Istanza di restituzione nel termine (art. 175)InquadramentoQuando un termine perentorio sia decorso infruttuosamente per causa non addebitabile alla parte, quest'ultima può essere di nuovo posta dal Giudice in condizione di esercitare il potere o la facoltà procedimentale ormai estinti, vincendo la preclusione già maturata, per insuperabili esigenze di equità che prevalgono sulla certezza dei rapporti giuridici. FormulaTRIBUNALE PENALE DI.... UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI (OVVERO) UFFICIO DEL GIUDICE DELL'UDIENZA PRELIMINARE (OVVERO) TRIBUNALE DI.... SEZIONE PENALE IN COMPOSIZIONE MONOCRATICA (DOTT.....) IN COMPOSIZIONE COLLEGIALE ISTANZA DI RESTITUZIONE NEL TERMINE [1] *** Il sottoscritto Avv....., con studio in...., via...., difensore di fiducia/ufficio di........ 1....., nato a.... il....; 2....., nata a.... il....; indagato/imputato [2] nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R., per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.)...., per i reati previsti e puniti dagli artt. a).... c.p. b)...., l..... /.... c)...., d.P.R..... d)...., d.lgs..... PREMESSO Ipotesi 1 che in data.... è scaduto infruttuosamente il termine stabilito a pena di decadenza dall'art..... c.p.p. per (specificare nel dettaglio l'attività procedimentale da porre in essere entro il suddetto termine perentorio); che il Sig..... non ha potuto osservare il suddetto termine per motivi a lui non addebitabili e, nello specifico, solo per caso fortuito (ovvero per forza maggiore) e in particolare perché (specificare l'evento naturale o il fatto umano che integrano il caso fortuito o la forza maggiore); che il suddetto impedimento è venuto meno solo in data...., allorquando (specificare il momento e il contesto in cui è cessata la causa ostativa) [3] ; Ipotesi 2 che in data.... è stato emesso nei confronti del Sig..... il decreto penale di condanna n..... /....; che la notifica del suddetto decreto al Sig..... si è perfezionata ai sensi dell'art..... c.p.p. (specificare se la notifica sia stata effettuata presso il difensore di ufficio o altro domiciliatario, a mezzo del servizio postale, etc.) in data....; che il suddetto decreto è pertanto divenuto irrevocabile in data...., in difetto di opposizione; che il Sig..... non ha avuto tempestivamente conoscenza del provvedimento, in quanto (illustrare le ragioni della mancata effettiva conoscenza, nonostante l'esito formalmente positivo della notifica); che il suddetto decreto penale di condanna è stato conosciuto solo in data...., allorquando (specificare il momento e il contesto dell'effettiva conoscenza) [4] ; che il Sig..... non ha mai volontariamente rinunciato a presentare opposizione; CHIEDE di essere restituito nel termine suddetto. Si allegano i seguenti documenti. 1)....; 2)..... Luogo e data.... Firma.... Ai sensi dell'art. 1 d.m. 4 luglio 2023 (G.U. n. 155 del 5 luglio 2023) e dell'art. 1 d.m. 18 luglio 2023 (G.U. n. 166 del 18 luglio 2023), l'atto rientra tra quelli per i quali è provvisoriamente possibile anche il deposito telematico. Tale obbligo decorrerà solo dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022. [1]Ovvero, secondo la tradizionale terminologia, “di rimessione in termini”. [2]L'istanza può essere effettuata a mezzo raccomandata dal difensore di qualsiasi parte privata (persona offesa, parte civile, responsabile civile, civilmente obbligato per la pena pecuniaria), nonché dal pubblico ministero. [3]Questa indicazione del momento è fondamentale per documentare al Giudice il rispetto del termine di dieci giorni per la presentazione dell'istanza di rimessione in termini. [4]Questa indicazione del momento è fondamentale per documentare al Giudice il rispetto del termine di trenta giorni per la presentazione dell'istanza di rimessione in termini. CommentoPresupposti e legittimazione Quando per un motivo non addebitabile a una parte, pubblica o privata, un termine perentorio sia decorso senza che essa abbia esercitato un proprio potere o facoltà processuale, compiendo un determinato atto o ponendo in essere una determinata