Opposizione della persona offesa all'archiviazione e richiesta motivata di prosecuzione delle indagini (art. 17, d.lgs. n. 274/2000)InquadramentoL'opposizione alla richiesta di archiviazione da parte della persona offesa s'innesta sulla richiesta che il Pubblico Ministero presenta al Giudice di pace quando gli elementi raccolti dall'accusa non consentono di superare la ragionevole previsione di condanna, manca la condizione di procedibilità, il reato è estinto o non previsto dalla legge come reato o il fatto è di particolare tenuità e non risulta un interesse della persona alla prosecuzione delle indagini (ex art. 34, commi 1 e 2 del d.lgs. n. 274/2000, v. formula in argomento) o è ignoto l'autore del reato. Con la richiesta è trasmesso il fascicolo contenente la notizia di reato, la documentazione relativa alle indagini espletate e i verbali compiuti davanti al Giudice. Una copia della richiesta è notificata alla persona offesa che nella notizia di reato o successivamente alla sua presentazione abbia dichiarato di volere essere informata circa l'eventuale archiviazione ed è sempre inviata quando la domanda d'archiviazione è successiva alla trasmissione del ricorso immediato presentato dalla stessa persona offesa ai sensi dell'art. 26, comma 2, d.lgs. n. 274/2000 ovvero nel caso di reato commesso con violenza alla persona. Avvenuta la notifica della richiesta, la persona offesa può presentare l'opposizione manifestando il dissenso alla determinazione dell'organo d'accusa che oggi importa un maggior impegno alla luce della modificazione della regola valutativa per accedere all'archiviazione: il Giudice, che non è tenuto alla celebrazione di alcuna udienza, se accoglie la richiesta, dispone con decreto l'archiviazione, altrimenti restituisce, con ordinanza, gli atti al Pubblico Ministero indicando le ulteriori indagini necessarie (fissando il termine indispensabile per il loro compimento) ovvero dispone che entro dieci giorni il Pubblico Ministero formuli l'imputazione. FormulaOPPOSIZIONE ALL'ARCHIVIAZIONE DELLA PERSONA OFFESA E RICHIESTA MOTIVATA DI NON ACCOGLIERE LA DOMANDA DELL'ACCUSA Ufficio del Giudice di Pace di ... proc. n. ... R.G. Il sottoscritto ..., persona offesa dal reato, assistito e difeso dall'Avv. ..., del Foro di ..., con studio in ..., via ..., n. ..., domiciliato presso il suo studio in ..., via ..., n. ..., nel procedimento n. ... R.G.N.R. Procura della Repubblica presso il Tribunale di ..., contro ... per il/i reato/i di ..., per il quale era stata presentata rituale querela in data ...; (avendo ricevuto in data ... l'avviso della richiesta di archiviazione presentata dal Pubblico Ministero in data ...) oppure (avendo avuto notizia della richiesta di archiviazione presentata dal Pubblico Ministero in data ...); rilevato che ... (esporre dettagliatamente i motivi per cui si ritengono incomplete le indagini preliminari, o tali da consentire la ragionevole previsione di condanna, o identificato l'autore del reato o altro); opponendosi alla richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero CHIEDE (la prosecuzione delle indagini preliminari ed il compimento dei seguenti atti o ogni elemento che consenta di neutralizzare la causa per cui è richiesta l'archiviazione): ... (specificare gli atti istruttori da compiersi, quando la loro mancanza fonda in tutto o in parte l'opposizione) oppure (il rigetto della richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero e l'ordine di formulare l'imputazione). Con osservanza. Luogo e data ... sottoscrizione della persona offesa ... [1] e del difensore ... [2] 1. Se la persona offesa è un soggetto collettivo, deve sottoscrivere il legale rappresentante, indicando la qualifica; nell'epigrafe dovrà essere indicato anche l'atto che conferisce il potere di rappresentanza esterna. 2. Si reputa opportuna la contemporanea presenza della sottoscrizione della persona offesa e, ove nominato, del suo difensore, poiché non è pacifico se le funzioni che l'art. 101 c.p.p. riconosce al difensore della persona offesa comportino un generale potere di rappresentanza dell'assistito, analogamente alla previsione dell'art. 99 c.p.p. per il difensore dell'imputato. CommentoPrincipi generali All'esito delle investigazioni quando manca una condizione di procedibilità o il reato è estinto o il fatto non è previsto dalla legge come reato o si accerti che "gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari non sono idonei a sostenere quella ragionevole previsione di condanna, quando è ignoto l'autore del reato, e non vi siano elementi che consentano di proseguire proficuamente le indagini, secondo quanto prevede l'art. 415 e ss. c.p.p. o, infine, il fatto è di “particolare lievità” secondo quanto prevede la legge per una tale declaratoria