sia dottrina sia giurisprudenza ritengono che tale provvedimento sia di natura formalmente amministrativo e sostanzialmente giurisdizionale (mentre per la dottrina prevalente, l'ordine di unificazione delle pene concorrenti, deve essere inquadrato solo come espressione di mera attività amministrativa del Pubblico Ministero avente peraltro natura dichiarativa).

Legittimazione

Per quanto attiene l'individuazione del Pubblico Ministero legittimato all'adozione dello specifico provvedimento, si è precisato che ai fini del cumulo la “competenza” appartiene al Pubblico Ministero presso il Giudice che ha emesso il provvedimento diventato irrevocabile per ultimo, indipendentemente dall'eseguibilità o meno dell'ultima condanna.

La giurisprudenza di legittimità ribadisce il rinvio al combinato disposto di cui agli artt. 663 e 665, comma 4, c.p.p. (così, v. Cass. I, n. 3397/2000; Cass. I, n. 1680/2000; Cass. n. 2351/2000; Cass. I, n. 613/1999; Cass. S.U., n. 14/1999).

Si ritiene, in generale, che la legittimazione assegnata al Pubblico Ministero non possa essere sostituita con quella del Giudice dell'esecuzione, ove l'omissione del cumulo sia dipesa dalla mancanza di dati necessari. Tuttavia, si ammette l'intervento dell'organo giurisdizionale, su richiesta del condannato o del suo difensore, ai quali il provvedimento di unificazione delle pene deve essere notificato: sulla scorta della casistica, si conferma, quindi, un'estensione del potere di provvedere al cumulo anche in capo al Giudice dell'esecuzione, ricollegata al più ampio dovere di attivazione su ogni questione inerente il rapporto esecutivo (v. Cass. I, n. 3397/2000; Cass. I, n. 1680/2000; Cass. n. 2351/2000). L'investitura del Giudice dell'esecuzione in materia di cumulo può essere originata in diversi modi: l'organo giurisdizionale è infatti legittimato a pronunciarsi in sostituzione del Pubblico Ministero, se questi lo richiede; in sede di controllo, a seguito dell'iniziativa promossa tanto dal Pubblico Ministero quanto dalle parti private, senza limiti di tempo; quando, all'interno del procedimento di cui all'art. 666 c.p.p., il provvedimento di unificazione presuppone la pregiudiziale statuizione in materia di revoca di benefici o applicazione dell'amnistia (v. Cass. I, n. 5136/1998; Cass. I, n. 2932/1998).

In base al combinato disposto degli artt. 73,76 e 80 c.p. e 663 c.p.p. il Pubblico Ministero è sempre obbligato a disporre il cumulo delle pene pecuniarie, sussistendo sia l'interesse del condannato a conoscere con esattezza e completezza la propria situazione esecutiva, sia quella dell'ordinamento all'instaurazione di un rapporto esecutivo unitario.

L'unificazione delle pene

AI fini della determinazione delle pene oggetto di cumulo, occorre far riferimento alla data di commissione dei reati (e non a quella in cui le relative sentenze di condanna sono divenute irrevocabili o ne sia iniziata l'esecuzione).

Nel provvedimento debbono essere inseriti tutti quei provvedimenti decisori che vanno concretamente eseguiti: sono, pertanto, concorrenti e cumulabili tra loro le pene che, sebbene inflitte in sede di cognizione per reati diversi, sono riferibili nella fase esecutiva a tutti quei reati per i quali deve essere ancora scontata la relativa pena (v. Cass. I, n. 3482/1992; Cass. V, n. 721/1992; Cass. I, n. 266/1992).

Una volta individuate le sentenze di condanna suscettibili di esecuzione, il provvedimento di cumulo deve essere temporalmente limitato alla data dell'ultimo fatto che ha determinato la condanna che deve essere eseguita. La giurisprudenza di legittimità ha sancito che vanno inserite nel cumulo, ai fini dell'esecuzione delle pene concorrenti, non solo tutte le pene che non risultano ancora espiate alla data di commissione dell'ultimo reato, ma anche quelle già espiate che possono comunque avere un riflesso sul cumulo materiale, in vista della maturazione dei requisiti temporali per l'ammissione ad eventuali benefici penitenziari (Cass. I, n. 5136/1998; Cass. I, n. 2932/1998; Cass. I, n. 3482/1992; Cass. V, n. 721/1992; Cass. I, n. 266/1992).