attività, il sistema prevede un rimedio, la cui natura eccezionale è direttamente desumibile dalla complessità della disciplina dell'istituto. Questo rimedio è concesso al pubblico ministero, a tutte le parti private (e pertanto non alla persona offesa che non si sia costituita parte civile, anche se autorevole dottrina opta per un'interpretazione estensiva, ai fini di esercitare i poteri di cui all'art. 90 c.p.p. Cfr. Tonini, Manuale di procedura penale, Milano) e ai loro difensori. Sul punto è recentemente intervenuta la Corte di Cassazione, che, in parziale modifica del precedente orientamento (Cass. II, n. 20764/2019), ha affermato che la persona offesa, pur non essendo parte nel processo in senso tecnico, può chiedere ed ottenere, ai sensi dell'art. 175 c.p.p., di essere restituita nel termine per la costituzione di parte civile, ma non può, tuttavia, in presenza di una valida notificazione della vocatio in ius ai sensi dell'art. 154 c.p.p., far valere a tal fine la mancata conoscenza del processo (Cass. V, n. 8543/2021). La legge circoscrive testualmente l'ambito applicativo di questo istituto al caso in cui i termini siano previsti a pena di decadenza. Solo a fronte di un termine perentorio, infatti, si pone l'esigenza di ovviare alle conseguenze determinate dalla sua infruttuosa scadenza. Laddove invece non si determini alcuna decadenza, non vi è ragione di ricorrere a un simile rimedio (Cass. VI, n. 39778/2014, secondo cui è inammissibile l'istanza di restituzione in termini per proporre opposizione alla richiesta di archiviazione, in quanto il termine di dieci giorni, previsto dall'art. 408, comma 3, c.p.p. in favore della persona offesa ha natura meramente ordinatoria). L'imputato è legittimato a richiedere la restituzione nel termine per impugnare, sussistendone i presupposti, anche quando analoga impugnazione sia stata proposta in precedenza dal suo stesso difensore (Corte cost., n. 317/2009). In particolare, il difensore di fiducia è titolato a proporre istanza di rimessione in termini, anche se sprovvisto di procura speciale, considerato che non si tratta di atto specificamente ed espressamente riservato all'imputato o al suo procuratore speciale e che l'imputato può sempre togliere effetto all'atto compiuto dal difensore prima che sia intervenuto un provvedimento del Giudice, ex art. 99, comma 2, c.p.p. (Cass. V, n. 27350/2007). Secondo l'art. 175 c.p.p., la restituzione in un termine stabilito a pena di decadenza è subordinata alla prova di non averlo potuto osservare per caso fortuito o per forza maggiore. L'onere probatorio, dunque, in ossequio alle ordinarie regole processuali, spetta alla parte istante, su cui ricadrebbe anche un'eventuale situazione di incertezza. Per caso fortuito, si intende tradizionalmente un avvenimento imprevisto e imprevedibile che si inserisce d'improvviso nell'azione del soggetto e non può in alcun modo, nemmeno a titolo di colpa, farsi risalire all'attività psichica dell'agente (Cass. IV, n. 6982/2012). La nozione di forza maggiore richiama invece quelle ipotesi in cui l'agente abbia fatto quanto era in suo potere per uniformarsi alla legge, ma, per cause indipendenti dalla sua volontà, non vi è stata la possibilità di impedire l'evento o la condotta antigiuridica (Cass. V, n. 23026/2017). Non integrano caso fortuito o forza maggiore – il mancato o inesatto adempimento da parte del difensore di fiducia dell'incarico di proporre impugnazione, a qualsiasi causa ascrivibile, poiché esso consiste in una falsa rappresentazione della realtà, superabile mediante la normale diligenza e attenzione, e perché non può essere escluso, in via presuntiva, un onere dell'assistito di vigilare sull'esatta osservanza dell'incarico conferito, nei casi in cui il controllo sull'adempimento defensionale non sia impedito al comune cittadino da un complesso quadro normativo (Cass. IV, n. 55106/2017); – l'espulsione dello straniero, che non costituisce neppure un impedimento legittimo e assoluto, ostativo all'esercizio dei diritti di difesa e che impedisca di proporre impugnazione, poiché