innanzi al Giudice di pace, il P.M. può chiedere al Giudice di pace circondariale di emettere il decreto di archiviazione e gli trasmette l'intero fascicolo del procedimento, previa notifica della richiesta alla persona offesa quando la stessa abbia manifestato nella stessa notizia di reato o successivamente, di voler essere informata, a pena di nullità dell'atto d'archiviazione (Cass. V, n. 9295/2014) ovvero nel caso in cui abbia presentato il ricorso immediato ma il Giudice di pace abbia ritenuto l'atto manifestamente infondato, trasmettendo i relativi atti al P.M. ai sensi dell'art. 26, d.lgs. n. 274/2000 (in tal caso l'eventuale successiva richiesta di archiviazione, deve essere sempre notificata, a pena di nullità del decreto di archiviazione, alla persona offesa anche quando la stessa non abbia dichiarato di voler essere informata) (Cass. V, n. 24605/2009; Cass. V, 25 gennaio 2008) o ex art. 408, comma 3-bis, c.p.p., il reato sia stato commesso con violenza contro la persona (v., per la nozione, Cass. S.U., n. 10959/2016; Cass. V, n. 22991/2015). L'atto va notificato in quanto consente alla persona offesa e al ricorrente (e difensore) la visione degli atti depositati presso la cancelleria del Giudice al fine (eventuale) della proposizione dell'opposizione nei termini stabiliti dalla legge. L'archiviazione per tenuità del fatto Ai sensi dell'art. 34, d.lgs. n. 274/2000 il Giudice può emettere il decreto di archiviazione per tenuità del fatto (v. formula in argomento) «solo se non risulta un interesse della persona offesa alla prosecuzione del procedimento». La manifestazione di tale volontà dovrebbe fondarsi su una oggettiva utilità dell'accertamento e sulla espressione inequivoca in qualsiasi atto (querela, denuncia, sommarie informazioni). È ammessa (ed è opportuna) una sollecitazione del Pubblico Ministero prima di provvedere: Cass. IV, 29 settembre 2004. Non è, infatti, abnorme il provvedimento con il quale il Giudice di pace - rigettata la richiesta di archiviazione e restituiti gli atti per la formulazione dell'imputazione al P.M., il quale, a sua volta, li ritrasmetta al Giudice in adempimento della richiesta - li restituisca nuovamente all'organo dell'accusa per accertare la volontà della persona offesa (Cass. V, n. 42238/2010) o perché autorizzi la polizia giudiziaria a citare il soggetto nei cui confronti l'imputazione sia stata formulata. Detto provvedimento, infatti, non si configura come impositivo dell'esercizio di un potere di impulso processuale ma come restitutorio di un potere autorizzativo dell'iniziativa meramente materiale della chiamata in giudizio, in relazione alla riformulata imputazione, riservata per scelta legislativa alla polizia giudiziaria (Cass. V, n. 28717/2005). La Cassazione ha dichiarato che è abnorme il provvedimento con il quale il Giudice di pace circondariale disponga la trasmissione degli atti al P.M. per l'acquisizione del consenso della persona offesa, al fine di verificare la mancanza di interesse di quest'ultima alla prosecuzione del procedimento, Cass. V, 24 marzo 2005). In ogni caso, il dissenso immotivato non impedisce al Giudice di archiviare, escludendosi così che il potere di veto della persona offesa possa pregiudicare – in modo illogico o immotivato- la posizione della persona sottoposta alle indagini. È pacifico che analoghe difficoltà si riscontrano nel caso in cui si consenta l'archiviazione nelle ipotesi stabilite dall'art. 35, d.lgs. n. 274/2000, atteso che la previsione impone al Giudice di sentire le parti e la persona offesa. Omessa notifica della richiesta La mancata notifica della richiesta è causa di nullità ex art. 127, comma 4, c.p.p. dell'atto di archiviazione, che può essere fatta valere con ricorso per cassazione (Cass. V, n. 9295/2014; Cass. V, n. 43754/2008; Cass. V, 4 luglio 2005; Cass. V, 22 giugno 2004; per la disciplina ordinaria, Cass. S.U., 30 giugno 2004). Termini L'opposizione va presentata entro il termine di dieci giorni dalla notificazione della richiesta. Trattasi di termini suscettibili di sospensione nel termine feriale (Cass. V, 22 aprile 2005). Si ricorda che è illegittimo per violazione del diritto di difesa, "sub specie" di lesione del principio del contraddittorio, il provvedimento di archiviazione del Giudice adottato anteriormente alla scadenza del termine indicato (Cass. V, n. 21209/2017). In tema di procedimento di archiviazione, l'art. 408, comma 3-bis, c.p.p., secondo il quale «per i delitti commessi con violenza contro la persona l'avviso della richiesta di archiviazione è in ogni caso notificato alla persona offesa a cura del Pubblico Ministero», è applicabile anche nel procedimento davanti al Giudice di pace, poiché l'art. 2 del d.lgs. n. 274/2000, prevede l'osservanza delle norme del codice