Ricorso immediato della persona offesa (art. 21, d.lgs. n. 274/2000)InquadramentoLa valorizzazione del ruolo della persona offesa all'interno del procedimento che si celebra innanzi al Giudice di pace e le ragioni di speditezza per l'interessato passano attraverso la peculiare previsione secondo la quale per i reati procedibili a querela è prevista una diversa e molto più snella forma di citazione a giudizio della persona alla quale è attribuibile il reato costituita dal ricorso immediato al Giudice di pace. Attraverso tale meccanismo si prevede la sua citazione a giudizio dinanzi al Giudice di pace mediante la presentazione di un ricorso contenente i requisiti di cui all'art. 21, d.lgs. n. 274/2000 passando per l'insopprimibile controllo preventivo del P.M. e del Giudice, anche a garanzia dei diritti della difesa. Il ricorso immediato si caratterizza, dunque, per la sua natura di “fattispecie a formazione progressiva, in cui sono coinvolti anche P.M. e Giudice, e in vista della quale il ricorso si profila unicamente quale atto propositivo, non idoneo, di per sé solo, ad approdare al giudizio” atteso che il P.M. rimane titolare esclusivo dell'azione (Corte cost. n. 321/2008; Corte cost. n. 114/2008). L'atto ha molte assonanze con il ricorso nel processo del lavoro disciplinato dall'art. 414 c.p.c., soprattutto riguardo all'accelerazione dei tempi di fissazione dell'udienza davanti al Giudice per ottenere il soddisfacimento del torto subito e con la costituzione di parte civile di cui all'art. 78 c.p.p. I requisiti e, segnatamente, quelli previsti alle lett. b), c) ed e) (generalità del ricorrente, indicazione del difensore con relativa nomina e generalità della persona citata a giudizio) sono stati traslati in un certo senso dalla norma appena richiamata. FormulaALL'UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE DI.... PROC. N..... R.G. RICORSO IMMEDIATO DELLA PERSONA OFFESA Il sottoscritto...., nato a...., il...., (persona offesa del reato sotto indicato) oppure (legale rappresentante della società/associazione/ente.... persona offesa del reato sotto indicato) assistito dall'Avv....., del Foro di...., con studio in...., via...., n....., difensore e procuratore speciale giusta nomina in calce al presente atto, domiciliato presso il suo studio in.... via...., a norma dell'art. 33 disp. att. e coord. c.p.p. ESPONE .... (esporre il fatto in forma chiara e precisa) Al termine della parte narrativa si può facoltativamente aggiungere uno schema di imputazione, così impostato: ritenendo quindi.... e.... responsabile/i dei seguenti fatti: a) reato p. e p. dagli artt. 81 c.p.v. e 110 c.p. e...., con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro,.... – con l'aggravante di cui all'art....., per avere....; Fatto commesso in...., il.... b) reato p. e p. dagli artt. 81 c.p.v. e 110 c.p. e...., con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro,.... – con l'aggravante di cui all'art....., per avere....; Fatto commesso in...., il..... Si rappresenta, inoltre, che i reati sopra indicati hanno interessato anche le seguenti altre persone offese: 1)....; 2)..... Per quanto sopra esposto, il sottoscritto ricorrente CHIEDE che il Giudice di Pace di.... voglia fissare l'udienza di comparizione ed emettere il decreto di convocazione delle parti, per procedere per i reati sopra rispettivamente ascritti a...., nato...., il...., residente in...., via...., n.....; ...., nato a...., il...., residente in...., via...., n.....; INDICA quali fonti di prova a dimostrazione dei fatti sopra esposti, i seguenti testi (consulenti tecnici o imputati di procedimento connesso): 1).... (generalità e indirizzo); sulle seguenti circostanze: 2).... (generalità e indirizzo); oltre ai seguenti documenti: 1)....; 2)..... ALLEGA copia del presente atto con l'avvenuto deposito nella segreteria del Pubblico Ministero. CON OSSERVANZA Luogo e data.... sottoscrizione del ricorrente [1] e del difensore.... [2] PROCURA SPECIALE Il sottoscritto Sig....., nato a...., il giorno...., residente in...., nella via...., n....., nella sua qualità di persona offesa e danneggiato dal reato dichiara di nominare difensore e procuratore speciale l'Avv....., con