Il provvedimento di unificazione delle pene concorrenti si ispira al principio del cumulo materiale, temperato dai limiti posti dall'art. 78 c.p.; tale limite va riferito al concorso tra pene inflitte per reati commessi prima dell'inizio della esecuzione di almeno una delle sentenze di condanna che confluiscono nel cumulo, mentre per i reati commessi successivamente a tale inizio la valutazione dell'eventuale superamento della soglia massima dei trent'anni deve essere, invece, effettuata sulla base del concorso tra pena residua da espiare e pena riportata per il nuovo reato.

Si deve procedere, pertanto, a tanti distinti e successivi cumuli quanti sono i reati commessi nel corso dell'espiazione, secondo il loro ordine cronologico, comprendendo in ciascuno dei cumuli parziali la porzione di pena determinata con il cumulo precedente (v. Cass. I, n. 3482/1992; Cass. V, n. 721/1992; Cass. I, n. 266/1992).

L'operatività del cumulo determina la completa unificazione delle sanzioni: ciascun periodo di carcerazione cautelare o esecutiva, sofferto prima dell'effettuazione del cumulo, va, infatti, imputato unitariamente al cumulo delle pene inflitte per tutti i reati commessi prima della carcerazione.

Una volta cumulata la pena, non è possibile imputare a specifici reati la detenzione presofferta. Qualora si tratti di reati connessi e di periodi di carcerazione presofferti in tempi diversi, vanno cronologicamente ordinati, da una parte, i reati, e, dall'altra, i periodi di carcerazione per poi procedere ad operazioni successive, detraendo ogni periodo dal cumulo parziale delle pene relative a reati commessi in precedenza, fino a determinare, con l'ultima di dette operazioni, la pena residua decorrente dalla data dell'ultimo arresto o dell'ultimo reato, se commesso nel corso della carcerazione (vedi il caso eccezionale affrontato da Cass. I, n. 47942/2016, per cui:” La pena da espiare, derivante da nuovo titolo esecutivo, va cumulata con la parte di pena relativa al precedente titolo eseguita dopo la commissione del nuovo reato (ovvero che restava da espiare alla data di commissione del nuovo reato), dovendosi i presupposti del concorso di pene determinare con riguardo alla data di commissione dei reati ed alla loro anteriorità rispetto ai vari periodi di carcerazione, a nulla rilevando che talune delle pene concorrenti siano state eseguite in anticipo rispetto ad altre; ne consegue l'illegittimità dell'esclusione del cumulo di pene già espiate ma relative a reati commessi anteriormente all'inizio dell'esecuzione penale in corso, non potendo la posizione del condannato essere influenzata da eventi casuali, come le diverse date di irrevocabilità o di esecuzione delle varie sentenze, o dai ritardi nell'effettuazione del cumulo da parte del p.m.”; così, in senso analogo, Cass. I, n. 12937/2015). 

Nel caso di cumulo risultante anche da pene inflitte per reati ostativi alla concessione di benefici penitenziari la pena espiata va imputata innanzi tutto ad essi (Cass. I, n. 613/1999; Cass. S.U., n. 14/1999). Non può farsi luogo all'espulsione, in presenza di reato ostativo, solo se lo scioglimento del cumulo si risolve in un concreto pregiudizio per il condannato (così, vedi, più recente, Cass. I, n. 5784/2015).

Nel caso di cumulo materiale di pene concorrenti, deve intendersi scontata per prima quella più gravosa per il reo, come è stato di recente affermato anche dalle Sezioni Unite (Cass. I, n. 613/1999; Cass. S.U., n. 14/1999). Nel cumulo di pene temporanee con quella dell'ergastolo, la decorrenza della pena dell'ergastolo si computa dalla data di inizio della carcerazione per il reato a cui si riferisce.

In caso di continuazione tra più reati di cui quello più grave punito con pene congiunte (pene pecuniarie e detentive), il cumulo giuridico si realizza mediante l'aumento di entrambe le pene, anche se per il “reato” satellite sia prevista solo la pena pecuniaria.