la facoltà di impugnare può esercitarsi anche mediante deposito dell'atto presso un agente consolare all'estero oppure spedendo l'atto con raccomandata (Cass. V, n. 21200/2016); – la condotta del difensore prontamente reperibile nominato in udienza ex art. 97, comma 4, c.p.p. – in sostituzione del difensore di ufficio di cui all'art. 97, comma 1, c.p.p. – che, in violazione degli obblighi di diligenza, abbia omesso di informare il difensore di ufficio assente della pronuncia della sentenza e non abbia presentato tempestiva impugnazione in qualità di sostituto ex art. 102 c.p.p. (Cass. I, 36821/2020). Termini per la presentazione La richiesta per la restituzione nel termine deve essere presentata, a pena di decadenza, entro dieci giorni da quello nel quale è cessato il fatto costituente caso fortuito o forza maggiore (ovvero, per la sola ipotesi di opposizione a decreto penale di condanna, dalla effettiva conoscenza del provvedimento). Ciascuna parte non può usufruire di questo strumento (ripetiamolo, eccezionale) più di una volta per ciascun grado del procedimento. È comunque compito del Giudice verificare la tempestività della richiesta, nell'esercizio dei poteri istruttori che gli competono (Cass. I, n. 57646/2017). Prima della c.d. “Riforma Cartabia” (d.lgs. n. 150 del 2022), la giurisprudenza (Cass. S.U., n. 42043/2017) aveva affermato che, ai fini della verifica della tempestività della richiesta di restituzione nel termine a norma dell'art. 175, comma 2-bis, c.p.p., il giudice, nel caso in cui la richiesta sia presentata a mezzo del servizio postale, doveva fare riferimento alla sua data di spedizione; si era precisato che la richiesta di restituzione nel termine ha natura strumentale rispetto alla successiva impugnazione e ne costituisce pre-condizione, sicché ad essa si applica la disciplina di cui agli artt. 582 e 583 c.p.p. Per la medesima ragione, a seguito dell'abrogazione dell'art. 583 c.p.p., disposta dall'art. 98, comma 1, lett. a), d.lgs. cit., deve oggi ritenersi non più possibile trasmettere la richiesta per la restituzione nel termine a mezzo del servizio portale. Procedimento La competenza a decidere sulla richiesta di restituzione nel termine spetta al Giudice che procede e, quindi, nel caso in cui sia emesso il decreto che dispone il giudizio immediato, al tribunale, quale Giudice che procede al dibattimento, e non al Giudice per le indagini preliminari (Cass. I, n. 15771/2017, in tema di richiesta relativa all'istanza di ammissione al giudizio abbreviato, da presentarsi, dopo l'emissione del decreto che dispone il giudizio immediato, al tribunale e non al Giudice per le indagini preliminari). Parimenti competente è il Giudice del dibattimento nel caso di richiesta di restituzione nel termine presentata dopo l'emissione del decreto che dispone il giudizio e prima della trasmissione del fascicolo al Giudice del dibattimento (Cass. V, n. 36896/2020). Prima dell'esercizio dell'azione penale, provvede il Giudice per le indagini preliminari. Se sono stati pronunciati sentenza o decreto di condanna, decide il Giudice che sarebbe competente sulla impugnazione o sulla opposizione. L'art. 175 c.p.p. esige che l'ordinanza sia motivata, ma non richiama le forme del procedimento in camera di consiglio, né prescrive espressamente altre particolari modalità. Secondo la giurisprudenza di legittimità, il Giudice competente provvede sull'istanza de plano, in assenza di contraddittorio (tenuto conto del carattere incidentale della procedura che ammette il rito non partecipato), salvo che sia in corso un procedimento principale celebrato con rito camerale, nel qual caso la decisione sull'istanza deve avvenire con le medesime forme (Cass. IV, n. 4660/2015). Il Giudice che ha disposto la restituzione provvede poi, a richiesta di parte e in quanto sia possibile, alla rinnovazione degli atti ai quali la parte aveva diritto di assistere (se la rimessione è concessa dalla Corte di Cassazione, al compimento degli atti di cui è disposta la rinnovazione provvede però il Giudice competente per il merito). Quando