studio legale sito in...., nella via...., n....., affinché presenti ricorso immediato al Giudice di pace ai sensi dell'art. 21, d.lgs. n. 274/2000[3] e in esso si costituisca parte civile in nome e per conto del sottoscritto contro.... responsabile del reato di cui all'art....., conferendogli espresso e specifico mandato a rappresentarlo e difenderlo nel processo (con facoltà di nominare sostituti e) con ogni (altra) facoltà necessaria all'espletamento del mandato, comprese quelle di (eventuale) formulare richieste di risarcimento dei danni, di concludere accordi transattivi, di ricevere pagamenti e rilasciare quietanze, di revocare la costituzione di parte civile e di proporre ogni impugnazione ai sensi degli artt. 38, d.lgs. n. 274/2000 e 576 c.p.p., avverso l'eventuale sentenza sfavorevole che dovesse essere pronunciata. (Eventuale) La procura di intende conferita per ogni stato e grado del processo [4]. CON OSSERVANZA Luogo e data.... sottoscrizione della parte civile e querelante.... (visto per autentica....) sottoscrizione del difensore e procuratore speciale.... [1]Se la persona offesa è un soggetto collettivo, deve sottoscrivere il legale rappresentante, indicando la qualifica; nell'epigrafe dovrà essere indicato anche l'atto che conferisce il potere di rappresentanza esterna. [2]Ai sensi dell'art. 21, comma 3, il difensore deve sottoscrivere in proprio l'atto, unitamente alla persona offesa ricorrente, di cui deve anche autenticare la firma. Può essere utilizzata, a tal fine, la dicitura proposta “anche per autentica” oppure il difensore può apporre due sottoscrizioni: una in proprio come difensore e un'altra “per autentica”. [3]Il reato deve essere di competenza del Giudice di pace e procedibile a querela della persona offesa. [4]È questa una parte più estesa della formula che, se generica, vale solo per il grado per il quale è conferita, vale a dire che non conferisce ex se la facoltà di proporre impugnazione. CommentoRequisiti del ricorso Il privato, con il ricorso immediato al Giudice di pace, viene autorizzato, previa comunicazione al Pubblico Ministero, mediante deposito presso la sua segreteria (finalizzato ad un suo possibile intervento), a dare impulso alla cosiddetta azione penale privata. Il legislatore ha preferito optare per una soluzione mista, in cui l'atto privato è sottoposto pur sempre ad un controllo da parte della pubblica accusa e del Giudice, per cui si potrebbe parlare di un'azione penale privata “temperata”. Il Pubblico Ministero può, infatti, aderire o meno alla richiesta inserita nel ricorso immediato della persona offesa, ove lo ritenga sostenendola. Il ricorso deve contenere: a) l'indicazione del Giudice; b) le generalità del ricorrente e, se si tratta di persona giuridica o di associazione non riconosciuta, la denominazione dell'ente, con l'indicazione del legale rappresentante (a cui va aggiunta l'indicazione dell'atto da cui egli trae i propri poteri); c) l'indicazione del difensore del ricorrente e la relativa nomina (rilasciata ai sensi dell'art. 100 c.p.p. che può essere inserita nel ricorso medesimo o in atto separato purché allegato al ricorso); d) l'indicazione delle altre persone offese dal medesimo reato delle quali il ricorrente conosca l'identità (ciò, pretende lo svolgimento di un'attività difensiva, ed è fondamentale in quanto permette alle altre persone offese di esercitare i diritti previsti all'art. 28, d.lgs. n. 274/2000 di intervento nel processo mediante l'assistenza del difensore e con gli stessi diritti che spettano al ricorrente principale); e) le generalità della persona citata a giudizio. Al riguardo si ricorda che la Corte costituzionale ha dichiarato manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 21, comma 2, lett. i), d.lgs. n. 274/2000, censurato in riferimento agli artt. 3,24 e 111 Cost., in quanto prevede che il ricorso immediato della persona offesa al Giudice di pace deve contenere le generalità della persona citata a giudizio. La questione è infatti sollevata sulla base dell'erroneo presupposto che alla persona offesa sia preclusa la possibilità di prendere conoscenza dei dati identificativi dell'imputato, mentre, a norma dell'art. 12, comma 1, lett. h), l. n. 675/1996 tra i casi nei quali non occorre il consenso dell'interessato sono incluse le situazioni in cui il trattamento dei dati personali è necessario ai fini dello svolgimento delle indagini difensive o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria. Né è ravvisabile alcuna violazione del diritto di azione e difesa in relazione all'onere di acquisire i dati che consentono la sicura individuazione della persona citata, potendo la persona offesa comunque seguire le vie della ordinaria tutela giurisdizionale davanti al Giudice di pace, esercitando la facoltà di presentare querela (Corte cost. n. 83/2004; v., anche, Cass. V, n. 22389/2005); f) la descrizione, in forma chiara e precisa, del fatto che si addebita alla persona citata a giudizio, con l'indicazione degli articoli di legge che si assumono violati (si impone al soggetto passivo solo la qualificazione giuridica del fatto, in ragione del “carattere meramente propositivo e non dispositivo della contestazione privata rispetto all'intervento del P.M. di cui all'art. 25, d.lgs. n. 274/2000) (se per lo stesso fatto è stata già presentata la querela deve essere indicato nel ricorso); g) i documenti di cui si chiede l'acquisizione e l'allegazione della documentazione fondante il ricorso medesimo; h) l'indicazione delle fonti di prova a sostegno della richiesta, nonché delle circostanze su cui deve vertere l'esame dei testimoni e dei consulenti tecnici; i) la richiesta di fissazione dell'udienza per procedere nei confronti delle persone citate a giudizio. Il requisito assolve ad una doppia funzione: essa integra la richiesta di punizione dei colpevoli per i reati che si denunciano (requisito necessario per la proposizione della querela) e di richiesta di fissazione dell'udienza al Giudice (funzione di impulso processuale); l) la costituzione come parte civile (l'atto non è obbligatorio, ma se la persona offesa danneggiata ritiene di costituirsi essa va, a pena di inammissibilità, presentata con il ricorso; la richiesta motivata nell'an e nel quantum di restituzione o risarcimento del danno vale ai sensi dell'art. 23, d.lgs. n. 274/2000 come costituzione di parte civile). Il ricorso deve, inoltre, essere sottoscritto dalla persona offesa oppure dal suo legale rappresentante e dal difensore. La sottoscrizione della persona offesa è autenticata dal difensore, secondo il potere certificatorio generale (artt. 100 e 122 c.p.p.). Al ricorso va allegata la copia della querela se già presentata. Copia del ricorso va depositata nella segreteria del P.M. e notificata alle altre persone offese indicate nel ricorso. Queste dovranno, infatti, intervenire. Si ricorda che quando è presentato il ricorso si sospende la procedura delle indagini preliminari eventualmente attivata per lo stesso fatto dal P.M. (art. 22, comma 4, c.p.p.). Patologie Il ricorso è inammissibile: a) se è presentato oltre il termine (perentorio) di tre mesi dal fatto; b) se risulta presentato fuori dei casi previsti; c) se non contiene i requisiti sopra indicati ovvero non risulta sottoscritto dai soggetti legittimati; d) se è insufficiente la descrizione del fatto o l'indicazione delle fonti di prova; e) se manca la prova dell'avvenuta comunicazione al Pubblico Ministero. Costituisce, invece, una mera irregolarità e non una nullità la mancata autenticazione del difensore, che ha apposto la propria firma accanto a quella dell'assistito, della sottoscrizione del ricorso immediato apposta dalla persona offesa (Cass. V, n. 11588/2006). In tal senso si veda anche Cass. V, n. 22505/2006: “In tema di procedimento davanti al Giudice di pace, è illegittima la declaratoria di inammissibilità del ricorso immediato per carenza di sottoscrizione da parte del difensore, qualora quest'ultimo abbia apposto un'unica sottoscrizione nella duplice veste di co-ricorrente e di autenticatore, avendo la persona offesa proposto il ricorso immediato ed essendosi costituita parte civile con un unico atto comprensivo della nomina del difensore e del procuratore speciale per la costituzione di parte civile, posto che, in tal caso, deve ritenersi integrato il requisito della sottoscrizione quale richiesto dall'art. 21, d.lgs. n. 274/2000 avuto anche riguardo alla speciale struttura del ricorso che non attribuisce alla sottoscrizione esclusivi fini di autentica della firma dell'assistito” (Cass. V, n. 24605/2012). Nei casi previsti dagli artt. 120, commi 2 e 3 e 121 c.p. invece, il ricorso è sottoscritto, a seconda dei casi, dal genitore, dal tutore o dal curatore ovvero dal curatore speciale. Si osservano le disposizioni di cui all'art. 338 c.p.p. Come si è anticipato, la presentazione del ricorso produce gli stessi effetti della presentazione della querela: ne discende che la rinuncia al ricorso, unita all'accettazione dell'imputato, produce l'estinzione del reato, così come la remissione della querela (Cass. IV, n. 7366/2014; Cass. n. 36154/2011). La presentazione dell'atto impone alla persona l'indicazione delle fonti a sostegno della richiesta e le circostanze su cui deve vertere l'eventuale esame dei testimoni e dei consulenti tecnici, nonché l'allegazione dei documenti di cui si chiede l'acquisizione, a pena di inammissibilità: in tal caso, la discovery è stata anticipata alla presentazione del ricorso per ragioni di semplificazione, speditezza e al fine di evitare pretese infondate e pretestuose. Il ricorso, anche se inserito nel fascicolo per il dibattimento, è utilizzabile ai soli fini di impulso processuale, sicché è esclusa la possibilità di utilizzarne il contenuto a fini probatori (Cass. V, n. 17680/2011). La rinuncia al ricorso comporta l'estinzione del reato (Cass. IV, n. 7366/2014). Nel caso in cui il Giudice abbia ritenuto il ricorso inammissibile o manifestamente infondato, ovvero se risulta presentato per un reato che appartiene alla competenza di altro Giudice (art. 26, commi 2 e 3, d.lgs. n. 274/2000), la cancelleria del Giudice si occupa della trasmissione del fascicolo al Pubblico Ministero per l'ulteriore corso del procedimento. Qualora il Giudice di pace disponga la trasmissione del ricorso immediato al Pubblico Ministero per l'ulteriore corso, la successiva richiesta di archiviazione deve sempre essere notificata, a pena di nullità del decreto di archiviazione, alla persona offesa, anche qualora essa non abbia dichiarato di voler essere informata (Cass. V, n. 24605/2009). Una particolare attenzione va dedicata all'ipotesi in cui il Giudice dichiari la propria incompetenza per territorio: in tal caso l'ordinanza sarà notificata al ricorrente e sarà disposta la restituzione degli atti contenuti nel fascicolo di cui all'art. 4, d.m. n. 204/2001. Il ricorrente, a pena di inammissibilità del ricorso, sarà tenuto entro venti giorni dalla data della notifica, a reiterare il ricorso davanti al Giudice di pace territorialmente competente. Termine Il ricorso immediato va presentato nella cancelleria del Giudice di pace competente per territorio a cura del ricorrente nel termine di tre mesi dalla notizia del fatto che costituisce il reato (il termine corrisponde a quello previsto per la presentazione della querela ai sensi dell'art. 124 c.p.). Modalità Il ricorso va previamente comunicato alla segreteria del Pubblico Ministero mediante il deposito di copia che deve essere allegata a quella da depositarsi nella cancelleria del Giudice di pace competente. Il ricorso va notificato anche alle altre persone offese di cui si conosca l'identità e indicate nell'atto, le quali, ai sensi dell'art. 28, comma 3, c.p.p. sono tenute a comparire all'udienza. La mancata comparizione comporta la rinuncia alla querela o la sua remissione, se è stata già presentata. Richieste del Pubblico Ministero Dopo la comunicazione del ricorso, il P.M., entro 10 giorni formula le proprie richieste presentandole presso la cancelleria del Giudice di pace: a) se ritiene il ricorso inammissibile o manifestamente infondato, ovvero presentato dinanzi ad un Giudice di pace incompetente per territorio, il Pubblico Ministero esprime parere contrario alla citazione; b) formula l'imputazione confermando o modificando l'addebito contenuto nel ricorso nel caso di accoglimento; c) in caso di inerzia del P.M. il ricorso non produrrà alcun effetto; il Giudice restituirà l'atto all'organo d'accusa (non gli sarà consentito riportare nel ricorso l'enunciazione del fatto formulata dal privato nel ricorso, né potrà imporre una “imputazione coatta” analoga a quella fissata dall'art. 409, comma 5, c.p.p., la quale determinerebbe una variante della procedura che è incompatibile con la necessità di rispettare, in ogni caso, le forme speciali del ricorso immediato rispetto a quelle ordinarie). I provvedimenti del Giudice di pace Qualora il P.M., nel termine di cui all'art. 25, d.lgs. n. 274/2000 abbia espresso parere contrario (o sia rimasto del tutto “inerte” omettendo di presentare le proprie richieste), il Giudice di pace potrà e dovrà limitarsi a rimettere gli atti al P.M. per l'ulteriore corso (esercizio dell'azione penale o archiviazione) (Corte cost. n. 321/2008; Corte cost. n. 114/2008; Cass. S.U., n. 36717/2008 che chiarisce come il ricorso ha natura interlocutoria, attiene solo all'accesso al rito semplificato e non ha contenuto decisorio). Il Giudice non potrà dare seguito al ricorso, né imponendo all'accusa la c.d. “imputazione coatta” analoga a quella fissata dall'art. 409, comma 5, c.p.p., né formulata sulla base delle indicazioni fornite dal privato “per l'ulteriore corso” (Cass. IV, n. 47030/2008; Cass. IV, n. 33675/2004). È, invece, abnorme il provvedimento con il quale il Giudice di pace, dopo la formulazione dell'imputazione da parte del Pubblico Ministero che aveva in precedenza espresso parere contrario sul ricorso immediato presentato dalla persona offesa, dichiari inammissibile il ricorso stesso, disponendo la restituzione degli atti al Pubblico Ministero (Cass. V, n. 6420/2010). Il provvedimento del Giudice che dichiara l'inammissibilità del ricorso immediato non ha natura decisoria (Cass. VI, n. 30960/2007; Cass. II, n. 2578/2005). Decorsi dieci giorni dalla comunicazione del ricorso al Pubblico Ministero, il Giudice, anche in assenza del parere del P.M., potrà valutare l'esistenza di cause di inammissibilità del ricorso o la sua manifesta infondatezza. In questi casi il Giudice se ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato o inammissibile trasmette gli atti al Pubblico Ministero per l'ulteriore corso del procedimento. Il decreto con cui il Giudice di pace dichiara inammissibile il ricorso della persona offesa per difetto dei requisiti processuali non è ricorribile in cassazione, trattandosi di provvedimento che non incide in via definitiva sui diritti soggettivi delle parti (Cass. IV, n. 51520/2013). Nel caso in cui, invece, il ricorso immediato sia presentato per un reato che appartiene alla competenza di altro Giudice, il Giudice di pace deve disporre con ordinanza la trasmissione degli atti al Pubblico Ministero. Per l'eventualità che l'incompetenza sia territoriale al ricorrente è data la possibilità di presentare nuovamente il ricorso entro 20 giorni dalla restituzione degli atti, a pena di inammissibilità (art. 26, comma 4). Non è ammissibile il ricorso per cassazione contro il provvedimento con cui il G.d.P. – ritenuta la formulazione dell'imputazione generica e comunque non conforme ai requisiti di chiarezza e precisione di cui agli artt. 429, lett. c), c.p.p. e 21, lett. f), d.lgs. n. 274/2000 – dichiari l'inammissibilità del ricorso immediato, ex art. 26, d.lgs. n. 274/2000, disponendo la restituzione degli atti al P.M., considerato che esso non ha natura decisoria, in quanto la restituzione degli atti al P.M. consente l'avvio del procedimento nelle forme ordinarie, posto che a norma dell'art. 568 c.p.p. sono ricorribili per cassazione i provvedimenti che, sebbene non qualificati come sentenza, hanno carattere decisorio e capacità di incidere in via definitiva su diritti soggettivi (Cass. S.U., n. 36717/2008; Cass. V, n. 41212/2007; Cass. IV, n. 30960/2007). Il decreto ha, d'altra parte, natura interlocutoria, inerente alla mera facoltà di accesso al rito semplificato, e non ha un contenuto decisorio e non incide in via definitiva sui diritti soggettivi delle parti (Cass. S.U., n. 36717/2008). Al di là delle ipotesi indicate, il Giudice entro venti giorni dal deposito del ricorso deve convocare le parti in udienza con decreto. Il Giudice è tenuto a rispettare un secondo termine per cui tra la data del