La giurisprudenza, inoltre, ribadisce come in tema di unificazione di pene concorrenti sia da applicarsi il principio della unitarietà della esecuzione, per cui tutte le pene vengono eseguite contemporaneamente come pena unica, tanto che, nel corso dell'esecuzione della pena cumulata, non è consentito lo scioglimento del cumulo per dichiarare la prescrizione di alcune pene. 

Di recente, inoltre, la Cassazione ha affermato che: “In tema di esecuzione di pene concorrenti inflitte con condanne diverse emesse all'esito di giudizi abbreviati, di cui una alla pena dell'ergastolo, non trova applicazione la previsione dell'art. 442, comma 2, c.p.p. sulla sostituzione della pena dell'ergastolo con isolamento diurno con quella dell'ergastolo, dovendo il Giudice, alla stregua dell'art. 663, comma 1, c.p.p., determinare la pena da eseguirsi in osservanza delle norme sul concorso di pene, con conseguente applicabilità dell'art. 72, comma 2, c.p. per effetto del rinvio operato dall'art. 80 dello stesso codice” (Cass. I, n. 11934/2019). Così, Cass. I, n. 20207/2018 sancisce che vanno inserite nel cumulo, non solo tutte le pene che non risultino ancora espiate alla data di commissione dell'ultimo reato, ma anche quelle già espiate che comunque possano avere un riflesso sul criterio moderatore di cui all'art. 78 c.p. o sul cumulo materiale, anche in vista della maturazione dei requisiti temporali per l'ammissione ad eventuali benefici penitenziari. Ancora. La Cassazione ha rammentato la seguente regola in caso di pene detentive brevi: “il P.M. è tenuto ad emettere immediatamente ordine di carcerazione e, quando esistano o sopravvengano più condanne per reati diversi, è tenuto altresì a determinare la pena complessiva. Ne consegue che, anche nel caso di concorso di pene detentive brevi, ciascuna delle quali, singolarmente considerata, darebbe luogo a sospensione del provvedimento di carcerazione in vista della possibile applicazione di benefici penitenziari, non viene meno l'obbligo di provvedere al cumulo, con l'ulteriore conseguenza che, unificata la pena, ove questa risulti superiore ai limiti di legge cui è subordinata la concessione delle misure alternative richiedibili, la sospensione dell'esecuzione prevista dall'art. 656 c.p.p., come modificato dalla l. n. 165/1998 non può essere più disposta” (Cass. I, n. 25483/2017).

In tema di esecuzione delle pene detentive ai sensi dell'art. 656 c.p.p., l'emissione di un provvedimento di unificazione di pene concorrenti, con contestuale sospensione dell'ordine di esecuzione, prima della valutazione dell'istanza di concessione di misure alternative formulata in relazione a titolo poi inglobato nel cumulo, determina una completa novazione del titolo esecutivo, sicché legittimamente l'interessato può presentare una nuova richiesta di concessione di misure alternative che tiene interamente luogo di quella precedentemente presentate (Cass. I, n. 27008/2021).

In presenza di un provvedimento di unificazione di pene concorrenti che comprenda esclusivamente condanne per reati ostativi alla concessione dei benefici penitenziari, non opera la possibilità di scioglimento del cumulo, non ricorrendo i presupposti per derogare alla regola di cui all'art. 76 c.p. dell'unitarietà delle pene cumulate e del conseguente rapporto esecutivo. (In motivazione la Corte ha aggiunto che lo scioglimento del cumulo è possibile solo allorquando riguardi reati ostativi e non ostativi, in quanto, in assenza di detta condizione, tale operazione sarebbe priva di una base logica e giuridica, non essendo possibile individuare alcun criterio obiettivo e ragionevole di imputazione all'uno o all'altro titolo della pena già espiata) (Cass. I, n. 12554/2020).

Le Sezioni Unite, con recente pronuncia hanno stabilito che La commutazione dell'ergastolo in attuazione di una condizione apposta in un provvedimento di estensione dell'estradizione, adottato da uno Stato estero il cui ordinamento non ammette la pena perpetua, esplica i suoi effetti soltanto in relazione alla pena oggetto della condizione, nell'ambito della relativa procedura di estensione, senza operare con riguardo ad altra pena dell'ergastolo - oggetto di cumulo con la prima - irrogata con una condanna per la cui esecuzione sia stato in precedenza emesso altro provvedimento di estradizione non condizionato (Cass. S.U., n. 30305/2021).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario