Richiesta di esecuzione continuativa della pena (art. 33, d.lgs. n. 274/2000)InquadramentoTra le peculiarità del rito che si celebra innanzi al Giudice onorario si annovera quella riguardante l'esecuzione continuativa della pena. La richiesta può essere formulata dopo la pronuncia della sentenza di condanna alla pena della permanenza domiciliare, dall'imputato o il difensore munito di procura speciale. FormulaALL'UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE RICHIESTA DI ESECUZIONE CONTINUATIVA DELLA PENA AI SENSI DELL'ART. 33, D.LGS. N. 274/2000 All'ufficio del Giudice di pace di ... Proc. N. ... R.G. Il sottoscritto ... Avv. ... del Foro di ... con studio in ... via ... n. ... difensore dell'imputato ... nel procedimento n. ... R.G.r.n. Procura della Repubblica presso il Tribunale di ...) oppure (il sottoscritto, ..., imputato nel procedimento n. ... R.G.r.n. Procura della Repubblica presso il Tribunale di ...) RILEVATO CHE - l'imputato (oppure) il sottoscritto ... imputato nel procedimento n. ... R.G.N.R. Procura della Repubblica ... presso il Tribunale di ...; - è stato condannato in data odierna alla pena della permanenza domiciliare di giorni ...; - sussiste l'interesse del condannato all'esecuzione della pena in via continuativa in luogo dell'esecuzione nei giorni di sabato e domenica poiché ... (specificare i motivi); - Visto l'art. 33, d.lgs. n. 274/2000: CHIEDE che codesto Giudice di pace voglia disporre l'esecuzione della pena dell'obbligo della permanenza domiciliare in maniera continuativa per il numero di giorni già stabilito in dispositivo. Con osservanza. Luogo e data ... sottoscrizione (del difensore e procuratore speciale) oppure (dell'imputato e del difensore per autentica) ... CommentoPrincipi generali Tra le peculiarità stabilite in relazione alle decisioni che il Giudice di pace può assumere all'esito del dibattimento si segnala il meccanismo della esecuzione continuata dalla pena della permanenza domiciliare irrigata con la sentenza di condanna. La pena della permanenza domiciliare comporta, infatti, l'obbligo di rimanere presso la propria abitazione o in altro luogo di privata dimora o di cura, assistenza o accoglienza nei giorni di sabato e domenica, ma è fatta salva la possibilità che il Giudice - valutate particolari esigenze - ne disponga l'esecuzione in giorni diversi della settimana. La durata della pena non può essere inferiore a sei giorni né superiore a quarantacinque giorni ed il condannato non è considerato in stato di detenzione. Al fine di valorizzare la misura principale restrittiva, acquistano carattere “accessorio” altri specifici obblighi, attivabili nei giorni in cui il condannato non è obbligato alla permanenza domiciliare. Il quadro complessivo evidenzia, dunque, una struttura “distante” da istituti “paradetentivi”, i quali denotano una esecuzione continuativa della restrizione che, salvo situazioni di deroga, nella permanenza domiciliare non si verificano. Fra le deroghe vi è, infatti, quella derivante dalla richiesta del condannato che può presentare l'istanza di eseguire la pena continuativamente. Legittimazione L'istanza andrà formulata dell'imputato (o dal difensore munito di procura speciale): concernendo la natura e le modalità applicative delle sanzioni, l'atto deve considerarsi di natura personale. L'imputato contumace (ora, assente), ove non abbia dato procura speciale al proprio difensore, non potrà formulare alcuna richiesta. In altri termini, la scelta di rimanere fuori del processo determina l'impossibilità di esercitare tale peculiare facoltà (Cass. IV, n. 1293/2004). Termine L'istanza va formulata subito dopo la lettura della sentenza di condanna. È sconsigliabile, infatti, formulare la richiesta anteriormente posto che essa potrebbe venir interpretata come una sorta di ammissione di responsabilità, con tutte le intuibili conseguenze. L'indicazione “immediatamente dopo” consente, peraltro, di escludere che la richiesta possa essere presentata per la prima volta nel corso del giudizio di appello (Cass. III, n. 16849/2013) o, salvo quanto dispone l'art. 44, d.lgs. n. 231/2001, in fase esecutiva (Cass. I, n. 31477/2006). Cass. V, n. 1109/2012 nel procedimento avanti al Giudice di pace, una volta irrogata la pena pecuniaria, l'imputato non può più chiedere l'applicazione in luogo di essa, della pena della libertà controllata, essendo una tale "sostituzione" consentita, successivamente alla pronuncia del dispositivo, unicamente con riguardo alla irrogata permanenza domiciliare. Contenuto La richiesta avrà ad oggetto esclusivamente le modalità esecuzione della permanenza domiciliare continuativa da effettuarsi tutti i giorni della settimana, anche al fine di portarla a buon fine anticipatamente. Lo spirito che il d.lgs. n. 274/2000 intende valorizzare è, invero, quello della dimensione collaborativa dell'imputato nella definizione del procedimento, per cui è auspicabile una interpretazione estensiva della norma in ragione della quale l'imputato avrebbe la possibilità di chiedere un mutamento dei giorni in cui la pena deve essere scontata, motivando tale richiesta sulla base del soddisfacimento delle proprie esigenze (familiari, scolastiche, lavorative ecc.), che solo la predetta modifica esecutiva potrebbe garantire. Rimane, in ogni caso, ferma la possibilità per l'imputato di avanzare la richiesta di modifica in sede di esecuzione, avendo riferimento ai motivi di assoluta necessità normativamente previsti ai sensi dell'art. 44, d.lgs. n. 274/2000 (v. Formula in argomento). |