di procedura penale in quanto applicabili. (In motivazione la Corte ha precisato che il Pubblico Ministero deve procedere ad espletare tale adempimento soltanto per i procedimenti relativi alle richieste di archiviazione depositate successivamente al 16 ottobre 2013, epoca di entrata in vigore della l. n. 119/2013, che ha aggiunto all'art. 408 c.p.p. il comma 3-bis) (Cass. V, n. 22991/2015). Contenuto L'atto di opposizione deve contenere, a pena di inammissibilità, l'indicazione degli elementi di prova che giustificano il rigetto della richiesta o le ulteriori indagini necessarie. Modalità di presentazione L'opposizione va materialmente depositata nella segreteria del P.M. o nella cancelleria del Giudice di pace non applicandosi l'art. 583 c.p.p. ora abrogato. Iter procedurale Con la proposizione dell'opposizione ammissibile, si instaura così un contraddittorio cartolare (Cass. V, n. 41194/2014; Cass. IV, n. 1558/2013): sulla richiesta del P.M. il Giudice deciderà de plano (Cass. V, 23 novembre 2005; Cass. IV, 12 ottobre 2005; Cass. V, 24 febbraio 2004), anche dell'eventuale ammissibilità o inammissibilità dell'opposizione, a testimonianza del fatto che la stessa sia stata effettivamente presa in considerazione (Cass. IV, 16 aprile 2008; Cass. V, 2 marzo 2006). L'opposizione ammissibile comporta a carico del Giudice l'obbligo di valutare le ragioni dedotte nell'atto di opposizione (Cass. IV, n. 1158/2013) a pena di nullità del decreto d'archiviazione per violazione del principio del contraddittorio (Cass. V, n. 35504/2013; Cass. V, 6 novembre 2008; Cass. V, 19 settembre 2005; Cass. V, 9 marzo 2005; Cass. IV, 21 aprile 2004; Cass. V, 24 febbraio 2004; Cass. V, 3 ottobre 2003). L'opposizione non esime il Giudice dal valutarne l'ammissibilità e il contenuto degli elementi e delle ragioni addotte dall'opponente (Cass. V, n. 41194/2014). L'omessa considerazione dell'opposizione sacrifica il diritto al contraddittorio della persona offesa e realizza una menomazione del suo diritto di difesa, configurandosi la nullità del decreto di archiviazione (Cass. V, n. 43755/2008; Cass. IV, n. 39538/2008). Deve, infatti, essere annullato il provvedimento di archiviazione che non abbia operato sul punto alcuna valutazione (Cass. V, n. 32992/2008). In caso di accoglimento il Giudice decide con decreto; in caso di rigetto decide con ordinanza e restituisce gli atti al P.M. con cui può ordinare delle ulteriori indagini (per esempio un interrogatorio, Cass. V, n. 29879/2020), fissando il termine per il loro compimento o imporre la formulazione dell'imputazione entro 10 giorni Cass. IV, 9 ottobre 2003; Cass. II, 22 marzo 2006), purchè non si tratta di un reato estraneo alla sua competenza (Cass. V, n. 22150). È abnorme il provvedimento con il quale il G.d.P. investito della richiesta di archiviazione impone la formulazione di un capo di imputazione per un reato estraneo alla sua competenza (Cass. III, n. 45185/2013). Se l'atto del Giudice è adottato prima dei 10 giorni l'atto è illegittimo (Cass. V, n. 21209/2017). Il decreto d'archiviazione, è soggetto a ricorso per cassazione solo per motivi inerenti al contraddittorio, che, peraltro, non è ovviamente ravvisabile nell'omessa fissazione della (non prevista) udienza camerale, bensì nel fatto che sussiste pur sempre l'obbligo per il Giudice di prendere in considerazione le ragioni addotte dalla persona offesa opponente (Cass. V, n. 31930/2010). Impugnazione decreto d'archiviazione Ai sensi dell'art. 2, d.lgs. n. 274/2000 e 410-bis c.p.p. è ammesso avverso il provvedimento d'archiviazione il reclamo al tribunale in composizione monocratica (Cass. V, n. 34852/2020; Cass. V, n. 31601). Il decreto d'impugnazione è ricorribile nei soli casi previsti dall'art. 127, comma 5, c.p.p., vale a dire per la violazione delle norme che regolano il contraddittorio, quindi, solo nell'ipotesi in cui non sia stata notificata alla persona offesa copia della richiesta di archiviazione (verificandosi una nullità: Cass. V, n. 9295/2014), nel caso in cui tale notificazione non possa essere omessa o quando decide prima del decorso dei dieci giorni e prima del deposito dell'opposizione. In ogni caso, non possono essere dedotte questioni inerenti al merito o alla congruenza della motivazione (Cass. IV, n. 22297/2008; Cass. V, n. 9204/2006) ovvero, in caso di considerazione delle ragioni prospettate in sede di opposizione, non può dedursi, sotto il profilo della violazione della legge sostanziale, l'abnormità (Cass. VII, 26 febbraio 2008). Avverso il decreto di archiviazione emesso dal Giudice di pace è inammissibile il ricorso per cassazione della persona offesa che non abbia previamente richiesto di essere informata della eventuale richiesta di archiviazione (Cass. V, n. 14570/2014). |