deposito del ricorso e l'udienza non devono intercorrere più di novanta giorni. Aspetti processuali A fronte della proposizione del ricorso ammissibile, è fatto obbligo alla persona offesa ricorrente di essere presente alla prima udienza, a pena d'improcedibilità del ricorso. Secondo la giurisprudenza costante (Cass. III, n. 42427/2011) “la rinuncia del ricorrente al ricorso immediato presentato avanti il Giudice di pace ex art. 21, d.lgs. n. 274/2000 equivale alla remissione di querela derivandone, in caso di accettazione dell'imputato, l'estinzione del reato”. Secondo la giurisprudenza costante della Corte di Cassazione (Cass. III, n. 42427/2011) la rinuncia del ricorrente al ricorso immediato presentato avanti il Giudice di pace ai sensi dell'art. 21, d.lgs. n. 274/2000 equivale alla remissione di querela derivandone, in caso di accettazione dell'imputato, l'estinzione del reato. Effetti del ricorso sul potere di impugnazione La persona offesa, che abbia chiesto la citazione a giudizio dell'imputato ai sensi dell'art. 21, d.lgs. n. 274/2000 secondo Cass. IV, n. 43463/2022 rivestendo la qualifica di vero e proprio accusatore privato, ove intenda impugnare la sentenza di proscioglimento anche agli effetti penali, è legittimata, al pari del Pubblico Ministero, a proporre ricorso per cassazione deducendo tutti i vizi di cui all'art. 606 c.p.p. (In motivazione, la Corte ha precisato che, nel caso in cui, invece, la persona offesa, costituita parte civile, intenda impugnare la sentenza di proscioglimento ai soli effetti civili, potrà proporre appello ai sensi della regola generale di cui all'art. 576 c.p.p.). Invero, la decisione afferma che nell'ipotesi di procedimento davanti al Giudice di pace instaurato a citazione della persona offesa (art. 21, d.lgs. n. 274/2000), essa riveste la posizione di un vero e proprio accusatore privato che, dunque, al pari di quello pubblico, potrà impugnare la sentenza di proscioglimento con i suoi stessi limiti, vale a dire mediante ricorso per cassazione per tutti i vizi di cui all'art. 606 c.p.p., allorquando intenda impugnare anche agli effetti penali; nel caso in cui, invece, la persona offesa costituita parte civile intenda impugnare il proscioglimento ai soli effetti civili, la stessa potrà proporre appello in base alla regola generale stabilita dall'art. 576 c.p.p., Cass. V., n. 20529/2019 ha invece affermato che: in tema di procedimento dinanzi al Giudice di pace, instaurato a seguito di citazione a giudizio su ricorso della persona offesa, la richiesta di assoluzione nel merito dell'imputato, avanzata a fronte della rinuncia al ricorso della persona offesa (equiparata alla remissione di querela), non può essere intesa come sintomatica dell'implicita volontà di rifiuto della remissione, trattandosi di richiesta orientata a un epilogo più favorevole, tale da consentire la condanna del querelante al risarcimento dei danni e al pagamento delle spese di giudizio. (Fattispecie nella quale l'imputato, presente in udienza, non aveva manifestato espressamente la volontà di rifiutare la remissione e il Giudice aveva condannato il querelante al pagamento delle spese processuali, lasciando intendere l'esistenza di un accordo tra querelante e querelato ex art. 340, comma 4, c.p.p.). Se, come premesso, la persona offesa, che abbia chiesto la citazione a giudizio dell'imputato ai sensi dell'art. 21, d.lgs. n. 274/2000 è legittimata a proporre ricorso per cassazione avverso la sentenza di assoluzione anche agli effetti penali, ma ai fini della sua ammissibilità l'atto di impugnazione deve contenere i medesimi requisiti formali del ricorso ex art. 21, cit., tra i quali l'indicazione e la nomina del difensore di fiducia e la sottoscrizione della persona offesa con autentica del difensore (Cass. V, n. 44363/2015; Cass. V, n. 48696/2014; Cass. V, n. 50578/2013). Ancora, avverso le sentenze di proscioglimento la parte civile può proporre impugnazione, anche agli effetti penali, a norma dell'art. 38, d.lgs. n. 274/2000 limitatamente all'ipotesi in cui la citazione a giudizio dell'imputato sia stata chiesta dalla persona offesa con ricorso immediato ai sensi dell'art. 21 dello stesso decreto. |