accoglie la richiesta di restituzione nel termine per proporre impugnazione, il Giudice, se occorre, ordina la scarcerazione dell'imputato detenuto e adotta tutti i provvedimenti necessari per far cessare gli effetti determinati dalla scadenza del termine. L'ordinanza che concede la restituzione nel termine per la proposizione di un'impugnazione o di un'opposizione può essere impugnata solo unitamente al provvedimento che decide sulla impugnazione o sulla opposizione. Viceversa, contro l'ordinanza di rigetto può essere proposto ricorso per cassazione. Rimessione in termini per proporre opposizione a decreto penale Accanto alla ipotesi ordinaria di restituzione nel termine, il codice ne prevede una forma particolare che assegna nuovamente alla parte la possibilità di opporsi a un decreto penale di condanna divenuto irrevocabile ai sensi dell'art. 648 c.p.p. (l'abolizione dell'istituto della contumacia, a seguito della l. n. 67/2014, ha comportato anche l'eliminazione dall'ordinamento processuale dell'altra ipotesi specifica in tema di impugnazione di sentenza contumaciale). I termini per la presentazione della richiesta di restituzione nel termine per proporre opposizione da parte dell'imputato condannato con decreto penale, che non abbia avuto tempestivamente effettiva conoscenza del provvedimento sono però di trenta giorni. L'onere di accertamento a carico del Giudice riguarda dunque l'eventuale effettiva conoscenza del procedimento da parte del condannato e l'eventuale momento (diverso da quello allegato dalla parte) di intervenuta effettiva conoscenza del provvedimento, rispetto al quale valutare la tempestività della richiesta (Cass. VI, n. 14254/2017). Sulla obbligatorietà della restituzione nel termine per proporre opposizione a decreto penale di condanna la Corte di Cassazione (Cass. IV, n. 6900/2021) ha specificato che, ove l'istante abbia adempiuto al proprio onere di mera allegazione delle ragioni sottese alla mancata conoscenza del provvedimento regolarmente notificato e non sia raggiunta la prova positiva, anche indiziaria, della tempestiva conoscenza dello stesso, il Giudice è tenuto a disporre la restituzione nel termine per l'opposizione. In caso di estradizione dall'estero, il termine per la presentazione della richiesta decorre dalla consegna del condannato. Se il Giudice concede la restituzione nel termine, non si tiene conto, ai fini della prescrizione del reato, del tempo intercorso tra la notificazione della sentenza contumaciale o del decreto di condanna e la notificazione alla parte dell'avviso di deposito dell'ordinanza che concede la restituzione. L'art. 462 c.p.p. estende la legittimazione a questa ipotesi speciale anche alla persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria. Rimessione in termini per proporre impugnazione Con la recente riforma Cartabia, l'art. 175 c.p.p. è stato modificato con l'aggiunta della previsione della rimessione in termini per proporre impugnazione. In particolare, il nuovo comma 2.1. statuisce che “L'imputato giudicato in assenza è restituito, a sua richiesta, nel termine per proporre impugnazione, salvo che vi abbia volontariamente rinunciato se, nei casi previsti dai commi 2 e 3 dell'art. 420-bis, fornisce la prova di non aver avuto effettiva conoscenza della pendenza del processo e di non aver potuto proporre impugnazione nei termini senza sua colpa”. A questa previsione è stata poi aggiunta quella del comma 8-bis che precisa che “8-bis. Se la restituzione nel termine è concessa ai sensi del comma 2.1, non si tiene conto, ai fini della improcedibilità di cui all'art. 344-bis, del tempo intercorso tra il novantesimo giorno successivo alla scadenza del termine previsto dall'art. 544, come eventualmente prorogato ai sensi dell'art. 154 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del presente codice, e la notificazione alla parte dell'avviso di deposito dell'ordinanza che concede la restituzione”. Il nuovo art. 175-bis c.p.p. prevede inoltre un'ipotesi ulteriore di restituzione in termine in caso di malfunzionamento dei sistemi informatici. |